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The Studio Section Seven - Gli anni '80 /7: L'avvento del Re /1


Come avevamo preannunciato nel numero scorso questo è l'ultimo numero di Epic Illustrated. Ci dispiace molto, ma con il successo di altri progetti qui alla Marvel - come la nostra linea Epic Comics e le Marvel Graphic Novels in cui siamo coinvolti - e con l'interesse del grande pubblico nei confronti di una rivista antologica (e in particolare di una così costosa da produrre come Epic) sempre più difficile da tenere alto, questa ci è sembrata la strada migliore. Le alternative - diminuire la frequenza di pubblicazione, ridurre il numero delle pagine o diminuire la qualità della carta, aumentare il prezzo ecc. - avrebbero solo sminuito un prodotto di cui andiamo assolutamente fieri. Preferiamo che Epic cessi le sue pubblicazioni finché è ancora il prodotto che conosciamo e amiamo.
Con queste parole il direttore editoriale Archie Goodwin suggella, a cinque anni dall'inizio, la fine di Epic Illustrated, lasciando campo libero alla sua più diretta concorrente, Heavy Metal - più anziana di un anno e a tutt'oggi pubblicata - e mettendo termine a quelli che io ho battezzato, con un facile gioco di parole, Gli Anni Epici.
"Anni epici" non è però solo un modo di dire, perché la prima metà degli anni '80 è veramente, per i nostri quattro reduci dall'esperienza di The Studio, un periodo di attività intensa e spesso accompagnata da grandi risultati. E sono anche gli anni che vedono il loro ritorno, in ordine più o meno sparso, all'utilizzo del fumetto come medium espressivo.

Ma torniamo un momento a parlare di pittura e illustrazione, e più in particolare della New Romantic Brotherhood, di cui ho detto nel secondo articolo di questa Settima sezione. Immediatamente successiva alla chiusura dello Studio, del quale raccoglie in parte l'eredità, la confraternita riuniva in uno stesso collettivo artistico due dei suoi membri, Barry Windsor-Smith e Jeff Jones, affiancati da Robert Gould. E forse anche, da un certo momento in avanti, da Alan Lee.
Potrebbe infatti essere collegata alla NRB una serie di quattro portfolio pubblicati dalla Cygnus tra il 1983 e il 1983, e riuniti sotto il titolo collettivo di The Drawing Collection Boxed Portfolio, che presenta opere in bianco e nero di Windsor-Smith, Jones, Gould e, appunto, Alan Lee, famosissimo illustratore inglese di cui molti di voi hanno senza dubbio visto le opere. Primo a illustrare, nel 1991, Il Signore degli Anelli di  Tolkien, anni prima era stato coautore, con Brian Froud e David Larkin, del bestseller Fate (Fairies, 1979). E sempre sue sono le scenografie della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli di Peter Jackson, premiate con l'Oscar nel 2004 per il capitolo Il ritorno del Re.

Ma gli anni immediatamente successivi all'esperienza di The Studio vedono anche l'affacciarsi, nello stesso ambito, di un artista ancor più famoso di Lee, il cui attrezzo di lavoro è però la macchina per scrivere: un certo Stephen King, che dà inizio a una collaborazione con Bernie Wrightson destinata a protrarsi per l'intero decennio. Era inevitabile che il Re dell'orrore e il Maestro del macabro finissero prima poi per incontrarsi e artefice dell'incontro sembra esser stato Christopher Zavisa, un editore di stampe e libri d'arte già apparso in almeno un paio di occasioni in questa serie di post.

Chi possiede il volume Unico indizio: la luna piena (Silver Bullet, 1985), e ne ha letto l'introduzione, conosce già la storia, ma per tutti gli altri, che penso siano la maggioranza, un piccolo riassunto non guasta.

Tutto inizia, nel racconto di King, nel 1979 a  Providence, la cittadina del Rhode Island dove è nato e vissuto Howard Phillips Lovecraft e in cui ha sede ogni anno una manifestazione denominata World Fantasy. E' nell'atrio dell'albergo dove lui alloggia, che King è avvicinato da un giovanotto del Michigan di nome Christopher Zavisa, che ha da proporgli progetto di lavoro: un calendario con dodici illustrazioni di Bernie Wrightson che il re dell'horror dovrebbe commentare con dodici racconti autoconclusivi, oltre che, di necessità, molto brevi.
King, secondo il suo racconto, accetta l'offerta senza pensarci troppo, per tre diverse ragioni:
1) è ubriaco;
2) gli piace l'originalità del progetto;
3) prova un forte senso di colpa, accompagnato da un certo desiderio di umiliazione.

