La mia prima libreria /1 - La stella d'oro
Chiunque ami i libri, può nominare una dozzina di titoli, che in quanto gli disserrano l’anima, gli aprono gli occhi alla realtà, per lui sono libri preziosi. Non ha alcuna importanza quale stima ne facciano gli studiosi e i critici, gli specialisti e le autorità: per colui che ne sia toccato nel profondo, questi libri sono il non plus ultra.
Henry Miller, I libri nella mia vita, pag. 205
* * *
Con questo secondo post dedicato al mio Progetto di autobiobibliografia torno inevitabilmente a risalire all'indietro la corrente del tempo, stavolta fino alla primavera del 1971 e al primo cambio di casa della mia vita. Avevo dieci anni e mezzo allora, e io vissi l'evento come una sorta di cacciata dal mio primo, personale paradiso terrestre, anche a causa della coincidenza temporale con la fine dell'infanzia. Ma la coincidenza che più importa qui è un'altra, quella con lo smantellamento, di necessità, della mia prima libreria - un mobile scarno ma a suo modo elegante, formato da tre assi di legno collegate tra loro da delle colonne, anch'esse lignee, che uno dei miei zii aveva fabbricato, assemblato e colorato, pezzo per pezzo, appositamente per me.
Ma quali libri vi trovavano posto? Rispondere a questa domanda equivale a elencare i libri che mi hanno tenuto compagnia negli anni dell'infanzia.
Ma quali libri vi trovavano posto? Rispondere a questa domanda equivale a elencare i libri che mi hanno tenuto compagnia negli anni dell'infanzia.
Frugando nella mia memoria, ho raggiunto la quasi certezza che il primo vero libro che io abbia letto per intero sia stato L'allegra fattoria di Umberto Padroni; un libro edito da Mondadori nella collana di libri per ragazzi La stella d'oro. (L'immagine qui a lato, che ho reperito nella sezione libri usati di Abebooks, mostra però l'edizione originale della Gold Star Library).
I volumi della Stella d'oro erano libri illustrati, cartonati e di piccolo formato (12 X 9 cm), di circa 250 pagine ciascuno, contrassegnati da un numero di uscita progressivo. Ne furono pubblicati settantasei tra il 1965 e il 1968*, e di questi io, che li compravo la domenica in edicola, ero arrivato a possederne più o meno la metà. Ma la caratteristica più saliente della collana era costituita forse dai due diversi colori in cui erano stampate le costole e le retrocopertine, che indicavano le due diverse fasce d'età di fruizione delle opere: azzurro per i lettori fino a dieci anni, rosso per i lettori sopra i dieci anni.
Della serie azzurra facevano parte tutte le storie disneyane: La carica dei 101, La spada nella roccia, Paperino e i suoi amici ecc. Ma anche, per esempio, le fiabe di Perrault e di Andersen, o Heidi di Johanna Spiry.
La serie rossa ospitava invece classici come Robin Hood, L'isola del tesoro o I figli di Jo (il seguito di Piccole Donne). Ma anche un bel po' di detective stories e due libri di fantascienza: Prigionieri nello spazio e Viaggio su Giove, entrambi di Joseph Green, che sono stati, manco a dirlo, i primi due romanzi che ho letto di questo genere narrativo.
Naturalmente all'epoca non potevo sapere quello che ho scoperto di recente frugando nella rete: che questi due volumi fanno parte di una serie di sei, pubblicata in origine tra il 1959 e il 1962 e dedicata alle avventure dell'esploratore spaziale Dig Allen.
Sempre in tema di esploratori, proprio nella serie rossa di questa collana ho incontrato uno dei "libri sacri" della mia infanzia: Stanley e Livingstone di M.P.Bossard, pubblicato in origine nella collana consorella francese Etoile d'or con il titolo Stanley e Livingstone: à la découverte de l'Afrique.
Il volumetto narra, come suggerito dal titolo, della famosa spedizione intrapresa dal giornalista Henry Morton Stanley in Africa, alla ricerca del missionario ed esploratore David Livingstone.
