Solve et Coagula - Pagina 93
Capitolo 8 - parte 3
«Avrai certo notato» riprese suo padre, cambiando
all'apparenza discorso «la stranezza della terza cassa alle tue spalle,
aggiunta alle due frontali che si usano di solito. Bene, è lì
unicamente perché ho seguito le istruzioni di Eno che suggerivano di aggiungere
un diffusore in quella posizione per trarre il massimo possibile dall’ascolto
di questa sua particolare opera».
Luisa
guardò nella direzione che lui le stava indicando. In realtà aveva ben presente
la cassa isolata in prossimità della parete di fondo, ma data la sua ignoranza
in materia non aveva mai pensato che fosse da considerarsi "una
stranezza".
«Ma non è
ancora finita. Se consideri con più attenzione il titolo del brano forse ti
accorgerai di un altro dettaglio, che mi riguarda in prima persona».
Luisa
stavolta capì all'istante il riferimento.
«Nell'autunno
1960 sei nato tu» esclamò.
«Già. Bella
coincidenza, no? Quello che forse è il mio brano di
musica preferito in assoluto ingloba nel suo titolo la mia stagione di nascita».
Bella coincidenza davvero, pensò Luisa, e
tuttavia le sue domande principali non avevano ancora avuto risposta. Era forse tempo per lei di essere più diretta.
«In che modo hai stabilito il nesso tra il
racconto di Bradbury e questo brano musicale? E perché?».
«È proprio di questo che stavo per parlarti» le rispose lui. «Ma prima
devo procurarmi l’altra metà del puzzle. Aspetta pure qui seduta, faccio in
un attimo».
E detto questo, uscì dalla stanza.
Fu di ritorno dopo una manciata di
secondi, con in mano un tascabile che Luisa riconobbe subito come un vecchio Oscar Mondadori.
«Questo libro contiene trentaquattro
racconti di Ray Bradbury e si intitola proprio 34 racconti.
Uscì alla fine del 1984 ed io naturalmente non me lo feci sfuggire».
«Immagino che contenga anche il racconto
della sirena».
«Certo. Puoi verificarlo di persona». E le
porse il volume.
Era conservato in ottime condizioni, osservò Luisa, senza però meravigliarsene più di tanto. Come ogni
collezionista che si rispetti, suo padre aveva sempre avuto grande cura dei
suoi oggetti. Ne sapeva qualcosa lei stessa, che da piccola aveva dovuto subire
una dose massiccia di proibizioni e divieti di accesso di cui allora faceva
molta fatica ad afferrare il senso. Mentre adesso, almeno sotto
questo aspetto, sembrava essersi conquistata la sua piena fiducia.
Quando poi cominciò a scorrere l’indice con i titoli dei racconti, pensò che in fin dei conti li avrebbe letti tutti volentieri.
«Posso averlo in prestito?» chiese.
«Sì, ovvio» rispose lui «Adesso però concentriamoci sul
nostro discorso. Come ho stabilito la connessione, mi hai chiesto?»
Luisa annuì.
«Vorrei dirti che nello stesso momento in
cui leggevo il racconto, per una strana coincidenza stava suonando esattamente quel brano, ma non è andata
proprio così. La verità è che leggendo per la prima volta il racconto di Bradbury, a un certo punto mi sono accorto di provare un’emozione
paragonabile solo a quella che vivevo ogni volta che ascoltavo il brano di Eno. Da
allora non solo la connessione fra le due opere non è mai venuta meno ai miei occhi, ma è uscita rafforzata a ogni nuovo ascolto e a ogni nuova lettura».
Adesso mi sa che me lo vado a cercare questo racconto, voglio provare anche io quest'esperienza!
RispondiEliminaAh ah ah! Fantastico!
EliminaPoi sappimi dire... ;D
Ho prima letto il racconto e poi ascoltato il brano di Eno, perché non conoscendo entrambi avrei fatto confusione e devo dire che ho compreso abbastanza facilmente cosa ti abbia spinto ad associarli.
EliminaC'è un atmosfera generale molto melanconica e riflessiva che effettivamente li lega abbastanza e poi credo di avere intercettato il suono che potrebbe quasi sembrare un richiamo!
Io lo trovo entrambi struggenti, il brano musicale e il racconto. Evocano in me un senso di nostalgia di qualcosa di molto antico e perduto nelle nebbie del tempo.
EliminaNella mia visione il suono cupo e prolungato che si sente in sottofondo nella prima metà del brano richiama la sirena da nebbia, che in inglese è in realtà "fog horn" e rende meglio l'idea. Poi ha inizio il dialogo con il mostro e la "voce" si fa più modulata.
Sensazione profonda e un poco straniante quella di farsi avvolgere dalla musica durante la lettura di un brano letterario, come se i due campi artistici fossero vasi comunicanti. Ma c'è molto di più, da quanto ho capito sia dalla lettura della puntata che dai commenti...
RispondiEliminaCome forse avrai capito, l'esperienza qui narrata è in parte autobiografica... Io sono nato nell'autunno 1960. In un certo senso sono il padre di Luisa.
EliminaA dire la verità non avevo fatto caso alle date. Ma io sono tremenda con i numeri, date comprese. Come ho detto svariate volte, mi sembra di camminare in un campo minato, dato che scrivo romanzi storici.
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