Picnic at Hanging Rock Reloaded: Oltre la Roccia /6
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1. Primavera, tempo di Picnic | 2. Le ragioni di uno Speciale | 3. Oltre la Roccia /1 |
4. Oltre la Roccia /2 | 5. Oltre la Roccia /3 | 6. Oltre la Roccia /4 |
7. Oltre la Roccia /5 |
Sembra proprio che io non fossi presente al momento della mia nascita! Un miracolo degno di Hanging Rock!
Alla prima escursione scolastica del Clyde nel novembre 1919, ne seguirono molte altre, una all’anno per i successivi quarant’anni, e in occasione di quella del 1938 la Roccia divenne anche il palcoscenico di un’opera teatrale interpretata dalle studentesse.
“In qualche modo”, scrisse sempre sul Cluthan nel 1929 la cugina di Joan, Barbara Weigall, interpretando il sentire delle allieve della scuola, “noi sentiamo di possedere Hanging Rock”.
Un'annotazione che basta da sola a far capire quanto sia stato radicale, nel giro di meno di un secolo, quel "passaggio di proprietà" da una cultura a un'altra cui ho accennato un paio di post fa e che riprendo qui per aggiungere ancora qualcosa (che va tra l'altro a connettersi alla questione, fondamentale in Picnic a Hanging Rock, del tempo).
Lo scontro di civiltà tra gli europei e gli abitanti originari dell'Australia fu anche - o soprattutto, come osserva giustamente Brian Dunning, un debunker australiano che si è naturalmente occupato anche del "mistero Hanging Rock"* - uno scontro sul tempo. Uno scontro, cioè, tra due diverse visioni del tempo, corrispondenti a due delle categorie fondamentali riconosciute da René Guénon (1886-1951) come sintomatiche del passaggio dalla visione tradizionale alla visione moderna della realtà: tempo ciclico da un lato, tempo lineare dall'altro. E poiché non c'è modo, nella fisica come altrove, di separare il tempo dallo spazio, è inevitabile che lo scontro investa anche categorie di tipo spaziale. Ai fini del nostro discorso sono importanti altre due categorie trattate sempre da Guénon, quelle del nomadismo e del sedentarismo.
La concezione del tempo del tempo delle popolazioni nomadi, ciclica e legata ai ritmi naturali, impedisce invece qualunque
carattere divorante dello spazio. Tra gli aborigeni australiani non hanno mai
avuto luogo conflitti per espansioni territoriali; l'occupazione dello spazio ha, nel loro caso, il
solo fine di riempire "vuoti territoriali", e rimane comunque una "occupazione in movimento", con lo scopo di formare, a seconda dei casi, o una nuova mitologia - in base alla "lettura del paesaggio" - o di trapiantare una mitologia preesistente.
Nel caso del "trapianto" di una mitologia, si formano dei nuovi sentieri mitologici (Canti) che
uniscono il presente territorio a quello di origine, che mantiene comunque lo statuto di patria tribale,
la terra cioè in cui gli eroi mitici (o antenati) della tribù viaggiarono,
compirono le loro gesta e istituirono i rituali.
E' inoltre strettissima l'interdipendenza tra le varie
tribù collocate su uno stesso sentiero mitologico, dato che nessuna di esse possiede i Canti maggiori nella
loro interezza. Basti pensare che il Sogno dell'emù e dell'ocra
rossa, per esempio, si sviluppa per oltre mille chilometri attraverso il territorio
australiano. E se da un lato si può dire che sia proprio il possesso
di una particolare sezione di un Canto a distinguere una tribù dall'altra,
dall'altro, l'appartenenza a uno stesso sentiero mitologico non è
affatto indice di una somiglianza di organizzazione sociale.
Non è in ogni caso difficile rendersi conto, di fronte a simili presupposti, come e perché la preesistente comunità australiana sia stata del tutto impreparata ad accogliere l'onda d'urto dei coloni europei.
Patricia Baker Tunkin, Kalaya Tjukurrpa (Emu Dreaming) |
E' questo per Joan, come lei ricorderà in seguito, uno dei periodi più felici della sua vita, culminato, verso la fine del corso, con il trasferimento a Warrandyte, un villaggio nato negli anni della corsa all'oro situato nella valle del fiume Yarra, le cui sponde attiravano (e attirano tutt'oggi) molti artisti.
Joan Lindsay, View of the Yarra (looking towards Richmond from Toorak), [ca.1925]. |
Joan Lindsay all'inizio degli anni '20 |
Di ritorno in Australia dall'Inghilterra, Joan e il marito tennero due esposizioni congiunte di loro quadri, una a Melbourne e una a Sydney. Ma a questo punto ha anche inizio il rapido ritrarsi di lei dalla ribalta del mondo della pittura: un ritiro da lei motivato con la sua incapacità di ritrarre la figura umana, e doversi accontentare del solo paesaggio, ma molto più probabilmente dettato dalla volontà di evitare l'imbarazzo che le sarebbe derivato dal mettere in ombra, con la propria pittura, l’arte del marito. Un rischio questo che, a giudicare dalle tutt'altro che stratosferiche doti artistiche del congiunto, era come minimo concreto.
Daryl Ernest Lindsay, Turkey Creek Homestead, WA. |
* * *
* Brian Dunning, Picnic at Hanging Rock. Skeptoid Podcast #308; May 1, 2012.
** Phillip Adams, Into Another Dimension. In: Age, 1 November 1975, p. 12. "St Valentine's Day is her magic day, when the commonplace is overwhelmed by the extraordinary".
Non si interessava alla sua data di nascita... É un dato un po' abnorme. Non festeggiava il proprio compleanno? Non glielo chiedeva nessuno in che giorno fosse nata?
RispondiEliminaIn questo caso, Ariano, mi sono limitato a riportare quello che dice Janelle McCulloch. E' anche possibile che non fosse così raro per una persona nata in Australia (ma forse anche altrove) alla fine dell'800 non essere al corrente della propria data di nascita precisa. Probabilmente anche nei documenti ufficiali poteva trovar posto qualcosa come "data ignota".
EliminaInoltre anche la citazione della stessa Lindsay che ho apposto a inizio post sembra riferirsi proprio a tale circostanza.
EliminaBene, ti ringrazio per questo splendido ritorno ad Hanging Rock...e attento sempre alla nebbie del Tempo. ;)
RispondiEliminaGrazie a te per seguire con costanza e interesse, Nick. Temo però che le nebbie del tempo si faranno sempre più fitte ;-)
EliminaIn altre parole San Valentino sarebbe l'unico dell'anno in cui qualcosa di magico può accadere... Non mi ricordo se questa cosa sia stata adeguatamente sottolineata nel romanzo o se sono io che ci ha badato solo superficialmente...
RispondiEliminaNo, non è stata per niente sottolineata nel romanzo. Penso anzi che chiunque sia all'oscuro della considerazione speciale di Joan per questa data, immagini che l'ambientazione del picnic a San Valentino serva soprattutto a creare la giusta atmosfera per la parte iniziale del libro all'Appleyard College.
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