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Visualizzazione dei post con l'etichetta Euripide
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Trilogia delle Madri /19: Sulle rive del Mar Nero /2

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Risalendo dalla Colchide l'intera costa orientale del Mar Nero, e continuando poi verso ovest, incontriamo, più o meno al centro della costa settentrionale, la penisola conosciuta oggi come Crimea, ma che gli antichi Greci chiamarono Chersoneso taurico o Tauride. E' in questa terra remota che Oreste, insieme all'inseparabile amico Pilade, approda di nascosto dopo aver lasciato Argo su una nave condotta da cinquanta vogatori, per adempiere a un nuovo compito assegnatogli dal dio Apollo: raggiungere non visto il tempio di Artemide, trafugare la statuetta lignea della dea custodita al suo interno, e portarla in terra greca, in un luogo ove scorre un fiume alimentato da sette sorgenti. Ma nonostante tutte le loro cautele, i due amici finiscono per essere scoperti da dei pescatori, catturati e condotti al cospetto del re dei Tauri, Toante, che destina loro il trattamento riservato a tutti gli stranieri: essere sacrificati alla principale divinità del luogo, che è appunto Artem...

Apollo servo di Admeto - Quarta parte

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Avevamo lasciato, un paio di post addietro, il semidio Eracle a gozzovigliare in un'ala del palazzo dell'ospitale Admeto, con l'uomo addetto a servirlo che si lamentava della sua grettezza. Admeto, come ricorderete, ha volutamente ingannato l'eroe con le sue sottigliezze oracolari e gli ha nascosto, pur senza mentire, la vera natura degli avvenimenti in corso altrove, nel cuore della sua reggia. Ma anche il servo, per ordine dello stesso Admeto, deve far finta di niente e tenere tutto per sé il dolore per la perdita della padrona. Eracle finisce tuttavia lo stesso per accorgersi della tetraggine del servo. Lo invita allora a non darsi troppo pensiero per una morta che in fin conti non è neanche una del casato e a onorare invece con lui Afrodite, "la divinità più gradita ai mortali". Finché, una battuta dopo l’altra, Eracle viene finalmente a sapere che la morta è in realtà la moglie di Admeto ( Alcesti , 826-833): Me ne ero accorto, a vedere i vostri ...

Apollo servo di Admeto /2: Alcesti 660-866

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Uno dei motivi, forse il più noto, per cui l’ Alcesti ha sollevato una serie di problemi è l’aver occupato il quarto e ultimo posto nella scaletta di rappresentazione della tetralogia euripidea a cui appartiene, occupato di regola dal dramma satiresco. Un dettaglio che, insieme al lieto fine della vicenda, ha spinto alcuni a ritenere che l’ Alcesti non sia da considerarsi una tragedia nel senso proprio del termine. Mentre tra quelli che, sull'altro versante della diatriba, hanno posto l’accento sull’elemento tragico, c’è chi ha sostenuto che il lieto fine sia tale solo all’apparenza ed Euripide abbia voluto fare in realtà dell’ironia. Cosa vieterebbe però, a questo punto, di estendere il concetto dal solo finale a tutta la ‘tragedia’ e dire che l' Alcesti va letta in chiave ironica nella sua interezza? Ma torniamo adesso a concentrarci, per un momento, sull'inizio. Come abbiamo visto (nel post precedente ), Apollo nel prologo ci regala l’antefatto della vicenda....

Apollo servo di Admeto /1: Alcesti 1-568

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Il post di oggi può essere considerato, al di là del titolo, come la diretta prosecuzione del post che ho dedicato all'opera di Lars-Erik Larsson e Hjalmar Gullberg ,  Förklädd Gud : Il dio in incognito . Come ho scritto in quell'occasione, alla base di quel componimento poetico c'è un episodio del mito greco che narra dell'anno di esilio del dio Apollo presso la corte di Admeto, re della città di Fere in Tessaglia. La fonte di Gullberg è sicuramente la tragedia di Euripide   Alcesti , da lui tradotta in svedese nel 1933, l'unica opera scritta pervenutaci che tratti la vicenda con sufficiente ricchezza di dettagli. Il poeta svedese ne fa tuttavia suoi solo pochissimi elementi, offrendoceli per di più, come vedremo, vistosamente deformati dal filtro del suo retaggio cristiano. Il prologo della tragedia, che consiste dell'antefatto della vicenda, è interamente affidato alla voce del dio Apollo, colto nel momento in cui lascia il palazzo di Admeto ( Alce...