The Studio Section Seven - Gli anni '80 /8: L'avvento del Re /2
E' noto, a chi ama abbastanza a fondo il genere, che il film Creepshow nasce come omaggio, da parte dello scrittore Stephen King e del regista George Romero, ai leggendari fumetti della EC Comics, che plasmarono la loro generazione di appassionati dell'horror prima di cadere sotto i colpi della mannaia della Comics Code Authority. Ma è, questa, una storia che ho già raccontato, all'inizio della Section Three dedicata a Bernie Wrightson, e che non ripeterò qui. Così come non parlerò del film citato, incombenza che lascio volentieri ai veri Romerologi, in primis Cassidy della Bara volante, che ne se ne è occupato, egregiamente come sempre, in questo suo post.
Mi interessa invece parlare della graphic novel omonima, che adatta a fumetti le storie del film, con un cambio di prospettiva in realtà minimo, visto che il film stesso è, come detto, un omaggio al fumetto.
E tuttavia le differenze ci sono, eccome. A cominciare dall'eliminazione, nella graphic novel, dell'introduzione e dell'epilogo del film - dei quali si conserva traccia solo nella copertina di Jack Kamen -, e dal diverso ordine di successione del terzo e del quarto dei cinque episodi, con The crate (La cassa) anteposto, nella graphic novel, a Something to Tide You Over (Alta marea).
Ma le differenze vanno soprattutto ricercate nel diverso approccio stilistico: Wrightson si muove con sufficiente autonomia da non riprodurre pedissequamente né le immagini del film né i volti degli attori, e mentre Romero dà la priorità all'immagine, non altrettanto accade nel fumetto, dove la voce di King, pur non arrivando mai a togliere importanza al disegno, trova tutto lo spazio che vuole. L'accoppiata King/Wrightson funziona in ogni caso a meraviglia, qui come nel coevo Cycle of the Werewolf. E contribuisce all'equilibrio delle parti anche l'ottima coloritura di Michelle Wrightson, i cui pennelli riversano con devozione i loro colori negli ampi spazi che le mette a disposizione il marito, ormai approdato a uno stile di grande eleganza ma sobrio, spogliato delle densità chiaroscurali che improntavano le sue opere ai tempi in cui disegnava per i magazine in bianco e nero della Warren Publishing, poco prima della fondazione dello Studio.
Introdotti da The Creep - ennesima variazione su un personaggio che, dagli EC Comics, e attraverso l'Uncle Creepy della Warren (conosciuto in Italia come Zio Tibia), è arrivato a vestire da noi i panni del Dottor Horror della Sansoni -, i cinque racconti traggono com'è logico la loro ispirazione più diretta dagli stessi fumetti che omaggiano. Ma aleggia anche, su almeno due di loro - The Lonesome Death of Jordy Verrill e The Crate -, lo spirito di H.P. Lovecraft evocato dalla penna di King, così come, Wrightson non trascura di rendere omaggio, sempre in The Lonesome Death of Jordy Verrill, al personaggio dei fumetti che per primo lo ha reso famoso come disegnatore: Swamp Thing.
A confronto: Creepshow pag. 21 (a sinistra) e Swamp Thing #5 pag. 14 (a destra). |
E' poi la volta, nel 1984, di The Talisman, scritto a quattro mani da Stephen King e Peter Straub e pubblicato da Donald M. Grant che dà vita a un altro corposo progetto editoriale, che coinvolge stavolta, oltre a Bernie Wrightson, anche un secondo ex membro di The Studio, Jeff Jones. Pubblicata in una tiratura limitata a 1.200 copie numerate e firmate dagli autori, la prima edizione dell'opera consta di due volumi rilegati in cofanetto, per un totale di circa 1.000 pagine, e comprende undici illustrazioni a colori, tra le quali una di Wrightson e una di Jones. Ma poiché non ho mai goduto della vista né dell'una né dell'altra, non mi resta che passare, a questo punto, alla successiva collaborazione di King e Wrightson, che vede di nuovo coinvolto anche Jeff Jones.
Sto parlando di Heroes for Hope Starring The X-Men, comic-book del 1985 che è una sorta di corrispettivo a fumetti della canzone Do They Know It's Christmas? cantata l'anno precedente della Band-Aid di Bob Geldof, con i ricavati delle vendite del fumetto devoluti allo stesso modo in beneficenza, con l'obbiettivo di combattere la fame in Africa.
Ideatore dell'iniziativa è stato proprio Berni Wrightson, che ne ha parlato al collega e amico Jim Starlin, che ha a sua volta passato l'idea a Jim Shooter, all'epoca direttore editoriale della Marvel. Gli stessi Wrightson e Starlin si sono poi occupati di reclutare disegnatori e inchiostratori, mentre lo scrittore delle storie degli X-Men, Chris Claremont, ha fatto altrettanto con gli sceneggiatori.
