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Bathory III: Thurzo (Prima parte)

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György Thurzó  è, dopo Ferenc Nádasdy e la strega Darvulia, l'ultimo dei tre personaggi con cui il regista Juraj Jakubisko ha scelto di personificare le tre zanne - di lupo o di drago - che compongono lo stemma della casata Báthory. Tre zanne che lacerano, ciascuna in modo diverso, la vita di Erzsébet e scandiscono le fasi principali della sua ascesa e della sua caduta. Lo stesso Ferenc, del resto, se da un lato eleva la contessa a un rango anche superiore a quello di nascita, dall'altro si connota come un marito assente che consegna la contessa a un destino di noia e solitudine. In quanto a Darvulia, il film gioca sull'ambiguità e sui vuoti della cronaca storica per lasciarci nell'incertezza, riguardo alla sua natura e al suo operato. Su una cosa tuttavia film e cronaca concordano: la morte la colse prima del precipitare definitivo degli eventi e non poté quindi assistere in prima persona alla caduta di Erzsébet. E neanche poté essere processata come lo furon...

Bathory II: Darvulia (seguito e conclusione)

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Più grandi sono le leggende, più risibili i fatti. Tutto quello che avevo creduto vero non trovava riscontro. Non c'erano vampiri né bagni nel sangue. Ma quel che più mi sconcertava era la sparizione della strega Darvulia. Divenne una sfida per me, una spia del cardinale Forgach, scoprire cosa si nascondeva dietro questi strani eventi. Ci eravamo lasciati nel post precedente con queste considerazioni di frate Peter. La risposta al suo interrogativo finale arriva in realtà quasi subito nel film, ma solo per lo spettatore. Accade nel momento in cui Erzsébet scopre nel suo laboratorio-ospedale il marchio di Thurzó: il re nero degli scacchi. (Ma si noti anche, accanto al re, un attrezzo di Erzsébet che, se usato, può simulare all'apparenza il morso di un vampiro; come dire che quel burlone di Juraj Jakubisko non si è fatto mancare davvero niente in questo film). Ma perché il re nero degli scacchi dovrebbe rappresentare la firma di Thurzó? Perché gli s...

Bathory II: Darvulia (seguito)

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La storia raccontata da Juraj Jakubisko sembrerebbe ormai sufficientemente definita e la si potrebbe articolare secondo tre linee principali: la malvagia Darvulia si è impossessata, con i suoi filtri magici, della volontà della contessa Erzsébet Báthory e il risultato più evidente è l'aumento del numero delle morti di giovani donne nel castello di Cachtice;  la Chiesa cattolica, messa in allarme, ha avviato un'indagine sul posto (affidata, giusto per ricordarlo, a due frati: l'anziano Peter e il giovane Cyril); l'ex alleato e amico di famiglia Thurzó, futuro Conte Palatino d'Ungheria, continua ad avanzare pretese territoriali nei confronti della famiglia Báthory-Nádasdy e a muovere avances , ogni volta respinte, a Erzsébet. Ma, come vedremo in questo post, le cose sono tutt'altro che così ben delineate. Di ritorno al prediletto castello di Cachtice dopo i mesi trascorsi a Sárvár, Erzsébet Báthory, ora vedova Nádasdy, riprende le sue abituali oc...

Bathory II - Darvulia

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Dopo l'arrivo di Darvulia, nel castello non ci furono più che pianti e litigi. Questa frase, tratta ancora dal libro La contessa sanguinaria di Valentine Penrose sintetizza a meraviglia il "salto di qualità" che il suo ingresso in scena fa compiere alla vicenda di Erzsébet Báthory. E, una volta tanto, la cronaca storica e il film di cui mi sto occupando sembrano andare d'accordo. Almeno in parte. Sembra che prima dell'avvento della "strega della foresta", Anna detta Darvulia , Erzsébet si limitasse a punire le sue serve nel caso di loro mancanze. Il grado di crudeltà di queste punizioni è materia di dibattito. La più eccessiva da questo punto di vista, sembra essere quella di una ragazza ricoperta tutta di miele e poi esposta all'aggressione di vespe e formiche. Se vi sono state delle morti prima dell'avvento di Darvulia, e non è detto, furono conseguenze indesiderate di punizioni che al loro inizio non erano state concepite per ucc...

Bathory I - Ferenc

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Nei film di Jakubisko l'irrazionale, il misterioso e il sensazionale appaiono naturali come la vita stessa, sebbene non sia da tutti di avere un occhio come quello di Jakubisko, capace di cogliere il misterioso, l'inaspettato e il fantastico anche nella vita di tutti i giorni. Federico Fellini * * * Ho concluso il post precedente, dedicato al prologo del film,  parlando del modo in cui Juraj Jakubisko ha giocato con lo stemma di famiglia dei Báthory: ad ognuna delle tre zanne di drago, o di lupo, il regista ha fatto corrispondere il nome di una delle tre persone che più hanno determinato il corso della vita e il destino di Erzsébet. Ma il gioco non si conclude qui, perché Jakubisko ha poi utilizzato i nomi di queste tre persone come titoli delle tre parti in cui ha diviso il suo film. La prima parte, quella di cui mi occupo in questo post, porta il nome del marito di Erzsébet, Ferenc Nádasdy . Ma avrebbe potuto benissimo portare il nome di un altro personagg...

Bathory - Il prologo

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Il film Bathory , uscito nel 2008 per la regia del regista slovacco Juraj Jakubisko, occupa un posto speciale nella mia cineteca per almeno tre motivi. Primo, è una pellicola che annovera tra i suoi pregi tutti quelli che a mio avviso hanno reso grande, o meglio grandissimo, il cinema cecoslovacco (e ceco e slovacco): l'inconfondibile qualità pittorica e lo sfarzo delle immagini, la densità dei racconti e la loro resa quasi ipnotica, le regie e le sceneggiature impeccabili. Secondo, si occupa di una figura storica, quella della contessa Erzsébet Báthory, che sembra avere ancora molto da dire di sé anche a dispetto dell'enorme operazione di indagine, e merchandising, a cui è andata soggetta nel tempo. Terzo,  Bathory occupa uno dei primissimi posti nella mia personale classifica di film dalla cui visione sono emerso con un grande punto interrogativo . Ma prima di arrivare a parlare di tutto questo, voglio spendere due parole a beneficio di chi dovesse essere all'osc...