Incantesimi cinemusicali /2: Picnic a Hanging Rock
Come il Fantasma del palcoscenico di cui mi sono occupato nel post precedente, Picnic a Hanging Rock, il film capolavoro di Peter Weir, occupa stabilmente fin dalla metà degli anni '70 i vertici della classifica dei miei cult movies. E' inoltre sempre stato, nella mia considerazione, il film magico per eccellenza.
Sono però dovuti passare ugualmente molti anni prima che scoprissi l'esistenza del libro da cui il film è stato tratto, un romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsay che porta lo stesso titolo e che è stato pubblicato nel 1967, otto anni prima dell'uscita del film.
Scoprire poi, ancora più tardi, che la storia era interamente frutto della fantasia della scrittrice ha avuto su di me un effetto paragonabile a quello che può prodursi in un bambino quando viene infine a sapere, in un modo o nell'altro, che Babbo Natale non esiste.
Sono però dovuti passare ugualmente molti anni prima che scoprissi l'esistenza del libro da cui il film è stato tratto, un romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsay che porta lo stesso titolo e che è stato pubblicato nel 1967, otto anni prima dell'uscita del film.
Scoprire poi, ancora più tardi, che la storia era interamente frutto della fantasia della scrittrice ha avuto su di me un effetto paragonabile a quello che può prodursi in un bambino quando viene infine a sapere, in un modo o nell'altro, che Babbo Natale non esiste.
Il punto è che sia la scrittrice Joan Lindsay che il regista Peter Weir presentano Picnic a Hanging Rock come il resoconto di un avvenimento realmente accaduto il 14 febbraio del 1900, durante un caldo giorno dell'estate australiana: la scomparsa di alcune studentesse di College, e di una loro insegnante che si era avventurata alla loro ricerca, durante una gita scolastica.
Ecco cosa scrive a questo proposito Joan Lindsay, all'inizio del suo libro, giocando la carta dell'ambiguità:
Ecco cosa scrive a questo proposito Joan Lindsay, all'inizio del suo libro, giocando la carta dell'ambiguità:
Se Picnic a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell'anno 1900 e tutti i personaggi che compaiono nel libro sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza.
In realtà, dal momento che gli eventi risalirebbero al 1900 e il libro venne pubblicato nel 1967, è a mio avviso abbastanza improbabile, anche se non impossibile, che tutti i protagonisti della vicenda fossero all'epoca già "morti da molto tempo".
Questa invece è la scritta che appare all'inizio del film, del 1975, di Peter Weir:
Una presunzione di verità, quella che trapelava da entrambe queste presentazioni, che ha poi fatto sì che un certo numero di persone abbiano non solo creduto alla realtà della storia narrata, ma abbiano anche dedicato mesi o perfino anni della loro vita al tentativo di venire al capo del mistero. (Ed è anche successo, come vedremo a suo tempo, che in alcuni rari casi queste persone abbiano finito per offrire realmente un loro contributo prezioso e originale alla storia e al suo mistero). In effetti, era stato tutto costruito così ad arte che solo continuando a fare a mia volta delle occasionali ricerche sul film e sul romanzo mi sono imbattuto, a un certo punto, nell'amara verità: la storia non aveva retto a una seria indagine giornalistica e si è infine rivelata, appunto, un'invenzione.
La forte delusione iniziale è stata tuttavia stemperata ben presto da ciò che andavo scoprendo a mano a mano che procedevo nelle mie ricerche, e che anziché dissipare ulteriormente il mistero come avevo temuto, sembravano renderlo perfino più fitto. La svolta fondamentale c'è stata indubbiamente nel 1987, quando è stato finalmente pubblicato per la prima volta, e in un volumetto a se stante dal titolo The secret of Hanging Rock, il finale del libro, il misterioso capitolo XVIII.
E poiché penso che nessuno abbia difficoltà ad ammettere che non capiti spesso di poter leggere il finale di un libro solo dopo vent'anni, ritengo che Picnic a Hanging Rock rientri di diritto nella categoria "libri misteriosi" e che valga la pena di andare un po' più a fondo alla cosa.
Vi aspetto perciò prossimamente tutti qui, O voi amanti del mistero, per un post extra che avrà come oggetto proprio questa indagine.
Ma per il momento mi preme soprattutto rispettare l'obiettivo principale di questo articolo e passerò quindi adesso a occuparmi della colonna sonora del film.
