Solve et Coagula - Pagina 68
Capitolo 6 - parte 4
«Che ne dici se per
stasera finiamo qui, Lu’?» disse al termine delle sue riflessioni «Sono stanca
e vorrei andare a casa. Possiamo riprendere il discorso in un altro momento,
magari domani, durante la cena».
Luisa rifletté un
momento: «Sai che forse non è una cattiva idea, la
tua? Fabrizio potrebbe avere qualche altro elemento utile…».
Giulia scosse la testa incredula: «Elemento utile?
Insomma, si può sapere cosa sta succedendo?» protestò «Prima mi mandi a
indagare su un gruppo musicale senza darmi un solo motivo valido, poi mi chiedi
di parlarti di una stanza come se dovesse contenere chissà cosa. Non sarebbe
l’ora che ti sbottonassi un poco? In caso contrario, d’ora in poi te le
farai da sola le tue indagini».
Luisa capiva perfettamente
il punto di vista dell’amica. Il problema era che, prima di poter spiegare le
cose agli altri, avrebbe dovuto essere lei in grado di spiegarle a se stessa.
Decise comunque di fare almeno un tentativo.
«Il punto» cominciò «è che, e credo ci sia questo alla
base di tutto, sto avendo degli strani ricordi legati alla mia infanzia…».
«Strani in che senso?» la interruppe Giulia.
Luisa guardò l’amica in
volto. Quello che le stava offrendo, pensò,
doveva andare anche al di là delle sue aspettative ed era fin troppo evidente
che il suo interesse si stava non solo risvegliando ma stava anche assumendo
una coloritura di tipo, per così dire, professionale.
«Ti ricordo che non sei
la mia psicanalista» osservò «e inoltre non sei neppure laureata».
«Lo so benissimo» replicò
Giulia «e, che tu mi creda o no, ti sto ascoltando solo da amica».
Luisa storse la bocca
dubbiosa, poi, dopo una breve esitazione, riprese a parlare: «Durante il concerto di Alessandra, per
esempio, credevo di essermi addormentata e di avere sognato».
«Credevi?».
«Sì, credevo. Perché poi
mi sono accorta che non si trattava di un sogno ma di un vero e proprio
ricordo. Mi sono rivista insieme a mia nonna nella campagna dietro alla sua
casa e tutto era fedele alla realtà: la radura,
la vecchia casa abbandonata, l’erba gattaia, i moscon d’oro; poi, però, a un
certo punto devo essermi addormentata davvero e avere sognato, perché, tutto a
un tratto, la nonna non c’era più e io stavo attraversando un varco nella
recinzione per entrare nella casa abbandonata. E questo» concluse Luisa «non
ricordo sia mai successo».
«Secondo me invece è
stato tutto un sogno» replicò Giulia «è normale che nei sogni ci sia un
miscuglio di realtà e fantasia, non c’è bisogno di essere laureati per saperlo.
Inoltre» aggiunse «potresti semplicemente avere adattato i tuoi ricordi al tuo
sogno al risveglio, correggendo le differenze».
Luisa rifletté su quelle
parole. Non c'era dubbio che fossero sensate, ma sapevano
troppo di parti di manuale imparate a memoria e, per quanto si sforzasse, non
riusciva a trovarle convincenti. In ogni caso sapeva che neanche lei sarebbe
riuscita a convincere l’amica di qualcosa, non quella sera almeno.
(Il dedalo delle storie, 2 gennaio 2014)
Mi hai fatto venire in mente quando anni fa avevo appena conseguito la laurea triennale e questa tizia (una mia ex-animatrice) continuava a rompermi dicendo che non ero davvero laureato finchè non prendevo anche la specialistica, e un giorno in chiesa dopo messa ancora con questa menata... si gira una e le fa: "E io che non sono manco laureata, allora?" e l'ha zittita di brutto. Grande!
RispondiEliminaNon conosco il significato di ex-animatrice :P Intendi dire una tua ex che faceva l'animatrice?
RispondiEliminaNo una che mi faceva da animatrice quando ero bambino all'oratorio, ma che a 22 anni direi che non era più mia animatrice e si è evoluta in rompimaroni di primo livello.
RispondiEliminaEh già, l'oratorio, non ci avevo pensato. E' che io associo in automatico l'animatore ai villaggi turistici.
EliminaIl buco nella recinzione... può significare un varco nel suo inconscio. Luisa sta incominciando a disfare leggermente la sua corazza, quella che la protegge. Non tanto da scoprire quello che le fa paura, quello che vuole, quello che è realmente, però... infatti si è risvegliata.
RispondiEliminaEh sì, si è risvegliata propria sulla soglia di una possibile scoperta cruciale riguardo al suo passato rimosso ;)
EliminaRiesce a distinguere bene la differenza tra sogno e ricordo solo chi l'ha sperimentata. Si tratta di qualcosa che non si può esprimere a parole.
RispondiEliminaVero, ma il lavoro più grosso e difficile è quello di ripulire le memorie più antiche dagli strati psichici che vi si sono sovrapposti negli anni.
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