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Juke Box #4: Un abbacinante fluire




La parola araba 'Hijra' significa 'migrazione, allontanamento' (fonte Treccani), e la si usa per indicare il trasferimento del profeta Mohamed dalla Mecca a Medica nel 622 d.C., che sancì la data d'inizio della storia islamica. La cantautrice canadese Joni Mitchell la prese in prestito per il titolo di un suo album del 1976, - l'ottavo da lei realizzato in studio, e anche, a mio parere, uno degli album più belli in assoluto della storia del rock - perché gran parte delle tracce che lo compongono furono da lei concepite e scritte durante un viaggio in auto coast to coast attraverso gli Stati Uniti. Ed è in effetti difficile trovare un disco di canzoni che più di questo trasmetta l'idea di una progressione tutta distesa in orizzontale, attraverso uno spazio che appare completamente aperto tale è la fluidità con cui vi si inoltrano i fiumi sonori che ne compongono la trama. Ancor più della voce è la chitarra della Mitchell stavolta la vera protagonista, con la sua fittissima tessitura ritmica e armonica che serra l'ascoltatore in una sorta di 'ipnosi da viaggio' tutta orientata al sublime. Dei comprimari, solo il lussureggiante basso di Jaco Pastorius sembrerebbe in grado di contestarne la supremazia, e proprio sul piano del sublime, ma l'amalgama dei due strumenti è così perfetto e compiuto da risultare alla fine come un unico, continuo e abbacinante fluire.

Hejira segna anche l'inizio, per Joni Mitchell di una breve età dell'oro musicale, che si prolunga almeno fino al 1979, anno di uscita dell'album Mingus. Contrariamente però a quanto può far pensare il titolo, Mingus non è l'omaggio della cantante a uno dei mostri sacri del jazz, ma il risultato, purtroppo incompiuto, della collaborazione tra i due artisti.




La storia racconta che Charles Mingus rimase così affascinato dal talento della Mitchell da volere fortemente realizzare qualcosa con lei. All'inizio le propose di lavorare sui Four Quartets di Thomas Eliot, ma la cantante giudicò un'operazione troppo complessa adattare i testi di Eliot in forma di canzone. Mingus decise allora di realizzare sei composizioni musicali, Joni I-VI, che la Mitchell avrebbe poi dovuto corredare dei testi e incidere.
Ma le condizioni di salute di Mingus, da tempo ammalato di sclerosi amiotrofica laterale e ormai costretto su una sedia a rotelle, non gli permisero di portare a completamento il progetto prima che lo cogliesse la morte. L'album comprese alla fine solo tre composizioni inedite a firma Mingus/Mitchell, più due pezzi inediti a firma esclusiva di Joni Mitchell e un nuovo arrangiamento di Goodbye Pork Pie Hat, famoso standard jazz scritto in origine da Mingus in memoria del sassofonista Lester Young. Dopo aver visto la luce nel 1959 in Mingus Ah Um, e dopo essere stato riproposto in più versioni anche dallo stesso Mingus, Goodbye Pork Pie Hat fu inciso per la prima volta non solo in forma strumentale ma accompagnato da parole.
Degno di nota il dettaglio biografico 'in diretta' in cui la Mitchell racconta di come Mingus abbia fatto ricorso, come ultima spiaggia, alle cure tradizionali dei guaritori messicani: Now Charlie's down in Mexico with the healers....


Joni Mitchell, Mingus in Mexico (1979)


Mingus morì il 5 gennaio 1979, all'età di cinquantasei anni. Il suo corpo venne cremato su una spiaggia messicana, poi, secondo le sue disposizioni, le ceneri furono trasportate in India e nel fiume Gange. Il giorno del suo funerale, al largo della costa messicana si arenano e morirono cinquantasei balene, una per ogni anno della sua vita.


* * *

A. Hejira

(Joni Mitchell)



I'm traveling in some vehicle
I'm sitting in some cafe
A defector from the petty wars
That shell shocked love away

There's comfort in melancholy
When there's no need to explain
It's just as natural as the weather
In this moody sky today

In our possessive coupling
So much could not be expressed
So now I'm returning to myself
These things that you and I suppressed

I see something of myself in everyone
Just at this moment of the world
As snow gathers like bolts of lace
Waltzing on a ballroom girl

You know it never has been easy
Whether you do or you do not resign
Whether you travel the breadth of extremities
Or stick to some straighter line

Now here's a man and a woman sitting on a rock
They're either going to thaw out or freeze
Listen...strains of Benny Goodman
Coming through' the snow and the pinewood trees

I'm porous with travel fever
But you know I'm so glad to be on my own
Still somehow the slightest touch of a stranger
Can set up trembling in my bones

I know, no one's going to show me everything
We all come and go unknown
Each so deep and superficial
Between the forceps and the stone

Well I looked at the granite markers
Those tribute to finality, to eternity
And then I looked at myself here
Chicken scratching for my immortality

In the church they light the candles
And the wax rolls down like tears
There's the hope and the hopelessness
I've witnessed thirty years

We're only particles of change I know, I know
Orbiting around the sun
But how can I have that point of view
When I'm always bound and tied to someone