Al suo interno, anche la celebre frase pronunciata da Stanley al momento del ritrovamento in un villaggio sulle sponde del lago Tanganica: "Il dottor Livingstone, suppongo".
Il volumetto narra, come suggerito dal titolo, della famosa spedizione intrapresa dal giornalista Henry Morton Stanley in Africa, alla ricerca del missionario ed esploratore David Livingstone.
Al suo interno, anche la celebre frase pronunciata da Stanley al momento del ritrovamento in un villaggio sulle sponde del lago Tanganica: "Il dottor Livingstone, suppongo".
Ma anche la serie azzurra mi ha consegnato almeno un incontro speciale, quello con la maschera malinconica di Pierrot. Il libro è in questo caso Le avventure di Pierrot di Sergio Bitossi. (Qui a lato la copertina dell'edizione francese).
E se, come ho scritto, dei 76 volumi della collana arrivai ad averne nella mia libreria più o meno la metà, attualmente ne possiedo uno solo, La miniera fantasma di Josephine James, che mi è capitato di acquistare (per 50 centesimi!) in un mercatino dell'usato. Fa parte della serie che vede protagonista l'infermiera-detective Kathy Martin e non rientra certo tra quelli che mi hanno segnato. Chissà che sensazioni mi avrebbe dato invece ritrovare il volumetto di Avventure in campagna, che narrava le gesta agresti del Caprone Barbagrigia (con cui condivido adesso almeno il colore della barba) e dei suoi compagni della fattoria, il libro che è stato, per quanto mi è dato sapere, il primo che io abbia mai letto.
Chiudo questo post dandovi appuntamento al seguito di questa esplorazione tra gli scaffali della mia prima libreria, ma anche lasciandovi con un mini questionario in due punti. Al quale potrete rispondere, se ne avrete tempo e voglia, a scelta con un commento o un post:
- Siete in grado di ricostruire, il contenuto della vostra prima libreria?
- Siete in grado di ricordare, con un grado ragionevole di certezza, qual è stato il primo libro che avete letto nella vostra vita?
* * *
* Nel 1970 ci fu un tentativo di ripresa della collana, in una versione dello stesso formato e numero di pagine ma in brossura anziché rilegata. L'esperimento si è però esaurito dopo solo quattro volumi, dal n. 77 al n. 80.
Caspita, ti concedevi pure la sci-fi, da bambino!! :)
RispondiEliminaBellissimo ricordare queste cose, bel post!
Moz-
Grazie, Miki! E ti dirò, sarei anche curioso di rileggerli i miei primi due libri di SF. Non mi resta che confidare nei mercatini :)
EliminaIn quanto all'autobiobibliografia forse dovrei brevettarla, anche se la paternità del metodo, come ho spiegato nel post introduttivo, è da attribuirsi più che altro al grande Henry Miller ;)
Io sono un caso anomalo. Da bambina non leggevo nulla, preferivo altri svaghi. Ho cominciato ad avvicinarsi alla lettura alle medie (poco) e il botto è arrivato durante l'adolescenza. Il tuo è davvero un bel ricordo e grazie per averlo condiviso con noi. ;) Ah, sono abbastanza dsicuro che il primo libro che ho letto è stato Piccole donne, lettura che ho trascinato per mesi e mesi. Fporse anche non aver iniziato con il libro giusto ha ritardato la mia passione per la lettura.
RispondiEliminaGrazie a te per il commento, Carol. Io ho sempre letto molto fin da bambino, ma non sei proprio un caso anomalo, sai? Anche mio fratello, per esempio, da bambino leggeva solo Topolino. Ha cominciato a leggere libri alle superiori, grazie alla sua insegnante di italiano che obbligava la classe a leggersi a casa i classici della letteratura. Adesso lui, come lettore, mi straccia di gran lunga!
EliminaP.S. Davvero non ti è piaciuto Piccole donne? Io lo considero un vero capolavoro e ho in programma di parlarne in uno dei miei prossimi post.
