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Visualizzazione dei post da maggio, 2015
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Solve et Coagula - Pagina 115

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Capitolo 9 - parte 14 Naturalmente Luisa era anche attraversata dal dubbio di aver vissuto, quella mattina nel suo appartamento, qualcosa di più di una semplice allucinazione. In fondo, ed era un bel guaio, l’ipotesi contraria spiegava poco o niente di tutto quel che le stava accadendo. Con un senso di crescente impotenza, Poteva solo constatare che la situazione stava rapidamente degenerando: non solo suo padre era svanito nel nulla, quasi certamente dalla sera prima, ma anche di Giulia si erano perse le tracce. «Hanno ritrovato la sua auto, sulla Bolognese, ma di lei niente» le stava spiegando Irene, una collega di lavoro di Giulia più o meno loro coetanea. “La Bolognese” portava alla casa di Fabrizio, ed era una strada male illuminata e poco trafficata nelle ore notturne. Per questo la macchina era stata notata solo quella mattina, parcheggiata malamente in uno spiazzo erboso a lato della carreggiata, e con le portiere aperte. «E del ragazzo che era con lei… neanche di

Come aria che si cambia - l'incipit

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Causa asfissia da lavoro e rottura di scatole Cookie Law , questa settimana ho rinunciato all'idea di trovare la concentrazione e il tempo necessari a scrivere il terzo post della serie Hopper/Rilke e deciso di ricorrere a un post di riserva, che ha se non altro il vantaggio di cominciare ad alzare il velo sulla mia scrittura extra-blog. Anche se, in verità, qualcosina avevo già mostrato, in occasione del gioco concorso sugli incipit organizzato dal blogger scrittore Michele Scarparo, quando avevo messo in campo l'inizio in prima stesura del secondo volume della mia trilogia su Shaula:  Gli occhi di Modì . Per chi se lo fosse perso, eccolo: Alla sera della domenica, al mio ritorno dal mare, trovai ad attendermi a casa non solo la cena preparata da mia madre ma anche il consueto “ jet-lag ” che si ripeteva per me ogni volta identico dopo qualsiasi mia assenza superiore ai due giorni. Il mio sfasamento si protraeva di solito per tutto il tempo necessario non solo a riabit

Solve et Coagula - Pagina 114

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Capitolo 9 - parte 13 All’improvviso il cellulare le squillò in mano facendola sobbalzare. “Numero privato” lesse. Per un  momento fu tentata di ignorare la chiamata, poi si disse che poteva essere qualcosa di importante e dette l’ok. Era l’ospedale. Una voce di donna voleva sapere perché suo padre non si era ancora presentato al lavoro. E adesso? pensò Luisa, sentendosi invadere dal panico. Doveva dire la verità? Qualcosa le suggerì che le conveniva prendere tempo. «Sì, mi scusi, avrei dovuto avvertire… io sono sua figlia, Luisa. Il babbo si è sentito male stanotte». «Capisco» replicò comprensiva la voce. « Lo ha visitato qualcuno? Come sta adesso?». «Adesso sta un po’ meglio. Dorme». «Bene. Lo svegli e mi faccia parlare con lui, per favore». «Preferirei non svegliarlo». «Sta scherzando? Cosa ha paura che possa succedergli?». «Senta» improvvisò Luisa, sempre più agitata. «Lo ha detto il dottore che deve dormire, quando lo ha sedato, io non c'entro niente. P

Il grande libro della geologia di Ivano Landi (presentazione)

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Titolo: Il grande libro della geologia Autore : Ivano Landi Casa editrice : Ediacara Edizioni Anno di pubblicazione: 2008 Pagine : 256 in carta patinata Formato : 30,5 X 24,5 cm. Legatura : Copertina rigida con sovracoperta plastificata Con illustrazioni in bianco e nero e a colori Disponibilità : Fuori catalogo Il grande libro della geologia  è stato concepito come un testo di divulgazione scientifica, riccamente illustrato e scritto in un linguaggio chiaro ma rigoroso da uno dei massimi esperti italiani in materia. Purtroppo l'incendio, dall'origine forse dolosa, che portò nel 2008 alla distruzione del magazzino della Ediacara Edizioni con tutti i volumi che vi erano conservati, compresa l'intera tiratura del Grande libro della geologia, ne impedì a suo tempo la distribuzione nelle librerie. Rimangono, a memoria imperitura dell'opera, una parte delle bozze di preparazione, miracolosamente ritrovate nell'archivio della ex casa editrice, che poss

