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Visualizzazione dei post da settembre, 2015
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Le canzoni della mia vita /4 - Speciale Inverno / Vinter

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Inverno , un brano del 1968, è la mia preferita in assoluto tra le canzoni di Fabrizio de Andrè, così come l'album in cui è inclusa, Tutti morimmo a stento , è il mio preferito. Ma non è solo per questo che ho deciso di creare un post ad hoc . Del testo di questa canzone ho anche realizzato una traduzione dall'italiano allo svedese, come parte di un mio pseudo-progetto, ovvero di una di quelle iniziative, che ogni tanto mi diverto a intraprendere, con probabilità di realizzazione pari a zero o giù di lì. Ho immaginato in questo caso di creare un album italo-svedese dove quattro canzoni sono versioni in italiano delle canzoni di Dan Andersson e le altre quattro sono versioni in svedese delle canzoni di Fabrizio de André. In tutto questo il mio ruolo, oltre che di ideatore e supervisore del progetto, doveva essere quello di traduttore, con l'esecuzione dei brani affidata a due cantanti e a musicisti vari. Inverno di de André è la prima, e per ora unica canzone, c

Le canzoni della mia vita /3: 1972-1975

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Il 1972 è stato un vero anno di svolta nel mio cammino di fruitore di musica. In quell'anno entro in possesso del mio 33 giri e di un vecchio giradischi stereo, costruito da un mio zio appassionato di elettronica. La testina è ancora piezoelettrica, con una forza di appoggio di circa cinque grammi, se ben ricordo, ma si tratta comunque di un gran salto in avanti rispetto al mangiadischi. Il mio amore congiunto per il cinema e per la musica mi porta poi presto a dare molta importanza alle colonne sonore. Per questo ho deciso di dividere questo post in due sezioni, dedicate rispettivamente ai miei primi 33 giri, detti anche in gergo "padelloni", e alle prime colonne sonore che hanno solleticato la mia attenzione. * * * 1. La carica dei 33 Sinfonia N°40 In Sol Minore KV 550 - W.A. Mozart Il primo 33 giri in assoluto a fare ingresso nella mia collezione privata, ai tempi in cui ancora frequentavo le medie inferiori, fu nientemeno che questo disco d

Il meme sull'autobiobibliografia - post di aggiornamento

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Visto che questo è il primo meme nato sul mio blog, ho deciso di creare un post, da aggiornare ogni volta che serve, con la lista dei blogger che hanno scelto di aderire al mio invito. Al momento in cui scrivo queste righe (21 settembre, ore 12) ho contato tre liste, ma sembra proprio che ce ne siano altre in arrivo. La cosa mi fa molto piacere e ringrazio tutti, anche chi ha dimostrato solo dell'interesse o semplice curiosità. Confesso tuttavia, senza nulla togliere all'impegno profuso, che mi aspettavo più sorprese. La rivelazione di chissà quali indicibili segreti sepolti dall'età, forse divenuti nascosti perfino agli occhi di chi a suo tempo li ha vissuti. Nessuno dei partecipanti per ora dimostra di possedere o aver posseduto insane e divoranti passioni, tipo quelle che, facendo l'esempio del sottoscritto, possono portare uno ad abbeverarsi alle storie di Lady Lust, versione al femminile e ampiamente rivisitata dello 007 di Fleming, o alle avventure di Ange

Insieme raccontiamo /1: Alice nel Paese delle Meraviglie

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Non avevo previsto nessun post per oggi, ma poiché Patricia Moll cento ne pensa e cento ne fa... eccomi qua! Da questo mese, infatti, la famosa blogger-prezzemolo di Myrtilla's House ha dato il via a una nuova iniziativa dal titolo Il procedimento è semplice ed è lo stesso che lei aveva inaugurato un po' di tempo fa con il raccontino Il salto , al quale anch'io avevo aggiunto un finale ( questo ): Patricia ci detta un incipit e noi lo continuiamo come meglio ci aggrada. Chiunque può andare sul suo sito e dare la sua adesione. La sola regola da seguire è che il racconto deve essere compreso tra i duecento e i trecento caratteri. E poiché a me piace sia sfruttare al massimo lo spazio a disposizione sia rispettare le regole del gioco, il mio seguito è uscito di trecento caratteri esatti (ma in prima stesura erano quasi cinquecento!). L'incipit di Patricia Un'amaca all'ombra, una birra gelata, un buon libro. Cosa c'è di meglio nelle afose

