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Visualizzazione dei post da giugno, 2014
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Solve et Coagula - Pagina 73

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Capitolo 6 - parte 9 Appena cento metri prima del suo portone, Luisa deviò in una strada laterale ed entrò nella sua cartoleria di fiducia. A dire il vero erano mesi che non ci metteva piede, ma era comunque lì che si serviva le rare volte che doveva acquistare un articolo di cancelleria. Salutò la commessa, una signora di mezz'età con la chioma ossigenata che conosceva solo di vista, e si diresse all’espositore dei biglietti di auguri. Ma quando poi, a una rapida occhiata, vide confermati i suoi timori, ripiegò sulla seconda opzione. “Non avete biglietti già pronti per inviti a cena, vero?” chiese alla commessa sapendo già la risposta. “Se li avessimo sarebbero nell’espositore” le confermò la donna. “E dei biglietti vuoti con delle buste colorate, i più eleganti possibile… li avete?”. La commessa prima annuì con la testa, poi si abbassò e frugò sotto il banco. Pochi istanti dopo Luisa vide emergere una pila di quattro scatole bianche dal coperchio trasparente. Le

Bodé va a Oz - Vita, opere e morte di Vaughn Bodé, messia del fumetto /9

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Un'illustrazione di grande formato che mostra Cheech Wizard alla testa di uno sgangherato drappello di personaggi, tutti in marcia su un sentiero di mattoni gialli diretto a un lontano castello. Per prima, alle spalle del mago, viene Poppy , la terribile orfanella quattrenne sua abituale comprimaria nelle storie, con l'inseparabile bambola di cencio che puzza di vomito. E subito dietro lei: un cagnolino, una lucertola spaventapasseri, un uomo di latta e un leone pauroso. Si tratta, lo avrete già capito, di una parodia del Mago di Oz , con Cheech Wizard calato nei panni del famoso mago e Poppy che fa le veci di Dorothy. Ma si tratta anche dell'ultimo progetto di Vaughn Bodé, quello a cui lui aveva appena messo mano prima di morire. E proprio questa illustrazione è stata, per quasi trent'anni, tutto quel che ne rimaneva, insieme al titolo: The Lizard of Oz . Per fortuna ci ha infine pensato il figlio di Vaughn, Mark Bodé , a correre ai ripari. Vediamo in che mod

Solve et Coagula - Pagina 72

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Capitolo 6 - parte 8 Di piano in piano, di sala in sala, di sezione in sezione, Luisa vagò per gran parte della biblioteca, finché infine si ritrovò seduta a un tavolo davanti agli scaffali che ospitavano i fumetti. Prima lesse un intero volume di strisce di Calvin & Hobbes, poi dedicò quel poco di attenzione che le rimaneva alle spettacolari esibizioni autodistruttive dei Coniglietti Suicidi. Ma intanto si sentiva anche risospinta verso il sogno di quella notte. Soprattutto la assillava il ricordo del suono, straziante, che aveva sentito uscire dalle corde del violoncello. Proprio come un assillo, riaffiorava nella sua mente a intervalli pressoché regolari. Straziante ? Senza dubbio lo era, anche se Luisa comprendeva bene che nei suoi meandri sonori si celava molto, infinitamente, di più. Ma era un di più che in quel momento lei non riusciva a circoscrivere, e tanto meno a nominare.

I mitologi dove meno te li aspetti

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Quando ho iniziato a tesserlo, questo post doveva essere nelle mie intenzioni il terzo della serie intitolata al Re dei gatti e il tramonto degli oracoli . Però più andavo avanti, più vedevo assottigliarsi il filo che lo collegava ai due post che lo precedevano. Ho quindi deciso che i post intitolati al Re dei gatti sarebbero rimasti alla fine due, e che sarebbero confluiti, insieme a questo e agli altri di argomento simile che seguiranno, in un affresco di più ampio respiro sul mito, che mi permetta di proseguire nel solco tracciato ma con una maggiore libertà e fluidità. Anche perché sistematicità e compiutezza, come sapeva bene Platone, sono quanto di più anti-mitologico si possa immaginare. Fatta questa premessa, mi sento adesso libero di dare il via alle danze (a ritmo di Baccanale, per cominciare), partendo da un mio ricordo di gioventù molto particolare. * * * 1. La tela di Penelope Nei miei ricordi, il panorama delle edicole nella prima metà degli anni sett

