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Picnic at Hanging Rock Reloaded: Oltre la Roccia /2




Link ai precedenti post dello Speciale:
1. Primavera, tempo di Picnic2. Le ragioni di uno Speciale3. Oltre la Roccia /1

Posso dire che per me non c’è molta differenza tra fatti e fantasia. Qualcosa è accaduto e qualcosa no, ma per me ogni cosa è accaduta. Per me è stato tutto assolutamente reale.*

La citazione sopra riportata proviene dalla voce di Joan Lindsay, autrice del romanzo Picnic a Hanging Rock e sembra chiarire almeno una parte del "mistero".

"Qualcosa è accaduto e qualcosa no". Ma cosa di preciso è accaduto?

Un punto che salta all'occhio è che se si accosta la convinzione di Janelle Mc Culloch - che l'elemento di verità del romanzo è costituito dall'assassinio e l'occultamento di due ragazze a Hanging Rock avvenuto alla fine dell'800, da parte di due uomini di cui lei (su imbeccata di un suo compagno di investigazioni) avrebbe anche rinvenuto l'identità - all'aneddoto da lei riportato dell'incontro sul set del film del 1975 tra Joan Lindsay e Anne Lambert-Wilson, allora è inevitabile trarre almeno due conclusioni:

1. Una delle due ragazze effettivamente scomparse si chiamava Miranda.

2. La Miranda reale aveva una grande somiglianza con l'attrice che la interpreta nel film.


A meno che quel "per me non c’è molta differenza tra fatti e fantasia" non sia da intendersi nel suo senso più radicale e che, alla fine, per Joan Lindsay, la Miranda del suo romanzo aveva a tutti gli effetti scalato Hanging Rock fino alla sua sommità per scomparirvi. E qui entreremmo in quel piano di realtà per definire il quale l'iranista Henry Corbin coniò, in una sua opera del 1960 intitolata Corpo spirituale e Terra celeste, il termine "immaginale", poi reso popolare dallo psicanalista junghiano e fondatore della psicologia archetipica James Hillman. E' il piano, intermedio tra il mondo materiale e quello spirituale, in cui opera l'"immaginazione attiva", che si distingue dall'immaginazione comune per la sua ineludibile natura simbolica e trascendente.

Ho già definito a suo tempo (in Percorrendo i Sentieri del Sogno) la creazione letteraria di Joan Lindsay come un atto di mitopoiesi, con il suo "mito del Picnic" che riempie il vuoto lasciato dalla perdita del mito (o canto) originario legato a Hanging Rock. E tutto quello che ho letto da allora non ha fatto altro che rinforzarmi in questa convinzione.

Tornerò sul discorso in altra parte di questo Speciale, mentre adesso mi limito a trascrivere due citazioni che penso bastino a dare un'idea sintetica e abbastanza chiara di ciò di cui sto parlando. La prima è dell'antropologo Gilbert Durand, autore de Le strutture antropologiche dell'immaginario (anch'esso del 1960) e proviene da una sua intervista rilasciata, a inizio degli anni '80, alla rivista Riza psicosomatica (non ho purtroppo conservato il riferimento preciso):

Tutti gli dèi sono reali perché creazioni della mente umana.

L'altra è dello scrittore francese Ernest Hello (1828-1885), ed è riportata da Roberto Calasso nel suo I geroglifici di Sir Thomas Browne:

In poche parole, il fantastico è la parodia del simbolismo.

Mi soffermerò invece adesso sulla Roccia al centro del romanzo, esaminandola per un momento dal punto di vista storico e culturale.

