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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018
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The Pleasure of Pain II - Sul sadismo inconscio delle masse: una riflessione [Alessia H. V.]

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* * * Alessia H. V., Shattered , ink on paper, 2018 Eye on the TV ‘Cause tragedy thrills me Whatever flavour It happens to be like¹ *** La folla, quando il corpo cessò di dibattersi, andò via.² *** Ogni giorno ingurgitiamo una quantità immane di informazioni. Notizie di cronaca, sportive, gossip di vario genere ottenebrano le nostre capacità mentali ed intellettive sostituendosi a momenti di silenzio e a vuoti necessari alla riflessione e alla costruzione personale. La massiccia presenza dei media nelle nostre vite non è più una novità dagli anni ‘50 circa e neanche la dipendenza da essi riguardo le questioni impalpabili che regolano e interessano il mondo al di fuori di casa nostra; ne ha parlato e denunciato Orwell in 1984 , profetizzando quella manipolazione dell’informazione cui oggi, suppongo personalissimamente, siamo perennemente abituati: alleanze, accordi sul nucleare, emergenze umanitarie costituiscono fra le basi più consistenti di quella che

The Pleasure of Pain II: L'oratore provenzale [Marquis de Sade]

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* * * Hyacinthe Rigaud, Louis XIV (1701) Sotto il regno di Luigi XIV, arrivò in Francia un ambasciatore persiano. Re Luigi amava chiamare alla sua corte stranieri di ogni nazione, in modo che potessero ammirare la sua grandezza e riportare ai loro paesi qualche scintilla dei raggi di gloria con i quali copriva i due estremi della terra. L'ambasciatore venne accolto magnificamente a Marsiglia. I magistrati del tribunale di Aix, seconda tappa dell'ambasciatore, non vollero naturalmente essere da meno di una città che, con scarse ragioni, ritenevano inferiore alla loro. La loro prima preoccupazione fu quella di dare il benvenuto all'ambasciatore. Rivolgergli un discorso in provenzale sarebbe stato semplice, ma l'ambasciatore non avrebbe capito una parola. Sembrava una difficoltà insormontabile. Il tribunale si adunò. In effetti basta poco per riunirlo: un processo di contadini, qualche schiamazzo a teatro o, soprattutto una faccenda di donnine allegre. S

The Pleasure of Pain II: Madame de Sade di Yukio Mishima [Ariano Geta]

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* * * Era probabilmente inevitabile che l'autore di Confessioni di una maschera - memoriale di un uomo non ancora trentenne che si eccita sessualmente solo immaginando di compiere atti di estrema violenza ai danni di ragazzi giovani, ma senza mai eseguire realmente tali fantasie – si interessasse a de Sade. Yukio Mishima aveva mostrato sin da fanciullo un'inclinazione straordinaria alla creazione letteraria, benché suo padre avesse progettato per lui una carriera meno "frivola". Nato nel 1925 e avendo quindi trascorso la sua adolescenza nel Giappone militarista impegnato in un'impossibile guerra contro Stati Uniti e Inghilterra, aveva però dimostrato (come d'altronde molti altri letterati nipponici di quei decenni) un interesse vivo e profondo per la cultura europea. Sebbene in quegli anni si diffondesse sempre più la retorica nazionalista della "superiorità morale" dei giapponesi rispetto ai "corrotti" occidentali (temat

The Pleasure of Pain II: Il Divin Marchese e il Conte immaginario, citazioni a confronto

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Revisionato in data 29/10/2022 * * * Max Ernst, Napoleon in der Wildnis (1941)  Così si esprime  il critico letterario  Jean Paulhan  (1884-1968) nel suo libro Le Marquis de Sade et sa complice ou Les revanches de la Pudeur (ed. it. Scritti inediti sull'opera di Sade , Longo, 1992): Se Justine ha meritato d'essere la bibbia - almeno in una determinata epoca della loro vita - di Lamartine, di Baudelaire e Swinburne, di Barbey d'Auriville e di Lautréamont, di Nietzsche, di Dostoïevsky e di Kafka (o, su un piano leggermente diverso, di Ewerz, di Sacher-Masoch e di Mirbeau) è perché questo strano benché apparentemente semplice libro, che gli scrittori del XIX secolo hanno passato il loro tempo - senza quasi mai nominarlo - a esaltare, a mettere in pratica, a rifiutare, pone una domanda così fondamentale che non sono bastate le opere di un intero secolo a dare una risposta...* Esisterebbe quindi, secondo Paulhan, un'influenza diretta di de Sade su Lautr

The Pleasure of Pain II: Il mal d’aurora, ovvero il disfacimento della morale secondo Lautréamont [T.O.M.]

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* * * Io faccio in modo d’usare il mio genio per dipingere le delizie della crudeltà! Voglia il cielo che il lettore, fatto ardito e un po’ feroce come ciò che leggerà, trovi speditamente l’erta e selvaggia via nella palude atroce di queste cupe pagine, colme di malsania. ¹ Aria. Quasi mi manca l’aria. Una sensazione di violenza psicologica mai provata prima. Asfissiante. Ossessiva. Opprimente. Sono settimane ormai che vivo dentro questa gigantesca bolla che comprime letteralmente il mio corpo e soffoca il mio spirito in un’atmosfera di terrore. L’idea che malauguratamente mi è balzata in mente per onorare lo speciale ottobrino di Ivano Landi ne è stata cagione. Ma ormai non posso più tirarmi indietro. Potrei voltare le spalle a ciò che ho visto, ma sarebbe ormai troppo tardi. Non si torna indietro dopo aver guadato l’infernale fiume che bagna Babilonia, la grande prostituta, madre di abomini e di lordure! ² Nevrotico. Isterico. Scrivo e cancello subito via gli inter