E' infatti fuori di dubbio che uno dei grandi pregi di Picnic a Hanging Rock, e une delle ragioni del suo successo planetario, sia proprio la perfetta alchimia di musica e immagini. E a questo punto sarebbe anche lecito chiedersi, rimanendo in tema di misteri, perché mai una colonna sonora di così alto livello non sia stata più ristampata dai tempi della sua pubblicazione in vinile negli anni '70.
Ecco comunque la bella copertina del 33 giri, seguita dall'elenco dei brani che vi sono inclusi:
1. Doina Lui Petru Unc - Gheorghe Zamfir / 2. Prelude No. 1 in C Minor - J.S. Bach / 3. Ascent Theme - Bruce Smeaton / 4. Doina Sus Pe Culmea Dealului - Gheorghe Zamfir / 5. Romanza - W.A. Mozart / 6. Andante Cantabile - P.I. Tchaikovsky / 7. Adagio Un Poco Mosso - L. van Beethoven / 8. Ascent Theme - Bruce Smeaton / 9. Piano Concerto No. 5, Op. 73 - L. van Beethoven
Come si può vedere, la scelta è caduta su cinque brani di musica classica, tutti di compositori molto noti, e tre brani di musica moderna: due di George Zamfir, il musicista romeno divenuto famoso in tutto il mondo per le sue esecuzioni al flauto di Pan, e uno di Bruce Smeaton. Ed è proprio il brano di quest'ultimo, Ascent Theme, una composizione di indubbia suggestione, l'unico contributo originale alla colonna sonora del film.
La composizione di Smeaton è ascoltabile pressoché per intero nei minuti iniziali di questo estratto video con il finale originale girato da Peter Weir, espunto nell'edizione finale del film.
La composizione di Smeaton è ascoltabile pressoché per intero nei minuti iniziali di questo estratto video con il finale originale girato da Peter Weir, espunto nell'edizione finale del film.
Ma questa è solo la prima parte dell'incantesimo, che continua con Gheorghe Zamfir e il suo Doina Sus Pe Culmea Dealului, divenuto noto anche come Miranda's Theme. Ma poiché ho in questo caso deciso di accostare al video anche la parte corrispondente del libro, ritengo necessario, prima di affrontare la visione e la lettura, introdurre brevemente
Le quattro protagoniste dell'incantesimo
Miranda è la studentessa più popolare dell'Appleyard College, ed è "bionda e slanciata come la Venere del Botticelli".
Irma è la studentessa più ricca del College, e ha "labbra rosse e carnose, occhi scuri e birichini e boccoli neri e lucenti".
Marion è la studentessa più intelligente del College, e ha "lineamenti fini e intelligenti".
Edith è la somara del College, "brutta come un rospo" e con "la forma di un cuscino imbottito più del necessario".
Premesso questo, è tempo ora di completare questo Incantesimo cinemusicale no. 2, con un secondo video seguito, come ho appena specificato, dalle pagine corrispondenti del libro.
Vi auguro una buona visione, un buon ascolto e una buona lettura.
Miranda's Theme (Doina Sus Pe Culmea Dealului)
Flauto di pan: Georghe Zamfir
Si ritrovarono su una piattaforma quasi circolare racchiusa tra rocce, macigni e pochi alberelli dritti. Irma scoprì subito una specie di feritoia in una delle rocce e contemplava affascinata, laggiù, il campo del picnic. Come ingrandita da un potente telescopio, la piccola scena in movimento spiccava con stereoscopica precisione in mezzo ai gruppi d'alberi: la carrozza con il signor Hussey affaccendato tra i suoi cavalli, il fumo che saliva da un minuscolo falò, le ragazze che andavano e venivano con i loro vestiti chiari e il parasole di Mademoiselle aperto come un fiore azzurro pallido presso lo stagno.
Decisero tutte d'accordo di riposare per qualche minuto all'ombra delle rocce prima di ritornare sui loro passi verso il fiumicello. "Se soltanto potessimo starcene via tutta la notte e vedere sorgere la luna" disse Irma. "Non fare quella faccia seria, Miranda cara: non abbiamo molte occasioni di divertici fuori dalla scuola.
"E senza essere osservate e spiate da quella crumira della Lumley" disse Marion.
