Solve et Coagula - Pagina 113
Capitolo 9 - parte 12
«Sei scettica, vero?» le chiese lui.
«Sto facendo del mio meglio» rispose Luisa, «ma non è
per niente facile seguirti su questa strada».
«Eppure basterebbe che osservassi con più
attenzione…».
«Sono attentissima».
«Bene. In base al mio book dei negativi, questa foto è stata
scattata quasi venti anni fa, in una domenica di primavera del 1993. Tu hai sei
anni e mezzo e io, te e tua madre siamo una famiglia ancora più o meno felice. Il cielo, da
quel che se ne vede oltre l’arco, è sereno e il sole, a giudicare dalle ombre,
è più o meno a metà strada per arrivare allo zenith. Ed è
qui che sta l’inghippo…».
«Quale inghippo?».
«L’inghippo dell’ombra al contrario. Osserva bene: la metà in
piena vista del volto della bambina bionda è illuminata, mentre il quarto di
volto al di là della linea del profilo è immerso nell’ombra. Invece, in base alla fonte luminosa, dovrebbe
essere vero l'esatto contrario».
Luisa pensava di aver capito, ma si sentiva di muovere
almeno un’obiezione. «Non potrebbe esserci un oggetto che noi non vediamo che
fa ombra?».
«E un altro che viceversa fa luce dalla direzione opposta a quella dei raggi del sole?
La vedo dura. Secondo me questa non è per niente un’ombra, ma…».
«Il corrispondente della metà oscura del volto nel
tuo disegno» concluse Luisa.
Avrebbe voluto saperne di più a quel punto, ma non tanto sui misteri della foto, quanto piuttosto su quel che suo padre poteva conoscere della valle
segreta, ammesso che vi fosse entrato una volta o l’altra. Ma prima ancora che lei avesse il tempo di decidere del modo in cui porre la questione, lui le spiegò di avere un appuntamento e che per quel pomeriggio la loro conversazione doveva concludersi lì.
E adesso questo, pensò Luisa, mentre continuava a guardarsi intorno senza sapere cos’altro fare se non rimanere seduta nella stanza ad attendere
che Giulia si decidesse a chiamarla.
Prese dal divano il cellulare abbandonato di suo padre e
si chiese se non dovesse per caso mettersi a spulciare tra i messaggi, alla ricerca di
possibili indizi. In fin dei conti, poteva già considerarsi al centro di una
situazione d’emergenza e aveva quindi tutto il diritto di muoversi come credeva meglio.
Accedette così alla cartella dei messaggi ricevuti e
aprì il più recente, che era però solo la notizia della chiamata a vuoto di pochi
minuti prima. Il mittente era una donna, ma il suo nome, Claudia, non le diceva
niente. Anche il secondo messaggio della lista sembrava provenire da una donna,
ma stavolta il nome era abbastanza strano da attirare la sua attenzione: Pohjola. Era un nome straniero? O
un nickname che suo padre usava al posto del nome reale di quella particolare persona?
In ogni caso il messaggio, oltre che telegrafico e del tutto banale, era in Italiano:
Sono qui. Puoi scendere.
La data era quella del giorno precedente, l’ora le 23.45.
Questo se non altro spiegava perché suo padre era uscito senza preoccuparsi di prendere
con sé il cellulare o di chiudere a dovere la porta; con ogni probabilità pensava
di sbrigare la faccenda in pochi minuti e risalire. Invece doveva essere
successo qualcosa, e Luisa, per quanto ci provasse, non riusciva a immaginare nulla di felice. Doveva andare alla polizia? Oppure le conveniva prima informarsi se avevano notizie di lui all’ospedale dove prestava servizio?
E se avesse invece cercato di mettersi in contatto
con la misteriosa Pohjola, chiunque fosse? Scorse la lista per trovare altri messaggi
a suo nome e ricavarne delle possibili informazioni su di lei, ma con sua sorpresa non ne trovò. Il che, concluse Luisa, poteva significare solo due cose: o ieri era la prima volta in assoluto che lei gli scriveva,
oppure, per qualche motivo, suo padre eliminava via via i messaggi a suo nome.
