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Tyra Kleen, questa sconosciuta? /3 di 4





Tyra Kleen condensò l'esperienza del suo viaggio in India in un nuovo libro, Strövtåg i Orienten (Escursioni in Oriente), che fece pubblicare a Stoccolma nel 1911.
Ecco come lei stessa scelse di presentare il volume nell'introduzione:
Quelle che seguono non vogliono essere nulla di più delle impressioni visive superficiali di un perdigiorno o di un vagabondo che viva e goda di quello che vede, libere da approfondimenti di qualsiasi genere.
Ma a dispetto di questo tentativo di auto-svalutazione, già tra le pagine di questo libro si annidavano le premesse della grande svolta umana e artistica che attendeva l'artista svedese. Non erano state infatti le attrazioni turistiche del subcontinente asiatico, i suoi tanti monumenti e templi, a solleticare l'attenzione della donna, ma piuttosto la luce e i colori dei luoghi e la bellezza e la grazia dei loro abitanti.
Rimase soprattutto colpita dall'isola di Ceylon (l'odierno Sri Lanka) dove trovò che i raggi del sole la penetravano fin nelle profondità del suo essere e
i colori hanno un'intensità così violenta da rendere perfino l'occhio più pigro capace di scoprire nuove segrete tonalità mai intuite prima nella crepuscolare Europa.
Dato alle stampe il suo diario di viaggio, Tyra partecipò poi, nello stesso anno, alla mostra organizzata dalla Società delle artiste svedesi a Stoccolma. Ma la successione dei suoi viaggi continuava a essere vorticosa: tra il 1913 e il 1914 soggiornò di nuovo in Italia; ancora nel 1914 partecipò alla Mostra baltica di Malmö; nel 1916 partì per gli Stati Uniti, dove rimase anche parte dell'anno successivo.

L'Oriente la chiamò di nuovo a sé solo nel 1919, quando partì per Giava, verso quelle che a quel tempo erano le Indie olandesi, rimanendovi poi fino al 1921. La vasta produzione di opere tra articoli, libri, illustrazioni e dipinti che derivarono da questo suo secondo soggiorno orientale, permisero all'artista svedese di lasciare una traccia indelebile anche nel campo dell'etnografia.
Un primo articolo, in cui descrive il tempio buddista di Borobudur, lo inviò da Giava alla redazione di Ord och Bild e venne pubblicato nella rivista, in cinque pagine corredate da cinque fotografie, nel 1920.


Ma fu soprattutto l'incontro con l'isola di Bali, dove si innamorò della danza balinese e trovò, nelle sue parole, "il tipo ideale di bellezza umana", a coinvolgerla. E poiché le sue capacità artistiche le attirarono a loro volta l'ammirazione di personalità di alto rango, finì che proprio Tyra Kleen fu la prima persona straniera in assoluto a cui venne concesso di assistere alle danze e ai rituali sacri eseguiti dagli alti sacerdoti e ritrarli.
Nel 1921, in un nuovo articolo di sette pagine e sei illustrazioni per Ord och Bild, intitolato Skisser från Bali (Schizzi da Bali), scrisse, tra le altre cose, queste significative parole:
Ogni singolo movimento  ha un significato simbolico, nascosto a tutti, compreso chi lo esegue, fatta eccezione per i sacerdoti iniziati.


E proprio la danza sacra, con il suo simbolismo nascosto, fu l'oggetto principale del suo terzo, e più corposo, articolo per Och och BildOm danskonst och annat från Bali (Sull'arte della danza e altro ancora da Bali), che apparve sulla rivista nel 1923. Tyra vi descrisse i diversi tipi esistenti di danza sacra balinese, i costumi dei danzatori e gli strumenti di accompagnamento. Si trattava stavolta di un articolo di sedici pagine, accompagnato da quindici illustrazioni.


