Questo sito utilizza cookie di Google e di altri provider per erogare servizi e analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google per le metriche su prestazioni e sicurezza, per la qualità del servizio, generare statistiche e rilevare e contrastare abusi. Navigando nel blog accetti l'uso dei cookie e il trattamento dati secondo il GDPR. Per maggiori dettagli leggere l'Informativa estesa.

The Pleasure of Pain II: La filosofia nel boudoir [Max]




* * *


La cosa più difficile è cominciare. Mettere giù le prime righe, articolare il primo discorso.
Avete presente quando si ha tutto bene ordinato nella testa, sapete quello che volete scrivere ma non riuscite a partire?
Le dita cercano le lettere giuste sulla tastiera ma le parole restano ancora purtroppo dentro la testa.
E poi, dopo giorni, la soluzione la trovi davanti a te, c’è sempre stata.
Quante volte restiamo affascinati dalle immagini stampate sulle copertine dei nostri libri, dei nostri dischi o cd?
Quante volte nella mente identifichiamo l’opera con il quadro che la rappresenta?
E così è stato anche questa volta.
L’immagine qui accanto, che l’editore ha scelto per richiamare l’attenzione sull’opera è un particolare di un quadro di Fragonard conservato al Louvre che si chiama Il Chiavistello.
Si vedono due amanti, lei è così sensuale nel modo in cui si abbandona fra le braccia dell’amato e lui è così forte, sicuro di sé. Il braccio dell’uomo è teso e la sua mano sembra pronta a chiudere il chiavistello. A chiudere il resto del mondo fuori della porta.
Ma come tutte le opere che si prestano a libera interpretazione a chi ne resta affascinato, anche questa non sfugge a detta legge.
E io ci ho visto l’azione contraria, ho visto l’intenzione nell’uomo di aprire quel chiavistello. Di voler accompagnarci dentro quel luogo nascosto al nostro sguardo.
Quel luogo che possiamo solo immaginare.
Per de Sade il luogo dove consumare le sue voluttuose passioni libertine questa volta non è la cella di un convento, la segreta di un castello o un’isola inaccessibile ma un più confortevole ambiente domestico.
Il boudoir è lo spazio coperto dal salotto e la camera da letto .
Ed è dentro questo spazio che vi invito ad entrare per conoscere con me i voluttuosi personaggi che lo animano.
Perché non farci travolgere dalle loro passioni anche noi?
Perché non essere, a seconda delle bizzarrie della nostra mente, a volte questo o quel personaggio?
O magari, perché non esserli tutti?

E allora entriamo, amici miei, e spogliamoci dei vestiti come del pudore, che è solo una vecchia virtù contraria alla natura, vera sovrana di tutto.
Andiamo a conoscere la padrona di casa, la bella e voluttuosa Madame de Saint-Ange.
Grande puttana come lei stessa ama definirsi. Ma non nel senso spregiativo del termine.
Le donne che si concedono al piacere di tanti uomini sono solo da ammirare. Una donna, spiega lei, che sia figlia, sposa o vedova, non deve avere altro desiderio che farsi fottere dalla mattina alla sera.
È per questo che la natura l’ha creata.
Ha ventisei anni e ha già conosciuto le perversioni del libertinaggio e adesso vuole insegnarle alla sua giovane allieva, Eugénie.
“I suoi seni sono stupendi, mi stanno in una mano…”, dice Mme de Saint-Ange descrivendo la sua allieva al suo incestuoso fratello, il cavaliere di Mirvel.
“Sapessi quante volte li ho baciati, e avessi visto come si eccitava alle mie carezze. Ha gli occhi color d’ebano, lunghi capelli castani, un incarnato di un colorito splendido. Non so altro ma se devo giudicare da quello che già conosco... mai l’Olimpo ha avuto una dea simile”.
“Ah farabutta come godrai ad educare questa giovane fanciulla! A pervertirla, a corromperla, a distruggere quei falsi principi morali con cui è stata cresciuta”.
Sì, perché è questo il compito dei libertini che compongono questo lussurioso quadro: di istruire la bella Eugénie alla loro dottrina.
“Non inquietarti cara amica: ti farò volare di piacere in piacere , ti sazierò di voluttà, angelo mio!” dice la donna rivolta ad Eugénie.
Ma Mme de Saint-Ange non sarà la sola a istruire la ragazza, oltre al fratello ha chiamato anche Dolmancé, precettore e maestro di lussuria.
Impossibile trovare uomo più adatto a questo compito. È il seduttore più straordinario, l’uomo più corrotto, più pericoloso. Le delizie di Sodoma gli sono care tanto in forma attiva che passiva. Vuole soltanto uomini , ma a volte acconsente a gustare le donne. Solo se, naturalmente, acconsentono alla sua particolare inclinazione e siano compiacenti nel cambiare sesso con lui.
Il cavaliere di Mirvel è il fratello della Saint-Ange, amante sia della sorella che di Dolmancé. Dotato di un membro superbo, preferisce i piaceri con le donne e si concede agli uomini solo se lo affascinano.
“Caro fratello” esclama Mme de Saint-Ange al cavaliere, “Ho scelto per te la vergine più bella dell’amore. A te ho riservato i mirti di Citera e a Dolmancé le rose di Sodoma”.
Ecco amici questa è la presentazione dei quattro personaggi principali su cui ruota tutta la Philosophie.