E almeno su questo terzo punto merita soffermarsi un poco, lasciando la parola allo scrittore:
Prima di quello di Providence, ero andato a un solo altro convegno del genere, e mi sentivo intimorito e colpevole. Dopo tutto mi trovavo a gomito a gomito con scrittori che da ragazzino idolatravo, scrittori che mi avevano insegnato molto di quel che sapevo del mestiere: tipi come Robert Bloch, autore di Psycho, Fritz Leiber, autore di Ombre del male e Neri araldi della notte, Frank Belknap Long, autore di I segugi di Tindalos [E ottenete così anche una serie di consigli di lettura offerti dal Re in persona, I.L.]. E benché morto da quarant'anni Howard Phillips Lovecraft era molto presente in spirito.
[...]
Si può quindi comprendere il mio sbigottimento e credo sia chiaro anche il motivo del mio senso di colpa: Frank Belknap Long era venuto al convegno da New York in corriera, perché a ottantadue anni non poteva permettersi il biglietto del treno, per non parlare di quello dell'aereo. Bob Bloch e Fritz Leiber stanno bene... ma né loro né tanti altri scrittori che veneravo avevano goduto, in tutta la vita, del successo arriso al mio primo romanzo, Carrie. Non che io fossi uno scrittore più bravo; ero solo arrivato al momento giusto per giovarmi dell'ondata di interesse popolare per questo tipo di racconti, che dalla fine degli anni '70 sono sempre ai primi posti sulla lista dei best-seller. Loro invece avevano lavorato a lungo e con onore nella giungla delle riviste dozzinali; vent'anni dopo la chiusura di Weird Tales, ero arrivato fresco fresco a mietere il ricco raccolto che erano stati loro a seminare in quella giungla.
Arrivai già preparato a sentire un sacco di commenti maligni e sfottò sul mio romanzo di vampiri, sul mio romanzo sull'albergo stregato, sul mio romanzo sulla precognizione. un'accoglienza del genere sarebbe risultata imbarazzante ma mi avrebbe procurato anche un po' di sollievo. Un modo di espiare per il piccolo Stevie King: non so se mi spiego. Invece, l'accoglienza cordiale e generosa di uomini cui non ardivo nemmeno considerarmi collega mi consolò, ma aggravò più che mai il mio senso di colpa.*

Com'è però facile immaginare, un progetto del genere non può certo rientrare tra le priorità di un autore come Stephen King, costantemente impegnato su più fronti e in lavori di ben altra entità, e lui, pur se deciso a mantenere la parola data e arrivare fino in fondo, lo porta avanti a singhiozzo e anche lottando con i limiti narrativi che la particolare tipologia del progetto gli impone. Finché un giorno, a un paio di anni di distanza dal loro incontro nell'atrio d'albergo, King telefona a Zavisa per comunicargli di aver finalmente imboccato la dirittura d'arrivo, sebbene con una non trascurabile, e irreversibile, deviazione rispetto all'accordo iniziale: non si tratta più di un calendario, ma di un romanzo breve, Cycle of the Werewolf, la cui suddivisione in capitoli è decisa dalle fasi lunari. In altre parole: a ogni plenilunio corrisponde un capitolo. E Stephen King si concede anche, per l'occasione, la licenza poetica di far coincidere ogni plenilunio con un giorno speciale del mese, in genere coincidente con una festività vigente negli USA.
La modifica non sembra in ogni caso deludere Chris Zavisa, che dà anzi a King l'impressione che avesse avanzato la proposta del calendario solo perché non osava chiedere di più.

Ma non è solo Stephen King a essersi allargato rispetto al progetto originale. Anche le illustrazioni di Bernie Wrightson raddoppiano di numero, con l'aggiunta, alle dodici a colori previste in origine, di dodici illustrazioni in bianco e nero a doppia pagina, collocate tra un capitolo e l'altro e non direttamente collegate, a differenza delle altre, alle vicende narrate. Si tratta di illustrazioni che riprendono lo stile delle incisioni alla Doré già utilizzato da Wrightson nel suo Mary Wollstonecraft Shelley's Frankenstein, e che finiscono per essere forse la punta di diamante di un progetto comunque impeccabilmente condotto e riuscito.

