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Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta /15: Addio al Chautauqua?

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Nel finale del Chautauqua de Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta , leggiamo di Fedro che si imbatte in un altro equivalente della "sua" Qualità, dopo il Buddha e il Tao. E' l'anima come la descrive Socrate nel Dialogo di Platone  Fedro ,  che ha in se stessa la causa del proprio divenire ed è causa di tutte le cose . Del resto, aggiunge Pirsig: Non ci può mai essere una vera contraddizione negli elementi centrali delle filosofie monistiche. L'Uno indù dev'essere identico all'Uno greco, altrimenti sarebbero due. Nel Fedro , il viaggio dell'anima è rappresentato in forma mitica, con l'immagine di un auriga alla guida di un cocchio trasportato da due cavalli, l'uno bianco, placido, nobile d'aspetto; l'altro nero, caparbio, pieno di passione . Il primo conduce l'anima verso il mondo spirituale e l'Unità, il secondo verso il mondo materiale e il molteplice. Fedro si domanda se la condanna delle passioni tanto ra...

Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Un'indagine sui valori /12

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Nel post precedente ho accusato Pirsig di aver espresso in termini troppo terra terra il concetto del valore individuale. Lui mi avrebbe forse ribattuto con una delle frasi del suo libro divenute più celebri: In cima alle montagne non ci sono motociclette e, a mio avviso, ben poco Zen. Lo Zen è "lo spirito della valle", e non quello delle vette. Oppure:  Io sono convinto che la metafisica va bene se migliora la vita quotidiana; altrimenti è meglio lasciarla perdere. Tutto condivisibile. Ma io ho solo preso nota di un momentaneo cedimento di Qualità persuasiva che si accompagna ad altri nel libro e che spiega cosa intendevo dire quando, all'inizio di questa serie di post, ho scritto che non ero uscito al cento per cento soddisfatto dalla lettura de  Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta . Che rimane comunque per me un caposaldo della letteratura filosofica e uno dei libri più importanti del XX secolo, per la sua capacità di scuotere alle fondamenta le f...

Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Un'indagine sui valori /9

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Credo sia bene adesso, arrivati al terzo post di confronto, cominciare ad annodare più strettamente i fili della connessione a distanza (sia temporale che spaziale) tra Robert Maynard Pirsig e Carlo Michelstaedter, ossia tra  Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta  e  La persuasione e la rettorica , mostrando certe affinità sostanziali del pensiero dei due autori e la sovrapponibilità, al di là delle inevitabili differenze stilistiche, di parti delle loro opere. Tanto per cominciare, non ci sono dubbi che la Qualità di Pirsig e la  persuasione  di Michelstaedter siano la stessa cosa. "La Qualità è il Buddha" asserisce Pirsig in un punto del suo libro. E per Michelstaedter il Buddha è per l'Oriente ciò che il Cristo è per l'Occidente: la più alta rappresentazione della figura del persuaso, di colui che possiede se stesso e il mondo nella loro totalità e indivisibilità. E altrettanto significativa è la coincidenza delle loro diagnosi sull'...

Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. Un'indagine sui valori /3

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La seconda parte de Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta  e la relativa parte di Chautauqua iniziano con la rievocazione della fase degli studi universitari di Fedro, i suoi due anni - dai quindici ai diciassette - trascorsi a studiare biochimica. E' allora che lui comincia a dare la caccia al fantasma della razionalità. Il mutamento si verificò in Fedro quando, in seguito alla sua esperienza di laboratorio, incominciò a interessarsi alle ipotesi in quanto entità a se stanti. Aveva avuto più volte occasione di notare che la formulazione delle ipotesi, che potrebbe sembrare la parte più difficile del lavoro scientifico, era invariabilmente la più facile. (...) Mentre verificava l'ipotesi numero uno col metodo sperimentale gli veniva in mente un'altra fiumana di ipotesi, e così verificando queste ultime. Alla fine gli parve fin troppo evidente che, col proseguire delle verifiche, il numero delle ipotesi non diminuiva, anzi andava via via aumentando . Nes...

Apollo servo di Admeto - Quarta parte

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Avevamo lasciato, un paio di post addietro, il semidio Eracle a gozzovigliare in un'ala del palazzo dell'ospitale Admeto, con l'uomo addetto a servirlo che si lamentava della sua grettezza. Admeto, come ricorderete, ha volutamente ingannato l'eroe con le sue sottigliezze oracolari e gli ha nascosto, pur senza mentire, la vera natura degli avvenimenti in corso altrove, nel cuore della sua reggia. Ma anche il servo, per ordine dello stesso Admeto, deve far finta di niente e tenere tutto per sé il dolore per la perdita della padrona. Eracle finisce tuttavia lo stesso per accorgersi della tetraggine del servo. Lo invita allora a non darsi troppo pensiero per una morta che in fin conti non è neanche una del casato e a onorare invece con lui Afrodite, "la divinità più gradita ai mortali". Finché, una battuta dopo l’altra, Eracle viene finalmente a sapere che la morta è in realtà la moglie di Admeto ( Alcesti , 826-833): Me ne ero accorto, a vedere i vostri ...