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Solve et Coagula - Pagina 167



Parte II - Capitolo 3 /10

«Smettila, per favore, con questa specie di ninna nanna. Stasera rischio davvero di finire per addormentarmi in piedi» protestò Massimo, che in realtà si sentiva più innervosito che assonnato.
Se l'idea dell’imminente separazione da Paula lo metteva già di per sé di cattivo umore, a questa si aggiungeva il fastidio che gli dava il dover constatare l’apparente leggerezza con cui lei stava affrontando lo stesso evento. Sapeva bene che non si sarebbe mai davvero rassegnato a perderla di vista del tutto, che avrebbe cercato di rivederla il prima possibile - il che poteva significare tra qualche mese o un anno - ma aveva anche pensato che quella loro ultima notte di vacanza insieme sarebbe stata il culmine di tutto, il degno coronamento di quel che avevano vissuto insieme. Lei, invece, non solo continuava a cantare come se nulla fosse, ma lo faceva a dispetto delle sue lamentele.
Decise tuttavia di non insistere oltre. In fin dei conti, pensò, ognuno ha il suo modo di affrontare le situazioni difficili; forse Paula allontanava da sé la tristezza con il canto.
«Ho capito, fa come vuoi» le disse, cercando di apparire conciliante ma non troppo. «Io intanto entro sotto le lenzuola».
Detto questo, lasciò l'aria piacevolmente fresca della terrazza, si svestì di tutti i suoi abiti e si coricò.

Era la prima sera che Paula si tratteneva alzata mentre lui era a letto, ma anche la prima, notò, in cui lei era riuscita a spegnergli, sperava senza volerlo, il desiderio sessuale.
O forse stava andando tutto come doveva ed era lui a non capire. In fin dei conti era la prima volta che viveva un addio consapevole con una donna che amava o credeva di amare; le volte precedenti era sempre stato colto di sorpresa, da donne che mai si sarebbe sognato sarebbero sparite dalla sua vita la sera stessa o il giorno successivo e per sempre. Era il motivo per cui talvolta diceva di sé, anche in pubblico, di essere allo stesso tempo fortunato e sfortunato in amore: era un discreto sprinter, ma le lunghe distanze non sembravano fatte per lui.
Supino, pensava tutte queste cose, mentre il brusio della voce di di Paula sfumava rapidamente nel silenzio e nell'oscurità, insieme a tutto il resto.

Camminava da qualche parte nei confini di una valle erbosa incassata tra verdi colline e attraversata da un torrente. Era alla testa di un piccolo gregge di pecore e con lui, al suo fianco, c'era una bambina della sua stessa altezza, dagli occhi scuri e dai lunghi capelli neri. Ma era una giornata ben strana quella: la valle sembrava pervasa ovunque del senso di una minaccia incombente e il loro cane, di solito tranquillo, lanciava a tratti dei lunghi, lugubri lamenti a cui facevano eco gli altri cani della valle. Perfino le pecore dai comportamenti immutabili apparivano irrequiete quel giorno. E il sole stesso, pur alto nel cielo senza nubi, sembrava meno luminoso del solito e i suoi raggi incapaci di scaldare veramente.
Ma ciò nonostante, furono colti ugualmente di sorpresa, da qualcosa come un interminabile rombo di tuono che saliva da oltre le colline e cresceva rapidamente di intensità. Il cane abbandonò a quel punto il suo compito di pastore, e tuttavia le pecore serrarono ancor più di prima i loro ranghi quasi a voler formare un unico essere; dopodiché, cane e pecore, fuggirono insieme nella direzione opposta al boato.
Ci volle poi ancora pochissimo perché un’enorme fronte d’acqua si scaricasse nella valle, travolgendo tutto quel che trovava sulla sua strada. Lui e la bambina, che si erano nel frattempo avvinghiati stretti l’un l’altra, finirono catturati nel vortice di un gorgo e trascinati verso il basso. Ma persero presto anche la reciproca presa e lui si trovò solo, dapprima avvolto in una totale oscurità e poi in una sorta di luminosa, densa tenebra di smeraldo, le cui pareti sembravano vibrare tutte degli echi di un canto cavernoso. Era dunque vero quello che si diceva, della tenebra di smeraldo che accompagna gli annegati nell’ultima parte del loro viaggio verso la morte? Fu allora, mentre il respiro lo abbandonava del tutto, che si sentì afferrare strettamente e tirare con forza verso l’alto. Dopodiché i suoi polmoni tornarono a riempirsi di nuova aria e i suoi occhi si aprirono su una notte che vide interrotta solo da una luminosa stella d’argento. Ma quasi subito gli si delinearono davanti anche i contorni di una figura ormai familiare: Paula era seduta nuda sopra di lui, sul letto, e gli serrava i fianchi con la stretta delle cosce allo stesso tempo che gli teneva ben stretti i polsi con le mani.
«Non avere paura» gli sussurrò lei, in italiano. «Ora va tutto per il meglio, fratellino mio».


Commenti

  1. Il sogno di tanti uomini essere "violentato " da una simil amazzone 😊😊😊😊
    Battuta a parte e tornando seria, questo sogno, l'aria di smeraldo, la morte e la resurrezione devono essere importanti. Un sogno che dovrebbe chiarire qualcosa a Massimo. Ma cosa?

