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Bellissimi coetanei: I miei dieci film degli anni '60 (meme cinematografico) /2




Vi presento oggi la seconda parte dell'elenco di film con cui rispondo al meme (o tag), da me scoperto sul blog di Miki Moz. Il mio post è comunque strutturato in modo diverso dal suo Bellissimi coetanei (i miei dieci film preferiti del 1983), come si evince anche dai rispettivi titoli. Il perché l'ho spiegato nell'introduzione alla Parte I: 1960-64.


Bellissimi coetanei Parte II: 1965-66


1965 - La decima vittima di Elio Petri

Paese di produzione: Italia, Francia; durata: 1h 32min; genere: Azione, Fantascienza; colore.

Dico subito che questo film è tutt'altro che uno dei miei "bellissimi", e che anzi, a dirla tutta, è talmente pieno di difetti che ne salvo ben poco. Che ci fa dunque in questo elenco? La risposta è che quando ho consultato il mio foglio excel che raccoglie tutti i film che ho in cineteca, mi sono accorto che questo titolo è l'unico relativo all'anno 1965 insieme a Alphaville di Jean-Luc Godard. E poiché anche il film di Godard, al di là della meravigliosa resa "atmosferica", non mi ha entusiasmato, alla fine ho deciso di fare un'operazione stile Brucia, ragazzo brucia e concentrarmi sulla parte de La decima vittima incentrata sui fumetti (che è poi l'unica vera ragione per cui conservo il titolo in cineteca).
Ma voglio comunque premettere ugualmente qualcosa di generale sulla pellicola, cominciando con il dire che la sua sceneggiatura è tratta da un geniale e fulminante racconto breve del grande scrittore di fantascienza Robert Sheckley, The Seventh Victim. Il problema è che in questa particolare trasposizione filmica il carattere grottesco, tipico della scrittura di Sheckley, è reso in forma di farsa, con pretese di critica sociale, e pressoché tutta la densa suspense del testo originale va a farsi friggere. L'utilità dell'operazione consiste così più che altro nel ricordarci come sia un caso fortunato che solo in via eccezionale le strade del cinema italiano, soprattutto quando all'opera ci sono certi sceneggiatori, si siano incrociate con quelle della fantascienza.
La trama, del racconto come del film, parla di un futuro in cui l'umanità, evitata per un pelo l'autodistruzione e decisa così a farla finita una volta per tutte con la guerra, permette agli individui più violenti della società di dar sfogo ai propri istinti omicidi con la caccia, regolata per legge, ai propri simili. Niente di costrittivo, in ogni caso, perché tutto avviene su base volontaria e cacciatori e vittime sono le stesse persone, che si alternano nei due ruoli. Inoltre, se compiuto al di fuori delle regole, l'omicidio rimane un crimine duramente perseguito dalla società, anche nel caso in cui capiti di uccidere per errore qualcun altro nel corso di una regolare caccia. Non vi è un limite al numero di cacce a cui si può partecipare, né verso il basso né verso l'alto, ma una serie di incentivi invogliano ad aspirare ad almeno venti cacce, di cui dieci nei panni del cacciatore e dieci in quelli della vittima.
Venendo infine all'apparente bisticcio sul titolo, di cui forse vi sarete accorti, va detto che il racconto di Sheckley si presta altrettanto bene a essere presentato come La settima vittima che come La decima vittima, al punto che l'editore Bompiani non ebbe problemi, nello stesso 1965, a usare il film da traino e riproporre il racconto ai lettori italiani con il secondo titolo, dopo che la Mondadori lo aveva già presentato su Urania, tre anni prima, con quello fedele all'originale.

Premesso questo, è ora il momento di analizzare, più approfonditamente, la parte fumettofila del film.

Marcello Poletti (Marcello Mastroianni), il cui fumetto preferito scopriamo presto essere L'uomo mascherato (Sono un romantico, spiega a un'intervistatrice), è soggetto a continui pignoramenti a causa delle pretese della ex moglie. Arriva così anche il momento doloroso del sequestro dei "classici", una collezione di fumetti il cui pezzo forte, ci viene detto nel film, è un Gordon nel regno di Aura del 1935, che non viene però mostrato. Si tratta in realtà di un albo inesistente, giacché l'unico albo di Gordon pubblicato in Italia nel 1935 (da Nerbini) è Il razzo celeste del dottor Zarro, che raccoglie le prime tavole (dal 7-1-1934 al 9-9-1934) dell'eroe di Alex Raymond. Siamo quindi in zona pseudobiblion.