Che l'iniziativa si incentrasse poi sugli X-Men era inevitabile, essendo all'epoca i loro albi i più venduti al mondo, grazie soprattutto all'indiscussa capacità di Claremont di portare avanti da una decade, e senza particolari sbavature, una "saga famigliare" a tutto tondo, pur se inserita nel tipico contesto supereroistico del Marvel Universe.
Da un certo punto di vista, la storia contenuta in questo albo one-shot (a numero unico) potrebbe in realtà anche candidarsi a miglior fumetto di tutti i tempi. Se il solo metro di valutazione fosse il calibro degli autori coinvolti, elencati in questa tabella:
Cover
| Arthur Adams |
Pag. 1-2
| Testi: Stan Lee; disegni: John Romita jr; inchiostri: Al Gordon |
Pag. 3-4
| Testi: Stan Lee; disegni: John Buscema; inchiostri: Klaus Janson |
Pag. 5
| Testi: Ed Bryant; disegni: Brent Anderson; inchiostri: Joe Sinnott |
Pag. 6-8
| Testi: Louis Simonson; disegni: John Byrne; inchiostri: Terry Austin |
Pag. 9
| Testi: Ed Bryant; disegni: Brent Anderson; inchiostri: Dan Green |
Pag. 10-12
| Testi: Stephen King; disegni: Berni Wrightson; inchiostri: Jeff Jones |
Pag. 13-14
| Testi: Bill Mantlo; disegni: Charlie Vess; inchiostri: Jay Muth |
Pag. 15
| Testi: Ed Bryant; disegni: Brent Anderson; inchiostri: Tom Palmer |
Pag. 16-18
| Testi: Alan Moore; disegni e inchiostri: Richard Corben |
Pag. 19-21
| Testi: Ann Nocenti; disegni: Mike Kaluta; inchiostri: Al Milgrom |
Pag. 22-24
| Testi: Harlan Hellison; disegni: Frank Miller; inchiostri: Bill Sienkiewicz |
Pag. 25-26
| Testi: Chris Claremont; disegni: Brian Bolland; inchiostri: Graig Russell |
Pag. 27-28
| Testi: Jo Duffy; disegni e inchiostri: John Bolton |
Pag. 29-30
| Testi: Mike Baron; disegni: Steve Rude; inchiostri: Carl Potts |
Pag. 31-32
| Testi: Denny O'Neil; disegni: Brett Blevins; inchiostri: Al Williamson |
Pag. 33-35
| Testi: George Martin; disegni: Herb Trimpe; inchiostri: Sal Buscema |
Pag. 36-37
| Testi: Bruce Jones; disegni e inchiostri: Gray Morrow |
Pag. 38-39
| Testi: Steve Englehart; disegni: Paul Gulacy; inchiostri: Bob Layton |
Pag. 42-44
| Testi: Mike Grell; disegni: Jackson Guice; inchiostri: Steve Leialoha |
Pag. 45-48
| Testi: Archie Goodwin; disegni: Howard Chaikyn; inchiostri: Walt Simonson |
Back Cover
| Jim Starlin |
Quale altra storia a fumetti può infatti vantare, nelle sue pagine, la presenza contemporanea di scrittori come Stephen King, George Martin e Alan Moore? O di disegnatori del livello di Berni Wrightson, Frank Miller e Richard Corben?
Le prime nove pagine passano tuttavia senza offrire particolari brividi, e bisogna aspettare pagina dieci, e l'avvento del trio King-Wrightson-Jones, perché cominci davvero la festa, con tre pagine - corrispondenti alla sesta sezione della storia - che hanno come protagonista Kitty Pride, o Shadowcat, personaggio complesso e a tratti ambiguo, comunque dotato di tutto ciò che serve ad affascinare i tre autori, che producono così qualcosa a sua volta affascinante, una vera piccola gemma dell'arte sequenziale.
Se la scelta di affidare determinate sezioni a determinati team creativi sia dovuto a una precisa richiesta di questi ultimi, o a una decisone dei coordinatori del progetto, non so dirlo, ma è certo che gli accostamenti sono i migliori possibili in tutte le occasioni. Quale personaggio infatti più di Magneto si presta alle caratteristiche creative del duo Alan Moore-Richard Corben? O di Wolverine alla penna di Harlan Hellison e alle matite di Frank Miller?
La storia si mantiene così a un livello più che buono per gran parte del suo arco narrativo, almeno fino al polpettone condensato nelle quattro pagine finali, scritte dal buon Archie Goodwin, tutte grondanti l'inevitabile retorica che attende sempre dietro l'angolo in questo genere di operazioni.
