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Very Pop Blog - I miei anni '90 /4: Gran Finale




Come ho scritto nella prima parte dell'articolo, anche in questa occasione, come già per gli anni '80, salterò alcune delle Macrocategorie proposte da Miki Moz. E precisamente: Giochi, Videogames, Televisione e cibo. Videogames, non ne ho mai toccato uno; la televisione mi capitava di vederla solo occasionalmente; di cibarie, come ho detto altre volte, non amo particolarmente scrivere. Mi rimangono quindi ancora da trattare le tre macrocategorie Shopping, Life, Ricordo dell'epoca. Riprendo la numerazione delle Macrocategorie da dove l'avevo interrotta nel precedente post. Tocca quindi alla numero cinque.


5. Shopping

Gli anni '90 sono stati un decennio per me privilegiato da questo punto di vista, perché per quasi tutto il periodo ho lavorato nel centro storico della mia città, Firenze. E poiché abitavo troppo lontano per poter rientrare a casa durante le due ore e trenta della pausa pranzo, il tempo libero lo passavo in parte in palestra in parte in giro per negozi. Le librerie erano naturalmente la tappa privilegiata, ma mi capitava di visitare anche i grandi magazzini, tra cui La Standa di via Cerretani, che sarebbe poi la frequentatissima strada che collega Piazza Stazione a Piazza Duomo. Proprio a La Standa, all'epoca di proprietà del Patròn di Arcore Silvio Berlusconi, mi innamorai, ed era la prima volta in vita mia, di una marca di abbigliamento, la James Dillon, che trovavo in vendita solo lì.
Si trattava di capi di abbigliamento casual caratterizzati da tessuti a grana grossa colorati con morbide tinte pastello. Ecco un esempio tra i rarissimi presenti nel web, tutti purtroppo con colori freddi. Mi sembra comunque che renda ugualmente bene l'idea del tipo di stoffa e di colorazione.




Finché ho lavorato in centro, cioè fino al 2000, e finché La Standa ha resistito, ho continuato a vestire quasi sempre capi della James Dillon.


6. Life

Qualcosa ho già detto appena sopra. Aggiungo che, grazie a un particolare tipo di contratto, avevo tre mesi l'anno liberi dal lavoro, che in genere trascorrevo viaggiando, soprattutto all'estero. Per il resto, ho praticato arti marziali e fatto musica per l'intero decennio. In più, a tempo perso, scrivevo e continuavo a dilettarmi con il disegno. Ne sono una prova queste mie due strisce a fumetti risalenti a quel periodo, le uniche a oggi esistenti della serie Zoo Zen. Realizzate, naturalmente, con l'immediatezza dello stile della pittura a inchiostro Zen.





Era successo, in realtà, che avevo acquistato un libriccino della collana Fiabesca sulla Pittura Zen, in cui figuravano, tra gli altri, due dipinti a china del monaco Zen Sengai Gibon (1750-1837) che ritraevano rispettivamente una rana in meditazione e un gufo. Vederli, mi ha stimolato a creare le due strisce. Non sono purtroppo riuscito a recuperare, neanche in rete, il dipinto originale del gufo, ma quello della rana sì.




7. Ricordo dell'epoca

Forse ho chiuso troppo in fretta, nel primo post della serie, il Macroargomento Comics. Continuando infatti a frugare tra i reperti degli anni '90 mi sono imbattuto in altri due piccoli cimeli, che vanno ad affiancarsi al volume di Cadillacs and Dinosaurs in edizione limitata e sono a loro volta collegati a mie letture dello stesso periodo. Approfitto di questo spazio ricordi per proporvi le loro scansioni.
Il primo dei due cimeli ha a che fare con la miniserie in quattro albi del 1996 Kingdom Come, risposta della DC alla concorrente Marvel, che due anni prima aveva letteralmente spopolato con la miniserie, anch'essa in quattro albi, Marvels. A caratterizzare e accomunare entrambe, la presenza di Alex Ross ai disegni, anche se sarebbe più esatto dire "agli acquerelli".
Non ho conservato né l'una né l'altra delle due miniserie, ma di Kingdom Come ho ancora con me due trading cards autografe che portano rispettivamente la firma di Alex Ross e di Mark Waid, autore dei testi.




Conservo inoltre in casa, tra gli altri ricordi dell'epoca e sempre a firma Alex Ross, anche una serigrafia in tiratura limitata, in questo caso però solo numerata. Si tratta del dipinto utilizzato come copertina di Astro City Vol.2 #1. Il creatore e sceneggiatore della serie, pubblicata tra il 1995 e il 1998, è lo stesso Kurt Busiek che già aveva scritto i testi di Marvels.