A essere invece mostrati nel film, con dettagli ben riconoscibili, sono gli albi delle edizioni Fratelli Spada (con L'uomo mascherato e Mandrake) e Cenisio (però, chissà perché, solo con due titoli del suo scomparto comico: Tom e Jerry e Silvestro).




In più è possibile scorgere, relegati nell'angolo superiore di sinistra della prima immagine, il numero 3 de Il magnifico Britton, collana di fumetti di guerra apparsa in 14 numeri tra il 1965 e il 1967, e, mi pare, un Pantera Bionda di assai difficile identificazione.

Va inoltre ad aggiungersi, in chiusura della scena del sequestro, al succitato pseudobiblion uno pseudotopos. Olga (Elsa Martinelli), la nuova compagna di Marcello Poletti, ordina per telefono un nuovo arredamento, in stile neogotico, con cui sostituire quello appena sequestrato, e veniamo così a sapere che la loro casa si trova sul Lungotevere Fellini. Probabile omaggio non solo al cineasta, ma anche al Fellini grande appassionato di fumetto, soprattutto classico, che vantava, tra i suoi progetti abortiti, proprio un film su Mandrake.

Ma non sono neanche, quelli fin qui citati, i soli fumetti a fare una comparsata nel film. In una parte precedente del film era già stato mostrato, in mano prima alla vittima Marcello Poletti, poi alla sua cacciatrice Caroline Meredith (Ursula Andress), il numero 157 del bimestrale Adventures in the Unknown, del giugno 1965, edito dalla ACG (American Comics Group).




A parte questa serie di divertenti curiosità, del film salvo per il resto poco più che le scenografie e i costumi, in riuscita sintonia con certo tipico gusto pop e psichedelico degli anni '60.


* * *


Torno adesso, dopo questo excursus cine-fumettistico, in piena zona "bellissimi", con l'anno 1966, che ho scelto di commemorare con ben due titoli. Non soltanto per la mia indecisione tra il proporre l'uno o l'altro, ma anche perché, per quanto lontanissimi tra loro sotto ogni altro aspetto, i due film sono accomunati dal dettaglio, non così comune nel cinema non di genere di quegli anni, di includere entrambi la rappresentazione di una cerimonia pagana.

1966 - Andrej Rublëv di Andrei Tarkovsky

Paese di produzione: CCCP; durata: 3h 25min; genere: Biografico, Drammatico, Storico; B/N e colore; prima programmazione italiana: 28 settembre 1972.

La biografia per immagini del più celebre e celebrato pittore di icone di tutti i tempi, Andrej Rublëv (1360-1430), canonizzato Santo della Chiesa ortodossa nel 1988.

Più bellissimo di così si muore. D'altronde, è un Tarkovsky. Che è un po' come dire di un quadro che è un Rembrandt o un Van Gogh.

Della vita del pittore russo al centro del film si sa in realtà pochissimo e non c'è dubbio che Tarkovsky e il suo co-sceneggiatore Andrey Konchalovskiy abbiano dovuto lavorare molto di fantasia per riempire le lacune. Un po' come aveva fatto, prima di loro, un altro russo, lo scrittore Dmitry Merezhkovsky (1866-1941) trattando nel suo romanzo La rinascita degli dei la vita di Leonardo sullo sfondo di un Rinascimento in piena resurrezione del paganesimo.
E dicevo appunto, più sopra, della cerimonia pagana messa in scena nel film. La prima parte potete visionarla in questo estratto che ho trovato su youtube:




Mentre nel seguito si vede un gruppo di uomini e donne nudi che fanno scorrere sulla corrente del fiume, tra due file di persone, una sorta di barca-bara con all'interno una statua sormontata da una candela accesa, fino a un cavallo bianco.



