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Scrivere fumetti: la mia esperienza personale /1




Un po' di tempo fa avevo pubblicato, all'interno di questo post, quattro storyboard, o schizzi preparatori, corrispondenti alle tavole 1-4 di quella che nelle mie intenzioni doveva essere la mia prima graphic novel: Dreamtime Returns. Avendo ormai abbandonato la pratica del disegno da molti anni, io mi sarei dovuto occupare soltanto dei testi, mentre per i disegni mi ero rivolto a un mio contatto di Facebook, Fabio Folla. Poi, però, come succede spesso quando la collaborazione è solo a distanza e su base puramente volontaria, il progetto si è arenato, dopo che io avevo prodotto i testi delle prime dieci tavole e di sette di queste era stato anche realizzato lo storyboard.
Quelli che pubblicherò da adesso sono appunto gli schizzi preparatori delle tavole 5-7, ma farò anche seguire le parti della storia già organizzate in forma di tavola e rimaste al livello del solo testo. Questo al duplice scopo di far presagire il seguito della graphic novel e di mostrare il processo che ho seguito nella costruzione del testo stesso. Il tutto sarà accompagnato, come suggerisce il titolo del post, dalle mie riflessioni di contorno.

La tavola 4, che forse non tutti avete già letto, si era a suo tempo conclusa con il trasferimento d'ufficio di Thomas Timberman, il geologo protagonista della storia, dal suo lavoro sul campo nell'Australia centrale a un ruolo in sede all'Università di Sydney. Le tavole 5 e 6 sono così dedicate a un flashback di Thomas che lo riporta ai tempi in cui lui era studente in quella stessa università.


Dreamtime Returns - Tavola 5 (prova)


Dreamtime Returns - Tavola 6 (prova)


Come si vede, la rievocazione chiama in causa, tra gli altri personaggi, anche un certo Samuel Warren Carey. Ma mentre Thomas Timberman è un personaggio di fantasia, Carey è un geologo realmente esistito, noto per aver sostenuto a spada tratta la teoria "eretica" dell'espansione del globo terrestre in contrapposizione alla teoria, ben più famosa e ortodossa, della deriva continentale di Alfred Wegener.
Non è questa la sede adatta per approfondire nei dettagli la teoria di Carey, che è in ogni caso tutt'altro che tramontata ma ha ancora oggi i suoi convinti e battaglieri sostenitori. Pubblico però qui di seguito il testo preparatorio che avevo scritto, in forma di racconto, per queste due tavole. Dentro c'è anche tutto l'essenziale sulla teoria.
Il giovane Thomas si era dapprima iscritto, dietro consiglio del patrigno, alla facoltà di economia, ma il destino era ancora una volta in agguato, stavolta sotto le spoglie di un promettente studente di Scienze della Terra: Samuel Warren Carey. Thomas si era iscritto all’università nello stesso suo anno, il 1929, e un paio di anni dopo, capitò che si trovasse nelle sue vicinanze proprio mentre stava parlando con qualcuno di geologia. Thomas, che di soppiatto ascoltò più che poté della conversazione, ne fu folgorato e da quel momento pensò a quell’occasione come alla sua personale folgorazione sulla via di Damasco.
Così, mentre si era adattato con riluttanza all’esortazione del padre a occuparsi di commercio, adesso sapeva senza ombra di dubbio quel che doveva fare. Si iscrisse immediatamente alla Student’s Geological Society, fondata in quell’anno dallo stesso Carey, e poco dopo chiese anche, e ottenne, l’autorizzazione di seguire il corso di studio all’istituto di geologia della stessa università. Il suo patrigno accettò di buon grado la decisione, ma non così sua madre, che temeva che il figlio avrebbe finito per trovarsi a lavorare spesso, come il padre, lontano da casa. In ogni caso il giovane si dichiarò convinto di aver trovato la sua strada e si dimostrò irremovibile nella sua scelta.
Carey stesso era passato attraverso un processo simile anche se meno traumatico, essendosi inizialmente dedicato soprattutto a materie scientifiche come la chimica e la fisica. Ad ispirarlo a modificare le sue scelte era stato un ex professore di geologia della stessa università di Sydney, tale Edgeworth David, anche ex geologo, ex esploratore ed ex combattente della Australia Imperial Force nella prima guerra mondiale.
Il giovane Carey
Il giovane Timberman nutriva un’ammirazione sconfinata nei confronti di Carey e quando nel 1934 al promettente geologo in erba capitò di leggere The Origin of Continents and Oceans, traduzione dell’opera in cui Alfred Wegener esponeva una serie di prove fossili e geologiche sulla realtà della deriva continentale, e di esserne a sua volta folgorato, Thomas si accodò prontamente a lui come portabandiera della stessa teoria. Le loro strade si erano però divise al momento in cui Carey, che da sempre aveva dimostrato di avere uno spirito avventuroso oltre che notevoli doti fisiche, si era spostato in Nuova Guinea per una serie di prospezioni petrolifere.
Dal momento che la sua curiosità intellettuale aveva richiesto che lui si facesse almeno un’idea sommaria di cosa fosse successo in quegli undici anni in campo geologico, il redivivo Thomas Timberman aveva approfittato dei tre mesi trascorsi in ospedale per mettere in pratica il proposito. E anche se ormai li separavano anni luce, aveva deciso di mantenere un occhio di riguardo nei confronti dell’operato del suo ex amico e collega.
Scoprì così che dopo il suo ritorno dalla Nuova Guinea e dopo aver prestato servizio durante la II guerra mondiale come tenente del corpo paracadutistico Special Unit Z, Carey aveva fondato l’università della Tasmania ed era a questa nuova istituzione che aveva dedicato le sue migliori energie, entrando a far parte del dipartimento di geologia come professore emerito. Nel 1956 aveva poi presieduto ad un congresso sulla deriva continentale destinato a suscitare vasta eco e la fama di Carey andava ormai ben aldilà dei confini continentali. L’orientamento di Carey sarebbe apparso così ben definito, non fosse stato per il famoso zampino del diavolo, che nel suo caso si era presentato sotto forma del saggio La terra in espansione del tedesco Otto Christoph Hilderberg. Carey ebbe una nuova folgorazione, tale da farlo decidere di aggiungere all’ultimo momento agli atti del congresso una foto raffigurante quattro modelli di globo terrestre che, disposti secondo una progressione di grandezza del loro raggio, esemplificavano la teoria di Hildeberg.
In realtà a Timberman, come del resto allo stesso Carey, fu presto evidente che come e ancor più della teoria di Wegener sulla migrazione dei continenti, quella dell’espansione terrestre prestava il fianco ad obiezioni ed era destinata ad incontrare una forte opposizione tra gli addetti ai lavori. L’idea di un pianeta Terra che cresceva nel tempo allo stesso modo di una pianta o di un animale sembrava essere per qualche ragione ancora più disturbante e ai più non piaceva a priori, indipendentemente dal fatto che fosse o meno scientificamente plausibile. Tuttavia Carey, il “diavolo della Tasmania” come lo avevano soprannominato a causa del suo spirito ardimentoso e battagliero, non era certo tipo da ritornare sui propri passi: non aveva dubbi che la Terra fosse in espansione e già il solo fatto che il supercontinente Pangea, fino alla soglia del permiano, cioè oltre 200.000.000 di anni fa, si prestasse a meraviglia a ricoprire una Terra dal raggio di circa la metà più piccolo dell’attuale gli sembrava una prova sufficiente. Per lui, si trattava solo di aspettare che il tempo gli desse ragione.
Thomas, intanto, non poteva evitare di chiedersi cosa avrebbe fatto se si fosse trovato costretto a dover scegliere se rimanere fedele o no a Carey e abbracciare o meno la teoria dell’espansione del raggio terrestre, ma per il momento non trovava una risposta. Anche lui avrebbe dato tempo al tempo.