La storia segreta del film impossibile - Castaneda, Jodo, Fellini e gli altri /2

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Los Angeles, in un giorno d’estate del 1996. Mentre mi trovo davanti all’espositore dei cibi della mensa dell’Università della California (UCLA), a decidere cosa portarmi in tavola per il pranzo, qualcuno mi dà dei colpetti sulla spalla. Mi volto e mi trovo davanti un vecchio amico che non vedo da quasi tre anni. Non mi sorprendo più di tanto perché sono davvero tanti gli italiani accorsi ad ascoltare la serie di conferenze sullo sciamanesimo che Carlos Castaneda ha in programma di tenere, dall’indomani e per un’intera settimana, in una sala dell’università. Lui sembra in ogni caso molto contento di vedermi e scoprirò presto perché. Una volta seduti l’uno di fronte all’altro a un tavolo della mensa, ha inizio la nostra conversazione. Il mio amico esordisce più o meno così: «E’ una vera fortuna che io ti abbia incontrato, perché mi serve qualcuno che sappia scrivere». Ricordavo bene di avergli dato da leggere, qualche anno addietro, alcune parti del mio scritto autobiografico

La storia segreta del film impossibile - Castaneda, Jodo, Fellini e gli altri (Re-edit)

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Questo articolo ha una lunga storia. Della sua prima parte scrissi una prima versione in lingua inglese quasi venti anni fa per The Nagualist Newsletter - una rivista americana di studi sull’opera di Carlos Castaneda - sotto lo pseudonimo di Danio Monti. L'ho riproposto poi, in lingua italiana e aggiornato con i successivi sviluppi, in anni più recenti, nel mio primo blog Power Spot , accompagnato da un sottotitolo a dir poco altisonante: La vera storia mai raccontata prima del perché e del percome non si ebbe a fare uno dei possibili capolavori del cinema . Quella che segue è quindi la terza versione dell'articolo, adeguata nella forma al mio attuale stile di blogging. * * * Quasi proverbiale è diventato con il tempo il rifiuto opposto negli anni ’70 da Carlos Castaneda alle major hollywoodiane che premevano per trarre un film dai suoi libri. Pare che la sua risposta sia stata più o meno questa: “Non sopporterei mai di vedere don Juan sullo schermo con la

Henry Miller e me - Breve invito a un meme sull'autobiobibliografia

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L'anno dopo che Henry Miller ebbe pubblicato, nel 1950, I libri nella mia vita , primo volume del suo tentativo di elencare tutti i libri che aveva letto (con un occhio di riguardo per quelli dell'infanzia, adolescenza e prima giovinezza), l'editore parigino Gallimard gli chiese di compilare, per essere inserita in un'opera dal titolo Pour une Bibliothèque idéale , la lista dei cento libri che più lo avevano influenzato nel corso della sua vita. La riproduco qui, con la sola differenza della sostituzione, ogni volta possibile, dei titoli in Inglese con i corrispondenti titoli in Italiano. I cento libri che più hanno influenzato Henry Miller 1. Tragici greci 2. Le Mille e una Notte (versione per ragazzi) 3. Drammaturghi elisabettiani (escluso Shakespeare) 4. Drammaturghi europei dell'Ottocento 5. Miti e leggende greche 6. Ciclo di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda 7. Abèlard, Pierre, Storia delle mie disgrazie 8. Alain-Fournier, Il