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The Studio Section One - Barry Smith /4





Il protagonista di Cimmeria è, al netto di ogni mio intento e proposito, la mia versione di Conan. Ma non era questo il mio piano originario. Ho permesso che il culto dello stile cancellasse un’altra, più peculiare, visione che avevo in mente all’inizio. Avevo solo 23 anni allora, e tuttavia avevo già sviluppato una tale quantità di manierismi grafici che la mente dei lettori identificava con il “Conan di Barry Smith”, da sentirmi affondare sotto il loro peso. Cominciavo a considerare delle nuove possibilità che non potevano concretizzarsi entro i confini del mio stile di disegnatore di fumetti. Ma avrei dovuto lottare ancora molti anni prima di poter liberare me stesso da me stesso.

Culto dello stile... manierismi grafici, scrive Barry Smith. Voglio approfittarne per aprire una parentesi nel percorso biografico del nostro e dare una risposta a una domanda implicita nel primo di questa serie di post. Forse ricorderete che avevo scritto che il mio acquisto, nell'estate 1974, nel numero 33 de Gli albi dei supereroi con la storia di Conan La notte dei giganti, aveva rappresentato una svolta nel mio modo di guardare ai fumetti. Avevo percepito, in quello stile di disegno così inusuale, qualcosa di "altro" ma ancora indefinito. Solo sette o forse otto anni dopo avrei capito in cosa consistesse esattamente quel qualcosa.

La notte dei giganti, apparsa in America nel numero 16 di Conan the Barbarian con il titolo The Frost Giant's Daughter, rappresentava non solo una chiara svolta - una delle molte della sua carriera artistica - nello stile di Smith, ma era anche la prima storia in cui lui si era disegnato da solo i titoli, stanco di vedere stampati sui suoi disegni i caratteri standard da fumetto utilizzati dai grafici Marvel (se ancora non fosse trapelato, Barry Smith nel suo lavoro è un perfezionista attento a ogni dettaglio).
Quello che lui chiama anche "l'armamentario di manierismi" caratteristico dei suoi disegni di quel periodo comprende, tra gli altri elementi, la tendenza a disegnare nasi lunghi e affilati, bocche grandi e labbra carnose, in aderenza a un modello chiaramente definito - uno stile, appunto - di cui avrei individuato, sette-otto anni dopo, l'ascendenza nel circolo di artisti della PreRaphaelite Brotherhood, che Barry Smith annovera tra le sue principali influenze. I due nomi da lui più citati sono Lord Frederic Leighton e Dante Gabriel Rossetti, che, in compagnia di Jack Kirby, vanno a costituire una sorta di bizzarra trinità delle sue influenze artistiche.




La tendenza si accentua ulteriormente in Red Nails, e ancor di più nel periodo successivo al distacco "definitivo" di Barry Smith dal mondo del fumetto. Tanto che cinque anni dopo un certo J.S. scriverà di lui, nel corso di un'intervista agli artisti di The Studio:
Quando allo Studio si parla di arte e, per caso o intenzionalmente, emerge il nome di Gabriel Rossetti, gli occhi di Barry si illuminano e subito si apre una nuova arena di dibattito. E' quasi come se lui scegliesse l'arte - e non solo l'arte, ma anche il carattere e la personalità - di Rossetti per spiegare se stesso a chi non lo comprende.

E ancora anni dopo, tornato nel mondo del fumetto, Smith progetta di realizzare con l'autore di Sandman, Neil Gaiman, una storia a fumetti con protagonisti proprio Rossetti, sua moglie Elizabeth (anche lei poetessa e pittrice) e "il più carnale dei poeti della 'scuola di poesia della carne', Charles Algernon Swindburne".


Lord Frederic Leighton, The Maid with the Golden Hair

Lord Frederic Leighton, Winding the Skein (1878 ca, detail)

Dante Gabriel Rossetti, La pia de' Tolomei


* * *


Ancora a proposito di Cimmeria, Barry Smith scrive in Opus 2:


Disegnai [per l'adattamento della poesia di Robert E. Howard] una cornice di tralci fittamente annodati dove inserire le immagini che abbinavo al poema. L’involuta, tenebrosa massa di dettagli della cornice diceva più cose sullo stato della mia mente di quanto poteva fare un semplice motivo decorativo. Anche la storia rifletteva le mie dissonanze emozionali.
[…]
Riversai tutta la mia disperazione nella furiosa lotta per la vita o la morte con il lupo. Non avevo mai disegnato prima con così tanta passione.


