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Solve et coagula - Pagina 19



Capitolo 2 - parte 7

Ma forse non era neanche corretto parlare di attrazione. Continuando a seguire lo stesso filo logico che aveva seguito finora, Luisa ne deduceva che il suo aspirante Imperatore potesse piuttosto sentirsi come investito dall’alto di una specie di missione: la missione di far combaciare in un modo o nell’altro sogno e realtà, magia e vita quotidiana. Erano appunto solo deduzioni le sue, ma nel caso fossero state corrette le fornivano una ragione in più per non abbassare la guardia.
Proseguì in quelle considerazioni e in altre collegate fino al momento in cui la macchina non arrestò la sua corsa. Per un momento ebbe un’impressione paragonabile a quella di riemergere da una sorta di stato sospeso tra il sonno e la veglia. E si rese improvvisamente conto che per tutta la durata del viaggio (i quindici minuti previsti da Giulia?) non aveva ascoltato una sola parola di ciò che si erano detti i suoi due amici. Ma neanche era stata da loro interpellata per qualcosa.
«Avevi un’espressione così beata che ti abbiamo lasciata dormire in pace» le spiegò Giulia non appena misero i piedi sull’asfalto «ma davvero non capisco come hai fatto ad addormentarti così di colpo».
«Non stavo per niente dormendo» replicò Luisa un po’ risentita «ero soltanto rilassata».
Lasciarono comunque cadere lì il discorso e seguirono il loro nuovo amico prima oltre un cancello poi attraverso un giardino di discrete dimensioni.
«Davvero un bel posto, Fabrizio» commentò Giulia «i miei complimenti».
«Be’, io in realtà posso permettermi solo l’affitto di metà della mansarda» replicò lui «ma per un pittore è la situazione ideale. Aria, luce, un senso di spazialità… davvero non potevo sperare di meglio».
Entrarono quindi nell’edificio e dal piano terra salirono una breve serie di rampe di scale, fino a sbucare in uno spazio lungo e stretto ma ben illuminato dall'esterno e delimitato sulla sinistra da una balaustrata in legno.
«Si può dire che questa sia la mia galleria» disse Fabrizio, indicando la parete alla loro destra, tutta tappezzata di dipinti a olio.
Erano opere di stampo realista, caratterizzate nel loro disegno da un’estrema cura del dettaglio, ma i colori squillanti e quasi piatti le facevano in qualche modo assomigliare alle illustrazioni dei libri di fiabe.
Luisa si soffermò in particolare su una tela che mostrava in primo piano un campo di papaveri dai petali color rosso fiammante e sullo sfondo una montagna la cui sommità si confondeva con l’azzurro del cielo.
«Questo dipinto si intitola Ai piedi del Monte Analogo» le spiegò l’amico «ovviamente il titolo è riferito al famoso romanzo di René Daumal».
Sarà famoso per te, pensò lei, io è la prima volta che lo sento nominare.
Era in ogni caso ammirata e lo stesso sembrava valere per Giulia, che passava da un wow all’altro quasi senza soluzione di continuità.
«Ma i tarocchi dove sono?» chiese a un certo punto ancora Giulia.
«Oh, quelli sono tutti nel mio atelier. Ve li mostrerò tra poco. Prima però ci prendiamo un tè tranquillamente seduti».

(Il dedalo delle storie, 14 settembre 2013)

>> pagina 20

Commenti

  1. Proseguo col recupero della blog novel! ^^
    Non avendo mai sentito tale René Daumal, sono andata a curiosare: Il monte Analogo entra nell'elenco delle future letture, eccome! :O

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  2. E' certamente un libro importante... peccato che sia rimasto incompiuto causa morte prematura dell'autore :o

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    1. Ti dirò... potrebbe essere ancora più affascinante la lettura! :P

      P.S.: sono arrivata all'approfondimento sul libro della Tratt (che non ancora mi manca, ma è futura lettura, certa!) che conto di leggere stasera. Mi sta piacendo parecchio la tua blog novel *__*

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    2. Ovviamente è Tartt, Donna -_-

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    3. Ma quanti caspita di libri hai in programma di leggere?
      Se non altro tu, a differenza di me, hai un ritmo di lettura sostenuto ^_^
      Grazie Glò per i tuoi apprezzamenti, sempre cari e graditi :)))

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  3. Rieccomi con la nuova puntata.

    Ho avuto la stessa reazione di Glò nei confronti del romanzo menzionato, che non conoscevo cioè di ricercarlo e farlo entrare nella mia wish list. A quel punto il mio armadietto delle letture si è messo a ululare, ma l'ho rassicurato dicendo: "Non ti preoccupare, anche questo titolo è per la prossima vita." ;-)

    Lo stato sospeso tra il sonno e la veglia è caratteristico degli stati di meditazione, capitava anche a me.

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  4. Sai che quel quadro, Ai piedi del mondo analogo, esiste realmente? Lo ha dipinto un mio amico pittore a cui mi sono in gran parte ispirato per la figura di Fabrizio. Solo dal lato artistico però, perché umanamente i due sono diversissimi tra loro.
    L'atelier invece è ispirato alla mansarda in cui abitavo un tempo.

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