Solve et Coagula - Pagina 95
Capitolo 8 - parte 5
Da a un certo momento in avanti tuttavia, trascorsa l’euforia
iniziale, Massimo dovette cominciare a fare i conti con tutta una serie di
dubbi.
E se il posto non gli avesse restituito nessuna delle sensazioni
che gli aveva suggerito l’accoppiata libro e disco? E se tutto fosse cambiato
in un quarto di secolo?
Inoltre il titolo del brano di Eno nominava l’autunno, così come
il racconto di Bradbury era ambientato nel mese di novembre. Aveva quindi senso
fare il viaggio d’estate?
Ma almeno sotto quest’ultimo aspetto sentiva di non avere scelta.
Per tre motivi. In primo luogo, non poteva permettersi di posticipare oltre i
mesi autunnali l’inizio della sua prima vera attività lavorativa; poi, né se la
sentiva di dire al suo amico Maurizio che il loro piano vacanza era cambiato e
né si sarebbe sentito al sicuro viaggiando attraverso mezza Europa con la sua
Prinz in mesi diversi da quelli estivi.
Non gli restava quindi altro da fare che accettare le cose come
stavano e sperare che i suoi timori si rivelassero, alla prova dei fatti,
ingiustificati.
Un giorno però non riuscì a trattenersi oltre ed espose
tutti i suoi dubbi al suo amico e futuro compagno di viaggio, Maurizio.
Aggiungendo però, subito dopo, che tutto ciò non avrebbe avuto nessun effetto
pratico sullo svolgimento della loro vacanza, che le cose erano già decise e
tutto sarebbe rimasto immutato.
Maurizio prima ascoltò in silenzio, poi rimase per un po’ come
assorto nei suoi pensieri, finché, a un tratto, guardò l’amico negli occhi e se
ne uscì con una frase sibillina: «Vuoi
davvero incontrare il tuo mostro dalla voce cavernosa?»
Massimo annuì, chiedendosi allo stesso tempo come dovesse
interpretare quella strana domanda.
«Bene» ribatté deciso l’altro, «farò in modo che avvenga. E
non avrà nessuna importanza se sarà d’estate invece che d’autunno».
Dopodiché fu categorico nella sua scelta di rimandare ogni spiegazione
al momento opportuno che, assicurò all’amico, sarebbe stato al più tardi il
giorno della loro partenza.
E le cose andarono più o meno così, perché l’argomento non
fu più toccato fino alla sera prima del giorno previsto per la partenza, quando
Maurizio acconsentì finalmente a sbottonarsi.
Il suo era in realtà un piano elementare, spiegò, dato che non
consisteva in nient’altro che nel procurarsi alcune dosi di acido durante la tappa
a Londra che avevano previsto di fare nel viaggio di andata.
«Mi sono già procurato i recapiti giusti» aggiunse. «In
questo modo, se in quel posto c’è davvero qualcosa di più di quel che sembra da
vedere, aumenterai senza dubbio di molto le tue possibilità di riuscita».
Ops! C'è sempre da aspettarsi che un amico un po' malandrino faccia di queste pensate, ma più in generale mi è venuto alla mente l'entusiasmo che si prova anche nei confronti dell'impossibile o del poco probabile quando si è giovani, diventa una questione di vita o di morte e se poi c'è di mezzo l'impresa eroica del viaggio, tutto ha un sapore ancora più forte e gustoso!
RispondiEliminaSoprattutto si poteva aspettarselo, Alessia, ancora negli anni '80, quando la ricerca dell'effetto allucinogeno non aveva ancora ceduto completamente il passo alla ricerca del puro sballo da ecstasy o dell'illusoria iperefficienza da cocaina.
EliminaPoi, ti dirò, a me viaggiare fa ancora oggi lo stesso effetto inebriante di allora ;D
La cosa migliore dei viaggi spesso consiste propri nell'imprevisto e in questo post , tra i personaggi, ne abbiamo da vendere , compreso Brian Eno, vero caro Ivano?
RispondiEliminaBacio!
L'imprevisto è sempre in agguato, cara Nella, e soprattutto deve esserlo in una storia come questa :D
EliminaE, che dici, a Brian Eno staranno cominciando a fischiare le orecchie a questo punto? A Bradbury credo di no, perché ci ha lasciato da un paio di annetti...
Bacio a te!
Partire ad incontrare i propri "mostri" non è da tutti, né in senso fisico né in senso mentale.
RispondiEliminaCome si dice... curiosity killed the cat ^_^
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