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Solve et Coagula - Pagina 33



Capitolo 3 - parte 8

In ogni caso, dopo quella sera, Luisa perse completamente di vista gli ex compagni di università e di conseguenza la stessa Giulia, fino al giorno in cui la sua futura amica non iniziò a lavorare come cassiera proprio nello stesso supermercato in cui lei aveva acquistato a suo tempo la sua copia di Dio di illusioni. Ed ecco così una seconda e altrettanto bizzarra coincidenza che andava a sommarsi a quella che aveva favorito il loro primo incontro.
E se, ancora per un po’, i loro colloqui furono circoscritti unicamente a quei momenti in cui Luisa si metteva in fila con il suo carrello della spesa, immancabilmente ogni volta alla cassa dove era di turno Giulia, nel giro di poco tempo, le due ragazze cominciarono a familiarizzare e a vedersi sempre più di frequente anche all’esterno del negozio.
Ma era già una Giulia abbastanza diversa da quella del giorno in cui si erano conosciute. Alcune cose erano forse troppo connaturate in lei perché potessero cambiare, come, per esempio, la propensione che aveva a passare da un discorso all’altro senza approfondirne troppo nessuno, riconobbe Luisa, ma ciononostante emanava da lei qualcosa di diverso. O forse era lei stessa a essere cambiata e a vedere le cose e le persone con occhi diversi. Ma su una cosa non c’erano dubbi: le parole di Giulia di quella sera, Non si può dire che io sia una gran lettrice, fossero state o no vere, non le si confacevano più. Traspariva invece, da tutto quello che diceva, che stava leggendo molto, forse addirittura moltissimo.
Luisa aveva anche apparentemente assistito in diretta allo sbocciare dell’interesse dell’amica per la psicanalisi e ormai le era anche chiaro che il suo recente interesse per i tarocchi, che lì per lì l’aveva sorpresa, ne era una diretta conseguenza. Era in ogni caso la prima volta, per quanto lei ricordasse, che Giulia le nominava Anais Nin e il suo Diario. Sembrava quasi l’avesse tenuto in serbo per un’occasione speciale. O per una situazione di emergenza, come poteva essere stata quella di quel pomeriggio.
E, a proposito dell’idea della chiusura del cerchio, che aveva dato spunto a tutta quella sua serie di riflessioni e di ricordi, Luisa aveva come l’impressione che molti dei temi con cui si stava confrontando in quel periodo fossero già contenuti in nuce, in forma puramente potenziale, in quei particolari momenti del suo passato. Ma soprattutto, che fosse stato il suo primo incontro con Giulia a fare da elemento catalizzatore e a decidere cosa avrebbe germinato e cosa no.
Ed ecco adesso, dulcis in fundo, perfino il diavolo faceva la sua ricomparsa, anche se come figura delle carte anziché nelle spoglie, ormai trascorse, di una specie di Indiana Jones nostrale.

Non appena entrò nel suo piccolo studio-soggiorno, Luisa notò subito la busta da lettere sul tavolo, accanto al computer. Era il 5 febbraio e Alessandra pagava ogni volta in questo modo, e ogni volta puntuale, la quota di affitto della sua stanza.

(Il dedalo delle storie, 13 ottobre 2013)

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Commenti

  1. Rieccomi con la lettura. Una delle caratteristiche più belle dell'amicizia, e che non finirà mai di stupirmi, è la complementarietà nella diversità.

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    1. Vero, Cristina. E nel creare il rapporto tra Luisa e Giulia ho voluto dare risalto proprio a questo aspetto.

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