Solve et Coagula - Pagina 81
Capitolo 6 - parte 17
Dunque Alessandra era uscita di nuovo,
senza che lei, distratta dalla conversazione con Giulia, se ne fosse accorta. Luisa sentì montare dentro di sé la rabbia: per poter assistere al concerto della ragazza – il concerto a cui lei l’aveva invitata – aveva rinunciato alla
possibilità di incontrare di persona Eva Luna... ed ecco come vedeva ripagato il suo impegno! A questo punto, per la prima volta in due anni, era seriamente tentata di seguire il consiglio di
Giulia e mettere alla porta la sua inquilina.
Ebbe anche l’impulso di prendere la sua copia
della chiave ed entrare subito nella stanza (e già assaporava il dolce piacere
di quella violazione), ma si trattenne al pensiero della presenza della sua
amica in cucina. Decise così di contare fino a dieci, far sbollire il
grosso della rabbia e tornare da lei per riprendere il lavoro interrotto. Si sarebbe occupata di Alessandra l’indomani, a mente fredda.
«Ti dice qualcosa il nome “Ray Bradbury”?».
«Certo che mi dice qualcosa, è lo
scrittore preferito di mio padre. Perché?» chiese Luisa, stupita dalla domanda
con cui l’amica aveva accolto il suo ritorno nella stanza.
«Ah-ha, vedi che niente è per caso!».
«Che vuoi dire?».
«La tua frase sulla nebbia e l’eternità…».
Luisa cominciò a capire. «Vuoi dire che…?».
«Sì, e questo che voglio dire…» continuò Giulia allungandole il suo smartphone. «Che è tratta da un racconto di Ray
Bradbury. La sirena, dice qui. Mi è
bastato digitare la frase sul motore di ricerca per scoprirlo».
Luisa, incapace di dire una parola, rimase per un po’ incredula a guardare il display del telefono, poi si scrollò dalla sua immobilità e corse ad accendere il suo PC. Digitò nella barra di ricerca l’indirizzo
della pagina e una volta che la ebbe aperta iniziò a leggere con la dovuta attenzione il
racconto. E più leggeva più aveva la sensazione che le cose dentro di lei si
ricomponessero, anche se poi, quando lo ebbe terminato, si rese conto che c'era ancora molto di inesplicato. C'erano sicuramente altre ricerche ad attenderla, ma non necessariamente in rete.
«Pensi di aver letto il racconto a casa di tuo
padre?» domandò Giulia con un po’ di esitazione, timorosa di distogliere
l’amica da pensieri profondi.
«Non proprio» Luisa rispose dopo una breve
pausa. «Credo di ricordare di averlo sentito dalla voce di mio padre. Credo che
me lo abbia letto un po' come si legge una favola. In fondo è una favola, anche se non
ci sono fate o principi azzurri».
«Mistero risolto, dunque» concluse Giulia, gongolante per il ruolo essenziale che aveva svolto nella sua decifrazione.
Mentre Luisa si sentì di nuovo colpevole nei confronti dell'amica, per la seconda volta quel pomeriggio.
«Non ti ho detto tutto. Non ho sognato solo la frase, ho sognato anche uno
strano suono che dovrebbe essere, a questo punto, la sirena da nebbia».
«Ma tu non hai mai sentito in vita tua una
sirena da nebbia. Giusto?».
«Giusto. Quindi il mistero è risolto solo
a metà. Abbiamo il film ma ci manca ancora la colonna sonora».
Non so se lo sai, ma negli anni '80 Ray Bradbury presentava un telefilm tipo Ai confini della realtà, con storie basate sui suoi racconti. Io ne ho visto un bel po' di episodi.
RispondiEliminaSì, Marco, sono al corrente della cosa. Conosco abbastanza bene la figura di Ray Bradbury e la sua attività. Non credo però di avere visto gli episodi della serie perché i miei anni 80 sono stati caratterizzati da un digiuno di televisione pressoché totale.
Elimina"Ai confini della realtà" era una serie molto famosa, ma penso di averne visto solamente due puntate, e a posteriori. Per l'epoca era fatta molto bene.
RispondiEliminaIo ricordo solo di aver visto al cinema il film ispirato alla serie. E ricordo che uno degli episodi del film, che riguardava un demone che attaccava un aereo, era di particolare efficacia.
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