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Bathory II: Darvulia (seguito e conclusione)

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Più grandi sono le leggende, più risibili i fatti. Tutto quello che avevo creduto vero non trovava riscontro. Non c'erano vampiri né bagni nel sangue. Ma quel che più mi sconcertava era la sparizione della strega Darvulia. Divenne una sfida per me, una spia del cardinale Forgach, scoprire cosa si nascondeva dietro questi strani eventi. Ci eravamo lasciati nel post precedente con queste considerazioni di frate Peter. La risposta al suo interrogativo finale arriva in realtà quasi subito nel film, ma solo per lo spettatore. Accade nel momento in cui Erzsébet scopre nel suo laboratorio-ospedale il marchio di Thurzó: il re nero degli scacchi. (Ma si noti anche, accanto al re, un attrezzo di Erzsébet che, se usato, può simulare all'apparenza il morso di un vampiro; come dire che quel burlone di Juraj Jakubisko non si è fatto mancare davvero niente in questo film). Ma perché il re nero degli scacchi dovrebbe rappresentare la firma di Thurzó? Perché gli s...

Bathory I - Ferenc /2

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Il rovescio della medaglia delle nozze di Erzsébet Báthory con Ferenc Nádasdy , che l'avevano resa, dal 1575, la donna più ricca e potente d'Ungheria, era rappresentato dai lunghi periodi di solitudine a cui la costringevano le campagne militari del marito, valoroso guerriero soprannominato "La nuvola nera d'Ungheria". Questa solitudine sarebbe stata, secondo le biografie, una delle cause della noia mortale che affliggeva la contessa. Si dice che il tempo che le rimaneva libero dall'amministrazione dei suoi vastissimi possedimenti, lo trascorresse dedicandosi a una sorveglianza meticolosa delle faccende domestiche, a una cura assidua nell'abbigliarsi e nell'acconciarsi i capelli e alla tortura e all'uccisione delle sue giovani prede femminili. Ma ci sarebbe un'altra componente all'origine del sadismo della nobildonna, accanto alla noia, ed una componente a cui lo stesso Juraj Jakubisko accenna per sommi capi nel suo film: quella ...

Bathory I - Ferenc

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Nei film di Jakubisko l'irrazionale, il misterioso e il sensazionale appaiono naturali come la vita stessa, sebbene non sia da tutti di avere un occhio come quello di Jakubisko, capace di cogliere il misterioso, l'inaspettato e il fantastico anche nella vita di tutti i giorni. Federico Fellini * * * Ho concluso il post precedente, dedicato al prologo del film,  parlando del modo in cui Juraj Jakubisko ha giocato con lo stemma di famiglia dei Báthory: ad ognuna delle tre zanne di drago, o di lupo, il regista ha fatto corrispondere il nome di una delle tre persone che più hanno determinato il corso della vita e il destino di Erzsébet. Ma il gioco non si conclude qui, perché Jakubisko ha poi utilizzato i nomi di queste tre persone come titoli delle tre parti in cui ha diviso il suo film. La prima parte, quella di cui mi occupo in questo post, porta il nome del marito di Erzsébet, Ferenc Nádasdy . Ma avrebbe potuto benissimo portare il nome di un altro personagg...