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Solve et Coagula - Nota al capitolo 2 /4




Il diavolo? Sì, no, forse...

Alessia HV, XV. The Devil (digital art, 2015)
Del tutto paradossale e simile a una specie di beffa del destino è invece che proprio l'illustrazione del Bafometto di Eliphas Levi (vedi immagine in basso) abbia finito per diventare l'emblema del diavolo, capovolgendo così l'intenzione dell'autore, il cui sforzo era apparentemente consistito proprio nel sottrarre la figura presente nell'Arcano XV dei Tarocchi di Marsiglia dalla sua identificazione con il diavolo. Ecco, a questo proposito, un mio riassunto della descrizione che l'autore dà del suo Bafometto all'inizio del capitolo 15 di Dogma et Rituel de la Haute Magie:
...porta sulla sua fronte il Segno del Pentagramma con una punta rivolta verso l'alto, il che è sufficiente a distinguerlo come simbolo della luce. Inoltre il segno dell'occultismo è fatto con entrambe le mani, che puntano in alto verso la bianca luna di Chesed, e in basso verso la luna nera di Geburah. Questo segno esprime la perfetta concordia tra misericordia e giustizia... La torcia dell'intelligenza che brucia tra le corna è la magica luce dell'equilibrio universale... la mostruosa testa dell'animale esprime orrore del peccato... il caduceo, che rimpiazza gli organi genitali, rappresenta la vita eterna.

Va poi aggiunto, per completare il quadro, che per Eliphas Levi è l'esistenza stessa del diavolo ad essere un'impossibilità. Ecco cosa scrive ancora nello stesso capitolo:
Affermiamo categoricamente, per combattere i residui di manicheismo che ancora appaiono sporadicamente tra i cristiani, che in quanto forma superiore di persona e potere Satana non esiste, ma è la personificazione di tutti gli errori e perversioni, e di conseguenza di tutte le debolezze. Se Dio può essere definito come Colui che necessariamente esiste, non possiamo noi definire il Suo antagonista e nemico come colui che non esiste affatto?

Sembrerebbe così ristabilita, una volta per tutte, la realtà dei fatti. Ma è caratteristica dei simboli che si pieghino sempre malvolentieri alle esigenze dell'uno o dell'altro autore e che quando si cerchi di afferrarli si comportino piuttosto come mercurio liquido. E' così successo che il traduttore inglese del Dogma et Rituel de la Haute Magie sia stato un certo Arthur Edward Waite, cioè nientemeno che l'autore del mazzo di tarocchi che ho presentato (nella seconda parte di questa nota) con il nome di Tarocchi Rider-Waite. E si direbbe, a giudicare almeno dalla posizione assisa del diavolo, che lo stesso Waite si sia ispirato, per la realizzazione del suo Arcano XV, proprio al Bafometto di Levi. La scritta "Solve et Coagula" appare però nei tarocchi realizzati da Oswald Wirth (vedi Tarocchi di Wirth ancora nella seconda parte di questa nota), e anche questa dovrebbe essere una derivazione dal Bafometto di Levi.




Scollegato invece dal discorso dell'Arcano XV è il fatto che anche il titolo del mio romanzo a schegge derivi dalla stessa fonte. L'unico titolo a cui ero riuscito a pensare in precedenza, prima della mia riscoperta casuale del disegno (coincidente nel mio racconto con la visita delle due amiche Luisa e Giulia all'atelier di fabrizio), era L'inquilina, ma non riuscivo a decidermi a usarlo perché l'idea che mi suggeriva era quella di un thrilleraccio. Solve et Coagula mi sembrava invece restituire bene il senso di ciò che andavo scrivendo, con le situazioni della storia che oscillavano tra l'aderenza alla materialità del quotidiano (Coagula) e l'evanescenza del fiabesco (Solve).
Questo può bastare per quanto riguarda il diavolo e il Bafometto. Mi rimane adesso solo da chiarire alcune cose sulla figura di Pazuzu, il demone de L'esorcista.