* * *


L'immagine di apertura del post è: Gina Varagnolo, Joan McDonald, Sonia Varagnolo, Renee Skerratt, Wayne Paulson: The Dreamtime Story of the Three Brothers.

Commenti

  1. Beh, ci svelerai il seguito?
    Anche perché io noto che le regioni si stanno allargando... vuoi vedere che i due avevano ragione? :p
    Cooomunque, spero tu possa riprendere in mano questo progetto (e magari Salvatores ne farà pure un film!!^^)

    Moz-

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    1. Svelerò il seguito, Miki, ma per ora solo fino a pagina 10. Poi dovrò decidere se e come riprendere in mano il progetto.
      Chissà, forse Salvatores avrebbe potuto essere affascinato da un gruppo di supereroi anomali italo-australiano, ma ahimè è arrivato prima il bambino invisibile ^_^

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    2. Eh, l'invisibilità rende più visibili, forse!^^
      Comunque aspetto il seguito, Ivà!!

      Moz-

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    3. Sarà comunque un seguito monco, Miki, anche se presenterà ugualmente uno sviluppo, credo sorprendente, della storia ^_^

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  2. Da ragazzo anch'io disegnavo fumetti e, causa scarso talento, pensavo che un giorno avrei trovato un socio disegnatore mentre io sarei stato lo sceneggiatore. Però, ormai da molti anni, ho totalmente abbandonato questa idea. In questo momento non saprei neppure da che parte cominciare se mi chiedessero di creare una graphic novel, riesco a ragionare solo in termini di parole. Complimenti a te per aver mantenuto vivo il tuo progetto :-)

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    1. Più che vivo, il progetto è in uno stato vegetativo dal quale non ho idea se e quando si risveglierà. Vedremo cosa deciderà la sorte.
      In ogni caso tu sei un autore di fumetti, Ariano. Il tuo Writerman ha un'aria decisamente professionale, anche se il genere è diverso. Per la mia graphic novel servirebbe certo un taglio molto più realistico e dettagliato.

