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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014
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Quel che debbo ai Quindici /1: Dalla Preistoria all'Enigma

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Questo post è il terzo della serie dedicata all' autobiobibliografia , un progetto che mi è stato ispirato dalla lettura dell'opera di Henry Miller I libri nella mia vita e che consiste, in breve, nel realizzare un elenco di tutti i libri letti nella propria vita, prestando una particolare attenzione al periodo dell'infanzia e della prima giovinezza. Dopo un primo  post introduttivo al progetto, avevo realizzato un secondo articolo in cui cominciavo a esplorare gli scaffali della mia prima libreria. Ed è un'esplorazione che va intesa nel senso letterale del termine, perché è proprio del mobile che ha ospitato nei suoi scaffali i libri della mia infanzia che mi sto occupando. In particolare, avevo dedicato il secondo articolo alla collana degli anni '60 La stella d'oro , mentre adesso torno a parlare della mia prima enciclopedia: I quindici - I libri del come e del perché . Ho scritto "torno" perché in realtà questa è la terza volta che

Solve et Coagula - Pagina 90

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Capitolo 7 - parte 8 Ma Fabrizio stavolta non ribatté. Pescò invece qualcos’altro dalla sua borsa: un sacchetto di stoffa rossa di piccole dimensioni. Aprì il laccio che lo chiudeva e estrasse un mazzo di tarocchi, che a Luisa sembrò identico a quello che Giulia aveva usato la sera prima durante il loro colloquio al bar. Si chiese così se anche lei non avrebbe dovuto adeguarsi e procurarsene uno sua volta, se non voleva rischiare di essere tagliata fuori da quello che poteva essere un nuovo club esclusivo. Fabrizio passò poi velocemente in rassegna le carte. Ma non tutte; a un certo momento ne scelse una e la posò una sul tavolo, con il dorso in vista. «Che fai?» gli chiese Luisa perplessa. «Avevi detto che non ti interessava leggere le carte». Fabrizio rise, per la prima volta dal momento della comparsa in scena di Alessandra. «Se avessi voluto leggere le carte, non ne avrei scelta una ma avrei pescato a caso. Osservate bene». E la voltò, svelandone l’identità. «S

Solve et Coagula - Pagina 89

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Capitolo 7 - parte 7 Tutto quello che poteva vedere di lei era il volto, perché per il resto era coperta da un ampio golf a collo alto in cui le scomparivano perfino le mani. Ma sarebbe stato abbastanza per tenerlo inchiodato per delle ore. La figura che aveva davanti sembrava davvero uscita dalle pagine di un libro di fiabe. Gli occhi, color blu intenso, le brillavano di una misteriosa luce fredda e stellare sotto la fronte alta, spaziosa e così bianca da far credere che non l’avesse mai toccata un raggio di sole – a differenza dei capelli che sembravano invece aver rubato, all’astro diurno, tutto l’oro che potevano. Il naso, piccolo ma ben disegnato, affiorava tra gli zigomi alti e le guance leggermente paffute e pallide almeno quanto la fronte, per terminare con una morbida punta rivolta all’insù. Solo a un certo punto lui credé di individuare in lei, forse nella piega delle labbra ma non ci avrebbe giurato, qualcosa come una certa durezza, o perfino un accenno di crudeltà.

I dieci libri preferiti da Tarzan

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Oggi si gioca! Ovviamente come giocano i blogger, in particolare quelli un po' fuori di testa... Eppure tutto nasce da un blogger di comprovata sobrietà, nientemeno che l'inossidabile Ferruccio Gianola che ha creato e lanciato dal suo blog Otium un nuovo meme davvero divertente. Lo riassumo così: Scegli un personaggio letterario (ma credo che possano valere anche personaggi di libri o fumetti) e i dieci libri che ritieni siano più in sintonia con le sue caratteristiche. Ferruccio ha scelto per sé il personaggio di Ulisse . Poi, sempre sul suo blog, è arrivato Pinocchio . Mentre Patricia Moll si cimentata, sul proprio blog, con Anna Karenina . Ma veniamo adesso alle predilezioni letterarie del re della giungla. Sono quelle di questa lista, garantito! 1) Viaggio al centro della terra di Jules Verne Perché fin laggiù si è spinto anche Tarzan e anche lui vi ha trovato un continente perduto, abitato da mostri antidiluviani e tribù di semiumani. 2) Il manu

Solve et Coagula - Pagina 88

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Capitolo 7 - parte 6 Andò così a finire che le due ragazze misero Fabrizio al corrente di ogni dettaglio sulla famosa serata del doppio appuntamento di Luisa, quando lei si ritrovò ad essere miracolosamente presente nello stesso momento sia al concerto di Alessandra sia all’appuntamento con Eva Luna. Anche secondo lui, tuttavia, era molto difficile ingannare Eva Luna. «Non vorrai insinuare che ha dei poteri magici, che legge nel pensiero o cose del genere?» gli chiese Luisa. «Niente di tutto questo» replicò lui, «ma è comunque una tipa sveglia». Lo disse con un tale tono ammirato che le due ragazze si scambiarono un’occhiata significativa, chiedendosi entrambe se sotto sotto Fabrizio non coltivasse l’aspettativa di qualcosa di più di una collaborazione professionale con la fascinosa dark lady. Nel frattempo, la cena volgeva a termine. I tre commensali avevano fatto piazza pulita di tutto il resto - antipasti, primi, secondi, contorni, frutta - e rimaneva loro solo da aff