Hanging Rock è una frastagliata formazione geologica che si ritiene originata da un’eruzione vulcanica avvenuta sei milioni di anni fa, al centro di una piattaforma di roccia vecchia di 300.000.000 di anni. Il vento e l'acqua ne avrebbero poi modellato i suoi caratteristici pinnacoli. Fu terra ancestrale e luogo sacro e cerimoniale per i clan Woiwurrung e Dja Dja Wurrung fino agli anni '30 dell'Ottocento, quando l'arrivo dei primi coloni nel futuro stato di Victoria decretò l'inizio di uno scontro di civiltà che si concluse nel 1863, con la deportazione degli abitanti originari del sito - o almeno della manciata di loro risparmiati dal vaiolo e dai fucili dei coloni - nella inospitale Coranderrk Reserve, istituita a 50 km. a nord-est di Melbourne. Hanging Rock si trova, per la cronaca, a 70 km. dalla stessa città ma in direzione nord-ovest.

Il nome della riserva, Corranderk, fu scelto dagli stessi aborigeni e indica il fiore Prostanthera lasianthos, il cui nome comune è "cespuglio di Natale vittoriano" (immagine a destra).

Battezzata in precedenza dai coloni Dryder's Rock e poi Mount Diogenes, Hanging Rock acquisì il suo nome corrente alla fine degli anni '50 dell'Ottocento, nel corso della prima mappatura geologica del continente istituita dal Governo federale australiano.

Negli anni della corsa all'oro servì anche da nascondiglio per i fuorilegge, ma già verso il 1880 il sito aveva acquisito il suo status di area di svago per i cittadini di Melbourne: status che si mantenne inalterato per quasi un secolo, fino cioè alla pubblicazione del romanzo di Joan Lindsay nel 1967. Sebbene a minarlo fu soprattutto, a causa della sua natura più popolare, il film di Peter Weir del 1975.

Su questo fertile terreno attecchì poi facilmente, nel 1980, il saggio The Murders at Hanging Rock, della scrittrice australiana di fantascienza Yvonne Rousseau, che dette la stura definitiva al processo di ridefinizione dello status della Roccia. Hanging Rock acquisisce ora una serie di attrattive supplementari e diventa meta, oltre che di semplici curiosi, di appassionati del paranormale, di investigatori dilettanti e di turisti del macabro. Tutte cose che hanno in varia misura a che fare, come abbiamo in parte già visto, con la stessa particolare natura della relazione di Joan Lindsay con il posto.

Ma va anche detto che questa ridefinizione - e qui torna in gioco la questione dell'atto mitopoietico - è in parte un recupero delle origini. Sappiamo infatti che i custodi originari di Hanging Rock, ne consideravano la sommità abitata da spiriti maligni ed è presumibile che vigesse un tabu che impediva, almeno ai non iniziati, di spingersi oltre un certo limite. Forse proprio quello rappresentato dal monolito?

[Edith] vide con orrore che tutt'e tre le sue compagne sparivano dietro il monolito. - Miranda! Torna indietro! - Mosse pochi passi incerti verso la salita e scorse come ultima cosa una manica bianca che scostava i cespugli davanti a sé.***

Lo stesso monolito che apparirà, una cinquantina di pagine dopo, "nero contro il sole" a Michael Fitzhubert, avventuratosi da solo sulla Roccia alla ricerca delle ragazze, nel momento preciso in cui rincorre la risata di Miranda. Miranda che gli apparirà poi davanti, altre pagine dopo - e non più sulla Roccia inospitale e ostile, bensì nell'accogliente magione di Lake View - più volte nell'aspetto di cigno bianco.

E questo tra il bianco e il nero, tra il luminoso e l'oscuro, è uno dei tanti giochi degli opposti che ricorrono nel romanzo. Volendo usare una dicotomia ormai consolidata, pur se soggetta a revisioni, potremmo dire che l'Appleyard college rappresenta il lato apollineo e ordinato del mondo, Hanging Rock quello dionisiaco e scarsamente differenziato. E che di questi due aspetti Miranda e il monolito rappresentano le rispettive intensificazioni.

L'apparizione a Michael di Miranda in forma di cigno, subito dopo che lui è riemerso nel suo letto da un momento di sonno profondo e senza sogni, e la successiva metamorfosi di lei in cigno sulla riva del lago del giardino di Lake View, sono l'apice della rivelazione, nelle pagine del romanzo, della natura intensamente apollinea di Miranda, che, come controparte della Roccia con la sua "smagliante bellezza scura", incarna tutto quel che di solare e angelico può apparire su questa terra. E anche per questo è destinata a non trattenervisi a lungo.

