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C'era una volta... Miao (L'epopea di Luigi Roveri /1)





C'era una volta, negli anni '60 del secolo scorso, un bambino a cui la mamma non mancava mai di acquistare, un sabato sì e uno no, il numero in edicola del giornalino Miao. Il bambino ci passava sopra ore e ore felici, a "leggere" le semplici ma incantate storie mute, ad ammirare o colorare le belle illustrazioni opera di autori di cui lui non sapeva nulla, a ritagliare e incollare i giochi di carta racchiusi nelle sue pagine. Chissà cosa avrebbe detto quel bambino se un giorno, un viaggiatore dal futuro, gli avesse mostrato il finale di pagina di un articolo di una rivista del millennio successivo, in cui il suo nome compariva accostato proprio a quel giornalino da lui tanto amato. Probabilmente non avrebbe saputo cosa pensare, e magari avrebbe presto rimosso tutto...

Puoi leggere il seguito sul mio blog principale, Cronache del tempo del Sogno, al link Fumo di China 283 [Segnalazione].

Mentre a questi altri due link potrete visualizzare due documenti video, rispettivamente del 1965 e 1970, dell'archivio dell'Istituto Luce, sul giornalino Miao:

La presentazione a Roma del primo giornalino a fumetti, "Miao", per bambini non in grado ancora di leggere


Da notare che nel secondo titolo il giornalino viene chiamato Miaou, cioè con il nome con cui era pubblicato in Francia.


Vi propongo infine, per salutarci in allegria, una storia del famoso gatto creato da Luigi Roveri, tratta dal numero 110 di Miao, di cui ho riprodotto in alto la copertina. Buona "lettura"!





Commenti

  1. Non so bene come mai mi sia apparso nel blogroll di oggi questo vecchio articolo. In ogni caso me lo sono gustata e ho guardato i video.
    Oggi credo ci siano un sacco di pubblicazioni per bambini, ma chissà se qualcuna di queste è totalmente senza parole come Miao.

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    Risposte
    1. C'è una spiegazione, cara Kukuviza. Ho chiuso il mio altro blog, More Than Fifty Years Ago, ma ho conservato gli articoli spostandoli tutti in questo blog ;-)
      Non credo che oggi esistano pubblicazioni periodiche completamente senza parole. Anzi, per quel che ne so, è esistita solo questa. Grazie per il gradimento ^__^

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  2. Benvenuto sul blog e grazie del commento! Per me il passaggio è stato a Jack London prima e Edgar Rice Burroughs poi. Ma Forse siamo lo stesso vicini come modo di sognare, visto che veniamo dallo stesso mondo e dalla stessa epoca lontana.

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