"Blanche dice di sapere per certo che la signorina Lumley si lava i denti solo la domenica" intervenne Edith.
"Blanche è una saccente insopportabile" disse Marion "e anche tu". Edith continuò imperturbabile: "Blanche dice che Sara scrive poesie. Nel gabinetto, figuratevi. Ne ha trovata una per terra, tutta su Miranda.
"Povera piccola Sara" disse Irma. "Credo che non voglia bene a nessuno al mondo tranne a te, Miranda".
"No riesco a capire perché" disse Marion.
"E' orfana" disse Miranda mite.
Irma osservò: "Sara mi ricorda un cerbiatto che un giorno il babbo aveva portato a casa. Ha gli stessi occhi grandi, spaventati. Io l'ho curato per qualche settimana, ma la mamma disse che non sarebbe sopravvissuto in cattività".
"Ed è sopravvissuto?" chiesero.
"E' morto. La mamma diceva sempre che era predestinato".
"Predestinato?" fece eco Edith. "Cosa vuol dire, Irma?".
"Predestinato a morire, naturalmente! Come quel ragazzo che sul ponte in fiamme era restato, da tutti quanti abbandonato, trallallà...". Non mi ricordo il seguito.
"Oh, che orrore! Credete che io sia predestinata? Non sto per niente bene, sapete. Pensate che quel ragazzo avesse mal di pancia come me?".
"Certamente, se aveva mangiato troppo pasticcio di pollo a colazione" disse Marion. "Edith, non sai come vorrei che tu stesi zitta un momento".
Sulle guance grassotte di Edith scorreva qualche lacrima. Perché mai, si chiedeva Irma, Dio creava persone brutte e antipatiche e altre invece belle e gentili come Miranda, che si chinava a carezzare con la sua mano fresca la fronte scottante della bambina. Aveva l'animo traboccante di amore, un amore tenero e immotivato, simile a quello che suscitavano a volte il miglior champagne francese del babbo o il malinconico tubare dei piccioni in un pomeriggio primaverile. Un amore in cui era compresa anche Marion, la quale con un sorriso spietato stava aspettando stava aspettando che Miranda la finisse di dar retta alle stupidaggini di Edith. Le vennero le lacrime agli occhi, ma non di dolore, non aveva affatto voglia di piangere. Solo di amare, e scuotendo i riccioli si alzò dalla roccia dove si era sdraiata all'ombra, e cominciò a danzare. O meglio a librarsi in volo al di sopra delle pietre lisce e calde. Tutte tranne Edith si erano tolte le scarpe e le calze. Danzava scalza e le rosee dita dei suoi piedini sfioravano appena la terra, come una ballerina, con i riccioli e i nastri svolazzanti e gli occhi lucidi e trasognati. Era al Covent Garden, dove sua nonna l'aveva portata quando aveva sei anni, e gettava baci agli ammiratori dietro le quinte e lanciava un fiore del suo mazzo in platea. Alla fine si chinò in una profonda riverenza al palco reale, a metà strada verso un albero della gomma. Edith, appoggiata a un masso, additava Miranda e Marion che si avviavano verso l'altura successiva. "Ma guardale, Irma. Dove credono mai di andare senza scarpe?". Con suo disappunto, Irma rispose solo con una risata. Edith disse, di malumore: "Devono essere matte". Simili sregolate follie sarebbero sempre state incomprensibili per Edith e per i tipi come lei, che cominciano presto nella vita a portare calze di lana e soprascarpe. Guardando Irma in cerca di sostegno morale, fu inorridita nel vedere che anche lei aveva preso su scarpe e calze e se le stava appendendo alla cintura.
Miranda avanzava per prima mentre le altre ragazze si dovevano aprire un varco attraverso i cornioli, ed Edith arrancava dietro a loro. Si vedevano i suoi lisci capelli biondi sparpagliati sulle spalle che, a forza di spinte, fendevano un'ondata dopo l'altra di verde polveroso. Finché in ultimo i cespugli cominciarono a diradarsi davanti a un breve dirupo che tratteneva gli estremi raggi del sole. Così, per milioni di sere d'estate, le ombre si erano allungate sulle vette e sui pinnacoli di Hanging Rock.
