Solve et Coagula - Pagina 135
Parte II - Capitolo 1 /7
Per
fortuna nel Suffolk occidentale stava piovendo solo occasionalmente in quel finale di estate del 1985, e la
temperatura era ancora abbastanza elevata da star bene all'aperto, constatò Massimo, senza avere nessuna idea se andasse considerata la norma o l’eccezione. Stava passeggiando da solo
per le vie di St. Edmund’s Bury nel tentativo di schiarirsi le idee e fare il punto della situazione, e ripensava, tra le altre cose, alle parole con cui lo avevano congedato dall’ospedale. In particolare, il medico che si era occupato di lui gli
aveva detto che avrebbe dovuto aspettarsi dei ritorni nei mesi successivi, intendendo con questo dei flashback della sua esperienza allucinogena. Inoltre,
aveva continuato con una certa preoccupazione, il suo risveglio dal coma era
stato dolce, senza traumi, il che non
era un’eventualità così positiva come si poteva supporre, bensì l'indizio di
una sua probabile tendenza a cadere, in futuro, in stati depressivi. E anche se nessuna delle due ipotesi avrebbe dovuto rassicurarlo, Massimo avrebbe senz'altro preferito che almeno la prima – quella dei flashback – si realizzasse, piuttosto che trovarsi costretto a convivere, forse per il resto della sua vita,
con un buco nero di alcune ore a cui andavano inoltre aggiunti gli undici giorni di incoscienza
trascorsi in ospedale.
Era se non altro tornato in possesso di quasi tutti i beni materiali che si era portato dall'Italia, compreso lo stradario dell'Inghilterra sud-orientale. Il che lo portò anche a chiedersi perché lo avessero ricoverato a St.
Edmunds e non a Ipswich, che aveva l’aria di essere molto più facilmente
raggiungibile da Dunwich. Certo, le ragioni potevano essere le più
disparate – dalla disponibilità dei posti letto a un tratto di strada chiuso - e
in fin dei conti, concluse, non era così importante per lui saperlo.
"Quasi tutti i beni" significava comunque che a qualcosa aveva dovuto rinunciare: la sua vecchia auto. Per tutto quel tempo l'avevano custodita in città,
in un garage della polizia, e quella mattina stessa aveva dato l’assenso scritto alla sua demolizione, dopo aver constatato che l’esame approfondito della scientifica, alla ricerca di
droga e altro – armi, forse – ne aveva lasciato ben poco di intatto. La morale era che anche
la sua "famosa" Prinz celestina si era infine rivelata solo di passaggio nella sua vita,
proprio come era stato, ben più tragicamente, per il suo amico Maurizio. La prima cosa che avrebbe
fatto al suo ritorno in Italia, pensò, sarebbe stato proprio di deporre un gigantesco mazzo
di fiori sulla sua tomba. Stando però bene attento a non incrociare i genitori di lui, che anche se impossibilitati ad attribuirgli una qualsiasi responsabilità
oggettiva per la morte del figlio, certo gliene attribuivano una morale. Era stata sua l’idea del viaggio e tutto quel che ne era seguito poteva solo essere la
conseguenza diretta di quell’idea. Elementare e matematico.
Ma indovinate un po’ chi ha avuto l’idea di
comprare l’acido? avrebbe proprio voluto chiedergli. A loro, che andavano a messa
tutte le domeniche e tenevano la foto-ritratto del papa in carica appesa alla
parete sopra la porta della cucina.
Se non altro, crogiolarsi
in questa idea lo faceva sentire dentro di sé un po’ meno bastardo per la questione
del “sequestro” dei soldi. Lui e Maurizio avevano deciso, al momento di mettersi in viaggio, di fare “cassa comune”, e il risultato era che Massimo disponeva di più soldi lì in Inghilterra che prima della partenza. Non sapeva se i genitori del suo defunto amico avrebbero o no avanzato delle pretese in tal senso al suo ritorno in
Italia, ma se anche fosse andata così ci avrebbe pensato allora. Era in ogni caso sempre più intenzionato a posticipare il rientro di alcune settimane, nella speranza di trovare all'arrivo le acque un poco più calme.
Passare il tempo non sarebbe stato un grosso problema per lui. Era vero che non si sentiva per nulla stimolato a fare il turista, ma avrebbe potuto leggere libri in biblioteca, e, soprattutto, mettersi sulle tracce di Paula Susi, alla ricerca di un modo per contattarla
in prima persona. Se la Wilkins non gli aveva mentito, la giovane donna doveva rientrare in servizio in ospedale quel fine settimana, cioè nel giro
di tre-quattro giorni. Forse aveva anche già fatto ritorno in Inghilterra a quell'ora, ma certo lui
non aveva osato spingersi tanto in là da chiedere alla nurse di fornirgli l’indirizzo di casa della sua potenziale “preda”.
Sono convinta che questi flashback saranno importanti nel prosieguo. O mi sbaglio?
RispondiEliminaSì, Annalisa, ma solo molti anni dopo, come si vede nel finale della prima parte.
EliminaGrazie della visita e del commento :)
Ormai è un appuntamento fisso. :D
EliminaBel tipo Massimo. Preferisce aspettare che le acque si calmino prima di tornare...non incontrare i genitori dell'amico... pensa ai soldi che era dell'altro....
RispondiEliminaVa beh che è stato in coma però mi sta diventando antipatico ahahhaahhaahha
Scherzo, eh!
Più che altro sono curiosa su questi flash back. Chissà cosa ti inventi!
E su Paula Susi che .. abbiamo assodato, ha a che fare con la donna del ritratto disegnato da Massimo e con Pohjola.
Poi resta sempre da capire (ci riusciremo in questa seconda parte????) perchè a Luisa un occhio è cambiato.
Non so se Luisa tornerà già nel prossimo capitolo, o se ci sarà da aspettare ancora. Dipende tutto da come si evolverà la situazione nel Suffolk.
EliminaI flashback di Massimo li abbiamo già trovati nella prima parte. Sono cominciati nello stesso momento in cui Alessandra è entrata nella vita di Luisa. Che ci sia un nesso? ^O^
Ricordo i flashback... vorrei capire a questo punto quanto l'esperienza avuta sia stata allucinogena o altro :P Continuo a pensare che Alessandra sia figlia di Massimo... o magari è personificazione di "quella" dea/divinità -_- ma quanto ci/mi fai impazzire...
RispondiEliminaForse nel prossimo capitolo qualche risposta arriva. I meccanismi in gioco sono così aleatori che la storia si sta praticamente formando da sola. Molti collegamenti insospettati colgono di sorpresa perfino me quando li scopro. Forse ripristino la vecchia tradizione delle Note ai capitoli e ne parlo :)
EliminaGlò... o entrambi i casi????? Figlia di Massimo e nel contempo personificazione della divinità che in qualche modo si è incarnata in lei. La madre forse?
EliminaAspettiamo e vediamo cosa partorisce la fervida mente di Ivano :))
E aspettiamo -_- Ivano dice "forse"... forse...
EliminaPat, secondo me qualcosina l'abbiamo azzeccata :P
Forse... -_-
In effetti come diceva Patricia in un commento, il comportamento di Massimo non è proprio esemplare. Un po' codardo, direi.
RispondiEliminaA sua attenuante si può dire che la distanza da casa abbia sicuramente influito sulla sua decisione...
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