8. I miei nominati

Siccome ho perso il conto di chi ancora manca all'appello, facciamo che nomino tutti coloro, tra quelli che hanno commentato uno o più di questi miei quattro post, che ancora non hanno partecipato e hanno voglia di farlo.
E con questo dichiaro finalmente concluso il mio lungo excursus nei miei anni '90. Grazie a tutti per avermi seguito numerosi e con calore anche in questa avventura. E ancora un ringraziamento finale a Miki Moz per l'ideazione del tag.

Commenti

  1. Una bella avventura, quella che ha caratterizzato i tuoi anni Novanta. Davvero una vita intensa che mi lascia con un pizzico di invidia. I miei 90s sono stati molto più dozzinali per cui non so quanto ne varrà la pena parlarne. Se lo farò, sarà più avanti.
    A questo punto attendo di leggere i tuoi anni 00...

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    1. Il 2000 è stato un anno di rottura per me, che ha segnato la fine di molte cose: del lavoro in centro, di una lunga relazione sentimentale, della pratica delle arti marziali, delle mie visite al salone di Lucca Comics... Poi c'è stato l'avvento di internet, il cinema esperito sempre meno nelle sale e sempre più tra le pareti di casa, la lunga esperienza svedese. I post avranno sicuramente un sapore molto diverso da questi.
      E io, a questo punto, attendo di leggere dei tuoi anni '90 ;-)

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  2. Che belle le strisce zoo zen 😍
    Mi ricordo delle James Dillon, avevano una buona resistenza oltre alla varietà dei colori.
    Come te non mi piace trattare e scrivere di cibarie. Ho fatto uno strappo alla regola solo recentemente per giocare un po', ma è la prima e l'ultima volta che lo faccio 😅
    Ecco perché scrivi così bene Ivano, non ti filavi la tv 😁
    Sempre interessante leggerti.
    Marina

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    1. I prodotti James Dillon erano davvero prodotti di qualità e mi sembra di ricordare che avessero anche prezzi più che accessibili. Purtroppo, per quanti resistenti, tutti i miei capi hanno esaurito da anni il loro ciclo vitale.
      La TV me la sono filata fino alla fine degli anni '70; poi ho cominciato a percepirla come qualcosa di quasi ostile, soprattutto dopo l'avvento delle tv private. Col senno di poi, si può dire che avevo colto nel segno 😁
      Un grande Grazie, Marina, per il tuo interesse e per il gradimento di Zoo Zen!

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  3. Ciao Ivano e... grazie per questa ultima volta (ma non temere, perché mancano ancora i tag anni '70 e 2000! Una minaccia :p)
    Parto dai fumetti di Venga il tuo regno: PLAYMAG, 4 numeri, li ho anche io *___*
    Stupendo,per me fu uno shock vero e proprio.
    Proseguo con la marca della Standa, che non conosco.
    Bello aver lavorato in centro, e con un contratto così. Molta libertà che hai usato solo per la cultura, bravo.

    E veniamo al dolce. Le tue strisce. STREPITOSE.
    Dovevi (DEVI!) continuare. Zoo Zen è un prodotto fighissimo.

    Moz-

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    1. Non so perché, ma mi viene più spontaneo risponderti al contrario, dal basso verso l'alto ;-)
      Comincio quindi da Zoo Zen. Grazie per il "fighissimo", Miki. Sapessi quante volte mi sento tentato da riprendere in mano matite e china, ma rinuncio sempre perché non ci sono le condizioni adatte. Troppi fronti aperti, tra lavoro, blog, scrittura, ecc. Allo stato attuale delle cose nella mia vita non c'è spazio per uno spillo. Forse hai ragione... avrei dovuto continuare allora, quando ancora riuscivo a fare quarantotto ore di cose in una giornata di ventiquattro ore.
      Riguardo invece a "Standa", era una catena storica di grandi magazzini che a un certo punto è diventata parte del gruppo Fininvest. Sinceramente non ho mai ben capito perché alla fine abbia tirato le cuoia.
      E Kingdom Come è stato in effetti un bel prodotto, anche se non era più la novità assoluta rappresentata da Marvels.
      Grazie a te per avermi offerto la possibilità di parlare di un decennio che in genere nel mio blog tendo a trascurare. Gli anni '70 e il duemila sono i benvenuti a questo punto, anche se per i primi dovrò trovare un modo di arginare l'invasione di post. Magari creando rimandi ai molti articoli che già ho dedicato al mio decennio più pieno di cose in assoluto.

