Bathory II - Darvulia
Dopo l'arrivo di Darvulia, nel castello non ci furono più che pianti e litigi.
Questa frase, tratta ancora dal libro La contessa sanguinaria di Valentine Penrose sintetizza a meraviglia il "salto di qualità" che il suo ingresso in scena fa compiere alla vicenda di Erzsébet Báthory. E, una volta tanto, la cronaca storica e il film di cui mi sto occupando sembrano andare d'accordo. Almeno in parte.
Sembra che prima dell'avvento della "strega della foresta", Anna detta Darvulia, Erzsébet si limitasse a punire le sue serve nel caso di loro mancanze. Il grado di crudeltà di queste punizioni è materia di dibattito. La più eccessiva da questo punto di vista, sembra essere quella di una ragazza ricoperta tutta di miele e poi esposta all'aggressione di vespe e formiche. Se vi sono state delle morti prima dell'avvento di Darvulia, e non è detto, furono conseguenze indesiderate di punizioni che al loro inizio non erano state concepite per uccidere.
Ma con Darvulia la situazione cambia: l'eventuale errore compiuto da una serva adesso è nulla più di un pretesto per l'omicidio.
Darvulia, seconda parte del film di Juraj Jakubisko, inizia circa dieci anni dopo la conclusione della prima. Siamo nel 1603 e alle autorità è ormai giunta voce che nel castello di Cachtice una nobildonna è caduta vittima dei sortilegi della strega nera Darvulia. Vengono così avviate delle indagini che il cardinale Forgach affida, per conto della Chiesa cattolica, a una coppia che sembra uscita dalle pagine di un romanzo di Thomas Pynchon. Uno di questi, scopriamo, è lo stesso fra' Peter che conosciamo dall'inizio come narratore della vicenda - ma presto sapremo di lui che è anche un inventore degno di Archimede Pitagorico; l'altro è un novizio di nome Cyril che riveste il ben noto ruolo del discepolo ingenuo e sprovveduto (e facile alle tentazioni) e ha, come segni particolari, un orecchio mozzato.
I due sono naturalmente in missione segreta e il loro compito ufficiale consiste nel fare una mappa dei territori dell'Ungheria orientale. E' il nuovo pastore protestante del villaggio di Cachtice, Ponicky, a confermare loro, in modo all'apparenza casuale, che al castello le giovani serve scompaiono una a una.
Nel frattempo il Bey (Signore) nero, Ferenc Nádasdy, assistito dal fedele alleato Thurzó, guida l'assalto al castello di Buda, roccaforte dei turchi. Ferito in battaglia, è trasportato al castello di Sárvár, dove Erzsébet lo raggiunge e lo affida alla cure di Darvulia.
Così come era stato per la stessa Erzsébet, Darvulia riesce nel compito e Ferenc recupera, anche se solo temporaneamente, la sua salute. Indebolito e prossimo alla morte, ammonisce la moglie di guardarsi, una volta sola, dai traditori al soldo degli Asburgo.
Ferenc muore nel gennaio 1604 e Erzsébet si trattiene a Sárvár per tutto il periodo del lutto. I due frati incaricati dell'indagine su di lei l'hanno nel frattempo seguita fin lì e si infiltrano tra la folla del funerale, mentre Thurzó con le sue rivendicazioni territoriali crea l'occasione per un nuovo durissimo scontro tra lui e la contessa.
L'assedio di Buda del 1603 e la morte di Ferenc Nádasdy per malattia nel 1604 sono eventi storici e come tali sono trattati nel film. Più problematica è la questione relativa a Darvulia. Dando per scontato che la parte del film che tratta dell'involontario avvelenamento di Erzsébet da parte del marito sia una finzione narrativa, l'ingresso della strega della foresta sulla scena della vicenda storica andrebbe in realtà situato nello stesso anno della morte di Ferenc. La sua dimora, prima di trasferirsi a Cachtice con la sua corte di gatti neri che avrebbe da allora popolato il castello, sarebbero state proprio le foreste intorno alla fortezza di Sárvár.
