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Solve et Coagula - Nota al capitolo 3 /3: Dalle Nozze al Ragnarock




Nella parte precedente di questa nota (che, come già avevo fatto per la prima, ho dedicato interamente al romanzo di Donna Tartt Dio di illusioni) ho anche citato per due volte un famoso scrittore ed editore italiano, Roberto Calasso, e, in, particolare due suoi libri dedicati al mito: La letteratura e gli dei e Le nozze di Cadmo e Armonia. (Parliamo, per inciso, e ciò vale per tutte le opere di questo autore, di libri editi da Adelphi, la casa editrice di cui lo stesso Calasso è direttore).

Si tratta, lo dico subito, di citazioni che per me hanno un valore aggiunto, poiché leggere un autore italiano moderno è tutt'altro che la norma nel mio caso, e anzi le mie cognizioni in materia di letteratura italiana non si spingono oltre Verga e il verismo, cioè oltre il punto in cui mi ha portato la mia istruzione scolastica tradizionale. Questo non per un'avversione di principio, ma per la mia adesione incondizionata a un misterioso impulso interiore che mi ha condotto fin da bambino a guardare altrove, così che l'ago della mia bussola letteraria ha sempre puntato ostinatamente, con solo minime oscillazioni, verso le direzioni nord-nordovest-ovest (dove per nord va inteso soprattutto la Francia e la Germania, e per ovest l'al di là dell'Atlantico). Roberto Calasso non poteva tuttavia che rappresentare una felice eccezione, dal momento che ha sempre scritto di temi e di autori che mi coinvolgono enormemente. Calasso nei suoi libri parla di Proust, Baudelaire, Mallarmé, Klossowsky, Stirner, Nietzsche, Kafka, etc.; ma anche, ed è ciò che più conta per me, parla del mito. O, per meglio dire, rinarra i miti, ma diversamente da chiunque altro, come se li attingesse direttamente da quell'Anima Mundi di cui costituiscono senza dubbio una delle materie prime. Ed è forse la prima volta in assoluto che accade una cosa del genere.

Più nello specifico, Calasso ha dedicato esplicitamente al mito vari libri: oltre ai due che ho citato in apertura del post, La letteratura e gli dei (in cui si fa riferimento, tra gli altri, a Baudelaire, Lautréamont, Mallarmé, Holderlin, Nietzsche) e Le nozze di Cadmo e Armonia (rinarrazione fatata e fatale di molti racconti del mito greco), anche La follia che viene dalle ninfe (prosecuzione ideale, almeno per quanto riguarda la sezione che dà il titolo all'opera, delle Nozze) e Ka (dedicato al mito indù; sottotitolo: dagli dei al Buddha).
Ma ha anche scritto libri su soggetti affini, come La rovina di Kasch, dove si narra dello slittamento, nell'era moderna, del sacrificio dal piano mitico-rituale a quello secolare e L'ardore, un bellissimo libro incentrato sul tapas (ardore in sanscrito) e più in generale sull'insegnamento dei veggenti vedici, che secondo certuni sarebbe stato superato e reso superfluo dall'insegnamento, azzerante di tutto, del Buddha. Una sorte presunta che ricorda molto da vicino quella toccata a suo tempo al paganesimo occidentale con l'avvento del Cristo.


Tornando adesso a Solve et Coagula, a cui questo post è in fin dei conti dedicato, la sommaria introduzione all'opera dell'autore Calasso che ci siamo appena lasciati alle spalle mi è anche utile per dire che c'è stato un momento, durante la stesura del flashback sul primo incontro di Luisa con Giulia, in cui ho corso il serio rischio di far giocare il ruolo di catalizzatore dell'incontro proprio alle Nozze di Cadmo e Armonia anziché a Dio di illusioni. Ma a quel punto è scattato in me una sorta di timore riverenziale.

Non è però neanche che io mi senta di escludere qui, in assoluto, la possibilità che prima o poi Le nozze facciano capolino nella storia, dal momento che Luisa, appassionata di mito greco almeno quanto me, lo ha sicuramente letto. Ma, almeno in quella fase del racconto, Dio di illusioni aveva un'aria decisamente più rassicurante ai miei occhi. Mi appariva molto più "maneggevole" come testo e meno carico di incognite e rischi potenziali per il futuro del racconto. Dopotutto se c'è un libro, sulla faccia della terra, a cui non saprei aggiungere nulla, quello è proprio Le nozze di Cadmo e Armonia.