Rilke e Hopper tra visibile e invisibile (Re-edit, seconda parte)

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Questo post avrebbe dovuto comprendere, nelle mie intenzioni iniziali, tutta la parte dedicata soprattutto a Hopper. Ho invece deciso di fondere il testo originale del 2011 con quello di due miei post su Hopper che avevo scritto nell'anno precedente: Testamento in due atti e Il cantore del mana americano . Questo significa che la parte su Hopper non solo si è allungata di un bel po' ma è anche diventata più variegata. Questo post in particolare presenta il re-edit della prima parte di Testamento in due atti , che proseguirà nel prossimo post congiungendosi a Il cantore del mana americano . Il tutto, intervallato, in corso d'opera, da raffronti con Rilke. Testamento in due atti / inizio da: Power Spot - Il BLuOGo di Potere, 11/06/2010 (con aggiunte) " Maybe I am not very human - what I wanted to do was to paint sunlight on the side of a house. " (Edward Hopper) "Forse non sono molto umano...".   Non è forse questo che ci comunican

Solve et Coagula - Pagina 113

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Capitolo 9 - parte 12 «Sei scettica, vero?» le chiese lui. «Sto facendo del mio meglio» rispose Luisa, «ma non è per niente facile seguirti su questa strada». «Eppure basterebbe che osservassi con più attenzione…». «Sono attentissima». «Bene. In base al mio book dei negativi, questa foto è stata scattata quasi venti anni fa, in una domenica di primavera del 1993. Tu hai sei anni e mezzo e io, te e tua madre siamo una famiglia ancora più o meno felice. Il cielo, da quel che se ne vede oltre l’arco, è sereno e il sole, a giudicare dalle ombre, è più o meno a metà strada per arrivare allo zenith. Ed è qui che sta l’inghippo…». «Quale inghippo?». «L’inghippo dell’ombra al contrario. Osserva bene: la metà in piena vista del volto della bambina bionda è illuminata, mentre il quarto di volto al di là della linea del profilo è immerso nell’ombra. Invece, in base alla fonte luminosa, dovrebbe essere vero l'esatto contrario». Luisa pensava di aver capito, ma si sentiva d

Rilke e Hopper tra visibile e invisibile
(Re-edit, prima parte)

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E' possibile far incontrare un poeta e un pittore che oltre a usare i rispettivi diversi mezzi espressivi sembrano anche provenire a prima vista, per temi e ispirazione, da due pianeti diversi? La risposta per me è sì, e in caso contrario questo post non sarebbe neppure esistito. Ma andiamo per ordine, che per me significa cominciare prima di tutto dalla parola "Re-edit" del titolo, che sta a indicare che quanto segue è la riedizione di un articolo che ho scritto prima della creazione di questo blog. E' la seconda volta che faccio un'operazione del genere, dopo la riedizione del mio articolo Scrittura e mondo reale , apparso in origine nel 2012 sul mio precedente blog, Power Spot . Proprio Rainer Maria Rilke, da un quarto di secolo il poeta che più amo in assoluto, ed Edward Hopper, da ancora più tempo il mio pittore preferito, erano due dei personaggi ricorrenti di quel blog e questo particolare post, apparso su Power Spot nel 2011, era il risultato di un

Solve et Coagula - Pagina 112

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Capitolo 9 - parte 11 Il suono proveniva senza dubbio dalla stanza delle passioni di suo padre, la versione domestica di quella che un tempo era stata la “stanza segreta”. Era la suoneria del cellulare di lui a squillare a vuoto in quel momento? E di chi altri sennò? Luisa, faceva tuttavia fatica a comprendere... passi dimenticarsi per una volta di chiudere le porta con le mandate supplementari, ma non portare con sé neanche il cellulare? Attese che cessassero gli squilli, poi si alzò da sedere e si avviò con passo incerto, timoroso quasi, verso la stanza. Vide il cellulare abbandonato sullo stesso divano dove il giorno prima si era seduta ad ascoltare la storia di suo padre. A prima vista non c'era nulla di diverso: libri, fumetti e dischi erano sistemati ordinatamente negli scaffali, mentre sul tavolo del computer regnava il consueto caos di fogli sparsi, oltre all’album con le vecchie foto che lui aveva insistito per sfogliare insieme a lei prima che se andasse. Si era

