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Visualizzazione dei post con l'etichetta Creepy
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The Studio Section Four: Jeffrey Catherine Jones /2

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Guardo Rembrandt e vivo un grande senso di pace. Quando guardo Rodin, il sangue comincia a correre, la testa mi comincia a pulsare. Se osservo Whistler non sono più in grado di respirare a fondo. Per parafrasare Max Liebermann: Guardare Rembrandt mi fa venir voglia di dipingere. Guardare Whistler mi fa venir voglia di smettere . (Jeffrey Jones, The Studio , 1979) * * * Jeffrey Jones nasce ad Atlanta, nello stato americano della Georgia, il 10 gennaio 1944 “in un’immensa casa di pietra circondata di magnolie e velata di edera”. È la casa dei nonni materni, dove trascorre la prima parte dell’infanzia insieme alla madre, ai nonni, alla bisnonna e a una prozia cieca che abita una stanza al piano terra dell’edificio. Suo padre è oltreoceano, a combattere i tedeschi. Tornerà a casa solo nel 1947 e Jeffrey lo vede per la prima volta all’età di tre anni. E capisce che davanti a lui sarà sempre senza difese. Un passo di A Recollecting Remembrance : — La mia vita esempl...

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /9

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...Bern, Mike, Jeff * e io. Alla fine nulla più di una banda di ragazzi, ancora teenager o appena ventenni, tutti di parti diverse della nazione, e ognuno di noi finito, per qualche strano disegno del fato, a New York nello stesso periodo di tempo degli altri. E tutto era dovuto, in gran parte, all'aver letto Creepy e Eerie in passato nei nostri posti d'origine. Bruce Jones * * * Bernie Wrightson si godette per quasi due anni la profumata paga di James Warren , insieme al ritrovato senso di libertà che gli dava creare storie autoconclusive anziché più episodi di una stessa serie. Ma era anche felice che le pagine fossero stampate in bianco e nero, circostanza che gli risparmiava l'inconveniente di avere i propri disegni colorati da altri o di non sapere, fino all'ultimo, quale sarebbe stata la resa tipografica dei colori che aveva messo giù di sua mano. In quanto ai frontespizi degli albi Warren, erano sì quasi sempre a colori, ma essendo anche ripr...

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /8

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Bernie Wrightson. Lo odiavamo. Lo amavamo. Era impossibile non amarlo; di sicuro, nei giorni della Warren, non c'era traccia di egomania in lui. Era sempre e solo uno del gruppo, pronto ad aiutarti se eri in ritardo con una deadline e a mollare di colpo il pennello se qualcuno gli diceva che alla tv stavano dando Frankenstein - o qualsiasi altro film con Boris Karloff. In più era divertente da morire. Ma anche bello ed eroico nell'aspetto. Lo usavamo tutti come modello - e lui vi si prestava con gioia. Un ragazzo di strada di Baltimora che, sebbene fosse piuttosto timido con le ragazze, poteva rubare la scena a tutti. E che non sapeva di essere un genio. Bruce Jones * * * L’odio di cui si parla all’inizio della soprastante citazione è ovviamente scherzoso e a che fare con l’invidia benevola che l'eccessiva bravura di Berni (o Bernie) Wrightson suscitava nei suoi colleghi e amici. Bruce Jones si riferisce qui in particolare a Mike Kaluta e Jeff Jones (di ...