Solve et Coagula - Pagina 56
Capitolo 5 - parte 5
Era anche incluso il
programma della serata, che Luisa lesse con attenzione nonostante le dicesse
ben poco:
Johann Sebastian Bach (Vadim Ghin) - Trio Sonata in Do minore
da L’offerta musicale, BWV 1079
Johannes Brahms - Trio in La minore, Op. 114
Gabriel Fauré - Trio in Re minore, Op. 120. II. Andantino
Del resto, non le era mai venuto in mente di acculturarsi in materia di
musica classica. Le cose sarebbero forse andate diversamente se Alessandra si
fosse esercitata in casa, ma non era mai successo. Temeva forse di disturbare
gli altri inquilini? No, non era nello stile della sua inquilina preoccuparsi
di queste cose, si disse Luisa. Ne aveva avuto la riprova la sera in cui le
aveva letto la fiaba di Zio
Lupo e la ragazza si era messa ad applaudire a un’ora in cui era
previsto che nei condomini regnasse il silenzio assoluto. Ma quella era stata
anche la sera in cui, per la prima volta, si era stabilita come d’incanto una
comunicazione tra loro. Che però le strane circostanze di contorno, a
cominciare proprio dall’imprevisto applauso della ragazza, avevano subito
interrotto, spezzando l’incantesimo e rendendo di nuovo torbide le acque. E
torbide lo erano ancora, soprattutto dopo quello che aveva appena scoperto nel
suo frigo.
Eppure, misteriosamente,
Alessandra sembrava tenderle la mano con quell’invito. Non era il primo che le faceva
in assoluto, ma era il primo che le faceva dall’inizio della crisi tra
loro. Ricordava poi benissimo che, solo pochi giorni prima, aveva
chiesto alla ragazza se avesse dei concerti in programma e lei aveva negato con
decisione. Era successo perché, proprio come era accaduto il giorno prima,
anche allora Alessandra aveva percepito la sua insincerità e i suoi
secondi fini? Era possibile. Ma questo poteva solo significare che, al di là
delle apparenze e di quel che ne diceva Giulia, la sua inquilina era dotata in
realtà di una sensibilità finissima, che si premurava però di nascondere. Del
resto, una musicista che non possedesse una simile qualità sarebbe
condannata in partenza, no?
Più Luisa rifletteva
sulla questione, più era convinta che la sua intuizione del giorno prima fosse
corretta: Alessandra si stava evidentemente proteggendo da qualcosa o qualcuno.
Probabilmente da tutto ciò e da tutti coloro che assediavano i confini del suo
mondo di equilibrio e purezza e minacciavano di farli franare.
Era autismo questo, come
sosteneva Giulia? si chiese Luisa. O era qualcos’altro, a cui né lei né la sua
amica erano in grado di dare un nome?
Avrebbe in ogni caso
accettato l’invito della sua inquilina, su questo non aveva dubbi. Dopotutto
aveva solo deciso che non avrebbe mai più cercato di assediarla, non che non
volesse più saperne di lei. Si sarebbe semplicemente lasciata condurre, da
quel momento in avanti, come da un partner maschile in un giro di danza. E
chissà che un giorno…
(Il dedalo delle storie, 27 novembre 2013)
Originale questo racconto caro Ivano..
RispondiEliminaNasce come un fatto di cronaca vero e poi si sfuma in una misteriosa interiorità..
Autismo? Certo che no, più che altro paura a lasciarsi andare, ad essere travolta dalle proprie emozioni..è comune a molti, e devo aggiungere...purtroppo!
Bacio speciale!
Grazie mille Nella :). In realtà sono molto affascinato da mondi estremi come possono essere per esempio l'autismo e l'anoressia. E mi piace scriverne. Un bacione a te :*
RispondiEliminaMa stiamo quasi per giungere alla fine del dedalo vero? E a quel punto continuerai da qui?
RispondiEliminaCon la parte che posterò oggi siamo a meno 11, Marco.
RispondiEliminaQuindi continuando al ritmo attuale di tre la settimana prima della fine di maggio dovrei pubblicare il primo inedito (che devo però ancora scrivere).
Affascinante questa narrazione aperta a percorsi multipli. Sto pensando a come "aprire" il mio romanzo sulla Rivoluzione Francese in questo senso, abbandonando la classica formula del romanzo storico, ma non è facile!
RispondiEliminaL'idea di scrivere un romanzo sulla rivoluzione francese mi spaventerebbe non poco. E più in generale il romanzo storico, che per essere credibile necessita di una descrizione accurata non solo degli eventi campali ma anche della vita quotidiana e dell'ambiente dell'epoca.
EliminaSì, infatti sono terrorizzata! :-) E per complicare il tutto lo sto pure scrivendo a mano. La cosa che mi rassicura un po' è che la mastico fin da bambina. La cosa che mi rassicura meno è che comunque devi ragionare come loro, infarciti com'erano di reminiscenze classiche e riferimenti alla Roma repubblicana.
EliminaSulla vita quotidiana, però, posso dirti che dopo il Medioevo in cui non c'erano nemmeno le tasche, narrare di un'epoca più vicina alla nostra è come respirare una boccata d'ossigeno.
Per il momento sono ancora ai capitoli dell'infanzia...