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    2. Ahaha, nooo, la Standa ovviamente la conosco, ci mancherebbe (per me era il paradiso, nei primi anni '80), non conosco la marca di vestiario che citi e che vendevano lì^^
      Suglia anni '70 pensavo di citarti a prescindere, taggandoti al di là della scelta random che attuo di solito :D
      Zoo Zen devi riprenderlo: tra le tante cose che fai, puoi evitare di lavorare. Che fa male :p

      Moz-

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    3. In effetti tra le molte cose che faccio, il lavoro è quella che mi appassiona di meno in assoluto... una cosa davvero sorprendente, no? XD
      Quindi, per gli anni '70, posso considerarmi già in lizza. Se capiterà però nel bel mezzo della imminente pausa invernale, dovrò rimandare la partecipazione di varie settimane.

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  4. "La Standa" oddio... mi sento vetusta

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  5. Bei disegni. La rana sembra una citazione di uno dei più noti haiku di Basho: "Il vecchio stagno, / una rana salta. / Tonfo nell’acqua". Scommetto che non è casuale, sbaglio?

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    1. Diciamo che è un collegamento che ho fatto anch'io, Ariano, ma che io ricordi solo a posteriori. Durante la concezione e realizzazione della striscia non ho pensato neppure per un istante al più famoso haiku della storia. Il testo giapponese, comunque, nell'ultima parte ha "suono d'acqua" e non "tonfo nell'acqua", che secondo me risulta abbastanza sgraziato come verso. E' una traduzione da un libro in tuo possesso?
      E grazie mille per l'apprezzamento dei disegni! Almeno per questa occasione possiamo definirci "colleghi" ;-)

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  6. Alex Ross e il grande Mark Waid, sto sbavando, sono due dei miei autori preferiti, negli anni ’90 Kurt Busiek era al suo meglio, ho amato tantissimo prima Astro City e poi la sua run sulle pagine dei Vendicatori con i disegni del grande George Pérez, sono davvero dei cimeli notevoli ;-) Bellissima la striscia di Zoo Zen, le strisce a fumetti sono un formato che amo molto, anche gli unici fumetti che ho fatto in vita mia per altro. Bellissimo questo tuo excursus sugli anni ’90, ti ringrazio per il bel salto indietro nel tempo ;-) Cheers!

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    1. Il mio piccolo museo personale degli anni '90... potrei aggiungere, volendo, il numero 1 della prima serie di Astro City, che conservo pure quello ;-)
      Grazie a te per l'interesse nel mio salto nel tempo e per l'apprezzamento di Zoo Zen. Ricordo che avevi parlato delle tue strisce, dicendo anche, se non sbaglio, che non avevi nessuna intenzione di renderle pubbliche. Io pensavo lo stesso delle mie fino a pochi giorni fa 😁

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  7. Troppo bello era "La Standa", che ricordi ;)

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    1. Eh sì, davvero dei bei ricordi :-) Tu però, facendo un po' di conti, dovevi essere bambino/ragazzetto quando c'era ancora la Standa...

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  8. Degna conclusione di uno splendido viaggio ad Ivanolandia. (capito? Landi, landia... va be' :-P )
    Tutto splendido e complimenti per la striscia.
    Si avvicina il momento in cui tenterò anch'io l'organizzazione dei miei anni '90 ;-)

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    1. Ecco, me ne hanno dette di tutte, ma "Ivanolandia" ancora mi mancava 😁
      Grazie mille per l'ipergradimento, Lucius. E non vedo l'ora di immergermi nel tuo di viaggio (spero bello lungo, eh?). A presto!

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  9. Bellissime le strisce zen! Quella della rana mi ha divertita molto e nel dipinto ho nostato che hai anche scritto in cinese suppongo, quindi hai qualche infarinatura su questa lingua?

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    1. Il dipinto non è mio, Alessia. E' uno dei due originali, opere del monaco zen Sengai, su cui io ho basato le mie due strisce. Il testo inoltre non è cinese ma giapponese. Avevo qualche infarinatura di giapponese negli anni '90, ma ormai ne ricordo pochissimo.
      Sono contento che le strisce ti siano piaciute. Buon fine settimana!

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    2. Della serie una giusta non l’ho detta! xD
      Comunque mi hanno incuriosito le opere, quindi andrò a vedere! Buona domenica!

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    3. La Pittura Zen... una concezione dell'arte molto lontana da quella occidentale, ma molto suggestiva. Buona settimana, Alessia!