Dolmancé è l’architetto dei vari quadri, passa dalle lezioni di teoria velocemente alla pratica.
“Lasciate che organizzi questo piacere in modo un po’ lussurioso. Augustin, stenditi sul bordo di questo letto ed Eugénie si corichi fra le tue braccia. Il caro cavaliere che senza dir parola si sta masturbando mentre ci ascolta si sistemi sopra le spalle di Eugenie. In modo che possa baciare le sue belle natiche. E voi signora, rivolgendosi alla Saint-Ange, voglio che dopo esser stato vostro marito, voglio che diveniate il mio”.
Augustin è il servo della Saint-Ange e il suo ruolo è marginale. O meglio, è uno strumento importante per l’educazione libertina da impartire alla bella Eugénie, ma a parer mio nella struttura del racconto non ha più importanza dei preziosi Godimeche di svariate misure che la Saint-Ange tiene nel cassetto del letto.
Insomma, è uno di quei personaggi che spesso nei suoi racconti il marchese chiama “fottitori”. Ma nell’economia del racconto, alla fine, se ne potrebbe benissimo fare a meno o sostituirlo con uno di quei strumenti di cui ho scritto sopra. Che probabilmente non se ne accorgerebbe nessuno.
E questo lo si intuisce più avanti nel racconto quando Dolmancé lo invita ad uscire di scena sottolineando che di lui per ora non c’è più bisogno.
È il momento dove entra in scena quella che secondo me è il culmine della filosofia libertina nel racconto che cerco di spiegarvi.
È il momento in cui Dolmancé spiega ad Eugénie, e a noi, quello che nella Filosofia nel boudoir si può intendere come il libro nel libro. Il cuore politico della Philosophie, cioè il pamphlet (opuscolo) ”Francesi, ancora uno sforzo se volete essere repubblicani.”
In questo capitolo (il libro nel libro) c’è il cuore politico del divin Marchese.
L’invito alla Francia ad essere repubblicana fino in fondo, secondo la perversa dottrina di De Sade. A schiacciare sotto i piedi della ragione illuminista che vuole tutti gli uomini liberi e uguali l’ignobile feccia rappresentata dal potere dei re e del clero.

Ma torniamo a quello che sottolineavo con Augustin, cioè l’atteggiamento spesso contraddittorio che ha de Sade nei suoi proclami.
Da una parte invita all’eguaglianza e alla libertà dell’individuo nella società ma con il servo della Saint-Ange si comporta nel modo opposto. Facendolo uscire di scena perché i discorsi troppo filosofici di Dolmancé non devono essere ascoltati da orecchio plebeo.
“Sto per proporvi grandi idee che se verranno ascoltate avrò contribuito al progresso dei lumi e ne sarò pago.”
Ma i lumi hanno accecato de Sade e la sua politica distorta contraddittoria sta tutta in quella decina di pagine che formano il Pamphlet.
Una società, quella descritta da Sade per bocca di Dolmancé, dove tutto è letto al rovescio.
Il principio di rovesciamento, provocatorio e mostruoso, è l’unica coerenza nelle opere di Sade.
Emanando un nuovo codice (il pamphlet) dove ci sia libertà di sanzione per il reato di calunnia, di furto, di incesto, stupro, prostituzione, adulterio, sodomia e omicidio.
Ma come ho scritto, de Sade è contraddizione e nel suo opuscolo contenuto nella Filosofia del boudoir si combatte la pena di morte e poco dopo si celebra l’assassinio. Si magnifica la rivoluzione solo per svelarne le atrocità, è così via.
“Sade, figlio dei lumi, portò la sua torcia filosofica su abissi che per tacito consenso non si dovevano rischiarare, con un effetto accecante che non gli fu perdonato”.
L’illuminismo che abbraccia attraverso questo suo scellerato filosofo la follia. Ragione è pazzia.
E torniamo infine al settimo e ultimo capitolo della Filosofia.
Dopo tutte le dissolutezze, esternazioni filosofiche, quadri lussuriosi perpetrati dai nostri quattro eroi, entra in scena l’odiata virtù, rappresentata dall’altrettanto odiosa madre di Eugénie: Madame de Mistival, giunta a casa della Saint-Ange con l’intenzione di portarsi via Eugénie.
Odiata da quest’ultima poi, e se leggerete l’opera di Sade vi assicuro che non sarà tanto simpatica nemmeno a voi, mes amies.
Il vizio che vince sulla virtù. È questa la morale costante in Sade e alla madre di Eugénie non vengono risparmiati gli stessi trattamenti che i libertini avevano riservato alla figlia.
Ma da parte della poveretta il coinvolgimento sarà diverso.
Capovolta ancora la morale finale, con virtù punita e malvagità trionfante: “La giustizia divina rimarrà sorda alla tua supplica d’aiuto come lo è alla voce di tutti gli uomini; mai la potenza dei cieli si è interessata alla sorte di un culo” dice Dolmancé torturando Madame de Mistival.
Alla fine, la sfortunata donna viene mandata via intimata da Dolmancé di tenere cucita la bocca riguardo le inclinazioni libertine che sua figlia vorrà intraprendere e di non intromettersi mai più, altrimenti la prossima volta non saranno così clementi nei suoi confronti.
Per la verità, di cucito la donna tiene altre parti del corpo meno nobili che la bocca. E il racconto finisce con la donna che si allontana in carrozza e Dolmancé che invita suoi compagni a cenare per poi tornare di nuovo assieme nello stesso letto.
“Ecco una bella giornata (tutto si è svolto nell’arco narrativo di tre ore)! Non mangio mai così bene, non dormo mai così tranquillo come nelle giornate in cui mi infango in quelli che gli sciocchi chiamano crimini”.