Ma la metamorfosi acquista un significato particolare soprattutto se la riferiamo alla mitologia aborigena del Tempo del Sogno. Perché indica allora il ritorno a una fase primordiale della creazione, quella subito successiva al momento in cui gli Esseri Ancestrali (Uomini del Tempo Antico o Antenati), partoriti dalla loro stessa Eternità, tramutarono il loro Sognare in azione e dettero forma alla terra, fino ad allora amorfa. Crearono il paesaggio e gli animali, il sole, la luna e i pianeti. Crearono gli umani e stabilirono le tribù, i clan e i sacri riti.


Dreamtime Map (Doongal Aboriginal Art)

In quel tempo primordiale le forme, non ancora cristallizzate, erano soggette a un'incessante metamorfosi: una pianta poteva divenire un animale, un animale una formazione geologica, una formazione geologica un uomo o una donna.


* * *


* Da: Patricia Lovell, "A Recollection: Hanging Rock 1900". Picnic at Hanging Rock special edition director's cut, Disc 2 (DVD, Umbrella Entertainment 2004)

** Joan Lindsay, Picnic a Hanging Rock. Sellerio editore, 1993; Pag. 40. Traduzione di Maria Vittoria Malvano.

L'immagine di apertura del post è: Charles Courtney Curran, The Top of the World (1919, detail).

Per la visualizzazione intera clicca sull'icona a lato.


Commenti

  1. https://www.wired.it/play/televisione/2018/06/15/picnic-a-hanging-rock-soluzione-mistero-romanzo/

    E' con vero piacere che ritrovo questa storia appassionante, di cui ho visto il film e letto libri. ora ho trovato la serie in DVD e, quanto prima, mi accingerò a guardarla.
    Immagino tu conosca WIRED ma se non fosse così, ti ho postato il link.

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    1. Grazie del passaggio e del commento, Cristiana. Sì, avevo letto nel 2018 l'articolo di Wired. Me lo aveva segnalato la blogger Luana Petrucci, che mi aveva così messo a conoscenza dell'arrivo della miniserie tv.
      Hai letto libri su Picnic a Hanging Rock? :-O

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    2. Picnic a Hanging Rock Copertina flessibile – 28 aprile 2000
      AMAZON

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  2. Probabile, se è vero che la scrittrice si basò su un reale fatto di cronaca, che una delle due morte si chiamasse proprio Miranda, di certo è che il famoso ( o famigerato) XVIII capitolo ha lasciato tante domande ancora aperte. Ma di questo sono convinto che ne parlerai più avanti nello speciale.

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    1. Sì, sì, arriverà anche "lui", il famigerato. E' previsto per la seconda sezione dello Speciale.

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  3. Certo che se davvero fosse così, sarebbe molto significativo di come la letteratura (e l'arte) possano trasfigurare un evento doloroso e purtroppo terribilmente materiale come un sequestro (e presumo stupro) finito con omicidio e occultamento di cadavere, facendolo invece diventare quasi un punto di incontro fra mondo reale e mondo spirituale...

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    1. "Sublimazione" è forse il termine più corretto, Ariano. Come scrisse Rilke: "Il terrore non è che il sublime al suo inizio". ;-)

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  4. Il monolite chiaramente rappresenta una fase del percorso iniziatico delle ragazze. Non c'è altra ragione per la sua presenza. Non è molto diverso dal monolite di Kubrick, fonte di conoscenza incomprensibile alle scimmie ma deus ex machina che guida il cammino dell’umanità.

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  5. Sì, concordo in pieno sulla tua tesi. Avevo anzi pensato di citare io stesso nel post il monolite di Kubrick, soprattutto per il fatto che a Miranda all'inizio appare di colore nero perché in controluce. Poi però non l'ho fatto.

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