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Visualizzazione dei post con l'etichetta Frank Frazetta
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The Studio Terzo intermezzo: Luana la figlia della foresta vergine

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Una giovane donna assolda una guida per ritrovare il padre scomparso anni prima con il suo aereo in Africa. Mentre la spedizione di ricerca si muove nella giungla, una ragazza selvaggia li osserva e li studia di nascosto... Domanda: Cosa c'entra con The Studio una tarzanata italica al femminile degli anni '60, primo dei due soli film diretti da Roberto Infascelli , autore di cinema di genere morto prematuramente, all'età di trentotto anni, in un incidente d'auto? Risposta: Molto poco, lo ammetto, eppure abbastanza da poter entrare a far parte, se non della serie principale, almeno di uno degli intermezzi di The Studio . Vediamo come e perché. Luana la figlia della foresta vergine , men che mediocre produzione italo-tedesca, debutta nelle sale italiane nel marzo del 1968. Com'è facile immaginare, il film punta molto sulle forme della giovane attrice Mei Chen Lou (futura Mei Chen Chalais), sebbene non mostri nessuna effettiva scena di nudo, a differe...

The Studio Section Four - Jeffrey Catherine Jones /3

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La mia speranza è che ogni mia opera mi lasci insoddisfatto. Questo mi dà la spinta per passare all'opera successiva. Il giorno che penserò di aver creato qualcosa di grande finirà tutto. * * * Un anno importante per Jeff Jones  (per ora continuerò a chiamarlo così, a dispetto dei titoli dei post) è il 1969. Una storia da lui disegnata - forse nel 1966, se è vero ciò che riportano le cronache - su testi di  Bill Pearson , trova posto sul numero 6 di  Witzend , presumibilmente proprio grazie al passaggio di testimone da  Wallace (Wally) Wood  (1927-1981), che aveva curato, tra il 1966 e il 1968, i primi quattro numeri della  prozine , allo stesso Pearson. Copertina di Jeff Jones per The W.C. Fields Book ( Witzend # 9, 1973) In realtà  Witzend  l'abbiamo già incontrata in passato su questo blog, per l'esattezza nella  seconda parte della mia biografia artistica su Vaughn Bodé ; ma allora, preso co...

The Studio - Secondo intermezzo Parte 2: Oh Funny Pages! (1972-73)

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A curare la veste editoriale del magazine National Lampoon furono chiamati in origine i grafici dei Cloud Studios , la cui filosofia di lavoro coincideva più o meno con quella degli autori di fumetti (ma non solo) underground: evitare per quanto possibile di apparire professionali e accurati e fare della propria (apparente) sciatteria un punto di merito. Una filosofia operativa che si rifletté nell'aspetto grafico dei primi sette numeri, pubblicati tra l'aprile e l'ottobre del 1970, prima che Matty Simmons e Leo Mogel , i boss della Twenty First Communications , si decidessero per un sostanziale cambio di rotta. I due imprenditori erano convinti che una grafica più accurata - più mainstream - avrebbe inevitabilmente attratto un pubblico di lettori più ampio e variegato, con un conseguente aumento delle vendite. Detto fatto, licenziarono i Cloud Studios e arruolarono al loro posto l'ex grafico di Cosmopolitan , Michael Gross . Gli effetti della cura Gross...

The Studio - Secondo intermezzo: L'alba di National Lampoon (1970-71)

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Osservò una volta Thomas Carlyle: "Il vero umorismo non nasce più dalla testa che dal cuore". Ovviamente, che cosa il vecchio, sciocco rosacrociano abbia voluto intendere con questa frase è ancora Avvolto nel Mistero... Questo che avete appena letto è l'incipit dell'editoriale di apertura di National Lampoon numero uno dell'aprile 1970, a firma dei tre caporedattori Beard, Kenney e Hoffman. Unito alla copertina (qui a lato), lascia pochi dubbi sugli obiettivi del magazine, che aspira a ereditare certo intellettualismo beffardo e dissacratorio dell'underground e insieme a cavalcare l'onda del generale clima di  trasgressione e contestazione tipico della fine degli anni '60. Certo i tre, come nessuno dei loro collaboratori, può ancora immaginare di avere appena esordito con il primo numero di quella che è destinata a diventare la più famosa rivista umoristica degli USA se non del mondo intero, ma è comunque un dato di fatto che Doug Kenny and...