White flags of winter chimneys
Waving truce against the moon
In the mirrors of a modern bank
From the window of a hotel room

I'm traveling in some vehicle
I'm sitting in some cafe
A defector from the petty wars
Until love sucks me back that way


B. Goodbye Pork Pie Hat

(Mingus/Mitchell)



When Charlie speaks of Lester
You know someone great has gone
The sweetest swinging music man
Had a Porkie Pig hat on
A bright star
In a dark age
When the bandstands had a thousand ways
Of refusing a black man admission
Black musician
In those days they put him in an
Underdog position
Cellars and chittlins'

When Lester took him a wife
Arm and arm went black and white
And some saw red
And drove them from their hotel bed
Love is never easy
It's short of the hope we have for happiness
Bright and sweet
Love is never easy street!
Now we are black and white
Embracing out in the lunatic New York night
It's very unlikely we'll be driven out of town
Or be hung in a tree
That's unlikely!

Tonight these crowds
Are happy and loud
Children are up dancing in the streets
In the sticky middle of the night
Summer serenade
Of taxi horns and fun arcades
Where right or wrong
Under neon
Every feeling goes on!
For you and me
The sidewalk is a history book
And a circus
Dangerous clowns
Balancing dreadful and wonderful perceptions
They have been handed
Day by day
Generations on down

We came up from the subway
On the music midnight makes
To Charlie's bass and Lester's saxophone
In taxi horns and brakes
Now Charlie's down in Mexico
With the healers
So the sidewalk leads us with music
To two little dancers
Dancing outside a black bar
There's a sign up on the awning
It says "Pork Pie Hat Bar"
And there's black babies dancing...
Tonight!


Commenti

  1. *__* Oh Joni, oh Charles!

    Post che mi tocca particolarmente!

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    1. Non mi dire! Anche tu innamorata di questi due tipi? *_*

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    2. Di questi due, e di parecchi altri però! :D
      Mingus, Coltrane, Coleman, stando stretti assai! (Il jazz è il genere che preferisco)
      La Mitchell è fantastica *__* Artista in senso pieno.

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    3. Ornette Coleman l'ho visto anche dal vivo. Per Mingus mi sono invece dovuto accontentare della Dinasty, ma meglio che niente...

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  2. Eh ma qui c'è roba di classe!! :D
    Me lo sono goduto tutto questo post, veramente non c'è nulla di meglio dopo cena mentre ci si rilassa al pc sentire un po' di buona musica, quella che ti comunica sotto pelle senza dare fastidio e senza rincretinirti di suoni!
    Bella scoperta questa, per me! :D

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    Risposte
    1. Uno dei propositi di questa serie di post, Alessia, è di percorrere strade non troppo battute, e svelarne i tesori più o meno sepolti.
      Poiché ci ho preso anche gusto, spero che poi non mi sia troppo difficile riprendere, dopo l'epifania, con l'andamento normale del blog :P

      Elimina
  3. Ivano, oggi sono abbastanza di fretta (pensa che mi sono alzato un'oretta fa... ahaha), ma voglio farti gli auguri e dirti di passare a vedere da me... che sei citato ;)

    Moz-

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    Risposte
    1. Grazie degli auguri, Miki! Buon anno a te :)))
      Fra poco arrivo!

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  4. Joni Mitchell... indiscutibilmente un mostro sacro!
    Grande!!!!!!!!
    Ciao Ivano e ancora auguri!

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    1. Mi fa piacere scoprire che Joni piaccia così tanto! Del resto continua a ricevere un premio dopo l'altro...
      Altrettanti auguri a te, Patricia! A presto :)

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  5. ciao, non ci conosciamo, ho letto del tuo sogno da Moz, volevo consigliarti di proporti alla casa editrice MarottaeCafiero di Napoli, loro hanno una " storia" particolare, magari leggi direttamente tu, il loro sito su FB anche per proporti, sono persone speciali, penso che troverai ampia disponibilità :)
    ciao e buon anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, un po' ci conosciamo, perché vedo spesso i tuoi commenti sul blog di Moz. Magari anche tu i miei.
      Ti ringrazio tantissimo per la segnalazione, domani faccio una ricerca sulla casa editrice.
      Buon anno :)

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  6. Eccomi, arrivo dal blog di Moz che apprezzo molto anche se sono un pò fuori dai suoi anni, ma io amo la gioventù sveglia e con voglia di fare e Moz la rappresenta alla perfezione.
    Fatta questa premessa, posso dirti che mi sono rilassata al suon della chitarra che ricorda vagamente la musica celtica travaccata sul divano... poi è sublime. Grazie per avermi fatto sognare... Abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta Farfalla Leggera!
      Anch'io sono fuori degli anni di Moz ma il suo blog è ugualmente uno dei miei preferiti.
      Sai che non avevo mai pensato alla chitarra della Mitchell nei termini di un'affinità con la musica celtica (che pure conosco bene)? Proverò a riascoltarla anche in questa ottica...
      E grazie a te per avere acconsentito al sogno ;) Abbraccio.

      Elimina

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