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    1. Beh, intanto sappiamo che i due sono fratello e sorella. Avevo promesso una rivelazione per il finale del capitolo e ho mantenuto la promessa ;-))

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  2. Accidempolina, che colpo di scena! :-0 A parte la scena dell'annegamento, che mi è piaciuta moltissimo nella scrittura, non mi aspettavo cotanta rivelazione.

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    1. Grazie per l'apprezzamento, Cristina :))
      In fin dei conti la rivelazione spiega, anche a Massimo, perché Paula avesse scelto di mettere un limite alla loro condivisione sessuale.

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    2. A dirti la verità non facevo Paula così piena di scrupoli... ;-)

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    3. Ivano e come la mettiamo con questa tua frase:

      Paula era seduta nuda sopra di lui, sul letto, e gli serrava i fianchi con la stretta delle cosce allo stesso tempo che gli teneva ben stretti i polsi con le mani.

      Incesto??????

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    4. @ Patricia
      E' seduta sopra di lui, e non per la prima volta nel corso delle loro vacanze, ma la soglia fatidica è rimasta comunque "invalicata" come prima. Penso si possa definire il tutto una forma attenuata di incesto ^^

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    5. @ Cristina
      Se ci pensi bene, però, ha posto un limite anche ai suoi scrupoli... ;-)

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    6. Eh... la paglia vicino al fuoco brucia 😉😆😆😆😆

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  3. Perbacco, Ivano, che rivelazione! :D Non me l'aspettavo!

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    1. Felice di averti sorpreso, Clementina :-))
      Un indizio, sebbene vago, circola in verità da tempo nelle pagine della BN: l'ossessivo ritornello della "fiaba" dei bambini verdi. Quello raccontato nel "sogno" di Massimo è l'inizio della fiaba, che naturalmente nell'originale non c'è ma è farina del mio sacco ^_^

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    2. Ma è un grandioso colpo di scena! Tra l'altro, ho trovato bellissima la tua prosa. Una domanda: i bambini verdi, sarebbero quelli di Woolpit (anticamente Wolf-Pits), la piccola contrada nel Suffolk?

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  4. Era un po' - vero - che non postavi nuovi capitoli di S&C?
    Rivelazione tosta. Ma poteva essere peggio: "No, Massimo: IO sono tuo padre!"

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    1. Ah ah, ma mica siamo in un film di Almodovar ;-D
      Perché un po'? Stavolta ho rispettato la scadenza delle due settimane preciso preciso.

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    2. Evidentemente devo essermi perso un episodio.

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  5. Ecco ai bambini verdi c'ero arrivata, ma non pensavo che il fratello potesse essere Massimo :O Ma la luna e le maree... non sono forse indizi sulla ------- dei due fratelli? Uff -_-

    Un P.S.: molto belle queste due ultime pagine, in particolar modo la precedente che ho letto poco fa, davvero incantevoli alcune descrizioni *_*

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    1. Ti ringrazio all'infinito, Glò, per le tue belle parole di apprezzamento. Si vede che miglioro con il tempo, perché in realtà scrivo con la stessa velocità improvvisatoria di prima.
      Riguardo ai due fratelli, che forse una volta erano verdi ma ora non lo sono più e di cui uno dovrebbe pure esser morto, ho in mente qualcosa di abbastanza sorprendente per il futuro, ma che come al solito si svilupperà un passetto alla volta ;-)

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  6. Ciao Ivano, non conosco bene questi personaggi quindi dovrò andare a cercare nei post precedenti, ma il brano l'ho trovato molto bello.
    Descrizioni accurate, piene di emotività, che trascinano il lettore.
    Domanda curiosa: sei anche tu uno scrittore?
    Un abbraccio, Franny

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    1. Grazie e benvenuta Francesca :-)) I post precedenti, come puoi vedere, sono tanti, ben 166! Per capirci di più ti rimando però alle due pagine statiche del blog "Solve et Coagula I e II".

      Se sono uno scrittore? Immagino che tu intenda qualcuno che è stato pubblicato o si è autopubblicato. La risposta è: ancora no, anche se ambisco a esserlo. In contemporanea con il blog porto infatti avanti quella che considero essere la mia opera magna, che trovi descritta, sempre in questo blog, alla pagina statica "Trilogia di Shaula". Sto completando la revisione del primo volume, "L'Estate dei Fiori Artici", ma vado molto a rilento perché posso dedicargli solo ritagli di tempo. Spero comunque di riuscire a terminarla questa stessa estate.
      Ricambio l'abbraccio e grazie mille per le tue belle parole, molto gradite. A presto rileggerci :-))

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    2. Grazie per la spiegazione. Sì ho visto che hai postato molti capitoli e quindi inizierò con calma, più che altro perché sto lavorando a un saggio che dovrà essere pubblicato (calma, con molta calma) e quindi porta via del tempo.
      Ci rileggiamo presto, un abbraccio :-)

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  7. Bella la scena del sogno! E che colpo di scena sono fratello e sorella, hai voluto spiazzarci con questa rivelazione, ci sei riuscito, almeno per quanto mi riguarda 😊

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