1966 - Operazione diabolica (Seconds) di John Frankenheimer

Paese di produzione: USA; durata: 1h 46min; genere: Fantascienza, Thriller; B/N; prima programmazione italiana: 4 febbraio 1967.

E questo è un Frankenheimer. Non esattamente il mio genere di regista, ma comunque uno che sa il fatto suo e che in questa sua affascinante creatura affronta in modo secondo me impeccabile e avveniristico una storia con tutte le carte in regola per piacermi. E, detto fra parentesi, con simili credenziali, lo avrei visto molto bene alla prova anche su La settima (o decima) vittima.

La vicenda ha a che fare, stavolta, con un'organizzazione segreta che offre a un uomo sposato, con figlia e anzianotto di nome John Randolph (Arthur Hamilton), un possibile riscatto dalla mediocrità del suo vivere quotidiano, grazie a un cambio radicale di identità comprensivo di una plastica facciale. Che poi anche in questo caso valga la regola del "non è tutto oro quel che luccica", credo sia abbastanza facile da immaginare...
In quanto al cambio di identità, quanto sia radicale potete verificarlo di persona mettendo a confronto il prima e dopo l'operazione, quando all'impiegato di banca Randolph/Hamilton (foto in alto) succede sullo schermo Rock Hudson nei panni del pittore Antiochus Wilson (foto in basso):




Mentre se il film sarebbe o no comparso in questo meme anche senza la famosa scena della cerimonia pagana, non so dirlo. Cerimonia per l'occasione esplicitamente bacchica e mostrata, nella sua interezza, in questo secondo estratto video da youtube.




Ancora un paio di note, prima di chiudere: primo, le scene di nudo che avete appena visto non passarono, come prevedibile, la censura della MPAA nel 1966, e furono ripristinate per la prima volta, su laserdisc, nel director's cut del 1996; secondo, di questo film si è occupata una volta anche Kukuviza nel suo blog Cinecivetta, nel post dal promettente titolo Operazioni chirurgiche anni '60.


Mancano ancora all'appello, a questo punto, solo due film e tre anni (1967, 1968, 1969). Non so ancora bene come mi regolerò al riguardo, ma arrivederci comunque qui, tra non molto...


* * *


Nell'immagine di apertura del post: l'attore Massimo Serato in un fermo immagine del film La decima vittima di Elio Petri (1965).

Commenti

  1. Tutte ottime scelte, ma con John Frankenheimer mi colpisci al cuore, "Operazione diabolica" è una pietra miliare che ha ispirato tanti altri registi, davvero bellissimo. Cheers!

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    1. Immaginavo che un film di John Frankenheimer potesse rientrare fra i Classidy. Non avevo invece idea che Operazione diabolica in particolare godesse di una considerazione così alta tra gli altri cineasti.
      Grazie quindi del contributo, Cassidy :-)

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  2. I'm totally crazy about these posts Ivano!
    Mi ricordo di aver visto la decima vittima e credo in definitiva di essere rimasta più colpita dell'estetica che non dal film in sé. Mi aveva colpito perché non sembrava italiano e quindi non so nemmeno io se è un complimento o meno!
    Bello l'excursus fumettistico!
    Il film di Tarkovski devo assolutamente vederlo. Mi hai troppo incuriosito.
    Infine grazie mille per le belle parole+citazione sul terzo film.
    Dopo più di un anno che l'ho visto me lo ricordo ancora molto bene, sia immagini che sensazioni, è davvero un film potente.

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    1. Grazie mille a te per l'interesse per questi miei post, Kuku :-) Ti rispondo domanda per domanda:

      In effetti La decima vittima è una coproduzione italo-francese ed è vero che si nota...

      L'excursus fumettistico poteva anche proseguire, facendo un lavoro in stile Etruscus, mettendosi cioè alla caccia nel web di ogni singolo albo identificabile o della storia specifica che legge Marcello sull'albo americano, ma il post sarebbe andato troppo per lunghe oltre che troppo fuori tema.

      Tarkovsky avrebbe potuto benissimo esser presente anche nell'anno 1962, con L'infanzia di Ivan, che è uno dei miei film preferiti in assoluto. Ma alla fine gli ho preferito Hallucination, che oltre a piacermi quasi altrettanto lo avevo visto proprio negli anni '60.