* * *


L'autore del guest post che avete appena letto è Max, non un blogger ma un utente che, forse proprio per questo motivo, è solito lasciare commenti lunghi e articolati sui blog che frequenta. A volte sarei quasi tentato di definirlo un tuttologo, ma in realtà non lo conosco ancora abbastanza per decidermi in merito (e neanche poi è detto che uno come lui appartenga al regno del conoscibile). Max non è in ogni caso un completo esordiente, perché già autore di una recensione cinematografica per il blog Il buio in sala, che naturalmente invito anche voi a leggere (basta cliccare sul nome del blog evidenziato in blu e finite dritti sulla pagina della rece).

Devo poi aggiungere che tutte le immagini che trovate a corredo di questo articolo (compreso questa a lato) non sono state scelte da me bensì da Max in persona, e poiché lui, in occasione di un nostro scambio epistolare, mi ha anche richiesto esplicitamente di fare una precisazione al riguardo, credo non gli dispiaccia se copio-incollo qui di seguito un frammento di una sua e-mail in cui dice la sua a proposito delle immagini e del film, L'educazione sentimentale di Eugenie, da cui sono tratte:
Ho scelto le immagini di quel film perché son belle e in un certo senso trovo che alleggeriscano il contenuto di quello che ho scritto. Ma sinceramente non consiglierei a nessuno di andarlo a guardare.
L’educazione sentimentale NON è la Philosophie... assolutamente.
Questo vorrei fosse chiaro a chi leggerà ciò che ho scritto.
E mi pare che così sia abbastanza chiaro.
Ma non finisce neanche qui, perché il mio prossimo intervento, previsto per mercoledì 17 o giovedì 18 (i post nello Speciale si susseguiranno al ritmo di uno ogni due-tre giorni) sarà una specie di appendice a questo post in cui spenderò a mia volta due parole, oltre che su La filosofia nel boudoir, anche sul film citato. Invito così tutti a presenziare all'appuntamento, oltre che, chi volesse, a scrivere e inviarmi un articolo di argomento sadico o sadiano, dato che un paio di seggi del mese di novembre continuano a risultare vacanti. Dopotutto, non c'è neanche grande bisogno di correre, basta che il testo sia pronto per fine ottobre. [I. L.]     

Commenti

  1. Non ho mai letto questo libro, quindi sono la persona meno adatta a giudicare, però mi resta sempre la vaga impressione che Sade ricercasse solo l'estremismo della provocazione e della trasgressione fini a se stessi, quindi che, in fin dei conti, non c'è da restare sorpresi se la sua "filosofia" è talvolta contraddittoria: in realtà il suo unico vero obiettivo è raccontare l'estremo, non sottometterlo a una concezione filosofica vasta e coerente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao.
      Credo che tu abbia centrato in pieno il pensiero di Sade.
      Questo è il presupposto con il quale, secondo il sottoscritto , si deve comprendere Sade.
      Poi ci sono le diverse maniere di interpretarlo attraverso le varie forme d’arte.
      Per me la Filosofia del boudoir rappresenta la parte più passionale del Divin marchese.
      Almeno questo è quello che mi è arrivato.
      Grazie mille per il tuo commento

      Elimina
    2. Sade alla fine resta un mistero. Quanto di ciò che scriveva nelle sue opere coincideva davvero con il suo pensiero? Chi può dirlo? Anche se si abbandonava a trasgressioni di genere forte, tutto lascia pensare che non fosse capace di ferire seriamente qualcuno e tanto meno di ucciderlo. A differenza che per i personaggi dei suoi libri, gli altri per lui contavano e a volte anche molto. Anche tutte le accuse di delitti che gli furono mosse in vita alla fine si sono sempre rivelate infondate. E nonostante ciò si è fatto quasi trent'anni di carcere e manicomio criminale!