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  3. Il disegno sotto il titolo è alquanto intrigante con quei colori alla Klimt , la musica è bellissima( complimenti) e il racconto sempre avvincente, peccato poi finisca e non si possa avere la conclusione su un solo post.....
    Insisti Ivano caro anche da solo( spesso meglio soli che male accompagnati..) l'arte del fumetto è cosa ardua, ma questi non sono ostacoli per te!
    Bacio tra le allerte..e la terra si sta allargando!

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    1. Ciao Nella e grazie per gli apprezzamenti. Il quadro è stato realizzato da una pittrice contemporanea aborigena e la musica è del grande Steve Roach, autore anche del magnifico Structures of Silence.
      In ogni caso ti assicuro che da solo in questo progetto vado poco lontano. E non so se la Terra si stia davvero allargando anche se mi piace pensarlo, ma di sicuro qualcosa si sta allagando XD
      Buona serata Cherie!

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  4. Come al solito io vedo negli opposti un connubio ed è assolutamente possibile che ambedue le teorie siano valide: terra con diametro inferiore e massa continentale compatta->aumento del raggio terrestre e distaccamento o deriva dei continenti!

    Comunque molto carino questo progetto!
    Lo stile di Folla mi piace veramente tanto sebbene non lo conoscessi prima di questo post! :D

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    1. Ciao Alessia, il punto della discordia è proprio quello di cui parli. Secondo la teoria di Wegener i continenti si muovono per una questione di forze vettoriali presenti nella massa allo stato fluido al disotto della crosta terrestre. Secondo la teoria di Carey invece i continenti si muovono a causa dell'espandersi del globo terrestre.
      Il progetto è carino ma molto impegnativo e attualmente langue per assenza di disegnatore volontario. L'idea di eliminare i disegni e trasformarlo in un racconto vero e proprio c'è ma per il momento non ho tempo da dedicargli. Inoltre, conoscendomi, si trasformerebbe sicuramente in un altro romanzo :P
      Dirò a Fabio che ha trovato una estimatrice... sarà felice di saperlo! Sai una cosa, poi? Qualcosa di vagamente affine nei vostri due stili c'è...

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    2. Ahah! Di sicuro a me ha sempre affascinato questo stile fumettistico così 'pulito' ma allo stesso tempo schizzato, ho cominciato a disegnare in modo più serio con i manga e da piccola avevo iniziato un fumettino mio anche!
      Poi qualche anno fa ho rifatto cose simili ma senza nessuna pretesa, l'unica cosa con un po' di rilevanza si trova ancora sul mio vecchio blog!
      La tua intervista mi ci aveva fatto ripensare!

      [comunque sto lavorando sulla richiesta che mi hai fatto, ha delle difficoltà notevoli ma mi sta aprendo anche parecchie porte!]

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    3. Sono felice di sapere che stai lavorando sulla mia richiesta, anche perché sono molto curioso di vedere quanta affinità c'è tra il tuo disegno e l'immagine che mi sto rappresentando io e che mi appresto, con una certa trepidazione devo dire, a cercare di rendere in parole.

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  5. Molto bello il progetto della graphic novel! Belle le tavole, mi piace molto lo stile essenziale.
    Ho recuperato anche il post precedente: bella idea!

    Io però voglio sapere del dingo magico *__* Non puoi buttar lì 'ste meraviglie e farci stare in stand-by :P

    Sulla teoria di Carey nutro fortissimi dubbi :P Son per la tettonica a zolle ^^

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    1. Sarebbe interessante, Glò, fare uno studio approfondito sui meccanismi che fanno sì che una teoria scientifica diventi dominante a scapito di un'altra. Sono abbastanza sicuro che ne scopriremmo delle belle.
      Un post sul dingo magico? Potrebbe essere un'idea... vedremo ^_^
      E grazie per i tuoi apprezzamenti. Comunque le tavole sono solo schizzi preparatori, per ora destinati a rimanere, ahimè, tali :P

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    2. Sarebbe interessante eccome! In questo caso specifico qualcosa "so" e insomma, l'idea che la Terra si possa espandere mi sembra azzardata. Probabile che mi metta a curiosare per capirci qualcosa :P

      Per adesso il tuo progetto è sospeso, ma chissà... ^^

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    3. Se può interessarti saperlo esiste anche una teoria, che è quella della crescita a ramificazioni d'albero secondo la quale i vari pianeti del sistema solare sono destinati a espandersi fino a diventare a loro volta dei soli con il loro sistema solare. Giove è relativamente vicino a fare il grande salto. Sono teorie eretiche ma molto interessanti.
      Il mio progetto? Hai detto bene... chissà!

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