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Visualizzazione dei post da novembre, 2015
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I cento libri che rendono più ricca la nostra vita e il meme dell'Autobiobibliografia

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Il blogger Giuseppe Marino , che io ho scoperto grazie alla lista di libri con cui ha contribuito al meme sull'autobiobibliografia,  ha recentemente pubblicato nel suo blog un post di tipo recensivo dal titolo  I cento libri che rendono più ricca la nostra vita di Piero Dorfles . I cento libri che rendono più ricca la nostra vita  è appunto un saggio di Piero Dorfles, edito da Garzanti nel 2014, in cui il giornalista e critico letterario, anche curatore per la RAI di una serie di programmi televisivi e radiofonici, propone la sua personalissima e discutibilissima selezione di cento libri che oggi, in Italia, a mio avviso, è bene aver letto perché sono entrati a far parte dell'immaginario letterario collettivo; quelli che permettono di stabilire un contatto con gli altri lettori perché rappresentano un  patrimonio comune ineludibile. Giuseppe mi fa inoltre la gentilezza di citare nel suo post il mio meme, e in effetti qualcosa che avvicina la lista di Dorfles alla l

Insieme raccontiamo /3: La salamandra

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Terzo appuntamento con l'iniziativa mensile Insieme raccontiamo , che alla fine ho trasformato a mia volta in un appuntamento mensile del mio blog. Finché la gatta Myrtilla non reclama i diritti d'autore... Come sempre, Patricia Moll , che attraverso il blog Myrtilla's House traduce per noi il pensiero di Myrtilla, ci omaggia di uno splendido incipit. Questo: Seduta sul dondolo, il tazzone di tè al gelsomino fumante tra le mani, guardava il fuoco nel camino. Le fiamme giocavano allegre a creare strane figure. Fiori, alberi, fate, una porta. Ma oltre la porta una figura vagamente umana faceva cenno di seguirla. Come in trance, si alzò e andò verso di lei . Che io ho così proseguito, mantenendomi rigorosamente nei limiti dei 300 caratteri previsti come tetto massimo (altrimenti, per come la vedo io, la difficoltà svanisce, e con la difficoltà anche il gioco): Non aveva mai creduto possibili simili magie, anche se la nonna un tempo usava parlare della  salamandr

Autobiobibliografia: Ogni libro un evento

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Voglio iniziare questo nuovo post dedicato all' autobiobibliografia con una domanda: Perché nel percorso autobiobibliografico ci si sofferma in particolare sulle letture dell'infanzia e della prima giovinezza? Perché ci formano , è una possibile risposta, ed è forse la più ovvia, ma non è detto che sia anche, per questo, la prima in ordine di importanza. Un'altra delle risposte possibili chiama direttamente in causa le facoltà percettive del bambino, che sotto certi aspetti sono più accentuate rispetto a quelle degli adulti. La percezione del mondo da parte di un bambino passa attraverso un numero minore di filtri o schemi mentali ed è quindi più diretta e immediata, con il risultato che tutto ha una maggiore vividezza e si imprime con più forza e più in profondità in noi. Quel che crediamo di aver dimenticato è in realtà spesso collocato proprio al di là della barriera costituita da tali filtri, che, in condizioni ordinarie, non permette la comunicazione con qu

Torneranno i prati

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Confesso: sono un animale di periferia, e come tale mi sono sempre visto. Nella periferia sono nato (nella casa dove abitavamo e non in un ospedale) e al di fuori dei suoi spazi mi sento, da sempre, almeno un poco fuori posto. Mi sento un poco fuori posto ogni volta che sono nel centro storico della mia città, e mi sento un poco fuori posto ogni volta che mi accade di andare a trovare dei parente o degli amici in campagna. Eppure, se mettessi in fila tutti i giorni che ho trascorso in campagna nella mia vita, ne verrebbe fuori un bel numero, e ho anche abitato per un breve periodo in centro. Ma non ha importanza, l'elastico a cui sono collegato alla fine smette di tendersi e comincia a riportarmi indietro... verso casa. Ho anche scritto, in un recente commento a un post di Anna Maria Fabbri, che della periferia mi piace la possibilità che offre di poter usufruire, da un lato, dei vantaggi della città, dall'altro, di quelli della campagna. Ma questo è solo il lato util

Ritrovare la propria voce nella scrittura: Sei pastiches di Proust, una lettera di Artaud e un aneddoto

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Marcel Proust sentì a un certo punto della sua attività di scrittore, alle soglie del grande compito della Recherche , l’esigenza di ritrovare la propria voce, liberandola dall’influsso di quei grandi della letteratura che più degli altri si erano intrufolati nella sua scrittura, alterandola. Per imparare a riconoscere lo stile, e quindi i vizi, di ognuno di loro e limitarne i danni, scelse la via paradossale dell'imitazione e confezionò una dozzina di Pastiches -  imitazioni letterarie, appunto - tutte incardinate su un unico tema: un caso di cronaca guidiziaria, svoltosi tra la fine del 1907 e l'inizio del 1908, conosciuto come “Caso Lemoine”. Lui stesso ne dette un riassunto all’inizio di Pastiches et mélanges - raccolta di suoi testi brevi, compilata su richiesta dell’editore Gaston Gallimard e pubblicata nel 1919 per i tipi della Nouvelle Revue Française : Forse ci si è dimenticati, dopo dieci anni, che Lemoine, avendo falsamente preteso di aver scoperto il segr

[Guest blogger per un giorno] Memoria e resurrezione degli io nell'opera letteraria di Marcel Proust e Henry Miller

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E' apparso oggi, nel blog dell'amico Massimiliano Riccardi , il post che ho preparato per l'evento in corso della Community Blogger & Blog , creata e animata da Ximi-Blogghidee . L'evento, come molti di voi già sanno, si intitola Guest blogger per un giorno ed è stato ideato da Ximi per festeggiare il traguardo dei 4000 (o 4100) iscritti alla sua Community. Non è stato facile per me scrivere il post in tempi rapidi a causa del sovraccarico di impegni che ha caratterizzato la settimana appena trascorsa, ma in un modo o nell'altro ci sono riuscito e, per fortuna, con un risultato che mi soddisfa a sufficienza. Ecco l'incipit: Non essendo io un grande fruitore di critica letteraria non faccio molto testo, ma non ricordo che mi sia mai capitato di trovare accostati tra loro i nomi di Marcel Proust e Henry Miller. Eppure che il romanziere francese sia stato uno dei modelli letterari dello scrittore americano, come testimonia anche la prima delle due cit