      Elimina
    3. Bravo Ivano.
      Ha solo “avvelenato “quattro prostitute che aveva pagato e avevano acconsentito alla sua perversione assieme anche al servo del Marchese.
      Se la sono cavata con una lavanda gastrica... questo è quello che ho trovato in letteratura su di lui.
      È stato un capro espiatorio facile.

      Elimina
  2. Neanch'io ho mai letto quest'opera ma di primo acchito, dato che non si parla esplicitamente di tortura (giusto?), mi pare che siamo più dalle parti di "Le relazioni pericolose" di Laclos, che è più o meno contemporaneo, che da quelle de "Le 120 giornate…”. Anche se qui il finale, e il punto di vista, naturalmente è rovesciato: in Laclos c’è un finale moralistico in cui i peccatori vengono puniti, qui è la virtù a esser punita, come sempre accade in Sade.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao.
      Domanda : Le relazioni pericolose?
      Il libro di Laclos ( che non ho letto) il film dallo stesso titolo ( che non ho visto)

      Le 120 giornate invece le ho lette ed effettivamente ha poco da spartire con la “Filosofia “.
      Nel racconto che ho provato a commentare Sade descrive sostanzialmente quattro libertini che sanno e vogliono insegnare ( anche a chi legge) le gioie del libertinaggio squisitamente sessuali .
      Lasciando dietro molto ben nascoste le passioni criminose ( da quelle lievi fino all’omicidIo)
      Forse meglio dire che le ha spiegate ma non messe in pratica.
      A differenza delle 120 giornate.
      Ripeto non ho letto tanto di De Sade.
      In pratica oltre alla Filosofia ho letto le 120 giornate e Lettere dalla Bastiglia ...ma credo che la lettura di queste tre opere siano sufficienti a descrivere benissimo il pensiero Sadiano .
      Grazie per il commento

      Elimina
    2. Con "Le relazioni pericolose" intendevo il libro, di trasposizione al cinema ho visto solo l'ultima e onestamente la ricordo poco. Anche se non l'hai letto hai risposto benissimo alla mia domanda: ho scelto un modo un po' contorto per chiederlo, ma volevo proprio capire quanto “La filosofia…” sia estrema in termini di crudeltà e torture fisiche. Avendo letto del Marchese solo "Le 120 giornate..." questa diviene automaticamente la mia pietra di paragone, e non so bene cosa aspettarmi dalle altre opere. A quanto pare ce ne sono anche alcune dove prevale il “non detto”. Grazie mille. 😊

      Elimina
    3. La Filosofia del Boudoir la consiglierei anche a una suora .
      Non muore nessuno.
      A me basta e avanza.
      Le 120 giornate prima le ho amate poi le ho odiate.
      Era la mia prima volta con Sade ed ero molto curioso non mi aspettavo un “capolavoro” del genere.
      Se li odi i libri vuol dire che nel bene o nel male ti restano dentro.
      La Filosofia ho dovuto rileggerla ...lo confesso.
      Odio il libro perché vince il crimine sulla virtù.
      Lo odio perché è incompleto.
      Ma con il senno di poi credo che se Sade fosse riuscito a concluderlo il risultato non sarebbe cambiato😀
      Grazie ciao

      Elimina
    4. E' vero che esistono molti Sade diversi, ma La filosofia rimane comunque un'eccezione, perché, se si eccettua il settimo e ultimo dialogo, è il più lieve dei suoi grandi romanzi. Anch'io in genere, a chi mi chiede cosa leggere di Sade, consiglio questo libro, più Le centoventi giornate (chiedendomi però dentro di me se riuscirà a portarlo a termine), le lettere e quella gemma preziosa che è il racconto lungo o romanzo breve Eugénie de Franval, dove trionfa la virtù sebbene in modo tragico. Anche in questo caso, che io ricordi, niente descrizioni efferate.

      Elimina
  3. Eccomi. Presente.
    Io sono una fan di Max. O forse Max è un mio fan. Chi lo sa.
    Il suo modo di scrivere mi affascina molto, ma devo fare due considerazioni.
    La prima è che commenti lunghissimi non me ne ha mai lasciati..
    La seconda è che non si è mai proposto per un guest post.
    Quindi, adesso, con chi me la devo prendere?
    Con lui o col gentile Ivano che lo ospita?
    Nel dubbio, vi odio entrambi. Toh.
    Addio.. 😈😈

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Claudia di avere risposto al mio invito a leggere.
      L’argomento è tosto è indubbiamente deve piacere ...qua c’è tanta gente brava che sa scrivere molto meglio di me e son sicuro che se lo seguirai ...questo speciale sarà molto interessante anche per te.
      Io non mi propongo ...son gli altri che mi chiedono di farlo.
      A me la cosa naturalmente fa piacere.
      Ciao a presto

      Elimina
    2. Benvenuta Claudia fan di Max (o forse idolo di Max)!
      E grazie intanto per l'odio... che è un modo come un altro per rompere il ghiaccio.
      Vuoi un post scritto da Max per il tuo blog? Nulla di più facile, come ho scritto appena sopra. Lanci un'iniziativa blogghesca, una qualsiasi su un argomento qualsiasi, e il giorno dopo ti ritrovi nella casella della posta un suo articolo ^__^
      Un saluto!

