Solve et Coagula - Pagine 15 e 16
Capitolo 2 - parte 3
«Ciao».
«Ciao» le rispose Alessandra senza però rallentare la
sua andatura. Un attimo ed era già fuori dalla vista, oltre la soglia della
stanza.
Luisa decise di tentare ancora una volta la strada del
dialogo: «Avrei voglia di
venire a uno dei tuoi concerti» gridò per farsi sentire dalla cucina «ne hai qualcuno in
programma?».
«No, nessuno» le gridò l’altra di rimando.
E adesso?, pensò Luisa. All’improvviso si sentiva la
mente come paralizzata e disse la prima cosa che le venne in mente:una banalità assoluta,
come si rese conto subito dopo.
«È molto freddo fuori? Ho una mezza idea di uscire».
Ottenne esattamente la risposta che si attendeva: un
silenzio sottolineato dai rumori degli sportelli che si aprivano e si
chiudevano.
Ok, pensò ancora Luisa, se è il gioco duro che
vuoi, avrai il gioco
duro.
Si alzò e raggiunse la soglia della stanza, che non
coincideva però ancora con la soglia d’ingesso della cucina. Tra le due stanze
c’era infatti un piccolo spazio, più alto che lungo, su cui si affacciava
la porta del bagno.
Dalle loro
rispettive posizioni avrebbero comunque potuto, volendo, non solo parlare ma
anche guardarsi negli occhi. Solo che l’attenzione di Alessandra era
all’apparenza tutta assorbita dal bicchiere che teneva in mano e da cui stava
bevendo, a piccoli sorsi, una bevanda color verde acceso. Luisa pensò che
dovesse trattarsi di un qualche tipo di bevanda energetica poiché con il tempo
si era quasi convinta, per quanto la cosa le sembrasse pazzesca, che la sua
inquilina si attenesse a una dieta alimentare strettamente liquida. Ma
l’organismo umano poteva sopravvivere in quel modo? si chiese. Decise che poi,
con calma, avrebbe fatto una ricerca su internet per cercare di scoprirlo. Per
il momento doveva solo attendere che la sua amica finisse di
bere e decidesse di lasciare la cucina. A quel punto non avrebbe avuto
altra scelta che passare da dove si trovava lei che, dal canto suo, non si
sarebbe minimamente sognata di farsi da parte. Che cosa sarebbe successo dopo non riusciva
proprio a immaginarlo, ma l’importante era che succedesse qualcosa.
Se Alessandra avesse reagito in modo inconsulto, se
avesse cercato di colpirla… be’, allora lei, che era sicuramente più forte, le
avrebbe serrato la braccia, l'avrebbe spinta al muro o al
suolo e poi… E poi bastò la sola idea di quel possibile contatto perché Luisa
sentisse sprigionarsi in lei una violenta corrente di piacere, qualcosa di
simile a un torrente impetuoso che la lasciò quasi senza respiro e la fece
fremere in ogni cellula del suo corpo. Solo a fatica, per gradi, riuscì infine
a riprendere il controllo di se stessa.
Appena in tempo per vedere Alessandra
che avanzava decisa verso di lei, senza mostrare il minimo segno di
preoccupazione per la sua presenza. Luisa rimase sorpresa, ma non tanto quanto
lo fu un istante dopo quando la vide deviare bruscamente ad angolo retto,
entrare nel bagno e richiudersi subito la porta alle spalle.
Capitolo 2 - parte 4
Che cogliona che sono!, esclamò Luisa dentro di sé, non appena si
fu ripresa dallo shock, mi sono fatta fregare come una cretina! E
adesso che faccio?
Già, cosa doveva fare adesso? Fermarsi era forse la
cosa migliore, rifletté, sempre nella speranza che non fosse ormai troppo tardi
e il suo rapporto con Alessandra già compromesso. Cercò di raccogliere le idee
ed elaborare al più presto una exit strategy che salvasse
capra e cavoli, ma proprio in quel momento sentì il suo cellulare squillare
nella camera da letto.
Ci mancava solo il telefono, pensò.