Nel frattempo, nella stessa estate del 1973 in cui Barry Smith si dibatte tra esperienze per lui ancora incomprensibili e la deadline di Red Nails, l’illustratore Charles White, che lo ospita nel suo studio di New York, decide di prendersi un periodo di ferie. Prima di partire, assegna al suo giovane, occasionale collaboratore l’incarico di sostituirlo in un lavoro commissionato da una rivista, un’illustrazione ispirata alla Creazione di Adamo della Cappella Sistina. Dio e Adamo devono essere sostituiti dal loro equivalente femminile e l’illustrazione intitolarsi The Creation of Eve. L’idea, al ventitreenne disegnatore di fumetti, non piace neanche un po', ma accetta ugualmente l’incarico, più che altro come un modo per distrarsi “dalle oscure nubi cosmiche” che sente incombere su di sé. Il risultato finale è però talmente disastroso che Charles White, al suo ritorno dalle ferie, pretende indietro da lui le chiavi dello studio.


Bozzetto preliminare per The Creation of Eve


Da quel giorno, dovette trascorrere più o meno un anno prima che Barry Smith traesse le dovute conclusioni, non solo da quel singolo episodio, ma da tutta la sua esperienza di co-autore di Conan the Barbarian: gli era impossibile adattarsi alla visione creativa di qualcun altro, chiunque fosse, R.E. Howard o Michelangelo Buonarroti.
In quanto agli illustratori commerciali, mantiene da allora un giudizio impietoso su di loro:
Usano il cervello, le loro mani e il loro talento per svolgere un servizio. Possono avere un’abilità e una tecnica ammirevoli, ma di regola [nel loro lavoro] non c’è nessun vero coinvolgimento personale.

Con la fine della sua relazione con Carol a completare il quadro, Barry Smith si scopre ancora una volta uno straniero in America. Sente nostalgia dei suoi amici inglesi e della sua vita ordinaria a Londra che al confronto gli appare semplice e lineare.
Solo verso la fine del 1973 comincia a recuperare e a sentirsi di nuovo quello di prima. Le esperienze fuori dell’ordinario vissute nel corso dell’estate cominciano ad apparirgli lontane e indistinte, sempre più simili a un brutto sogno. Riesce perfino a rispettare la deadline finale di Red Nails e a iniziare una nuova relazione sentimentale, con Linda Lessman, che l'anno successivo diverrà sua assistente di studio.
Ma è una tregua destinata a durare poco. L'anno si chiude per lui con altre due esperienze paranormali. Della prima tenta anche di fare una descrizione alla sua compagna Linda. Ecco cosa scrive un quarto di secolo dopo, in Opus 2, a proposito di quel tentativo:
Conclusi dicendo: "Ci vorranno almeno vent'anni prima che io riesca a ricavare un minimo di senso da tutto questo". Vent'anni era così per dire, ma, a conti fatti, mi ero sbagliato solo di un anno.

* * *


L'immagine di apertura del post è: Barry Windsor-Smith, A Dream of Olden Days (1980, detail)



Commenti

  1. Di tutto ciò devi farne un saggio e pubblicarlo. Lo spingiamo noi della blogosfera. Bellissimo. Complimenti Ivano. Molto professionale e narrazione accattivante.

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    1. E' possibile che accada, Massimiliano. Ma nel caso sarebbe qualcosa di più generale sugli autori del fumetto americano degli anni '70: Bodé, Windsor-Smith e gli altri che verranno.
      Grazie un milione dei complimenti :))

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  2. Mi hai aperto un mondo. Di queste cose io non sapevo assolutamente nulla! grazie! da rileggere!

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    1. Grazie un milione anche a te, Annalisa :))
      In questo blog ci si avventura spesso in territori inesplorati, o quasi, costellati di terrori e meraviglie ^_^

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  3. I preraffaelliti sono tra i miei artisti preferiti, soprattutto William Holman Hunt, ma anche Rossetti è ovviamente tra quelli che ammiro.
    In effetti Smith ha uno stile che tende a inseguire una bellezza estetica idealizzata, la stessa che perseguivano gli artisti inglesi di fine ottocento.

