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Miao, il mio primo giornalino /2




Ad attendervi, in questo post, c'è la seconda parte del tour illustrato attraverso le pagine di Miao numero 58, uscito nelle edicole nell'estate del 1967, in data 22 luglio. Dopo aver preso in considerazione le prime 14 pagine del fascicolo, è il turno oggi delle pagine da 15 a 26, più l'inserto per i genitori. Voglio però cominciare con qualcos'altro, una curiosità che riguarda il numero 55 del giornalino, pubblicato in data... ecco è proprio questo il punto. Guardate un po' l'immagine qui sotto (meglio se nella versione ingrandita con un magico click):




Come avrete notato, ho messo in evidenza la data 10 giugno 1957 stampata sulla copertina, che avrebbe invece dovuto riportare la data 10 giugno 1967. Che cosa sarà mai successo? Un momentaneo sbandamento della linea temporale? Uno scherzo degli alieni? Una svista dell'addetto alla composizione tipografica? Bene, mentre voi vi formate la vostra opinione, io, che me lo sono già fatta, vado avanti con il post.


Il tour illustrato - seconda parte



Pagine 15-16. Due delle quattro pagine che andranno a comporre
un elaborata struttura di carta in 3D. Disegni della brava Elena Poirer.


Si inserisce a questo punto, cioè a metà esatta dell'albo, l'inserto staccabile di quattro pagine dedicato ai genitori, a cura dell'Istituto di pedagogia dell'Università di Roma. Stampato su carta povera, nelle prime due pagine presentava in genere fiabe (anche di paesi lontani), piccole poesie e descrizioni di giochi, ma in occasioni particolari forniva notizie utili ai genitori su temi di attualità: cito, per fare due esempi che ho sott'occhio, la nuova legge sui vaccini del 1967 e il progetto di educazione sessuale nelle scuole su cui, verso la fine degli anni '60, si era acceso un dibattito. Le rimanenti due pagine erano invece dedicate, in genere, ai concorsi per i piccoli lettori e a comunicazioni di servizio di vario tipo.







L'inserto per i genitori non aveva effetti sulla numerazione dell'albo, che riprendeva, come se nulla fosse, da pagina 17.



Pagine 17-18. Le due pagine da ritagliare e piegare che completano il gioco
iniziato a pagina 15. La pagina 17 mostra il risultato da ottenere.


Pagina 19. Primi approcci all'arte astratta. Ma l'antico proprietario
dell'albo non sembra aver gradito.




Pagine 20-22. Protagonista della seconda storia dell'albo è
la dolcissima Paperella a molla, personaggio quasi fisso di Miao.





Pagine 23-26. Non perdete l'occasione di mostrare chi
comanda davvero a chi vi circonda e armatevi di forbici e colla!


Finisce qui la seconda tappa del tour illustrato, ma non siamo ancora arrivati alla fine del fascicolo, né tanto meno di questa serie di post. Vi aspetto tutti qui per il terzo appuntamento con il mitico Miao!

Commenti

  1. Oddio, i concorsi con l'elenco dei vincitori pubblicato sull'albo sono un classico dimenticato, oggigiorno sarebbero complicate tra legge sulla privacy, tutela dei minori e autorizzazioni dei genitori :-D

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    1. Ma sai che orgoglio vedere il proprio nome o quello dei propri figli pubblicato, Ariano? E per di più con l'indirizzo completo, così che ogni dubbio di omonimia era dissipato sul nascere ;-D

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    2. Mi pare che anche nella Settimana Enigmistica attuale pubblichino ancora i nomi dei vincitori dei concorsi.

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    3. Benvenuta Kukuviza e grazie del commento. Non saprei risponderti, sono molti anni che non ho tra le mani una Settimana Enigmistica. Comunque mi pare di capire che Ariano qui sopra abbia inteso riferirsi alla questione dei minori d'età.

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    4. Grazie per il benvenuto. Questo blog mi piace molto, l'ho scoperto da poco e mi sto perdendo piacevolmente a leggere i vari post.
      Sì, una volta si andava più in scioltezza e non si pensava tanto alla privacy. Penso che fino agli anni '90, in riviste tipo Topolino, i genitori mandavano le foto dei propri figli da pubblicare (senza indirizzo perlomeno). A parte che adesso è peggio perché troppi genitori mettono su facebook le foto dei propri figli rendendole a tutti visibili. Io personalmente non lo farei. Comunque sto andando troppo fuori tema. :-D

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    5. Non so, secondo me oggi si esagera con le paranoie. Se tutti postano le foto dei propri figli su Facebook in realtà è come se non le postasse nessuno. Per spiegarmi meglio, se tutti andassero in giro nudi, nessuno sarebbe più nudo perché nessuno noterebbe più la differenza. Poi, ovviamente, ognuno è libero di fare come pensa meglio.

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    6. Sicuramente se tutti andassimo in giro nudi nessuno sarebbe più nudo, però sulle foto dei bambini non so se sia proprio la stessa cosa. Internet è un mezzo potentissimo e di difficile controllo e la prudenza è d'uopo. A nessuno piacerebbe che le foto dei bambini finissero in mani poco raccomandabili.

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    7. Però smettere o limitarsi per questo motivo significherebbe proprio darla vinta a certe persone dai gusti discutibili. La stesso che si sente sempre dire, per esempio, a proposito dello smettere di uscire di casa per paura degli attentati.

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    8. Ok, ma vivere chiusi in casa non si può mentre si può benissimo non mettere le foto dei bambini in rete. O al limite fare in modo che solo alcune persone le vedano, non tutti indiscriminatamente.

