Solve et Coagula - Pagina 72
Capitolo 6 - parte 8
Di piano in piano, di sala in sala, di sezione in sezione, Luisa vagò
per gran parte della biblioteca, finché infine si ritrovò seduta a un tavolo
davanti agli scaffali che ospitavano i fumetti. Prima lesse un intero volume di
strisce di Calvin & Hobbes, poi dedicò quel poco di attenzione che le
rimaneva alle spettacolari esibizioni autodistruttive dei Coniglietti Suicidi.
Ma intanto si sentiva anche risospinta verso il sogno di quella notte.
Soprattutto la assillava il ricordo del suono, straziante, che
aveva sentito uscire dalle corde del violoncello. Proprio come un assillo,
riaffiorava nella sua mente a intervalli pressoché regolari. Straziante? Senza dubbio lo era, anche se
Luisa comprendeva bene che nei suoi meandri sonori si celava molto,
infinitamente, di più. Ma era un di più che in quel momento lei non riusciva a
circoscrivere, e tanto meno a nominare.
L’assillava inoltre la certezza - una certezza che aveva
riscontrato in entrambi i mondi, del sonno e della veglia - di avere già udito
prima quel suono. Si sforzò un’ultima volta inutilmente di ricordare dove e
quando, poi dichiarò la sua resa.
Guardò l’ora. Proprio come aveva temuto, il tempo scorreva con
massacrante lentezza, e lei non aveva più voglia di leggere, né fumetti né
altro. La sala era diventata improvvisamente soffocante e le pareti di libri
sembravano stringerla da quattro lati sempre più da vicino, come le pareti
mobili di certi racconti di paura.
Si alzò e si affrettò verso l’uscita, quasi all’affannosa ricerca
di aria. Niente di cui meravigliarsi, pensò una volta all’aperto: tra possibili
allucinazioni e incubi, tarocchi e demoni mesopotamici, misteriosi gruppi
musicali e spogliarelli gotici, vivere sensazioni come quelle che stava
attraversando era il minimo che potesse capitarle. E l’ombra del sogno intanto
continuava a proiettarsi appena al di là della soglia della sua consapevolezza.
Poi, all’improvviso, ecco l’idea. Folle, assolutamente folle (non
aveva bisogno del commento di Giulia, o di chiunque altro, per saperlo), e forse
dettata unicamente dal suo bisogno di riempire il tempo, ma ai suoi occhi
ugualmente irresistibile: la cena di quella sera, decise, non sarebbe stata più
a tre, ma a quattro.
Si sentiva in pieno diritto di provare a concretizzare quella sua
nuova intenzione. Se Alessandra poteva invitarla a un suo concerto esponendosi
ai suoi rifiuti, si disse, perché mai lei avrebbe dovuto negarsi il rischio di
fare altrettanto ricambiando i suoi inviti? Cosa aveva da perdere quando in
fondo lei, come ogni altro abitante del pianeta, non poteva vantarsi di essere
qualcosa di troppo diverso da un qualunque membro della schiera infinita di
Coniglietti Suicidi di cui lei si era divertita poco prima ad ammirare le morti
fantasiose. Il succo del discorso era: siamo poco più di un momentaneo alito di
vento, quindi perché andarsene senza aver prima provato a sparpagliare un po’
le carte?
E con questo pensiero in testa si incamminò, con passo veloce, verso
casa.
La tua scrittura è talmente affascinante che si arriva al fondo con la voglia di girare pagina e continuare, tra coniglietti suicidi( ma perchè poveretti) e suoni laceranti che ti entrano in testa per cercare l'aria aperta e dimenticarli..
RispondiEliminaFantastico!
Abbraccio stupito!
Wow, che dire Nella, grazie mille per le tue belle parole! Sei gentilissima e mi fa molto piacere ricevere da te addirittura un abbraccio stupito. Ricambio :)))
EliminaI coniglietti suicidi se vuoi puoi ammirarli in questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=I9euAwQV6Pg
Vado subito caro Ivano , mi incuriosiscono troppo!
EliminaRibacio , ma con tanta ammirazione!
Io ci sono rimasto malissimo quando ho saputo che Watterson non avrebbe più disegnato C&H. Il libro dei Coniglietti Suicidi l'ho trovato per caso in una biblioteca a Torino... stavo morendo pure io dal ridere!
RispondiEliminaTi confesso che anche a me a suo tempo la scelta di Watterson aveva lasciato un po' di amaro in bocca. Dieci anni non sono poi una così grande quantità di tempo.
EliminaI libri dei coniglietti suicidi sono tre, ma il terzo non l'ho ancora "letto".
Mmh.. devo cercare gli altri due allora!
EliminaCalvin & Hobbes e i Coniglietti suicidi!!! *__*
RispondiEliminaP.S.: ...giustamente, perché non complicare un poco le cose? Invitiamo Alessandra, ovvio! XD
Cosa c'è di meglio per rilassarsi di una dose di Calvin & Hobbes o di Coniglietti? ^_^
EliminaPerché tutto sia perfetto, una dose di caffè :D
EliminaWow, anche tu come me caffeinomane? Fantastico *___*
EliminaQuando uscivano i primi numeri dei giornalini gratuiti in metropolitana, ricordo che c'erano le strisce di Calvin & Hobbes che mi piacevano moltissimo (geniale la tigre). Ricordo che si alternavano a quelle di Dilbert, l'impiegato americano. Mi facevano molto ridere anche queste, ma era una risata a denti stretti.
RispondiEliminaA ma divertiva anche una striscia di "Metro" che aveva a che fare con un gatto e il suo padrone patito di internet. Ma ho dimenticato il titolo...
EliminaForse è Simon's cat. Se è questo, ci sono anche dei piccoli cartoni animati.
RispondiEliminaNo, non è Simon's Cat. Quella che dico io è disegnata in uno stile più classico. Prima o poi mi tornerà in mente...
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