      Elimina
    3. La mia casella postale morirebbe di depressione se aspettasse Max.
      Quando gli ho mostrato il mio indirizzo mail mi ha risposto "E che me ne faccio?!". Ahahaha
      Quindi a te l'onore di ospitarlo ancora ed ancora.
      Io mi limiterò ad attendere i suoi commenti.. ;)

      Elimina
    4. Caspita Max, non ci siamo proprio. Non si trattano così le fan, e ancor meno i propri idoli!

      Elimina
  4. Confesso che la tematica trattata non è tra quelle che più mi esaltano, ma sono davvero sorpreso per il momento dalla qualità dei post

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ferruccio.
      In effetti non è cosa per tutti.
      Mai come in questo caso conta il giudizio personale soprattutto su queste tematiche.
      Anche perché si parla di uno scrittore definito a seconda dei casi , e qua veramente puoi dire che a seconda di chi lo interpreta può essere davvero meraviglioso , osceno , pornografo , scellerato, divino ....ammirato o odiato .
      Comunque per me rappresenta uno spirito libero .
      Quello che nella vita reale non è mai stato.
      Grazie per il commento..sicuramente i prossimi post non ti deluderanno.
      Ciao

      Elimina
    2. Max se l'è cavata benassai, vero Ferruccio? A proposito, ricordo che un po' di tempo fa ti avevo assegnato tre libri da leggere del divin marchese, tra cui anche La filosofia... il tuo commento però non mi lascia ben sperare ;-D

      Elimina
    3. No, sono da leggere perché posso sempre cambiare opinione. Non sarebbe la prima volta che lo faccio.

      Max se l'è cavata più che bene

      Elimina
  5. Io ho visto il film e sono curioso di sapere da Max, a questo punto, dove sono le grosse differenze.
    (Le due protagonisti femminili sono bellissime). Comunque Max complimenti. Sei un ottimo lettore-commentatore, ma saresti anche un ottimo blogger :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Riccardo anche a te grazie per aver risposto al mio invito di venire qua a leggere.
      Sul film non saprei che dire.
      L’ho visto molti anni fa in Tv non dall’inizio e seguendo effettivamente mi tornava in mente qualcosa ...ma l’ho collegato alla Filosofia e al Divin marchese solo quando ho letto i titoli di coda.
      La bellezza indiscutibile delle due ragazze del film probabilmente non corrispondeva a quelle bellezze che mi immaginavo leggendo il libro.
      Ma era tutto il film a non funzionare per me.
      Restavano i nomi dei personaggi fedeli al racconto di De Sade.
      Il climax del film (per me chiaramente) non coincideva con quello del racconto.
      Poi stiamo parlando di un film che forse è stato vietato ai minori di 14.
      Troppo poco per De Sade😀
      Comunque del film da quello che ho capito ne parlerà Ivano quindi aspettiamo il suo articolo.
      Ci toglierà tutti i dubbi.
      Grazie per i complimenti ma preferisco leggere i Blog vostri e se possibile commentare.
      Lo so mi piace vincere facile.
      😀
      Essere blogger è un impegno , ci vuole passione e costanza.
      Troppo difficile per me!
      Però mi piacerebbe...non lo nego .., ma no troppo difficile e poi non ho pazienza.
      Grazie a presto

      Elimina
    2. Benvenuto Riccardo!
      Sì, del film dirò qualcosa, ma non più di tanto, nel mio prossimo intervento. Riguardo le due attrici, devo dire che ho trovato molto adatta Antonella Salvucci nel ruolo della marchesa di St. Ange, mentre Sara Sartini nel ruolo di Eugénie mi ha poco convinto. I suoi 24 anni si percepiscono tutti in una vicenda che dovrebbe parlare di una quindicenne, anche se poi Grimaldi si è trovato, o sentito, costretto ad alzare nel film l'età della ragazzina a 18. Ma a quel punto, già che c'era, poteva cercarsi una vera diciottenne. Nel mondo del teatro, da dove ha pescato, non poteva non essercene una... Ma va be', se ha deciso così avrà avuto i suoi motivi.
      Un saluto!