Del seguito di Erzsébet, che le si sarebbe mantenuto fedele fino alla fine, all'epoca facevano già parte gli altri elementi principali: il suo valletto Ujvary János detto "Ficzkó", la ex nutrice Jó Ilona di Sárvár, Dorottya Szentes detta "Dorkó", anche lei di Sárvár e forse iniziatrice di Erzsébet alle pratiche magiche o comunque erboristiche, e infine Katalina, la lavandaia.
Stretta in un assedio a tenaglia, da un lato dalle autorità ecclesiastiche, dall'altro da György Thurzó, Erzsébet - e qui torniamo al film di Jakubisko - trova un possibile futuro alleato nel nipote Gábor Báthory, figlio di Sigismondo, che si dichiara pronto a offrirle, quando sarà lui principe di Transilvania, protezione anche contro il re stesso. Erzsébet è ormai pronta a fare ritorno a Cachtice e il nipote le consegna anche una lettera di Caravaggio dall'Italia. La data che vi è apposta è il 24 aprile 1604.
Dopodiché il film torna a focalizzarsi, anche se solo di passaggio, sulle trame di Thurzó. Per svelarci, stavolta, una trama della moglie, che si offre di aiutarlo mettendo Darvulia contro Erzsébet.
La scena si sposta quindi su Darvulia, o meglio sugli effetti dei suoi filtri magici sulla contessa. Jakubisko ne approfitta per aprire una nuova parentesi onirica collegata, come la precedente, alla figura di Caravaggio, ma che si sviluppa poi in una direzione imprevista, coinvolgendo una seconda figura, quella della prozia di Erzsébet, Arnica, di cui lei ha ereditato il marchio: un neo a forma di cuore.
Come i vichinghi, credeva che fosse possibile rimanere per sempre giovani
purificando l'anima nel fuoco per poi incarnarsi in un altro corpo.
Ottenne quello che aveva desiderato, quando dette fuoco al suo castello.
E' quasi superfluo dire a questo punto, se si è entrati nell'ottica del film, che di questa prozia Arnica non ho trovato traccia in nessuno dei due rami principali in cui si divide l'albero genealogico della famiglia Báthory: Somlyó (ramo della famiglia a cui appartiene Sigismondo di Transilvania) ed Ecsed (il ramo della famiglia di Erzsébet). Dobbiamo così considerare, salvo clamorose smentite, questo personaggio così interessante un'altra invenzione del regista slovacco.
Questa parte rimane tuttavia uno dei punti più alti del film e non soltanto a livello figurativo. Come mostrato in precedenza, a Caravaggio tocca il compito, in Bathory, di incarnare tutti gli amanti, reali o immaginari, con cui Erzsébet ha riempito la sua solitudine e di risvegliare la passione e la sensualità insiti nella contessa facendole rispecchiare nelle proprie. Passione e sensualità che sono, ci conferma la pellicola, una sua eredità familiare.
Il confronto con Caravaggio è affidato stavolta, nella visione onirica, quasi unicamente ai corpi, e il parlato si riduce così a quest'unica frase:
Erzsébet (a Caravaggio): Voglio peccare! Voglio bruciare nelle fiamme della fornicazione!
Voglio essere consumata da te!
Più articolato il successivo confronto tra la contessa e la prozia Arnica:
Erzsébet: Arnica?
Arnica: Io sono Erzsébet. Tu sei Arnica.
Erzsébet: Non voglio morire tra le fiamme come te!
Arnica: Se muori adesso, rimarrai giovane per sempre!
Erzsébet troverà tuttavia, come ben sappiamo, il suo modo molto speciale di rimanere "giovane per sempre".
Ciao.
RispondiEliminaMi dici dove potrei reperire questo film e il suo precedente?
A questo punto cominciano ad interessarmi sul serio.
Ciao, Nick. La pellicola è una sola e si intitola semplicemente Bathory. E' divisa in tre parti perché in origine doveva essere una miniserie televisiva in tre puntate di 45 minuti ciascuna. Poi però il canale televisivo ha rinunciato all'opzione e il film è uscito nelle sale in questa forma.
EliminaSu come trovarlo, non saprei dirti perché io ce l'ho da alcuni anni ormai. Ma ho visto che su Amazon è in vendita nuovo a $ 9.29 e usato a prezzi anche inferiori.
Stupendo.
RispondiEliminaLa vicenda della Bathory la conosco da quando un personaggio ispirato a questa apparve in una side-story del fumetto Lady Oscar, con tanto di editoriale che spiegava la vera storia di questa tizia.