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    1. Pure a me piacciono i Preraffaelliti, anche se a volte trovo la loro pittura un po' troppo carica. Rossetti in particolare è un vero calderone di passioni ^^
      Smith (o più esattamente Windsor-Smith) è fatto rientrare nella corrente pittorica del Neoromanticismo. Ma di questo avremo modo di riparlare, a tempo debito ;)

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  4. Bellissimo questo approfondimento! :O Ecco spiegata l'eleganza del gesto grafico!
    Tra i Preraffaelliti la mia preferenza va a Waterhouse.

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    1. A questo punto potremmo creare un post-sondaggio... Qual è il tuo pittore preraffaellita preferito?
      Ariano ha scelto Holman Hunt, tu Waterhouse, io devo pensarci. All'inizio, quando li ho scoperti, la mia preferenza andava a Rossetti e avevo anche appeso nella mia stanza una riproduzione del suo dipinto Dante e Beatrice. Ma non sono sicuro al 100% che lo sia tuttora.
      Grazie un milione per l'apprezzamento, Glò :))

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  5. Io sono d'accordo con Massimiliano. Questi non sono "post", ma capitoli di trattazioni complete degne di fare un'altra fine.
    E io ch non conosco per nulla tutto questo mondo ne sono affascinata.

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    1. Vedremo quando sarà il momento, Marina. Il percorso di questa serie di post, che coinvolge quattro diversi artisti, è ancora molto lungo.
      Lietissimo di averti affascinato :))

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  6. Concordo con Marina e Massimiliano, davvero trattazioni approfondite. Ammetto però la mia completa ignoranza in questo campo :)

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    1. Anche se passo la maggior parte del mio tempo a scrivere, più di tutto mi sono nutrito di immagini... pittura, illustrazione, fumetto, cinema. Molto di quel che faccio nel blog rispecchia questa passione.
      Grazie infinite Giulia :))

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  7. Insomma, questi preraffaelliti hanno su di te un ascendente molto forte. Quando mi trovai anni fa dinanzi a quelle tele, in una bellissima mostra a Torino, subii come una fascinazione. Ti comprendo.

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    1. Ancor più che a me piacciono (piacevano?) al grande Barry. E' lui il protagonista qui ^_^

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  8. Capisco perfettamente il motivo per cui questo personaggio ti abbia cambiato, come dicesti all'inizio, il tuo modo di guardare il fumetto. Si tratta di un personaggio che, riga dopo riga, non ha smesso per un attimo di sorprendermi: tutto mi potevo aspettare ma sicuramente mai avrei pensato di leggere di esperienze come quelle che hai riportato nella terza parte. esperienze. Concordo con tutti quelli che sinora ti hanno suggerito di impacchettare tutto questo lavoro e di pubblicarlo. Davvero fantastico!

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    1. Mi fa molto piacere sentire che l'esperimento ti sta piacendo Severino. Grazie!
      L'impacchettamento, se mai avverrà, è qualcosa di lontano nel tempo. Come ho scritto nel commento al tuo recente post nipponico, anche questo percorso è lungo. Tieni conto che gli artisti in esame sono quattro e in quattro post ho appena completato la prima fase della produzione del primo di loro. Tra poco Barry si farà da parte per un po', per lasciare il posto al comic artist numero 2 della serie.

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  9. Ah, ecco! Ora l'ho trovato... in effetti è molto più comodo cliccare sulle etichette e partire da là.

    La cornice che aveva disegnato con gli oggetti strettamente intrecciati è proprio da horror vacui barbarico! Ora è molto più chiaro il collegamento con i preraffaelliti. Della sua opinione con gli autori commerciali, non posso che concordare: le loro opere sono prive di anima.

    Per quanto riguarda l'altra esperienza paranormale, quando arrivi a certi stadi di coscienza, è inevitabile che capiti.

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    1. Quando riprenderà il ciclo di post su Barry Smith, tornerò ancora sulle sue esperienze paranormali, ma soprattutto su quel "venti anni dopo" a cui accenno nel post e che coincide con la loro comprensione da parte dell'artista.

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