      Elimina
  6. Grazie Cassidy.
    Spero che tu abbia continuato fino alla fine nella lettura!
    😄
    Quando ti leggo mi viene in mente la tua rubrica dedicata alla musica e ai film.
    Non so se l’hanno usata come colonna sonora di qualche film dedicato al marchese.
    Ti ricordi Sadness degli Aenigma.
    Ivano ascoltala ( il video si ispira al marchese o forse il regista ha pensato alla Justine di Franco ) si potrebbe utilizzare come sottofondo ai vari post di questo Pleasure 2

    RispondiElimina
  7. Grandissimo Max! Vedi tu cosa tiri fuori. Non ero molto ferrato sulla questione, pur apprezzando il Marchese.
    Beh, la frase finale dice tutto: forse dovremmo capire cosa è crimine e cosa no... perché alcuni crimini morali (per una morale oscurantista) invece sono bellezza e piacere^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Michele .
      Chiedilo alla contessa , madre della protagonista che se ne va via con una parte del corpo cucita ( che ti lascio ben immaginare quale sia) alla fine del racconto se concorda con la tua idea di bellezza e piacere😀
      Grazie anche a te per essermi venuto a leggere.
      Comunque la Filosofia del Boudoir per il fatto che non presenta scene di violenza e torture estreme tipiche di altre opere del Marchese me lo fa preferire su tutti.
      Credo racconti la parte più lussuriosa e disinibita che c’e in fondo dentro di noi.
      Poi dal dire al fare c’è di mezzo il mare.
      Ma sognare non fa male no?
      Grazie ciao

      Elimina
    2. La domanda di Sade è: Su quale base si può considerare qualcosa un crimine in assenza di riferimenti diversi dalle leggi naturali? E direi che è una domanda che attende ancora una vera risposta.
      Un saluto Miki e grazie del passaggio/commento ^__^

      Elimina
  8. Benvenuto tra gli adepti dello Speciale, Cassidy! Max in realtà è stato talmente veloce ad arrivare alla fine che mi ha lasciato scioccato. Praticamente mi ha inviato il testo completo il giorno dopo che si è offerto di partecipare all'iniziativa. Forse l'ho aveva già scritto e lo teneva nel cassetto, pronto per ogni evenienza ;-D

    RispondiElimina
  9. @Max
    Mi segno Sadness degli Aenigma da guardare.
    E approfitto anche di questo spaziettino per ringraziarti una volta di più del tuo prezioso contributo a questo evento :-)

    RispondiElimina
  10. Come Ferruccio non amo molto il genere letterario, preferisco la complessità psicologica, l'erotismo e la carnalità di Henry Miller, oppure di Nabokov. Conosco De Sade perché a suo tempo ho ritenuto doveroso sapere, quanto meno a livello biografico, ciò che caratterizza un personaggio così controverso. Ovviamente , pur consapevole dei tempi in cui è vissuto, ho sempre trovato assurdo ciò che la società di allora gli ha inflitto.
    Quello che posso dire in merito al post è che sono piacevolmente dalla verve e dalla scioltezza che rende il tuo articolo veramente godibile. Ti faccio i miei complimenti, bravo, bravissimo Max.
    Bravo anche a Ivano per averti offerto questo spazio. Qui ci sono gli estremi per una carica ufficiale di talent scout.
    Ottimo, veramente un ottimo pezzo. Talmente ottimo che non mi pento di aver abbandonato il mio esilio quasi forzato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Massimiliano 😀
      Se l’esilio è per quello che penso io ,darà sicuramente i suoi frutti.
      Aspetto comunque il tuo ritorno sul blog.
      Non conosco gli autori che citi ...me li segno😀
      Effettivamente credo che la differenza tra erotismo e pornografia la faccia la componente psicologica.
      Comunque io voglio farti pubblicità, spero non ti dispiaccia Ivano.
      Son tornato a leggere ( il cartaceo) grazie ai suoi due libri che ha pubblicato e che consiglio a chi ama il genere Noir /Thriller:
      Joshua e Tutto e’ tenebra.
      Belli davvero
      Grazie Max😀

      Elimina
    2. Grazie Max, spero anch'io di uscirne da sti casini di salute, e sì, raccoglierò i frutti di tutta la pazienza che ci sto mettendo. Grazie per i complimenti ai miei romanzetti.
      Ancora una volta ti dico bravo per il bellissimo articolo.

      Elimina
    3. E dopo Riccardo ecco il Riccardi! Ben tornato su questi lidi, Massimiliano. Pensa che Bataille definì "sordida oscenità" la letteratura di Henry Miller e se la prese con lui per la costante degradazione della donna nei suoi libri. Ma sarebbe un discorso lungo... chissà forse un giorno ci torneremo sopra. Intanto ti comunico che mi devi un dollaro e settantacinque centesimi per lo spazio pubblicitario nel blog. O devo chiedere all'altro Max? ;-D
      Ciao e a presto rileggerci!