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  10. La Standa! Io mi ricordo anche di un altro grande magazzino che si chiamava Penny: a un certo punto a Milano aveva sostituito la Standa ma aveva avuto vita breve. Le strisce di Zoo Zen sono bellissime, anche secondo me dovresti riprenderle. I miei anni '90 sono stati determinanti, ma non so quanto possano interessare, per cui penso che tralascerò l'invito a scrivere un vero e proprio post. Per quanto riguarda l'esaurimento delle decadi esistenziali, invece, propongo di andare molto indietro nel tempo... oltre la nascita e riesumare ricordi di vite passate. ;)

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    1. Il Penny io lo conosco solo come discount alimentare, e almeno dalle mie parti tutti i suoi punti vendita godono di buona salute...
      Mentre Zoo Zen, allo stato attuale delle cose, potrei riprenderlo solo se qualcuno mi pagasse per farlo, e ovviamente siamo al limite della fantascienza se non già oltre XD
      Sulle decadi, infine, credo che non mi spingerò mai così indietro, perché non ricordo abbastanza bene che spettacoli teatrali vedevo nel '500, però fino agli anni '60 sono intenzionato a spingermici di sicuro ^^
      Grazie del commento e del gradimento di Zoo Zen, Cristina :-))

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  11. La Standa che ricordi! C'era anche a Bologna in pieno centro, ora al suo posto che la Coin ed è molto più cara. Che bello però avere tre mesi di vacanza in cui poter viaggiare, ogni tanto vorrei chiedere il part time verticale anch'io per avere un lungo periodo di stacco dal lavoro d'estate, però prima devo finire il mutuo...allora visto che ho commentato sono nominata: vedrò di provvedere nei prossimi post.

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    1. Certo che sei nominata, Giulia, e mi fa piacere sapere che hai intenzione di partecipare :-))
      Non ricordo quale negozio c'è adesso al posto de La Standa qua a Firenze, ma ai suoi tempi d'oro il grande magazzino era davvero ricco di fascino. Nel seminterrato, poi, che era il piano extra-abbigliamento, negli anni '70 tenevano libri molto particolari. Era una tappa obbligata quando marinavamo la scuola ;-)

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  12. Le strisce zen sono spettacolari e, nonostante abbia letto in un altro commento che non sei intenzionato a riprenderle, insisto anch’io perché tu lo faccia. A questo punto, però temo di essermi persa una puntata che devo assolutamente recuperare.
    Sono vecchietta anch’io e ricordo benissimo la Standa. Quella che frequentavo era posizionata accanto alla biblioteca, per cui mi capitava spesso di farci un salto. In particolare, mi torna in mente un episodio di tantissimi anni fa, quand’ero una ragazzina di undici/dodici anni, durante il quale mi aggiravo all’interno del magazzino con un paio di calosce di gomma (quelle da pioggia) in mano, intenzionata a portarle in cassa e, chiacchierando con mia madre, imboccai l’uscita senza pagarle, ma avendo cura di salutare calorosamente l’addetto all’anti taccheggio, che avevo avuto modo di vedere in azione pochi minuti prima con un signore! Il bello fu che mi accorsi della sottrazione solo una volta giunta a casa e mia madre, che nemmeno se n’era resa conto, mi fece un cazziatone pazzesco e mi riaccompagnò al negozio per saldare il debito. Tutte le commesse e il “controllore” si misero a ridere, io avrei voluto sprofondare sotto terra! :-D
    Per quanto riguarda il post sugli anni ’90 credo che soprassiederò perché, per quanto quella decade sia stata importantissima per me, dubito che il mio privato possa essere altrettanto stimolante per gli altri.

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    1. Io ho vissuto un episodio analogo al tuo, ma alla Upim. Un giorno, quando ancora frequentavo le superiori, sono andato a comprare una risma di fogli per macchina da scrivere e un album da disegno. Ero talmente sovrappensiero che a fine spesa anziché dirigermi verso la cassa ho imboccato direttamente l'uscita. Mi sono accorto solo all'esterno del furto, ma anziché tornare indietro a saldare ho preferito sparire il prima possibile dai dintorni del negozio ^^
      Riguardo le strisce Zen, ringrazio te e tutti gli altri che ti hanno preceduta per l'interesse, ma mi sa tanto che sono destinate a rimanere due...
      E poi perché la tua partecipazione non dovrebbe risultare stimolante? Non c'è da parlare solo di vita privata, ma anche di musica, libri, film, ecc.

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  13. La Standa! Che ricordi, anche per me! A Caltanissetta prendeva un intero palazzo al centro ed era una tappa obbligata delle mie uscite per shopping: ricordo un reparto di cosmetica fornitissimo (che frequentavo non per i trucchi, ma per le creme idratanti che ancora adesso sono una mia fissazione.)
    Pure bravo a disegnare! 👏🏻👏🏻La striscia con la rana è fantastica. 😃

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    1. La Standa e Zoo Zen sembrano aver calamitato l'attenzione di tutti. A questo punto lancerei anche una sottoscrizione intitolata "Silvio, ridacci La Standa!".
      Grazie mille per la visita e l'alto gradimento, Marina :-))

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