Un incipit memorabile

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Questo post è legato in qualche modo all'iniziativa sugli incipit in corso questa settimana sul blog di Michele Scarparo Scrivere per caso , p erché anche se è vero, come ho scritto di recente in un paio di occasioni, che non ho mai letto un incipit prima di acquistare un libro, questo non mi ha impedito di chiedermi in questi giorni se ne esistano alcuni che mi abbiano colpito al punto da essersi impressi in modo spontaneo nella mia memoria. In modo spontaneo significa indipendentemente dall'averli sentiti citati a destra e a manca (come accade, per esempio, con libri come  Iliade , Promessi sposi , Divina Commedia , Pinocchio , Orlando furioso , ...). Bene, devo dire che alla fine del mio scrutinio mentale ho trovato un solo incipit che sia divenuto davvero memorabile per me: l'inizio di Una stagione all'inferno di Arthur Rimbaud. Ve lo propongo quindi nella duplice veste della sua lingua originale e di una traduzione italiana quasi letterale: Jadis,

Apollo servo di Admeto - Parte quinta: Laomedonte

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Quello in Tessaglia non è l'unico esilio di Apollo decretato da Zeus di cui si ha notizia. Esiste un'altra storia, che ha molti punti di contatto con quella esaminata fin qui, dove però al posto dell’ospitale e retto re di Fere, Admeto, figura lo spergiuro Laomedonte, figlio di Ilo e re di Ilio. Inoltre, in questo caso Apollo non è solo nell’esilio ma c’è con lui Poseidone. Mentre l’origine della punizione è da attribuirsi, stavolta, alla volontà degli altri Olimpii di mettere in catene Zeus (Scolio a Licofrone,  Alessandra 34 ). E’ Teti a soccorrere il re degli dei facendo accorrere sull’Olimpo uno dei Centimani che già lo avevano aiutato a sconfiggere i Titani ( Iliade I, 403-06 ): che i numi dicon Briareo, ma gli uomini tutti Egeone – e per la forza questi è migliore del padre. Egli sedette vicino al Cronide, fiero in gloria: n’ebber paura i numi beati, non vollero più legare! * Anche in questo caso il servizio si protrae per un "anno" e anche stavolta,

Solve et Coagula - Pagina 111

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Capitolo 9 - parte 10 Il viaggio fu più lungo del previsto, perché ogni volta che lasciava un tratto di corsia preferenziale il mezzo pubblico finiva regolarmente per imbottigliarsi nel traffico. Luisa aveva ancora con sé nella borsa, dal giorno prima, sia il libro con i racconti di Bradbury sia il cd di Eno, ma ignorò entrambi gli oggetti e prese invece il suo vecchio lettore mp3. Dopodiché trovò e selezionò la playlist formata solo di brani di musica classica, tutti scaricati dal web, che aveva creato negli ultimi giorni. La sua intenzione iniziale era stata quella di riunirvi unicamente brani di violoncello solo, o dove il violoncello aveva un ruolo importante, anche se aveva finito per inserirvi anche brani eseguiti al contrabbasso o alla viola da gamba. Quel che contava era la gravità del suono, e gli echi profondi che quella gravità sembrava in grado di risvegliare in lei. Lesse il titolo del primo brano in lista e premette il play, poi chiuse gli occhi e si lasciò cullare

Il gioco concorso degli incipit (segnalazione)

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Inauguro il mese di maggio del blog con la segnalazione di un'iniziativa il cui avvio avevo già avuto occasione di ritweettare e condividere su Google Plus nei giorni scorsi. La differenza è che oggi siamo entrati nel vivo della cosa e ho quindi deciso di affiancare ai social anche questo spazio. Io ti avrei pubblicato. O forse no. è il titolo dell'iniziativa e il blogger scrittore Michele Scarparo il suo artefice (cioè, per la verità, ci sono dei rimandi a terze e quarte persone, ma non voglio complicarmi la vita e vi rimando a mia volta al suo blog per questi dettagli). Tutto è partito da una considerazione: ci sono editori, o editor, che si ritengono in grado di decidere se pubblicare o meno un'opera attraverso la lettura del solo incipit . Perché allora non provare a farlo anche noi, con un gioco-concorso dove gli incipit di autori pubblicati e magari famosi si alternano a casaccio con quelli di autori che pubblicati ancora non sono e chi vota deve scegliere