Bernie Wrightson: The Cycle of the Werewolf . February.


Sia Frankenstein che Cycle of the Werewolf vedono la luce nello stesso anno, il 1983. Il primo pubblicato dal colosso editoriale Marvel Comics Group, il secondo dalla stamperia di Christopher Zavisa, la Land of Enchantment, con cui Wrightson aveva già realizzato, nel 1977, i suoi cinque poster di dinosauri. Si tratta, anche in questo caso, di una produzione a tiratura limitata, e accompagnata un portfolio con lo stesso titolo che comprende tutte e ventiquattro le illustrazioni del libro in forma di stampe d'arte.
Quando poi il produttore Dino De Laurentis, a caccia di nuovi soggetti, contatta King per chiedergli se ha qualcosa di pronto per lui, lo scrittore gli propone proprio il Ciclo del lupo mannaro. Frutto di questa nuova collaborazione sarà il film Silver Bullet, che porterà anche a una riedizione, due anni dopo, con lo stesso titolo del film e destinata stavolta al grande pubblico, dell'immaginifico "divertissement" di King e Wrightson.


* * *

The Studio - Complete Comics Chronology XXIV: June 1975 - August 1975

Puoi vedere le immagini ingrandite cliccandoci sopra.

Bernard Albert Wrightson: Frontispiece
Eerie #66 - Warren, June 1975 (Magazine)
Editor: Bill DuBay
Bernard Albert Wrightson: Cover
Kong the Untamed #1 - DC, June 1975 (Comic-book)
Editors: Joe Orlando; Paul Levitz
Barry Windsor-Smith: Cover* + "Rogues in the House" (34 pg)** + Illustration
("The Hyborian Age of Conan"; 2 pg) + "Red Nails" (21 pg)*** + "The Lurker from the Catacombs"
(25 pg)*** + "He Comes from the Dark" (12 pg)*** + Illustration ("Conan Unconquered") +
Back cover*
Marvel Treasury Edition #4 - Marvel, June 1975 (Comic-book)
Editors: Roy Thomas; Marv Wolfman
Writer: Roy Thomas
* From a Gorblimey Press portfolio
** Recolored by Barry Smith and Linda Lessman; additional inking by Barry Smith
*** Recolored by Barry Smith and Linda Lessman; re-inking by Barry Smith
Michael William Kaluta: Cover
The Shadow #11 - DC, June 1975 (Comic-book)
Editors: Denny O'Neil; Allan Asherman
Barry Windsor-Smith: Interview w/ art (9 pg) + ad for Gorblimey Press
REH: Lone Star Fictioneer #2 - Nemedian Chronicles, Summer 1975 (Fanzine)
Michael William Kaluta: "Buster Brown Commits A Crime" (2 pg)
Apple Pie #3 - Lopez, July 1975 (Magazine)
Bernard Albert Wrightson: Inks on "Batman's Greatest Failure!" (18 pg)
Batman #265 - DC, July 1975 (Comic-book)
Editor: Julius Schwartz
Writer: Michael Fleisher
Penciler: Rich Buckler
Bernard Albert Wrightson: Inks on Murray Boltinoff's article "Poltergeists: Playful Phantoms or Phonies?" (1 pg)
Ghosts #40 - DC, July 1975 (Comic-book)
Editors: Murray Boltinoff; Paul Levitz
Michael William Kaluta: Cover
House of Mystery #233 - DC, July 1975 (Comic-book)
Editors: Joe Orlando; Paul Levitz
Bernard Albert Wrightson: Frontispiece ("Solomon Kane")
Kull and the Barbarians #2 - Marvel, July 1975 (Magazine)
Editor: Roy Thomas
Bernard Albert Wrightson: Inks on "Then Came the Midnight Man" (18 pg)
Morlock 2001 #3 - Atlas, July 1975 (Comic-book)
Editor: Larry Lieber
Writer: Gary Friedrich
Penciler: Steve Ditko
Jeffrey Catherine Jones: Idyl Adventures (2 pg)
National Lampoon #61 - NL Communications Inc., July 1975 (Magazine)
Editors: Doug Kenney, Henry Beard
Bernard Albert Wrightson: Inks on Ed Hannigan's Cover
Astonishing Tales #31 - Marvel, August 1975 (Comic-book)
Editor: Len Wein
Bernard Albert Wrightson: Illustration
Creepy #73 - Warren, August 1975 (Magazine)
Editor: Bill DuBay
Bernard Albert Wrightson: Cover
Dead of Night #11 - Marvel, August 1975 (Comic-book)
Editor: Len Wein
Bernard Albert Wrightson: Frontispiece
Eerie #67 - Warren, August 1975 (Magazine)
Editor: Bill DuBay
Bernard Albert Wrightson: Inks on Ed Hannigan's Cover
Giant-Size Chillers #3 - Marvel, August 1975 (Comic-book)
Editor: Len Wein
Bernard Albert Wrightson: Cover
Kong the Untamed #2 - DC, August 1975 (Comic-book)
Editors: Joe Orlando; Paul Levitz
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg)
National Lampoon #62 - NL Communications Inc., August 1975 (Magazine)
Editors: Doug Kenney, Henry Beard
Barry Windsor-Smith: Illustrations for "Lines Written in the Realization That I Must Die" by R.E. Howard (1 pg)
The Savage Sword of Conan #7 - Marvel, August 1975 (Magazine)
Editors: Roy Thomas; Marv Wolfman; Archie Goodwin
Michael William Kaluta: Cover
The Shadow #12 - DC, August 1975 (Comic-book)
Editors: Denny O'Neil; Allan Asherman
Bernard Albert Wrightson: Cover
Weird Mystery Tales #21 - DC, August 1975 (Comic-book)
Editors: Joe Orlando; Paul Levitz



