Solve et Coagula - Pagina 12
Capitolo 1 - parte 12
«Ho bevuto e devo tornare a letto» disse
all’improvviso.
Luisa le sorrise: «Io farò altrettanto. Giusto il
tempo di spegnere il computer e passare dal bagno. A proposito» aggiunse «tu non hai bisogno di
usare il bagno?».
Le sembrò che Alessandra fosse per un momento come
spiazzata dalla sua domanda e anche sul punto di dire qualcosa,ma ebbe all’apparenza
un ripensamento.
«No, non ho bisogno di usare il Bagno» disse infine e, senza aspettare oltre, si defilò
nel corridoio.
Luisa rimase per un po’ immobile a osservare la
cornice vuota della porta. Quando poi sentì Alessandra chiudersi dietro le
spalle la porta della sua stanza, comprese che quella strana parentesi, la
prima apertasi tra loro in due anni, si era ormai richiusa. Era tuttavia vero
che se aveva desiderato un imprevisto, poteva dire di averlo avuto.
Ma, a pensarci bene, tutta la serata in generale era
stata generosa da questo punto di vista. Significava forse che aveva il potere
di far accadere le cose, se lo desiderava intensamente? Ne dubitava e preferiva
pensare a una pura coincidenza.
Altrimenti, come minimo, si sarebbe già procurata un
buon lavoro. Era però anche vero che il suo desiderio di trovarsi un lavoro non
era particolarmente intenso poiché non ne aveva abbastanza bisogno. L’affitto
della stanza e del secondo appartamento le davano di che vivere mese per mese e
in banca aveva soldi sufficienti per far fronte a eventuali, sempre possibili,
tiri mancini della sorte. E tutto questo lo doveva esclusivamente alla nonna
paterna.
Ricordava bene l’effetto che ebbe su di lei scoprire
di essere l’intestataria di una parte così consistente di quell’eredità: era
stato un vero e proprio shock, perché finché era stata in vita la sua nonna
paterna l’aveva sempre trattata con un distacco che rasentava la freddezza.
Diversamente dall’altra nonna, quella di Zio Lupo, che anche se le
aveva lasciato un’eredità puramente immateriale, consistente in nulla più di
una collezioni di bei ricordi, l’aveva inondata in vita delle più svariate
manifestazioni d’affetto. O almeno, a lei bambina erano sembrate tali.
Ma per quanto riguardava l’eredità materiale, i due
appartamenti e il gruzzolo di soldi, a volte si chiedeva se fosse stata davvero
una fortuna. Le veniva infatti da pensare che, senza questa sorta di rete di
sicurezza, avrebbe forse usato più cautela nelle sue scelte e chissà, a
quest’ora avrebbe avuto in tasca la sua laurea in Lettere, per quello che
poteva valere.
Con questi pensieri rischiava però di sprofondare in una
nuova crisi. Entrò così in cucina con l’idea di prepararsi una bella tisana;
una tisana del buon umore già che c’era, quella con l’iperico, la cannella e
l’anice. Ma quando fu poi il momento di berla fece qualcosa di cui lei stessa
si sorprese: anziché la sua tazza prese quello che sapeva essere il bicchiere
in cui aveva bevuto poco prima Alessandra e verso lì la sua tisana. Chissà,
pensò, se non conservava ancora una traccia del contatto delle labbra di lei…
Finalmente ho letto il primo capitolo (anche se ben più della metà lo lessi a suo tempo sul dedalo).
RispondiEliminaMi piace, mi piace molto. :) Sono ancora qui che mi domando perché non ho mai continuato la tua parte. Forse perché ti vedevo troppo convinto? Io adoro l'esoterismo, e il fantasy, quindi mi attirava molto... Chissà.
Se mi permetti, comunque, vorrei farti un paio di osservazioni personali:
1- a volte credo ti scappi qualche espressione un po' colloquiale, non so se invece è fatto apposta. In ogni caso hanno il loro effetto e lo mantengono scorrevole;
2- da vaga conoscitrice dei tarocchi sarebbe da bacchettarti un po' le mani, siccome parte del loro significato varia dal tipo di mazzo... e il disegno varia quasi sempre! ;)
Non so se poi hai specificato in qualche nota (vedevo che di alcuni capitoli hai fatto delle note conclusive), però potrebbe starci bene l'indicazione del tipo di tarocchi utilizzati. :)
Vediamo se riesco a mettermi in pari a breve!
Benvenuta nei meandri di Solve et Coagula, Maria e grazie degli apprezzamenti :)))
EliminaVenendo alle note:
1-Diciamo che riguardo alle espressioni colloquiali... fosse per me ne userei anche di più, però cerco di limitarle.
2-Io mi baso sull'iconografia tradizionale dei tarocchi e avendoli appresi da Alejandro Josdorowski, ho in mente il suo modus operandi. Nel seguito del racconto ci sarà qualcosa di più esplicativo al riguardo.
Il deck è appunto il Camoin-Jodorowski, che mostro nella nota 2. Ma anche, direttamente come immagini, in alcune schegge della storia.
Buona lettura!!!
Bene, allora non vedo l'ora di apprendere questo metodo! :)
EliminaGrazie. :)
Come hai visto, Ivano, procedo come una lumachina nella lettura delle varie puntate della blog novel... :-) e lascio un commento ad ogni lettura, cioè una traccia del mio passaggio. Anche a me la narrazione piace molto, come a Maria che ha commentato ben prima di me. La trovo sottilmente inquietante.
RispondiEliminaPensa che io invece sono stupito dalla tua velocità di lettura, pensando a tutti gli altri blog a cui devi star dietro e alle mille altre occupazioni che avrai nel quotidiano. Meglio così comunque e trovo bellissima anche l'idea di farmi sapere che sei passata.
EliminaGrazie mille davvero. E nel caso specifico mi dichiaro anche lieto di inquietarti ^_^
Ti dirò che non è che stia poi molto dietro agli altri blog. Diciamo che ho il mio gruppo cui sono affezionata... e poi alcuni col tempo abbandonano il loro blog, cosa di cui mi dispiace, e anch'io li trascuro. Probabilmente è fisiologico.
RispondiEliminaIl fatto che io posti una volta alla settimana mi permette di lasciare più tempo per commentare, e avere più tempo a mia volta per curiosare.
Anche lavorare in proprio mi permette di organizzare meglio la mia giornata, e di prendermi i miei spazi. Il tempo però è sempre tiranno! :-)
Sai che non avevo neanche notato che posti un'unica volta a settimana? In fin dei conti, se tutti facessero così ognuno di noi potrebbe seguire più blog :-)
EliminaCome sai, ci sono diverse scuole di pensiero sull'argomento. :-) Io posto nel giorno della settimana in assoluto più sconsigliato, cioè il sabato mattina.
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