Solve et Coagula - Pagina 71

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Capitolo 6 - parte 7 Luisa sentì il cuore balzarle in gola, ma non ebbe il tempo di riaversi dalla sorpresa prima che un seconda voce, quella del violoncello stavolta, prima colpisse poi rapisse la sua attenzione. Era un suono rauco e prolungato, che lei aveva la netta sensazione di aver già ascoltato prima. Tutta la scena aveva così riacquistato, come per magia, il suo sonoro (o era a lei che era ritornato l’udito?), ma ecco che un istante dopo Luisa, nel preciso momento in cui cercò di mettere a fuoco il suo quasi ricordo, si risvegliò nel suo letto. Ansimava, ma non avrebbe saputo dire se per lo sforzo o per la paura. Ma guarda tu che razza di sogni , pensò indispettita. Durante il giorno viveva emozioni ed esperienze insolite a ritmo frenetico, e quello era il risultato. Quando poi si mise alla ricerca del suo orologio per controllare l’ora, sperò con tutto il cuore che non fosse troppo presto, perché la spaventava l’idea di dover affrontare un’altra giornata interminabile.

L'ultima fuga del Cheech Wizard - Vita, opere e morte di Vaughn Bodé, messia del fumetto /8

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Fu un James Dean senza lacrime, un Alice Cooper senza finzione. Fu televisione e acido di strada. E morì la sua morte stupida e contorta per la stessa ragione di sempre. Lo doveva al suo pubblico. Denny O'Neill, The Death of the Cheech Wizard * * * "Mark, ho visto dio quattro volte, e presto lo vedrò di nuovo. lui per me è il numero uno, e tu sei il numero due". Con queste parole, rivolte al figlio dodicenne, Vaughn Bodé si apprestava a chiudersi nella sua stanza. Indossava la sua tunica bianca da meditazione. Aggiunse che avrebbe fatto la sua "cosa di Dio" e che non voleva essere disturbato da nessuno. Mark non capì esattamente di cosa stesse parlando il padre. Gli disse semplicemente: "Papà, sei bellissimo". "Visto, Mark? Sono un vero ierofante" replicò lui. Poi una volta dentro la stanza, con un sottofondo di musiche di Mozart, Vaughn Bodé dette inizio per la quinta volta al suo sacro rito. Alcuni minuti dopo, il fr

Solve et Coagula - Pagina 70

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Capitolo 6 - parte 6 Quella notte Luisa sognò di trovarsi in un posto che aveva tutta l'aria di essere un anfiteatro, o qualcosa di analogo, in attesa dell'inizio uno spettacolo. Per la verità la scena era immersa in un buio quasi totale, e lei faticava ad evocare con lo sguardo il profilo ellittico della struttura. Così come faticava a evocare i contorni delle cose più vicine. Mentre delle tante persone che lei ricordava di avere incontrato all’ingresso al suo arrivo, tutte in attesa di entrare, non ne vedeva traccia, da nessuna parte. Era come se  avesse inghiottite il nulla. La pedana al centro dell’ellisse si trovava alcuni gradini più in basso rispetto a dove sedeva lei, ed era solo un po’ meglio delineata di tutto il resto. Ospitava una figura solitaria e immobile, che Luisa distingueva a stento ma sapeva essere Alessandra. Ricordava vagamente di essere stava invitata da lei. Così come credeva di ricordare che sul palco, insieme alla sua inquilina, avrebbero dovu

Prologo al risveglio

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Non cedo spesso alla tentazione di scrivere e pubblicare post che si limitano a fare il solo punto della situazione, ma in certe occasioni reputo inevitabile farlo. L'occasione del momento è che pochi giorni fa ho finito di riproporre su questo blog tutte le sessantanove parti della mia blog novel Solve et Coagula apparse a suo tempo nel Dedalo delle storie di Romina Tamerici, un blog che ha interrotto, come alcuni di voi sanno, la sua attività agli inizi di gennaio. Come dire che non si può  procrastinare  oltre, che è venuto il tempo per me di rimboccarmi le maniche e riprendere da dove avevo interrotto, dopo più di cinque mesi di culla negli allori (si fa per dire). Del resto questo mio blog era nato inizialmente proprio allo scopo di permettermi di continuare, una volta rimessomi in pari, il lavoro iniziato nel Dedalo , un lavoro che ha rappresentato per me, finché è durato, un'esperienza appagante ma anche molto utile - grazie, per esempio, al confronto quasi qu