Il male contro il male

Pazuzu - statuetta del Louvre
bronzo h. 15 cm. - Inizio I millennio a.C.
Anche in questo caso ci troviamo davanti a qualcosa di tutt'altro che univoco. Se è infatti così che il demone assiro-babilonese presenta se stesso (attraverso la scritta incisa sul retro delle sue ali) nella famosa statuetta in bronzo del Louvre che lo raffigura:
Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa, re degli spiriti maligni dell'aria che si sorgono violenti dalle montagne, causando grande distruzione.*
gli archeologi sono in realtà concordi nel ritenere che statuette come questa, fornite di un anello che permetteva di appenderle al collo o in casa, fossero di uso apotropaico. Sembra cioè che il volto corrugato e il corpo squamoso di Pazuzu avessero il potere di respingere i demoni e ricacciarli in quel mondo sotterraneo da cui lui stesso proveniva. E' perciò legittimo il dubbio che solleva lo scrittore Danilo Arona nel suo bel saggio Ali sull'abisso, definendo Pazuzu, in queste righe scritte a proposito dei vari incidenti di lavorazione del film L'esorcista:
Un’antichissima presenza che forse non ha del tutto approvato di essere stata indebitamente usata sino allo sfregio finale di essere definita “demonio” tout court.

L'ultimo dettaglio che voglio affrontare riguarda invece la scelta dei colori per il corpo del demone. Ho quasi subito deciso di affidarmi al rosso e al blu, e pensando al corpo squamoso delle descrizioni di Pazuzu, mi sono messo alla ricerca in internet di rettili colorati, fino a imbattermi in questo variopinto agamide dal nome scientifico di Agama mwanzae, ma balzato agli onori della cronaca con il nomignolo di "lucertola spiderman". E non viene certo da chiedersi il perché!

La lucertola Spiderman (Agama mwanzae)


Ed eccoci così arrivati veramente alla fine di questa lunghissima seconda nota.  Da domani riprende nel blog, con la prima parte del Capitolo 3, la ristampa delle schegge di Solve et Coagula.


* * *

Note e crediti


L'immagine in alto sotto il titolo è un dipinto di Carlos Schwabe dal titolo Le faune (1923).



Commenti

  1. Che tu sappia Baphomet è uno dei nomi del Diavolo?

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    1. Come ho suggerito nell'articolo, penso che l'identificazione diavolo-bafometto non appartenga alla tradizione occulta ma sia un travisamento tutto moderno. A quanto ne so, la stessa inquisizione nelle accuse ai templari ne parla come di un "idolo pagano" e perciò solo connesso al diavolo. Come lo era tutta la cultura pagana secondo il Cristianesimo di quel periodo.
      L'origine del bafometto è poi considerata egizia e fatta derivare dalla capra nera della città di Mendes che pare fosse al centro di un culto che ricorda il sabba delle streghe. Forse l'indizio più promettente sulla vera natura del bafometto lo fornisce Erodoto (Storie II, 145): "In Grecia si ritiene che Eracle, Dioniso e Pan siano i più giovani degli dei; ma in Egitto Pan è antichissimo, ed è uno degli otto dei che esistevano prima degli altri".

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  2. Ho anch'io in casa il libro di Eliphas Levi, ma l'avevo letto molti anni fa. Tutto quello che hai scritto è del massimo interesse, e conferma ancora una volta come da sempre avvengano sovrapposizioni tra i culti, quando non vere e proprio distorsioni del significato originale. Come ti ho scritto nel commento precedente, e in cui in parte mi hai risposto qui, conoscevo Bafometto per via degli atti dei processi ai templari, di cui ho letto parecchio per la mia serie di romanzi storici.

    Per quanto riguarda la rana, non cesserò mai di stupirmi dello splendore delle livree di alcune creature. Sembrano davvero opere di un grande artista!

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    1. In effetti non ricordavo neanche di aver scritto una nota al capitolo 2 così dettagliata.
      Le note ai capitoli le ho scritte fino a esaurimento della ristampa delle parti di storia già pubblicate sul Dedalo delle storie. Era un modo per proporre anche del materiale inedito.

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