      Elimina
    4. Ciao Ivano, grazie. Latito da un po' per motivi complicati da spiegare. Sono però contento di ritrovarti. Per il resto, mi offro di pagare in natura, nulla di osceno, ovviamente 😀

      Elimina
  11. Complimenti innanzitutto a Max per il grandioso contributo (non che ne dubitassi, d'altra parte)!
    Sulla questione dell’atteggiamento spesso contraddittorio di Sade nei confronti della società mi viene da azzardare un ipotesi: a lui, della società, non gliene poteva fregar di meno. Anche perché, e su questo Sade aveva probabilmente guardato molto lontano, essere politici e libertini allo stesso tempo non porta mai nulla di buono.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te.
      A questo punto la contraddizione Sadiana è la giustificazione a tutte le opere del Marchese.
      Oggettivamente azzardo forse a dire che la mostruosità delle sue opere ,il
      suo essere eccessivo siano il prodotto di un uomo che a un certo punto ha lasciato che la malattia mentale lo sopraffasse..come testimoniano i suoi numerosi riceveri nei manicomi dell’epoca.
      A quel punto è sfuggito veramente a tutte le convenzioni e alle prigioni se non fisiche , quelle mentali.
      Grazie ancora per il tuo apprezzamento.
      E naturalmente al tuo bel blog ...dove è nata la prima parte di questo meraviglioso speciale.
      Ciao

      Elimina
    2. A questo commento dovrebbe essere riservato il posto d'onore, visto che è farina del sacco nientemeno che del Padre fondatore. Bene ha fatto Max a ricordarlo o farlo sapere a tutti quelli che leggono.
      E comunque Sade, per un periodo dopo la Rivoluzione, fu anche uomo politico, Obsidian. Sebbene certo non per un quarto di secolo... ;-D

      Elimina
  12. Come grande stimatrice del Settecento e ancora più del suo finale, la rivoluzione francese in cui deflagrano vari mondi, non posso che rimanere ammirata dalla qualità del post.

    Raccontavo a Ivano nei commenti ai post precedenti che non ho letto nulla di de Sade, ma sono diventata piuttosto esperta di "libri proibiti" pre-rivoluzione causa studi universitari, e della lista di best-seller che all'epoca circolavano sottobanco, o meglio... sotto il mantello. Data l'esaustività dell'articolo e la mia mancata lettura delle opere del divin marchese, mi limito a riflettere che la figura del servo Augustin, a un certo punto allontanato dalla scena, potrebbe fungere anche da elemento voyeuristico. Quest'ultimo era importantissimo nell'ambito dell'erotismo francese del Settecento - rappresentato anche dalla presenza di quadri con scene erotiche, da illustrazioni esplicite nell'ambito dei libri, e dallo stesso lettore-voyeur - come in un grandioso teatro dove tutti erano spettatori e partecipanti.

    Una curiosità personale: nella scena a quattro, qual è il fratello e quale Dolmancé?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adesso mi prendi in contropiede devo rileggere...a memoria quello che parla e da disposizione ai vari attori dovrebbe essere Dolmancé .
      Comunque rileggo!!😀
      Si avevo letto il tuo commento precedente.
      Interessante.
      Come è Interessante il ruolo che mi chiedi di Augustin.
      Perché è l’unica parte che Ivano mi ha chiesto di riscrivere perché non aveva chiaro cosa intendessi.
      😀😀😀
      Augustin per me ha la stessa valenza dei falli finti che la padrona di casa tiene nel cassetto.
      È solo uno strumento per completare i quadri lussuriosi dei protagonisti.
      Dal racconto non mi sembra che De Sade lo caratterizzi più di tanto.
      Se non che soffermandosi sulle sue doti sessuali.
      Tutto qua.
      Uno strumento e basta .
      Comunque interessante anche la tua interpretazione voyeuristica.
      Ma per me non c’entra.
      Solo per me chiaramente.
      Grazie mille per il tuo commento
      Massimiliano

      Elimina
    2. Ricordavo bene.
      Dolmance’ impartisce le istruzioni , quello che chiama Cavaliere è il fratello della Saint’Ange.
      Il Cavaliere di Mirvel
      Ciao

      Elimina
    3. Ti dirò di più...in una parte che non descrivo nell’articolo, Augustin se ne va con Dolmance’ a Soddisfare un’altra perversione libertina che però nel racconto non viene descritta perché gliela vogliono risparmiare ad Eugénie perché non ancora pronta.
      Su quale sia questa perversione si può solo immaginare....io un sospetto c’è l’ho , ma lo tengo per me.
      😀

      Elimina
    4. Grazie mille delle esaurienti risposte, Max! Per quanto riguarda la mia domanda, intendevo quali sono i due uomini rispetto alla fotografia del film che hai inserito. Suppongo che Domancé sia quello a sinistra (senza barba...).

      Elimina
    5. Ciao mi spiace ma in questo caso non posso esserti d’aiuto .
      Non ricordo il film da cui ho tratto le immagini.
      Non ricordo quasi niente del film .
      Ma credo saprà esserti d’aiuto Ivano quando parlerà del film.
      Ciao

      Elimina
    6. Ciao Cristina! Supponi male su Dolmancé, che è proprio quello sulla destra interpretato dal tipo con la barba e l'aspetto lupesco. Ti dirò che, per il comparto maschile, la scelta degli attori è stata azzeccata dal punto di vista fisiognomico... anche il cavaliere di Mirvel, fratello della padrona di casa, ha esattamente quell'aria da sempliciotto sbarbato che ti aspetti.
      Quello della foto più in basso, insieme a Eugenie, è invece Augustin che, come dice bene Max, non ha nessuna funzione di tipo voyeuristico nel libro. In realtà viene allontanato dal gruppo solo per il breve tempo in cui Dolmancé legge "Su francesi, ancora uno sforzo..." perché non è un ascolto adatto a persone di bassa estrazione sociale.