Era tentata di non rispondere, ma poi rifletté sul
fatto che quella non era l’ora in cui di solito chiamava Giulia e poteva quindi
essere qualcosa di importante, magari una chiamata che riguardava un possibile
lavoro.
Si precipitò così nella stanza, afferrò il cellulare e
lesse il nome sul display: Giulia.
Storse la bocca ma decise di rispondere ugualmente.
«Ciao Giulia».
«Ciao Lu'».
Era su di giri, a giudicare dalla voce.
«Questa mattina non ho lavorato» continuò l’amica «così sono stata
in libreria».
«E hai comprato un libro?» le chiese Luisa,
sforzandosi di dimostrare interesse.
«Due. Ma non è dei libri che voglio parlare...
Indovina chi ho incontrato?»
«Come faccio a saperlo?».
«Ti do un indizio. Ho incontrato questa persona nel
settore esoterico della libreria, tra i libri di magia».
«Eva Luna?» chiese Luisa, dopo aver fatto rapidamente
mente locale.
«Fuoco, direi…» commentò l’amica deliziata «Ti do un altro
indizio: porta lo scettro e la corona».
«Non mi dire. Il beccamorto? E ti ha riconosciuta?».
«Ci siamo riconosciuti entrambi, direi, al primo
sguardo».
«Davvero toccante» ironizzò Luisa «E quindi?».
«E quindi, abbiamo parlato per un bel po’. Pensa che è
un pittore e si è messo in testa di dipingere tutti e ventidue gli Arcani
maggiori dei tarocchi. Per questo era alla conferenza di Eva Luna. È già a buon
punto: in questi giorni sa dipingendo l’Arcano XV, Il Diavolo».
«A questo quasi quasi ci ero arrivata da sola»
ironizzò ancora Luisa.
«Spiritosa. Comunque sappi che ci ha invitato nel suo
studio per mostrarceli tutti e quindici».
«Ci?»
«Sì, è contento se ci sei anche tu… dopotutto sei la
sua Imperatrice, no?».
«No! E non credo di aver voglia di venire. Ma, nel
caso cambiassi idea, per quando sarebbe l’invito?».
«Sarebbe per questo pomeriggio. Insomma, per subito».
«Per subito?».
«Sì, in questo preciso momento siamo sotto casa tua…».
Luisa non credeva alle sue orecchie. «Vuoi dire che
lui adesso è lì con te?».
«Sì, ma non preoccuparti» la rassicurò Giulia «non sta
ascoltando la nostra conversazione. Non appena gli ho detto che avevo
intenzione di chiamarti si è portato a rispettosa distanza».
Ora sì che sono al completo, pensò Luisa, che
razza di pomeriggio!
Però, pensandoci bene, l’idea di un diversivo non le
dispiaceva per niente e mettere un po’ di distanza fisica tra lei e la sua
inquilina per il resto di quella giornata era forse la cosa migliore
che potesse fare.
(Il dedalo delle storie, Martedì 10 settembre 2013)
* Ho scelto di pubblicare insieme queste due parti perché sono apparse in origine in uno stesso giorno nel Dedalo delle storie.
L'idea che Luisa si senta attratta da Alessandra fisicamente potrebbe essere motivata proprio dall'incorporeità della ragazza... come a dire, "le attribuisco un corpo proprio perché mi inquieta il fatto che sembra non possederne alcuno". Il fatto della nutrizione a base di misteriose bevande lo sottolinea.
RispondiEliminaUna domanda: come mai qui la scelta di postare due parti? Immagino che sia per offrire uno stimolo ulteriore al lettore e invitarlo a proseguire.
Alessandra, come hai giustamente dedotto, non è completamente corporea, però non avevo pensato a collegare l'attrazione di Luisa a questo fatto.
EliminaLa questione bevande alla fine si è rivelata tra i nodi più complicati da risolvere, perché quando l'ho tirata in ballo pensavo a una certa direzione della storia e invece ne ho seguita un'altra. Solo di recente mi sono venuti in mente dei possibili modi per sistemarla nel nuovo contesto che si è venuto a creare.
La scelta di postare due parti insieme è spiegata nella parte finale del post, come nota a pie' di pagina ;-)