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L'Estate dei Fiori Artici: La Filmografia



La circostanza che io come lettore, per quanto possa piacermi la narrativa, abbia sempre privilegiato nella mia vita la saggistica, si è in qualche modo ripercossa nella struttura de L'Estate dei fiori Artici e ha fatto sì che il mio romanzo, oltre a comprendere otto inusuali note a piè di pagina, sia pure corredato di una Bibliografia. Ma anche - e qui non c'entra più tanto il discorso saggistica - di una Discografia e di una Filmografia. E se è di quest'ultima, e soltanto di quest'ultima, che ho scelto di parlare in questo post, è per la sua natura particolare, che la differenzia sia dalla Bibliografia che dalla Discografia. Dei tre titoli che la compongono, infatti, che sono Picnic a Hanging RockCharlotte for Ever e Spielen wir Liebe (Maladolescenza), gli ultimi due sono collegati al mio romanzo solo in modo nascosto e sono citati nella Filmografia proprio allo scopo di rendere possibile identificare la fonte "segreta" di alcune parti del mio scritto. Segreta quindi tra virgolette, perché se avessi davvero voluto che fosse tale i due titoli di film me li sarei tenuti per me, e forse nessuno sarebbe mai arrivato a individuarli e collegarli al mio romanzo, visto che non si tratta esattamente di pellicole di larga diffusione.



La prima di queste due pellicole, Charlotte for Ever, è una sorta di omaggio cinematografico del compositore e cantante (ma anche attore, sceneggiatore e regista) Serge Gainsbourg alla figlia Charlotte, allora (1986) quindicenne. E come già un paio d'anni prima con la canzone Lemon Incest, e il relativo video, anche stavolta Gainsbourg padre gioca provocatoriamente con il tema dell'incesto, così come la figlia gioca a fargli per la seconda volta da compagna-complice. Ma non è questo il motivo per cui Charlotte for Ever è entrato nella mia Filmografia, bensì per il fatto che la parte de L'Estate dei Fiori Artici incentrata sul Questionario di Proust ricalca volutamente, sebbene solo nella parte relativa alle domande, un'analoga sequenza del film. E' inoltre sempre con in mente Charlotte Gainsbourg che ho battezzato Charlotte la parigina che compare in un paio di capitoli della prima delle quattro sezioni del romanzo.

Più complessa è la questione riguardante l'altro film, Spielen wir Liebe (Maladolescenza), opera del 1977 dell'Italiano Pier Giuseppe Murgia (ma girato nella più permissiva Svizzera), che è, per chi non lo sapesse, uno dei film più controversi di tutti i tempi, molto ma molto più controverso di Charlotte for Ever. Una delle tre interpreti del film, l'allora undicenne Eva Ionesco, era la figlia della fotografa romena, ma naturalizzata francese, Irina Ionesco, e proprio alla particolare natura della loro relazione madre-figlia io mi sono ispirato per costruire la relazione che nel mio romanzo intercorre tra Marzia, la principale protagonista femminile, e sua madre. E con "ispirato" intendo dire che ho semplicemente utilizzato le suggestioni che avevo ricavato all'epoca, sommando tutto quel che aveva fatto da corollario all'uscita del film con l'arte fotografica di Irina Ionesco, che già conoscevo e apprezzavo da prima, evitando ogni ricerca di una reale coincidenza biografica. 

Anche per questo è stato poi interessante, per me, avere una conferma della validità di queste mie suggestioni un po' di tempo dopo aver terminato la prima stesura de L'Estate dei Fiori Artici (che mi ha impegnato negli ultimi mesi del 2010 e nei primi del 2011), quando ho avuto modo di vedere il notevole My Little Princess, film del 2011 di Eva Ionesco che è la sua intensa rivisitazione autobiografica del tema dell'infanzia rubata.


