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Solve et Coagula - Pagina 39



Capitolo 4 - parte 1

Ma a dispetto dei suoi timori Luisa dormì profondamente, risvegliandosi per di più al mattino con in mente l’embrione di qualcosa che si definì, nel giro di appena mezzora, nei termini di un vero e proprio piano d'azione. Aveva sentito parlare delle proprietà purificatrici del sonno ma, per quanto poteva ricordare, era la prima volta che le sperimentava in prima persona con una tale nitidezza. Gli spazzini del sonno erano forse passati a ripulire il vestibolo del suo inconscio? Dopodiché il dio hipnos in persona doveva essere risalito a sua volta dal vestibolo di Ade e averla inseminata. Le mancava solo di saltare giù dal letto come Archimede era schizzato secoli prima fuori della sua vasca da bagno, lanciando il suo personale grido di Eureka.

Dopo una sbrigativa toletta si vestì e si preparò la colazione. Proprio mentre era seduta a mangiare, sentì il rumore della porta d’ingresso che si apriva e si richiudeva. Alessandra era uscita per andare a scuola come quasi ogni altra mattina. L’occhio le cadde spontaneamente sul portello del frigo. Perché non adesso?, si chiese. Che cosa la tratteneva dal soddisfare una curiosità in fin dei conti legittima? La risposta era sempre la stessa: la tratteneva la volontà di non tradire la fiducia, o l’ingenuità, della sua inquilina. Probabilmente sarebbe di nuovo esplosa prima o poi, come era accaduto il giorno prima, ma finché fosse riuscita a trattenersi…
Per un momento le sembrò anche di sentire la voce di Giulia che le ripeteva per l’ennesima volta che quella era casa sua e doveva pur sapere chi e cosa ospitava veramente. E non aveva alcun dubbio che la sua amica, al posto suo, avrebbe aperto da un pezzo il frigo e indagato sulla vera natura dei succhi. Ma era anche vero che Giulia e Alessandra non avrebbero potuto convivere sotto lo stesso tetto neppure per un giorno. E questo, da un certo punto di vista, stava a significare che le cose andavano come andavano perché poteva essere solo così e non altrimenti. Luisa, la paladina o profetessa del neofatalismo: così si sarebbe presentata d’ora in avanti alle sue nuove conoscenze.
In realtà, era proprio Giulia che Luisa si apprestava a vedere in base al suo cosiddetto piano d’azione. L’avrebbe incontrata al supermercato, sempre che fosse di turno. In caso contrario, avrebbe allungato il tragitto e l'avrebbe raggiunta a casa.
Al suo arrivo davanti al negozio, indagò con lo sguardo oltre la vetrina e individuò in pochi istanti l’amica seduta a una delle casse. Solo a quel punto entrò, si procurò un carrello e dette inizio alla sua spesa. Il tempo a disposizione per il colloquio sarebbe stato giocoforza limitato, ma erano ormai abituate a comunicare  in modo telegrafico in occasioni come quelle.

«Ricordi le mie cene vecchio stile?» chiese Luisa all’amica non appena fu il suo turno.
«Vuoi dire le cene che offrivi un tempo ad amici e amiche, prima di diventare eremita?» replicò Giulia mentre passava, più lentamente possibile, la spesa dell’amica sul lettore della cassa.

(Il dedalo delle storie, 28 ottobre 2013)

>> Pagina 40

Commenti

  1. Risposte
    1. I succhi dovevano servire in origine per un colpo di scena che per il momento ho però rinviato a una parte successiva della storia. Vediamo.
      Uno degli inconvenienti di questo tipo di pubblicazione, a schegge, è che non puoi ritornare sui tuoi passi e modificare le parti già scritte.

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    2. Poi tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro che la curiosità uccide il gatto ^^

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  2. Anch'io sto diventando curiosissima, a questo punto. Nella vita privata sono molto rispettosa degli altri, ma nella mia vita parallela ficcherei il naso ovunque nelle esistenze dei personaggi letterari.

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    Risposte
    1. Quei tre succhi sono in parte un mistero anche per me. Dovevano essere un messaggio in codice diretto da Alessandra a Luisa, una specie di richiesta d'aiuto, ma per ora sono come un messaggio in una bottiglia alla deriva nell'oceano.

      Elimina

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