Da sinistra a destra: Heroes for Hope pag. 18 (Alan Moore, Richard Corben); pag. 19 (Ann Nocenti, Mike Kaluta, Al Milgrom); pag. 37 (Bruce Jones, Gray Morrow) |
Un'ultima curiosità, a mo' di conclusione: il logo in copertina, Heroes for Hope Starring The X-Men, è stato disegnato da Janet Jackson, sorella di Michael.
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The Studio - Complete Comics Chronology XXV: September 1975 - 1976/A
Puoi vedere le immagini ingrandite cliccandoci sopra.
Michael William Kaluta: 4 illustrations for "Maison D'Etre Apple Pie #4 - Lopez, September 1975 (Magazine) | |
Bernard Albert Wrightson: "The Muck Monster" (7 pg) Eerie #68 - Warren, September 1975 (Magazine) Editor: Bill DuBay | |
Bernard Albert Wrightson: Cover House of Secrets #135 - DC, September 1975 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; Paul Levitz | |
Barry Windsor-Smith: "The Enchantment" (2 pg) + Cover of section 2* Mediascene #15 - Supergraphics, September 1975 (Magazine) Editor: Jim Steranko * From "" | |
Michael William Kaluta: Illustration (2 pg) Unknown Worlds of Science Fiction #5 - Marvel, September 1975 (Magazine) Editor: Roy Thomas | |
Michael William Kaluta: Illustration Outlooks #2 - Frank Mancuso, Fall 1975 (Fanzine) Writer: Bruce Jones | |
Bernard Albert Wrightson: Cover House of Mystery #236 - DC, October 1975 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; Paul Levitz | |
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg) National Lampoon #64 - NL Communications Inc., October 1975 (Magazine) Editors: Doug Kenney, Henry Beard | |
Michael William Kaluta: 5 illustrations for "Our Bright Forefathers" Apple Pie #5 - Lopez, November 1975 (Magazine) | |
Bernard Albert Wrightson: Inking on "Havoc on Homeworld!" (Figures of pages 3 and 6) Captain Marvel #41 - Marvel, November 1975 (Comic-book) Editor: Marv Wolfman Writers: Steve Englehart; Al Milgrom Penciler: Al Milgrom | |
Bernard Albert Wrightson: Frontispiece Creepy #75 - Warren, November 1975 (Magazine) Editors: Bill DuBay; Louise Simonson | |
Bernard Albert Wrightson: Frontispiece Eerie #70 - Warren, November 1975 (Comic-book) Editors: Bill DuBay; Louise Simonson | |
Bernard Albert Wrightson: Cover of section 2* Mediascene #16 - Supergraphics, September 1975 (Magazine) Editor: Jim Steranko * From "The Monsters: Color the Creature Book" | |
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg) National Lampoon #65 - NL Communications Inc., November 1975 (Magazine) Editors: Doug Kenney, Henry Beard | |
Michael William Kaluta: "The Strange Ones" (8 pg) Weird Mystery Tales #24 - DC, November 1975 (Magazine) Editors: Joe Orlando; Paul Levitz Writer: Jack Oleck | |
Bernard Albert Wrightson: Inking of Jim Starlin cover Werewolf by Night #35 - Marvel, November 1975 (Comic-book) Editor: Marv Wolfman | |
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg) National Lampoon #66 - NL Communications Inc., December 1975 (Magazine) Editors: Doug Kenney, Henry Beard | |
Bernard Albert Wrightson: Cover Secrets of Haunted House #5 - DC, December 1975 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; Paul Levitz | |
Bernard Albert Wrightson: Illustration Hot Stuf' #2 - Sal Quartuccio, Winter 1975 (Fanzine) | |
Michael William Kaluta: 3 illustrations Unknown Worlds of Science Fiction Marvel Giant-Size #1 - Marvel, 1976 (Magazine) Editor: Roy Thomas |
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La critica, specialmente quella italiana (ricordo degli articoli di Marco Marcello Lupoi e Luca Scatasta su Fumo di China, all'epoca ancora una prozine) si concentrò molto sullo shot di Moore e Corben, ma tutto il progetto di Heroes for Hope merita di essere ricordato.
RispondiEliminaCiao.
Ciao Nick! Riconosco la potenza del segmento con Magneto - e non potrebbe essere altro che potente visto che lo hanno realizzato Moore e Corben - ma mi ha sempre coinvolto di più l'altro segmento con Kitty Pride. Del resto è uno scontro tra giganti e le preferenze si giocano davvero sul filo del capello.
EliminaAssurdo che un vecchio fan degli Uomini X come il sottoscritto, si sia fatto sfuggire quella storia. :-(
RispondiEliminaBe', essendo inedita in Italia e mai più ristampata negli USA, non è poi così strano ;-)
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