* * *


* Da: Unico indizio la luna piena. Longanesi 1986, pag. 11-12. Traduzione di Carlo Brera.

L'immagine di apertura del post è: Bernie Wrightson, Werewolves and Gipsy Girl. Dipinto originale per Bernie Wrightson Master of the Macabre's Series (Trading cards, 1993).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. La descrizione che King fa delle fortune economiche degli autori dell'era di Weird Tales è al tempo stesso commovente e drammatica. Posso capire lo stato d'animo del giovane autore nel trovarsi di fronta ai suoi miti, oltretutto ricordiamoci che specie all'inizio il "Re" non provava molta fiducia nelle sue doti letterarie, anni di fallimenti lo avevano convinto di essere un parvenu. Ricordiamoci anche che se non fosse stato per la moglie di King, che salvò il manoscritto del primo romanzo scritto dall'autore dalla spazzatura - dopo che lo stesso Stephen lo aveva gettato- forse oggi non conosceremo nulla della produzione letteraria del Re di Bangor, Maine.

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    1. Sì, so dell'aneddoto su King che aveva tappezzato una parete del suo studio con le lettere di rifiuto degli editori. E a quell'epoca non c'era neanche la possibilità offerta oggi dal self-publishing. L'unica alternativa era rivolgersi a un editore a pagamento e pubblicare l'opera di esordio a proprie spese, come hanno fatto Proust e Henry Miller. Anche se nel caso dello squattrinatissimo Miller i soldi ce li ha messi in realtà Anais Nin ;-D

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  2. Non avevo idea che il romanzo di King fosse stato illustrato da Wrightson (beata ignoranza!!!). Tra parentesi è uno dei suoi pochi romanzi della prima ora che non ho mai letto. Due-tre anni fa ne ho trovata una copia su una bancarella dell'usato, ma il prezzo era improponibile. Ciao Ivano, che bello rileggerti!

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    1. Ciao Simona e grazie mille per la visita e il commento :-))
      Non faccio fatica a immaginare che il prezzo in cui ti sei imbattuta due-tre anni fa fosse improponibile, ma probabilmente era ancora inferiore alle quotazioni che ha raggiunto oggi quel libro, che vanno intorno ai 900 euro.

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  3. Unico Indizio è probabilmente il Sacro Graal dei romanzi di Stephen King, un po' le scarpe della Lidl di questi giorni.
    Spero un giorno lo ristampino così la gente la smetterà di lucrarci sopra.
    Molto belli i disegni di Berni, comunque.

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    Risposte
    1. Sì, in questo libro Berni è in gran forma :-)
      Strano davvero che nessuno si decida a ristamparla l'edizione de-luxe. Che ci sia di mezzo qualche storia complicata di diritti, con la faccenda del doppio titolo Cycle of the werewolf/ Silver bullet?
      Ben ritrovato, Pirkaf e grazie per il commento :-))

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