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Solve et Coagula - Pagina 79



Capitolo 6 - parte 15

In compenso, dal lato delle scale, risuonavano i passi in avvicinamento di Giulia.
Luisa aveva previsto un possibile arrivo anticipato dell'amica, ma non che si sarebbe fatta viva così presto. Erano due mani in più al lavoro, d'accordo, però lei, da buona individualista (e ultimamente anche un po' misantropa), aveva sempre pensato che ci fosse molto di vero nel detto Chi fa da sé fa per tre.
Giulia non si mostrò comunque sorpresa dell'accoglienza, non proprio entusiasta, riservatale dall'amica. Sembrava anzi averla messa in conto in anticipo, e anche la sua frase di ingresso suonò condita di una certa ironia. «Ciao. Non sono arrivata troppo presto, vero?».
«Nient'affatto» sghignazzò Luisa. «Pensa che appena un minuto prima avevo chiesto alla mia fata madrina di mandarmi un aiuto».
Giulia accennò a sua volta a una risata. «Caspita» esclamò, «vorrei averla anch'io una fata madrina così efficiente».
«Sì, ma devi stare molto attenta ai desideri che esprimi. È il rovescio della medaglia» precisò Luisa, mentre si faceva di lato per liberare l'ingresso.
«Sai? È una vera fortuna per te non avere amici obesi» la punzecchiò ancora Giulia. «È tutto così stretto qui». Poi, a voce più bassa: «E la mostriciattola? È in casa?».
Luisa annuì e indicò il soprabito invernale di Alessandra appeso all’attaccapanni. «Dammi anche il tuo» aggiunse, notando inoltre, nello stesso momento, che l’amica non si era presentata a mani vuote. «Cosa c’è in quel sacchetto? Ti avevo detto di non portare niente».
«Ho disubbidito. Niente crostata da supermarket stasera. Il nostro ospite si merita di meglio. Ho studiato la ricetta di un dolce e qui c’è tutto il necessario per realizzarlo. Tu ci metterai il forno e la teglia. Mentre tu ti occuperai del resto della cena, io mi dedicherò alla preparazione del dolce, ok?»
«È per questo che sono arrivata così presto» continuò avviandosi verso la cucina.
Luisa fu così costretta a vergognarsi della fredda accoglienza che aveva riservato poco prima all’amica, e si ripromise di essere più gentile con lei da quel momento in avanti. Anzi si ripromise di essere più gentile in generale, ma il primo soggetto su cui si sarebbe esercitata sarebbe stata comunque la sua amica. Mentre il secondo sarebbe forse stato, almeno per quella sera, Fabrizio.

«Vedo che hai già radunato tutti gli ingredienti sul tavolo» osservò Giulia. Poi le cadde l’occhio sui barattoli di ceci. «E questi? Non mi dire che sono per l’hummus. Ero certa di averti battuto alla cassa una confezione di ceci secchi».
Luisa sospirò. «Ho avuto un imprevisto. Per questa volta useremo ceci in scatola, ok?».
«Ok, io non ho visto niente».
Dopodiché lavorarono assorte in silenzio per alcuni minuti. O così almeno sembrò a Luisa.
«Cosa hai detto?» le chiese a un tratto Giulia, facendola sussultare.
«Io non ho detto niente» replicò lei.
«Sono sicura che hai detto qualcosa» insisté l’amica.
«Ti ripeto che non ho aperto bocca. Forse senti le voci».
«Parlavi della nebbia, del silenzio e di non so cos'altro. Non sono riuscita a capire tutto».


Commenti

  1. Forse te l'avevo già chiesto, ma devi ricordarmi cos'è l'hummus.

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  2. Tu che sei un chimico dovresti saperlo :o (scherzo...)
    L'hummus è una crema di ceci e tahini (burro di sesamo).

    RispondiElimina
  3. Accidenti! Ora pure Giulia - su cui contavamo tutti - sente le voci! Siamo messi proprio male...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma no! E' Luisa che parla a voce alta senza rendersene conto. I ruoli non sono mutati ;-)

      Elimina

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