      Io invece Operazione diabolica ho dovuto rivedermelo appositamente per questo post, perché molte scene le avevo dimenticate. Del resto era passato molto più di un anno dalla mia precedente visione.

      Ciao a presto!

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  3. Stavolta sono totalmente a digiuno, lo ammetto. Peraltro mi hai fatto venire la curiosità di informarmi su quali film potrei attingere se provassi a fare una cosa del genere e i dati raccolti mi hanno costretto a rammentare che nei mesi in cui nascevo il cinema italiano era praticamente una disputa su chi riusciva a girare più pellicole in un anno fra Franco e Ciccio da una parte e gli spaghetti western con il pistolero Sartana dall'altra :-D

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    1. Significa quindi che anche tu, come me, avresti difficoltà a scegliere dieci film legati al tuo preciso anno di nascita?
      Se poi ripenso al decennio '60, a come l'ho vissuti in diretta, allora ho anch'io in mente un'indigestione di film di Franco e Ciccio, che del resto mi piacevano molto. Ma mi tuffavo anche a pesce sui film di Godzilla, che teoricamente (molto teoricamente) dovrebbero occupare il prossimo post con due titoli, Gli eredi di King Kong (1967) e Il figlio di Godzilla (1968) ;-D
      Grazie Ariano! A presto rileggerci :-)

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  4. La Decima Vittima ho letto il racconto ma non ho visto il film.
    Su Alphaville (visto una sera in un locale a Torino) ho avuto le tue stesse sensazioni.

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    1. Il racconto secondo me è un piccolo capolavoro. Riguardo al film, se non hai un particolare interesse per la cultura pop di quegli anni, puoi tranquillamente ignorarlo (sempre secondo me).
      Alphaville lo trovo un film traballante, con grandi acuti ma anche con discrete cadute di stile, soprattutto nel finale.
      Grazie Marco! A presto :-)

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  5. Ho vaghi ricordi con La decima vittima, ma non con gli altri... però certe immagini pop di quel periodo mi catturano sempre

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    1. Anch'io mi lascio catturare molto facilmente, Ferruccio :-) E nel prossimo post, volendo, ci sarebbero due pietre miliari di quel genere di cinema: Col cuore in gola di Tinto Brass (1967) e Candy di Christian Marquand. Anche se alla fine mi sono orientato su altri titoli, che mi piacciono di più.
      Grazie e a presto!

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  6. Post veramente bello e interessante. Ricordo di aver visto degli spezzoni di Andreij Rublev, ma per il resto nebbia assoluta...

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    1. Grazie mille del gradimento, Tenar, oltre che della visita e del commento :-))
      Andreij Rublev lo si può considerare qui l'imperdibile di turno, ma anche Operazione diabolica-Seconds secondo me merita molto.

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  7. Non ho visto nessuno di questi film, e mi cospargo il capo di cenere perché alcuni sembrano davvero imperdibili, come quello di Tarkovsky. Certo che vedere Marcello Mastroianni biondo fa un certo effetto...

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    1. Sì, il film di Tarkovsky è il più imperdibile del trittico, Cristina, specialmente nel tuo caso. Mastroianni biondo? Dà quel tocco di fantascientifico in più, utile all'economia del film ^__^
      Grazie del commento e a presto :-)

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  8. Arrivo con colpevole ritardo.
    Beh, che colpo d'occhio su Petri. Film che non conoscevo ma che appunto contiene materiale interessante.
    Immaginavo invece che le scene di nudo dell'altro film non poterono passare... Sicuramente molto suggestivo.

    Moz-

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    1. Tanto il post da qui non si muove... ^__^

      Sul film di Petri direi che è proprio come dici, che i dettagli e le singole scene valgono più dell'insieme.
      Mentre l'altro film era senza dubbio di almeno un paio di anni in anticipo sui tempi, sotto quell'aspetto.

      Grazie mille del commento, Miki :-)

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    2. Grande, adoro quando le opere sono in anticipo sui tempi! :)

      Moz-

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  9. Su Operazione diabolica solo tanto rispetto.
    Enorme rispetto.

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    Risposte
    1. Lo conoscevi anche tu, dunque :-)
      Grazie mille, Pirkaf!

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