Isabelle Huppert e Anamaria Vartolomei in My Little Princess (Eva Ionesco, Francia 2011)

Ma non è ancora tutto qui. Un altro punto, altrettanto fondamentale, lega il film di Murgia al mio libro: la poesia Vuoi giocare (Akarsz-e játszani?) del poeta ungherese Dezső Kosztolányi, che Marzia recita nella quarta e ultima parte de L'Estate dei Fiori Artici e che io ho conosciuto proprio grazie a Maladolescenza, che si chiude sul testo di questa straordinaria poesia di cui mi sono innamorato all'istante.

Devo tuttavia anche rimarcare, a questo punto, che la Marzia del mio romanzo è, a dispetto di tutto ciò, un personaggio reale, che io ho conosciuto all'età e con molte delle caratteristiche (nient'affatto escluse le più estreme) che ho descritto nel libro. E' invece di fantasia la faccenda relativa al suo secondo nome, il "nome segreto" Shaula, con gran parte di tutto quello che vi ruota intorno, compresa appunto la questione della madre "svalvolata".


* * *

L'immagine di apertura del post è una scena di Charlotte for Ever (Serge Gainsbourg, Francia 1986).

Commenti

  1. Mi hai fatto ricordare un dettaglio personale: durante il mio viaggio di nozze a Parigi ebbi occasione di vedere la reclame di una commemorazione dedicata a Gainsbourg che in Francia è ancora popolarissimo, e tra i film citati c'era proprio "Charlotte for Ever" proprio per il clamore suscitato dal personaggio.
    Scusami per l'O.T. ;)

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    1. Gainsbourg rappresenta secondo me un certo modo di essere francese di cui oggi mi sembra rimanga poco più che l'ombra. La sua popolarità ha forse qualcosa di inconsciamente nostalgico.
      Nessun OT, Nick, anzi ti ringrazio molto del commento :-)

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  2. Non sono, come dici, pellicole di larga diffusione, infatti ne ho vista solo una ("Picnic a Hanging Rock").
    Charlotte Gainsbourg naturalmente la conosco, però l'ho vista solo in un film tutt'altro che provocatorio ("Jane Eyre").
    Se il "certo modo di essere francese" al quale accenni nella risposta a Nick sottintende un modo d'essere iconoclasta ai massimi livelli ma senza esibizionismo, anzi semmai quasi con pacatezza, ti chiedo se hai mai letto qualche romanzo di Michel Houellebecq. Considerala solo una mia curiosità.

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    1. Pensavo a un gusto per il bello che non si lascia troppo condizionare dai dettami sociali. Non so se sia equivalente a ciò che dici tu. Anche perché non ho mai letto Houellebecq e non posso fare un confronto. Di lui ho visto solo il suo cortometraggio La Rivière.
      "Picnic a Hanging Rock" è in effetti l'unica pellicola delle tre a larga diffusione, ma quella non c'entra con il discorso del post, perché non è una fonte "segreta" del mio libro ma vi è bensì citata esplicitamente ;-)

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  3. Ecco perché quel volto sulla locandina di Charlotte Forever mi ricordava qualcuno! In effetti dagli anni 80 a oggi è rimasta uguale, anche se quella diretta da Lars Von Trier mi pare un pelimo più interessante.
    Maladolescenza non è meno conosciuto di Picnic. Forse è solo più invisibile ai radar per via appunto dei delicati temi affrontati (che poi è lo stesso motivo per cui Pretty Baby è sparito dalla circolazione, altro esempio di rapporto madre-figlia complesso).

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    1. Un po' tutto il percorso artistico della Gainsbourg lo trovo interessante, da "Sarà perché ti amo" (sì, il titolo del film deriva proprio dalla canzone dei Ricchi e Poveri) e "La piccola ladra", fino a "Antichrist" e "Nymphomaniac".
      Riguardo a Maladolescenza, "non è meno conosciuto di Picnic" per noi exploratori dell'exploitation, ma dubito che chi si limita a seguire il cinema mainstream ne abbia conoscenza.
      E giusto il raffronto con Pretty Baby, anche per la concomitante seduta fotografica, da cui è derivata la famosa serie di foto che Brooke Shields più tardi ha tentato invano di non far più circolare, finché una sentenza del tribunale le ha dichiarate assolutamente legali e ne sono stati tratti anche dei poster XD

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