      Elimina
    7. Ciao Ivano! Grazie di aver soddisfatto la mia curiosità. :) In effetti il primo istinto mi suggeriva Dolmancé come l'uomo a destra con la barba, più che altro per il classico abbigliamento ricercato da libertino, ma poi la mia parte razionale ha cominciato a blaterare come al solito. ;)

      Sai che la questione dei temi che non sono adatti a tutti emerge anche in Thérèse philosophe? Infatti c'è il personaggio di un ecclesiastico, anche lui dedito al libertinaggio; egli sostiene che la religione e i suoi riti vanno bene per il popolo, e sono indispensabili soprattutto per mantenere l'ordine sociale, ma che la libertà intellettuale (e filosofica) è per pochi.

      Elimina
  13. Beh direi che non solo Max ha cominciato bene ma anche che ha prodotto un grande articolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sento in imbarazzo .
      Non per quello che ho scritto 😀ma per tutti i vostri complimenti...
      Non so che dire .
      Grazie mille .
      Ciao Nick , mi spiace di non leggere qualcosa di tuo su questo speciale.
      Grazie ancora

      Elimina
    2. E pensa, caro Nick, che Max ha avuto paura fino all'ultimo di rimanere schiacciato sotto il peso degli altri "giganti" in lista!
      Per il resto non posso che unirmi al suo invito implicito. L'assenza del nome "Nocturnia" in questo Speciale si nota troppo...

      Elimina
  14. Buongiorno ragazzi, ammetto che lo spirito del genere mi attira assai poco (pensa solo che la mia interpretazione del quadro a inizio post è che la ragazza cerchi proprio di evitarla la chiusura col chiavistello.. ), ma applaudo all'appassionata e chiara esposizione di Max, al quale rimprovero anche io il timore di mettersi in gioco con un blog tutto suo, visto che comunque è un frequentatore assiduo di un sacco di bloggers, quindi non è la costanza che gli manca (e in un blog, la costanza è quasi tutto).
    Complimenti comunque, e metto Ivano in lista.. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di essere passato e di aver risposto al mio invito .
      Ivano Io vado a cercarmeli a casa loro e chiedo che vengano 😀 a leggermi.
      È l’unico modo che conosco per pubblicizzare me in primis e poi lo speciale.
      Lo confesso...spero non ti dispiaccia.
      Grazie a Franco per i complimenti e riguardo al discorso Blog ti rispondo con quello che mi ha detto la mia dolce metà : “ tu apri un blog e io ti faccio un BLOG cosi’!!!
      Ciao e grazie ancora

      Elimina
    2. Ma no Maaaaax.
      Mi sembra il mio post sulle mogli gelose.
      Spiega alla dolce metà che il blog lo apri per plebiscito..
      Io e tanti altri ci assumeremo volentieri la colpa. 😉

      Elimina
    3. @ Franco
      Buongiorno e benvenuto, Franco! O comunque bentornato, perché mi pare che già tempo fa ci eravamo incrociati... Ma in quale lista sono finito, per sapere, devo forse cominciare a preoccuparmi? > <

      @ Max
      E tu alla moglie non gli dire del blog. Digli solo che stai chattando su un sito di incontri e quindi non puoi mostrargli niente di quello che fai. Facile, no?

      Elimina
  15. Un vero trattato filosofico i miei complimenti. Per il resto condivido anch'io quanto ha scrivo Ariano Geta. Franco Battaglia ha ragione dovresti aprirti un blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me sembra più un riassunto 😀
      Comunque grazie per aver accettato di passare e di leggere .
      Grazie mille davvero.
      Per il blog leggi sopra 😀

      Elimina

Posta un commento

Chi commenta su questo sito lo potrà fare solo da loggato con Google. Deve quindi essere consapevole che il suo username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile. Potrà portare al Profilo di Blogger o a quello di Google+ a seconda della impostazione che si è scelta.
Gli utenti possono eliminare i commenti che hanno inserito. A una eliminazione definitiva provvederà direttamente l'amministratore del sito nel minor tempo possibile. Gli estremi dell'account saranno memorizzati per facilitare commenti successivi.
Tutti i commenti contenenti link per scambio visite o con link che indirizzano a contenuti non attinenti a quanto trattato nei post saranno celermente rimossi dal blog.

Post popolari in questo blog

Non ho dimenticato... Alessandro Momo /1 di 2

Non ho dimenticato... Alessandro Momo /2 di 2

10 serie a fumetti che hanno scandito i miei anni '70

Vikings S03 E07-10: La presa di Parigi

I misteriosi Quindici

Il libro azzurro della fiaba - I sette libri della fiaba Volume 1

Sette opere d'arte per sette poesie