Solve et Coagula - Pagina 17
Capitolo 2 - parte 5
«Puoi aspettare solo un momento Giuli? Devo togliere
urgentemente una cosa dal fuoco… vado e torno!».
E senza neanche aspettare la risposta dell’amica,
Luisa corse alla porta del bagno.
«Alessandra, sei ancora lì?» chiese, mentre bussava.
Non ottenendo risposta, abbassò la maniglia e aprì la
porta per quel tanto che le bastò ad avere la conferma che il piccolo locale
era effettivamente vuoto. Com’era prevedibile, la ragazza aveva approfittato
della telefonata per rifugiarsi nella sua stanza.
Meglio così, si disse Luisa, che tornò di corsa al
suo cellulare.
«Ci sei ancora, Giuli?».
«Ci sono, ci sono…». Dal tono della voce era
evidente che l’amica non aveva gradito l’interruzione.
«Allora?» continuò Giulia. «Cosa hai deciso? Non ho
intenzione di stare al cellulare in eterno».
«Ho deciso che vengo con voi» le rispose Luisa «ma a
una condizione».
«Quale condizione?»
«Che cancelli dal tuo vocabolario le parole Imperatore e Imperatrice.
Al minimo accenno a quella storia prendo il primo quadro che mi capita a tiro e
lo trasformo in una collana facendoci passare attraverso la tua testa».
«Ricevuto. Ti aspettiamo qui sotto?».
«No, salite. Devo prima aggiustarmi un po’… mica mi
aspettavo di dover uscire».
Li attese quindi sul pianerottolo, con crescente
nervosismo man mano che udiva più forte il suono dei loro passi in
avvicinamento, gradino dopo gradino. Si chiedeva se stesse davvero facendo la
cosa giusta. Magari lui, durante o dopo la conferenza, si era creato delle
aspettative e lei, aprendogli la sua casa fin dal primo giorno, rischiava di
foraggiarle senza volerlo.
Ma quando poi, dopo alcuni istanti, si trovò
effettivamente davanti per la seconda volta il cosiddetto Imperatore, non ci
mise molto a capire che le sue paure erano del tutto ingiustificate. Fabrizio,
così si presentò, era esattamente timido come se lo ricordava: faceva persino
fatica a parlare e la salutò dalla distanza di almeno un metro con un mezzo
inchino in stile giapponese. Se davvero aveva delle intenzioni su di lei, pensò
Luisa, non c’era dubbio che avrebbe impiegato un paio di secoli a manifestarle.
Quindi, almeno per il momento, poteva ritenersi al sicuro.
In compenso, era fisicamente abbastanza diverso da
come lo ricordava. Non era particolarmente alto e anche il suo profilo era meno
da rapace di quello che lei aveva in mente. Si trovò così costretta a
ridisegnarsi in quattro e quattr’otto la sua immagine mentale: da beccamorto a…
a niente. Non voleva dare altri giudizi affrettati e avrebbe atteso di
conoscerlo meglio, se era destino che dovessero conoscersi meglio. Su una cosa
tuttavia Luisa non aveva dubbi: per quanto lei potesse mutare il suo giudizio, mai e poi mai si
sarebbe compiuto il capovolgimento
completo che avrebbe potuto, con il tempo, farle apparire Fabrizio a tutti gli
effetti come l’Imperatore. Perché, se anche una volta lui fosse
stato davvero tale, doveva essere finito vittima di un sortilegio del genere di
quelli che nelle favole facevano tramutare i principi in rospi. E lei dubitava
molto che un semplice bacio sarebbe servito a qualcosa.
Povero Fabrizio! Ma è davvero così insignificante questo ragazzo? xD
RispondiEliminaMa no, in seguito recupererà punti e considerazione, vedrai ;)
EliminaA me piace molto il contrasto tra il concetto di "Imperatore" e l'immagine scialba di questo ragazzo.
RispondiEliminaIn questo caso però la storia è a lieto fine. Col tempo Fabrizio vincerà l'iniziale timidezza e acquisterà una maggior stima e considerazione da parte delle due ragazze.
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