Bathory II: Darvulia (seguito e conclusione)

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Più grandi sono le leggende, più risibili i fatti. Tutto quello che avevo creduto vero non trovava riscontro. Non c'erano vampiri né bagni nel sangue. Ma quel che più mi sconcertava era la sparizione della strega Darvulia. Divenne una sfida per me, una spia del cardinale Forgach, scoprire cosa si nascondeva dietro questi strani eventi. Ci eravamo lasciati nel post precedente con queste considerazioni di frate Peter. La risposta al suo interrogativo finale arriva in realtà quasi subito nel film, ma solo per lo spettatore. Accade nel momento in cui Erzsébet scopre nel suo laboratorio-ospedale il marchio di Thurzó: il re nero degli scacchi. (Ma si noti anche, accanto al re, un attrezzo di Erzsébet che, se usato, può simulare all'apparenza il morso di un vampiro; come dire che quel burlone di Juraj Jakubisko non si è fatto mancare davvero niente in questo film). Ma perché il re nero degli scacchi dovrebbe rappresentare la firma di Thurzó? Perché gli scacchi sono, alm

7 schizzi di figura umana (1966-1971)

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Alvaro - Era il "briosciaro". Passava nella nostra via nel pomeriggio, in sella a una bicicletta accessoriata con un contenitore di legno pieno di brioche. Non appena qualcuno di noi lo scorgeva arrivare ci precipitavamo. La sua speciale magia era la spolverata di zucchero a velo con cui abbelliva e insaporiva la brioche subito prima di consegnarcela. * * * Angiolino - Era il padrone e gestore del negozio di alimentari dove si serviva la mia nonna materna. Dovevo tenerlo d'occhio mentre faceva i conti, perché mia nonna era convinta che "grattava". Ma per me era un vero idolo, perché mi teneva da parte ogni settimana le locandine dei film che proiettavano nel cinema del quartiere e che gli affiggevano in negozio per pubblicità. Avevo finito per crearmi una discreta collezione, ma il pezzo che consideravo in assoluto il più pregiato era questo: * * * Il giornalaio - Erano due per la verità. Mia nonna preferiva il chiosco nella piazza centr

Solve et Coagula - Pagina 87

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Capitolo 7 - parte 5 «Mi piacerebbe poter condividere la tua visione ottimista della situazione, Fabrizio, Ma ne sono molto lontana» commentò con un’ombra di sorriso. Poi le venne da chiedersi se Eva Luna lo avesse o no informato circa le sue curiosità sulle Hel. E improvvisamente ebbe un pensiero terribile. E se lei gli avesse raccontato proprio tutto, compreso il suo goffo tentativo di farsi sostituire da Giulia al loro appuntamento? No, si rispose, questo era sotto ogni aspetto un pensiero paranoico, che non valeva neanche la pena prendesse in considerazione. E tuttavia i suoi dubbi si tradussero ugualmente, in un istante, in una domanda che lei senti come scivolare dalle labbra. «Hai novità sulle Hel?». La prima reazione di Fabrizio alla domanda fu di un leggero stupore, poi si strinse nelle spalle. «No. Non ho neppure rivisto Eva Luna in questi ultimi giorni. L’ho soltanto sentita una volta per telefono e abbiamo parlato di altro. Tutto è rimasto fermo alla sera in

Bathory II: Darvulia (seguito)

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La storia raccontata da Juraj Jakubisko sembrerebbe ormai sufficientemente definita e la si potrebbe articolare secondo tre linee principali: la malvagia Darvulia si è impossessata, con i suoi filtri magici, della volontà della contessa Erzsébet Báthory e il risultato più evidente è l'aumento del numero delle morti di giovani donne nel castello di Cachtice;  la Chiesa cattolica, messa in allarme, ha avviato un'indagine sul posto (affidata, giusto per ricordarlo, a due frati: l'anziano Peter e il giovane Cyril); l'ex alleato e amico di famiglia Thurzó, futuro Conte Palatino d'Ungheria, continua ad avanzare pretese territoriali nei confronti della famiglia Báthory-Nádasdy e a muovere avances , ogni volta respinte, a Erzsébet. Ma, come vedremo in questo post, le cose sono tutt'altro che così ben delineate. Di ritorno al prediletto castello di Cachtice dopo i mesi trascorsi a Sárvár, Erzsébet Báthory, ora vedova Nádasdy, riprende le sue abituali oc

Incubi e Meraviglie di Marco Lazzara (mini meme)

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Sono stato nominato di nuovo, a distanza di pochi giorni dalla nomination di The Obsidian Mirror , per un meme. Stavolta a farlo è stato lo scrittore e blogger  Marco Lazzara , autore a oggi (Marzo 2016) di due libri pubblicati:  Incubi e Meraviglie e Arcani . Il meme da lui proposto è ispirato al primo titolo ed è in realtà un mini meme, con appena tre regolette veloci veloci da seguire. 1) Rispondere a due domande ispirate al titolo  Incubi e Meraviglie : Qual è stato il vostro peggior incubo? Cosa vi desta maggiore meraviglia? Ed ecco subito le mie due risposte: Non posso garantire che sia stato il mio peggior incubo in assoluto ma di certo è quello più significativo, visto che il suo ricordo mi accompagna fin dall'infanzia più remota. Questo incubo l'ho sognato infatti da piccolissimo, quasi certamente prima del mio secondo compleanno: Sono seduto davanti alla mia abitazione, sul quadrato di marmo posto alla sommità di una delle due colonne lateral