Sempre a proposito delle Nozze, la mia esperienza è che non importa quante volte lo si sia letto, a ogni nuova lettura vi si troveranno nuovi tesori, prima all'apparenza nascosti. Per questo mi capita spesso di rileggerne delle parti. Di solito scelgo un dio o una dea e leggo le pagine del libro che lo/la riguardano. E poiché il libro nelle sue prime edizioni era sprovvisto di un indice analitico, avevo dovuto fabbricarmene uno, prima scrivendo l'elenco degli dei e delle dee e poi cercando nel libro le pagine corrispondenti. Per fortuna, da un certo momento in avanti il volume ha cominciato a essere pubblicato completo dell'indice dei nomi e adesso non è più necessario imbarcarsi in simili imprese.


Un identico procedimento lo avevo poi applicato all'Edda di Snorri e all'Edda poetica. Anche in questo caso avevo compilato un elenco dei nomi delle varie divinità con i numeri delle pagine in cui erano citate. E proprio questo aneddoto mi permette di ricollegare le mie riflessioni alla parte finale del terzo capitolo di Solve et Coagula, in cui si affacciano all'orizzonte i primi elementi di quella mitologia nordica che tanto peso avrà poi nel seguito della storia.

E merita, a questo punto, che mi soffermi ancora per poche righe, prima del congedo finale da questa Nota in tre atti, su un altro aneddoto. Com'è facile da capire per chiunque mastichi anche solo un pochino di queste cose, il nome del pub immaginario che ho collocato nel centro di Firenze, Ragnarock, nasce dalla fusione delle due parole Ragnarok (la fine di un'era, e di una generazione divina, secondo il mito nordico) e Rock. Ma solo qualche giorno dopo averlo creato, mi è poi venuto da pensare che non era per niente difficile inventarsi un simile gioco di parole e che qualcuno poteva benissimo avermi preceduto. Ho quindi deciso di fare una ricerca su internet e ho avuto la conferma che le cose stavano proprio così: esistevano già dei pub con questo nome e uno di questi si trovava proprio in Italia, a Campobasso.


Peter Nicolai Arbo, Åsgårdsreien (1872). Nasjonalmuseet, Oslo


* * *


L'immagine di apertura del post è: Noël-Nicolas Coypel, Europe (1727).


Commenti

  1. Non ho mai letto nulla di Roberto Calasso ma ne ho sentito parlare. Ovvio che tu ne consigli la lettura, ma si tratta di saggistica in senso stretto o ha elementi quasi narrativi?

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    1. Direi che è una miscela dei due, anche se in casi come "Le nozze di Cadmo e Armonia" e "Ka", prevale senz'altro l'elemento narrativo. In altri, invece, "La letteratura e gli dei" o "La folie Baudelaire" per esempio, domina il taglio saggistico.

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  2. Mi chiedo se tu abbia mai letto Ragnarök della Byatt (anche questo è un titolo che fa parte delle mie letture future XD Forse è un modo, il mio, per garantirmi vita pressoché eterna: fare progetti di lettura, all'infinito! XD), nel caso attendo un tuo parere ^^

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    1. No, Glò, non solo non l'ho letto ma non sapevo neppure della sua esistenza. L'unico libro della Byatt che avevo sentito nominare è il ben noto Possession. Dalle recensioni sembra però un libro interessante.

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    2. Eh sì, sembra interessante! Non ho ancora letto nulla dell'autrice, questo titolo sarà il primo:P

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    3. Allora mi aspetto di leggere anche la tua di recensioni un giorno ;)

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  3. Sono molto contenta che nella tua blog novel avranno grande parte i miti della mitologia nordica. Come dicevo nel corso di un precedente commento, per me è stata una scoperta abbastanza recente.

    Di Calasso avevo letto "Le nozze di Cadmo e Armonia". Molto bello è anche "Il codice dell'anima" sempre edito da Adelphi, di James Hillman, sulla figura del "compagno segreto" (daimon per i greci, genius per i latini, angelo custode per i cristiani).

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    1. Anche Il codice dell'anima come Le nozze fa parte della lista dei cento libri di formazione che ho pubblicato nel blog. E' forse il libro più importante di Hillman, quasi certamente il suo più maturo e non è certo un caso che sia anche uno dei suoi ultimi scritti.

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