* * *
Note e crediti
Le presentazioni delle quattro ragazze sono tratte, con mie modifiche, da The Secret of Hanging Rock. A cura di John Taylor e Yvonne Rousseau; ed. Angus & Robertson, UK e Australia, 1987.Il testo italiano di Picnic a Hanging Rock è tratto dal Capitolo 3 dell'edizione Sellerio (1993). Traduzione di Maria Vittoria Malvano.
Un grande libro e un grande film. Forse il meglio mai uscito dai confini australiani. Avevo letto anch'io dell'esistenza di un capitolo finale, la cui esistenza è stata resa nota solo in tempi relativamente recenti (l'ultimo capitolo è stato anche tradotto e reso disponibile a tutti da qualcuno che adesso non ricordo, forse un blogger, e che non dovrebbe essere difficile ritrovare).
RispondiEliminaCiao TOM, mi fa molto piacere sapere che anche tu apprezzi questi due capolavori, libro e film. Il misterioso capitolo XVIII ce l'ho, l'ho letto e anche tradotto per mio uso personale. Ti assicuro che non delude le attese e ho già cominciato a scrivere il post ad hoc di cui parlo sopra.
EliminaSono poi d'accordo che si tratta del meglio che sia uscito dai confini australiani, anche se personalmente amo moltissimo anche "Walkabout"; seppure in questo caso non ho letto il libro di Vance Marshall (1959) ma ho solo visto il film di Roeg (1971).
Vidi il film a suo tempo (una replica in tv, Peter Weir mi è sempre piaciuto ed ero curioso), e ammetto che l'ho trovato a tratti troppo sospeso, troppo etereo. Però alcune sequenze sono estremamente suggestive.
RispondiEliminaCiao Ariano! Io, come si deduce anche dal post, ho amato il film senza se e senza ma e a quasi quattro decenni di distanza rimane uno dei miei preferiti. La successiva lettura del libro (compreso il capitolo scomparso) ha contribuito poi ad alimentare la fiamma.
EliminaNon ho mai visto questo film, e mi hai incuriosito da pazzi... mamma mia, aspetto il tuo articolo-indagine sulla vicenda!
RispondiEliminaMoz-
Sono contento di averti incuriosito, Miki :) Ovviamente ti consiglio di vedere al più presto il film e sarò ben felice di averti tra i lettori del post-indagine. Spero di essere all'altezza delle aspettative!
EliminaÈ vero in molti hannp creduto nella veridicitá della vicenda, questo però non fa che accrescere il fascino del film di Peter Weir.
RispondiEliminaBe', io ci ho creduto per più di un decennio, Nick. Poi, come si dice, "Curiosity killed the cat". Per fortuna, ho trovato altri motivi di fede, come ho accennato qui e spiegherò meglio nel prossimo post :)
EliminaMolto "nocturniano" questo post! Un po' mi ha fatto venire in mente "Il giardino delle vergini suicide" e la colonna sonora degli Air.
RispondiElimina"Nocturniano" mi piace come aggettivo, grazie. Gran bella rivista quella! Ho visto anche "Il giardino" a suo tempo e ricordo che mi era piaciuto molto. C'era una colonna sonora particolare? Non ricordo questo dettaglio... forse è il caso che riveda il film. Grazie per il contributo :)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=8mQ4reLS8Lo
EliminaVisto! Grazie Marco. Il videoclip ha però un'atmosfera molto leggera, diversa da quella che ricordo del film che penso rivedrò nei prossimi giorni.
EliminaFilm e libro tra i miei preferiti in assoluto!!! ^_^
RispondiEliminaE procedo nella lettura dei successivi post!
Il discorso vale anche per me, come puoi vedere Glò. Film e libro entrambi strepitosi!
EliminaBuongiorno a tutti, sto cercando disperatamente la partitura THE ASCENT THEME per pianoforte relativa al film "PICNIC A HANGING R. " da tanti anni...
RispondiEliminaSe qualcuno ne è per caso in possesso (o sa come io possa reperirla con facilità) me ne potrebbe spedire una copia?? Mi farebbe un favore GIGANTESCO!!
NB: Ovviamente gliela pagherei..... ( per contatti: paolaroner@gmail.com)
Grazie ancora. Paola Roner
PS: sapete come posso contattare l'autore Bruce Smeaton?
Benvenuta sul mio blog, Paola. Prova a guardare qui: https://www.youtube.com/watch?v=uLbKqqILBD8
Elimina