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    9. Whew! Direi che non riusciamo proprio a metterci d'accordo: tu pensi che sia una misura preventiva saggia, a me sembra una paranoia tra le tante che caratterizzano questa società in stato avanzato di decomposizione. Quindi penso che sia meglio chiudere qui con un bel pareggio ^__^

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  2. Devo farmi un giro al mercatino delle pulci per vedere se ne becco qualche numero, magari valgono pure qualcosa.
    Ma ci fu qualche ristampa successiva o in altro nome/formato?
    Perché ti giuro che le immagini mi ricordano qualcosa di simile che lessi nella mia infanzia.

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    1. Sul valore di mercato ho qualche dubbi, Pirkaf. Il bancarellaio da cui li ho comprati io li vendeva a euro 2,50 l'uno, ma poiché ho completo l'intero stock me li ha messi 2 euro.
      E non è per niente impossibile che tu abbia potuto leggerli nella tua infanzia, visto che le pubblicazioni sono continuate fino alla fine degli anni '80.

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  3. La svista tipografica è troppo banale eh... attendo rivelazione :D Delle pagine centrali non ho ricordo, chissà se mamma le staccava prima di passarmi l'albo! :O

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    1. La mia ipotesi, Glò, è che si sia trattato di un tentativo di divertirsi alle spalle dei blogger di mezzo secolo dopo. Metti che io avessi trovato solo quel numero... avrei scritto che Miao esisteva già nel 1957 ;-)
      Riguardo alle pagine centrali, anch'io non le ricordavo ma dubito che i miei si preoccupassero di staccarle... probabilmente non si erano neanche accorti della loro esistenza. Ritengo più probabile che quelle quattro paginette centrali a noi bambini non dicessero niente e per questo non ne abbiamo conservato traccia nella nostra memoria.

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  4. Di sicuro, non ricordo le pagine centrali, che comunque trovo molto interessanti. Sono andata a googolare per cercare un nesso con la "svista" tipografica... la butto lì: è la data di uscita del brano, interpretato da Elvis Presley, Jailhouse rock e contestualmente del film omonimo?

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    1. Ho già rivelato la mia tesi nella risposta a Glò, Clementina. Comunque ogni altra teoria è ben accetta, meglio se supportata da prove, possibilmente inconfutabili ;D

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  5. Non ho mai sentito parlare di questo fumetto quindi sto adorando questi post: spero farai altri viaggi nell'Archeo Edicola ^_^

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    1. L'Archeo Edicola affascina moltissimo anche me come materia. Con Michelino e Miao sono stato fortunato perché nessuno si era mai deciso ad approfondire queste pubblicazioni. Se e quando riuscirò a trovare qualcos'altro di così poco sfruttato, non mancherò certo di approfittarne ;-)

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    2. Mai sentito Miao. Del resto se io parlassi ai ragazzi a cui faccio lezione di Tiramolla (che ogni tanto leggevo da bimbetto) farebbe più o meno lo stesso effetto...

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    3. Lo credo anch'io, Marco. Penso anzi che tra i personaggi di cui si nutrivano i bambini in quegli anni ormai lontanucci, godano tutt'ora di fama universale solo i Disneyani e Popeye/Braccio di ferro.

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    4. Io poi negli anni '80 ravanavo in ogni fumetteria che trovavo, quindi spesso mi ritrovavo a leggere fumetti che in realtà i miei amici coetanei ignoravano, tipo appunto Tiramolla, Nonna Abelarda, Geppo, e poi avevo una predilezione per Felix il Gatto, che però preferivo in forma animata. Purtroppo non sono riuscito a conservare nulla del periodo, ma diverse cosette le ho ritrovate in bancarelle più recenti: ci dovrò fare uno speciale ;-)

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    5. @ Lucius
      Io da bambino avevo una vera passione per Geppo, ma mi piacevano anche gli altri che hai citato.

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  6. Le tavole con la Paperella a molla sono davvero bellissime, tanto più che non c'è alcun fumetto da leggere, e quindi sono molto adatte ai bambini età prescolare.

    E la corona, come si direbbe oggi, è imperdibile!

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    1. Tutto Miao è muto, a parte la copertina e il mini inserto per i genitori. Perfino le istruzioni per le attività sono spiegate per mezzo di disegni anziché parole.

      Ti ha colpito la corona? Ma va? Non lo avrei mai detto! ;-D

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  7. La paperella con le ruoteeee!!! Come ho potuto dimenticarmela!
    Non ho invece assolutamente alcun ricordo di quell'inserto genitoriale....
    PS. La mia ipotesi sulla data sbagliata ha a che fare con i viaggi nel tempo..... ^_^

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    1. Me lo sono chiesto anch'io, sai? Ma mi è bastato rivederla per sentirla subito famigliare... un po' come ritrovare un vecchio caro amico a distanza di anni.
      Neanche a me l'inserto genitoriale dice qualcosa, ma come ho detto sopra a Glò mi resta difficile pensare che i miei si preoccupassero di toglierlo. Forse scivolava semplicemente al di là dei parametri della mia attenzione.

      P.S. Qualcosa di recuperato da un crononauta, da una linea spazio-tempo dove Miao esisteva già nel 1957?

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  8. La papera a molla... me la ricordo: la disegnavo sempre. 😀

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    1. Ero anch'io un fanatico del disegno da piccolo, ma la paperella di Miao mi sembra di non averla mai disegnata... In compenso realizzavo "cartoni animati" con le avventure della famiglia GloCò, quella famiglia di papere che pubblicizzava la cera omonima a Carosello. In realtà erano strisce di carta con quattro vignette che facevo scorrere, una vignetta alla volta, in una specie di cinevisor anch'esso di carta... di qui la definizione di cartoni animati. Raccontavo la storia e facevo le voci dei personaggi :O

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