Ma un altro elemento, oltre alla danza, dimostrò di catturare più di ogni altro la sua attenzione: il linguaggio simbolico delle mani e in particolare la gestualità sacra dei Mudra.
In un suo libro del 1924 Mudras. The ritual hand-poses of the Buddha priests and the Shiva priests of Bali (Mudra. Le posizioni rituali delle mani dei preti buddisti e shivaiti di Bali), Tyra ipotizzava infatti che il linguaggio delle mani potesse aver preceduto addirittura quello parlato, così come qualsiasi forma di espressione artistica, che dovesse aver svolto un ruolo nel culto fin dall'antichità più remota, e che avesse poi finito per evolversi, in determinate zone dell'Oriente, nel raffinato sistema dei mudra.
Era così coinvolta in questa materia, che un altro articolo per Ord och BildDe rituella gesterna i det forntida Egypten (I gesti rituali nell'antico Egitto) ci svela una Tyra Kleen presente a Luxor nel febbraio 1926, intenta a decifrare il linguaggio delle mani nei dipinti e nelle sculture dei templi egizi.



* * *


L'immagine di apertura del post è un particolare da un'illustrazione di Tempeldanser och musikinstrument på Bali.
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. Queste hanno uno stile molto diverso, visibilmente ispirato dall'arte indonesiana. Mi rammenta lo stile di Jan Toroop, un pittore olandese simbolista non a caso di origine indonesiana.

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    1. Direi che Toroop è un attimino più spigoloso. Non sapevo che fosse nato nelle Indie olandesi, anche se era abbastanza normale a quei tempi nascere nelle colonie. Lautréamont e Jules Laforgue, per esempio, sono nati entrambi a Montevideo.

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  2. Era diventata spiritual-indù anche nello stile :)

    Moz-

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    1. Eh sì, Miki, assistiamo qui a un vero capovolgimento di stile e atmosfere rispetto ai disegni dei post precedenti :O

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  3. Che vita meravigliosa, sorprendente questa artista!
    Le opere di questa nuova fase sono stupende *__*

    E vai che continua l'approfondimento sulla Kleen! Grazie Ivano! ^^

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    1. Secondo me è quel tipo di vita che si può fare solo quando si segue fino in fondo il proprio istinto senza farsi tarpare le ali dalle paure e dalle convenzioni :)
      Eh sì, continua! E pensare che all'inizio avevo calcolato appena due post, poi tre e adesso quattro *_*
      Grazie a te, Glò!!

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  4. Questa donna più ne leggo più m'affascina, mi assomiglia come indole e fascinazione - non faccio paragoni di sorta eh :°D - e mi ricorda Gauguin e la fascinazione per l'esotico.
    Che posso dirti? La capisco. ^^

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    1. Pronta dunque ad acquistare il biglietto per il Pacifico? Io ci sono stato un bel po' di anni fa, anche se in posti diversi da quelli di Tyra, e ne vale la pena *_*

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    2. Pecunia permettendo lo farei, ma al momento posso solo permettermi viaggi con la mente! :°D

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  5. La gestualità delle mani ha sicuramente un significato simboli che varrebbe la pena approfondire (magari leggeremo qualcosa nella quarta parte?). Le mani hanno un forte significato in tutte le religioni, inclusa quella cattolica), non è improbabile trovare connessioni tra luoghi e periodi anche molto lontani tra di loro... ma d'altra parte sto forse dicendo cose ovvie... non siamo forse tra i pochi mammiferi ad avere il pollice opponibile? Normale che la mano sia centrale per noi.

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    1. La questione mani rimarrà confinata a questo post. Nel prossimo mi occuperò a volo d'uccello del periodo che dal 1922 alla sua fortuna postuma. E stavolta sarà davvero l'ultimo della serie Tyra ;)
      Prima di quello ci sarà però tempo per un altro post, appartenente a una delle categorie storiche, che sarà davvero molto particolare ^^

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  6. Waww!!! Che colori nel primo disegno! Quei posti, quella luce, quei colori con la sua gente, devono essere davvero meravigliosi se sono riusciti ad ammaliare così Tyra. Aspetto gli altri post. Buon fine settimana.

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    1. La predilezione per i luoghi secondo me è qualcosa di molto profondo. A me attirava di più di la zona della Polinesia francese e delle Hawaii e non ho mai avuto il desiderio di visitare posti come India o Tibet.
      Come ho scritto nel commento precedente ci sarà un ultimo post della serie ma sarà preceduto da un post di altro genere molto particolare ^^
      Buon fine settimana a te Anna Maria.

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  7. Per me era sconosciuta... ho fatto una bella scoperta, grazie al tuo post!

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    1. Grazie a te :))
      Credo che sia sconosciuta a tutti in Italia, salvo forse qualche studioso. Ma anche in Svezia non è che sia una figura di dominio pubblico...

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