Tutto ciò mi ricorda un vecchio meme che girava un paio di anni fa (questo), dove appunto si chiedeva di ricordare il primo libro letto (*). Il problema è che la memoria ormai inizia a fare cilecca e non saprei mettere la mano sul fuoco sul primo libro letto, tanto meno sulla prima "biblioteca". Ricordo molti libri sugli animali, altri sui dinosauri, altri sugli esploratori. Poi c'erano i classici intramontabili come "ventimila leghe sotto i mari" (sfogliato migliaia di volte ma mai letto).
RispondiEliminaAi tempi di quel meme il tuo blog non c'era ancora ma sono sicuro che ti avrebbe fatto piacere rispondere a quelle domande (e a me leggere le risposte). Anzi sai che ti dico? Ti nomino adesso con due anni di ritardo. ehehe.
Ok, TOM, ho letto il tuo post e ti ringrazio per la nomination. Cercherò di rispondere entro domenica 8 (in contemporanea con l'approvazione del job act di Renzi).
EliminaAlla prima domanda ho già risposto con questo articolo ma me ne rimangono pur sempre altre sei :)
Continuerò poi anche a descrivere pian piano (memoria permettendo) tutto il contenuto della mia prima libreria come parte del progetto "autobiobibliografia" ispirato a Henry Miller.
P.S. Ho scelto di usare il termine "libreria" anziché "biblioteca" perché mi riferisco proprio al mobile fisico costruito dal fratello di mio padre.
Anch'io da piccolo leggevo soprattutto fumetti o libri illustrati tratti da cartoni animati (ne avevo uno di Goldrake per dire).
RispondiEliminaPreso in prestito a scuola, mi piaceva molto uno sulle avventure di To-Po-San, un topo giapponese (già lì si vedeva il germe della mia futura passione nipponica).Ma questi sono tutti libri per bambini.
Il primo vero libro letto, a dieci anni circa, fu "Un capitano di quindici anni".
Sì anch'io ho considerato come punto di partenza il primo libro "vero", cioè con 250 pagine di testo interrotto solo ogni tanto da un'illustrazione. Questa della Stella d'oro, che mi ha accompagnato negli anni 1967-68, è una serie davvero magica che mi ha dato molto.
EliminaDal tuo commento, Ariano, è chiaro che tra noi c'è un intero gap generazionale. Io non potrò mai sapere cosa significa essere bambini in un mondo dove esistono libri illustrati tratti dai cartoni giapponesi :O
Il mio primo libro, a 8 anni, oramai non ne ricordo più molto, nemmeno il titolo. Dopo sono venuti i libri-game, all'epoca al massimo del loro fulgore.
RispondiEliminaAnch'io ho un libro letto a quell'età di cui non riesco a ricostruire molto. Probabilmente perché mi è stato dato senza la sovracoperta e ricordo solo una copertina rigida di colore grigio. Era un libro comico che aveva a che fare con gli insetti e potrebbe essere Ciondolino di Vamba, ma non ci giurerei. I miei libri game erano i numeri di Miao, con le pagine da ritagliare per creare oggetti tridimensionali di carta.
EliminaNo, i librigame erano un'altra cosa.
EliminaVero, ma ai miei tempi ancora non esistevano ;)
EliminaEccolo qua, costa anche poco ;)
RispondiEliminahttp://www.ebay.it/itm/LA-STELLA-DORO-MONDADORI-N-68-JACKSON-AVVENTURE-IN-CAMPAGNA-/351133247152
Wow! Grazie Teresa, vado subito a darci un'occhiata :)
EliminaTi posso dire non solo il primo libro ma i primi 3, e pure in ordine cronologico ù_ù.
RispondiEliminaCipì di Mario Lodi letto alle elementari
Capitani coraggiosi sempre alle elementari
La guerra dei bottoni in prima media.
Poi il nulla per una decina di anni >_>
Ma a che età li hai letti?
EliminaAllora, la prima elementare si fa a 6 anni, i primi 2 libri li ho letti in quarta e/o quinta quindi 9/10 anni e La guerra dei bottoni a 11
EliminaImmaginavo che fosse così, perché dagli otto anni in poi è un po' più facile ricordarsi le cose nel giusto ordine. Soprattutto se dopo hai fatto una pausa di dieci anni.
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