Da allora (come sempre succede) me la sono ritrovata ovunque.
Sai che nel film Hostel -Parte II c'è un personaggio ispirato alla Bathory?
In ogni caso, bellissimo resoconto di un'opera che penso proprio di vedere, perché mi piacerà sicuramente!!
Le foto che hai messo, specie le ultime (oniriche) sono davvero potenti.
Moz-
Grazie per l'apprezzamento, Miki.
EliminaLa Bathory ha ispirato un numero sterminato di film, sai, oltre allo stesso romanzo "Dracula" di Bram Stoker? Tra questi film il mio preferito è Daughter of Darkness in cui la contessa continua ad aggirarsi per l'Europa in tempi moderni (anni '70). Ma sono validi anche La contessa di sangue della Hammer o l'episodio a lei dedicato in Racconti immorali di Borowczyc.
Per le immagini, poi, il cinema cecoslovacco è sempre stato eccelso a livello figurativo.
Vero, sono quasi "impressionistici".
EliminaNon sapevo che anche Dracula di Stoker fosse ispirato alla vicenda di Bathory!
Moz-
Sì, la vicenda della Bathory è stata una delle fonti documentarie di Stoker. ^^
EliminaIo ho ritrovato la Bathory in un personaggio (secondo me ispirato a lei) di American Horror Story Coven. Una nobildonna che torturava e uccideva i suoi schiavi.
EliminaDalla descrizione che ne dai, Carol, è possibile, ma non ci scommetterei. La Bathory non ha mai avuto schiavi ma solo persone al suo servizio. Inoltre se la protagonista del telefilm torturava e uccideva anche uomini e non solo donne, in questo caso l'ispirazione alla Bathory sarebbe da escludersi.
EliminaAnche io comincio a essere interessato, quanto meno per gustare le inquadrature e la fotografia della pellicola, che mi sembrano entrambe molto raffinate, almeno a giudicare dai fermi immagine che proponi.
RispondiEliminaI fermo immagine ormai stanno diventando il mio secondo lavoro :D
EliminaAnch'io avevo avuto l'impressione che si trattasse di una miniserie di qualche tipo. Confermo i complimenti sui tuoi fermo immagine!
RispondiEliminaImmagino che il film non sia stato nemmeno lontanamente tradotto... ma è girato in inglese?
Su Amazon l'ho trovato anche a 3 euro (più altrettanti di spedizione) nell'edizione inglese. :)
Per quanto ne so l'edizione italiana non esiste, comunque ti confermo che l'originale è stato girato in inglese.
EliminaE poiché, a quanto mi risulta, gli attori non sono stati doppiati, tanto di cappello all'inglese Anna Friel per il suo perfetto accento ungherese che da solo vale la visione del film. Davvero incantevole.
Ho visto anch'io che si trova facilmente usato, anche a 2.99 $, ma il buono stato di conservazione in certi casi mi sembra dubbio, almeno dalle descrizioni :P
Peter e Cyril mi hanno ricordato molto Guglielmo di Baskerville e Adso de Il nome della rosa.
RispondiEliminaNon ho letto il libro di Eco. A me hanno ricordato i gesuiti o i pitagorici di Pynchon con le loro bizzarre teorie scientifiche e le loro invenzioni ante litteram :D
EliminaDavvero stupefacente da tutti i punti di vista, specialmente quello visivo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'inserimento di quei personaggi immaginari che alterano fortemente la Storia, è la diatriba vecchia come il mondo tra gli storici e i romanzieri. Probabilmente secondo alcuni puristi i romanzi storici non dovrebbero nemmeno esistere.
Ma come potremmo fare a meno di certe invenzioni fantastiche o di personaggi ormai diventati simbolo? Mi viene in mente Salieri, personificazione dell'invidia, o l'Innominato e della sua tormentata notte di conversione.
Già, il povero maltrattato Salieri!
EliminaIl film rivela il gusto barocco delle immagini tipico delle produzioni dell'est europeo, soprattutto del cinema cecoslovacco e ungherese. Taluni la giudicano un'estetica eccessiva e talvolta anche un po' kitsch, ma alcuni dei miei film preferiti appartengono proprio alla cinematografia di questi paesi.