Il Re dei gatti e il tramonto degli oracoli /2

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Nell'ora in cui L'Uomo di Sion morì sulla croce per amore - Nel momento in cui la sua fronte si distese nella morte, e la sua anima venne meno; Quando il suo sangue benedetto gocciò in basso, e i suoi occhi regali guardarono in alto verso il trono, - Fu allora che morì Pan. Elisabeth Barrett Browning, The Dead Pan , vv. 183-189 * * * La versione del Re dei gatti che offrono Santillana e von Dechend nel loro libro Il mulino di Amleto è singolarmente striminzita rispetto a quella che ho scelto di offrire nella prima parte dell'articolo : Moltissimi gatti si sono radunati in una casa deserta e diroccata, dove un uomo li sta osservando di nascosto. Un gatto balza sul muro e grida: “Dite a Dildrum che Doldrum è morto”. L’uomo va a casa e ripete la frase alla moglie, al che il gatto di casa fa un balzo e miagola: “Allora il re dei gatti sono io” e scompare su per il camino. E' quasi impossibile riassumerla ulteriormente: un gatto dice a un uomo di p

Solve et Coagula - Pagina 69

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Capitolo 6 - parte 5 «Ok, Giuli, direi che per stasera abbiamo parlato abbastanza. È già mezzanotte, andiamo pure» disse infine alzandosi da sedere. «Non dimentichi qualcosa?» replicò Giulia. Luisa prima si guardò intorno, poi lanciò all’amica un’occhiata interrogativa. «Non hai risposto alle mie due domande. Primo: perché mi hai mandata a chiedere notizie sulle Hel? Secondo: cosa pensavi ci fosse nella stanza sul retro? Inoltre, non mi hai detto cosa ha a che fare tutto questo con quello che mi hai appena raccontato sui tuoi sogni o lontani ricordi. Non riesco a vedere nessun collegamento». «Anche di questo parliamo domani, ok?» le rispose Luisa «Dove hai la macchina? Ti accompagno». All’aperto, le due amiche camminarono per alcuni secondi in silenzio, poi Luisa sembrò avere un ripensamento e parlò di nuovo. «In realtà sei stata tu a darmi il primo input…». «Io?» chiese sorpresa Giulia. «Sì, non so se ricordi, ma giorni fa mi hai fatto notare il collegamento te

Solve et Coagula - Pagina 68

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Capitolo 6 - parte 4 «Che ne dici se per stasera finiamo qui, Lu’?» disse al termine delle sue riflessioni «Sono stanca e vorrei andare a casa. Possiamo riprendere il discorso in un altro momento, magari domani, durante la cena». Luisa rifletté un momento: «Sai che forse non è una cattiva idea, la tua? Fabrizio potrebbe avere qualche altro elemento utile…». Giulia scosse la testa incredula: «Elemento utile? Insomma, si può sapere cosa sta succedendo?» protestò «Prima mi mandi a indagare su un gruppo musicale senza darmi un solo motivo valido, poi mi chiedi di parlarti di una stanza come se dovesse contenere chissà cosa. Non sarebbe l’ora che ti sbottonassi un poco? In caso contrario, d’ora in poi te le farai da sola le tue indagini». Luisa capiva perfettamente il punto di vista dell’amica. Il problema era che, prima di poter spiegare le cose agli altri, avrebbe dovuto essere lei in grado di spiegarle a se stessa. Decise comunque di fare almeno un tentativo. «Il punto»

Cartoon Gooroo - Vita, opere e morte di Vaughn Bodé, messia del fumetto /7

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Vaughn andò improvvisamente in pezzi, come carta velina in un temporale. Denny O'Neil, The Death of the Cheech Wizard * * * Nell'agosto del 1974, Bodé si trasferì finalmente a San Francisco. Secondo il fratello Vincent, che lavorava come controllore di volo all'aeroporto di Oakland in Oregon, e lo aveva consigliato in tal senso, era quella città la sua patria naturale. Vaughn Bodé - La farfalla (Lucca, 1974) Meno di tre mesi dopo, ai primi di novembre del 1974, Bodé fu insignito dello  Yellow Kid , una sorta di Oscar del fumetto istituito in Italia nel 1970 all'interno della manifestazione popolarmente conosciuta come Lucca Comics . La Convention lucchese, di rilevanza internazionale, era giunta quell'anno al suo decimo appuntamento e Bodé vi si recò non solo a ritirare il premio che gli era stato assegnato come miglior artista straniero, ma anche a rappresentarvi il suo Cartoon Concert. Gli altri due cartoonist d'oltreoceano ospiti con