Blogger oggi è ko (almeno io non ho segnalazioni di molti nuovi post -_-), fortuna che mi sono ricordata che la domenica ho un appuntamento fisso *__*
RispondiEliminaOra leggo!!! ^^
:-))
EliminaSupponendo che il padre avesse chiaro il significato di Pohjola (evviva Wiki!) e che tu stia usando il nome in detta chiave... perché caspita sarebbe sceso???
RispondiEliminaDomenica è lontana! -_-
Non è detto che il padre avesse chiara la cosa, Glò. La suddetta Pohjola potrebbe avergli mentito sulla vera natura del nome e lui potrebbe essersi fidato ^^
EliminaChe tipo, il padre! -_-
Elimina(Bello eh! *__* Ora ho l'ansia di sapere dove ci condurrai: e aspetta che arrivi Patricia! ^_^)
Eccomi!!!! Tardi ma non potevo mancare... :))
EliminaPohjola.... la fonte del male.
Louhi la signora del male.
La signora del male = la figura femminile che il padre di Luisa aveva visto sotto l'effetto degli allucinogeni? = Eva Luna?
Pohjola = Ragnarock?
In fondo se Pohjola è la base, le fondamente di qualcosa, potrebbe benissimo esserlo del fondo oscuro, quello dle male.
E Alessandra la figlia di Louhi? Fabrizio il fabbro Sampo?
Di certo le Hel c'entrano qualcosa... i messaggeri della strega? I suoi demoni fidati?
Ivano tu mi segui? Io mi sono persa!!!!!!!!!!!!! ahahahahah
Sono fusa.....
Ciaooooo!
Ancora una cosa.... e il padre?
EliminaCi penso stanotte adesso ... completamente andata.
A ri ciaoooo
Vedo che hai studiato, Patricia ;D
EliminaE le idee le hai tutt'altro che confuse. Hai più o meno disegnato a grandi linee l'affresco che ho in mente. Fabrizio poi viene appunto da "fabbro".
Il problema sta tutto nel riuscire a portare avanti una cosa così complicata in modo semi-improvvisato e in prima stesura come sto facendo. Vediamo ^^
Ciaooo!!
Ma che genietto sono!!!!!!!!!
Eliminaahahahahahahhahahha
ciaooooo
Pohjola forse è identificabile con la romana Thule.
EliminaDove hai trovato questa notizia Marco? Per quel che ne so io, Pohjola è considerata collocata nel nord della Finlandia, Thule da qualche parte tra Norvegia e Islanda.
EliminaIvano, devo iniziare a leggerlo, mi ci vorrà un bel po' con il poco tempo che ho adesso. Ma dovrò leggerlo un giorno o l'altro, e tutto, per mettermi al passo coi tuoi capitoli.
RispondiEliminaSe riesci a farlo mi fa molto piacere Luz. Sai, vero, che si tratta di un esperimento di scrittura in prima stesura?
EliminaOh, bene. Una curiosità: scrivi di getto o hai programmato una "scaletta" su cui far sviluppare gli eventi?
EliminaDi getto, anche se ho in mente una cornice generale.
EliminaLeggendo i commenti precedenti ho avuto modo di colmare la lacuna, ahah!
RispondiEliminaEffettivamente Fabrizio potrebbe collocarsi come il 'fabbro' che attraverso la sua immaginazione plasma e dona sostanza alle figure della mitologia cui lui è ardentemente appassionato... ma rimanendo strettamente collegati a questa scheggia, penso che il padre sia andato perché 'doveva andare'.
Le persone che hanno o sono convinte di avere un qualche contatto con il mondo Altro sentono anche intimamente di avere una missione da compiere, per questo sono convinta che lui quasi attendesse questa chiamata!
Scusa il ritardo ma ho ancora il bioritmo rallentato! :°D
Sei sempre la benvenuta, Alessia, anche con i bioritmi rallentati ;D
EliminaE sì, forse il padre doveva andare... sulla limousine nera ci sono molti posti a sedere ;)
Anch'io sono andata a guardare su Wikipedia che cosa sia Pohjola. Quante cose sto imparando! ...
RispondiEliminaQui stiamo già entrando nella seconda parte della storia...
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