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The Pleasure of Pain II - Marquis de Sade's Justine: La versione di Franco /1 di 2




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Pubblico, in questo post, la prima di due parti di una mia traduzione di una serie di dichiarazioni rilasciate dal regista Jesús Franco a proposito del suo film del 1968 Justine o le disavventure della virtù (Marquis de Sade: Justine), film di cui si è occupato un paio di giorni fa Lucius Etruscus, nel suo secondo guest post per questa parte di The Pleasure of Pain. Lucius, nel parlare del film, si è concentrato in particolare sul resoconto che ne fa il principale protagonista del suo post, il produttore Harry Alan Towers, alle cui parole ho pensato non fosse una cattiva idea accostare quelle del regista, così da avere un quadro più completo circa le fasi di progetto e realizzazione del film.
Ho diviso in due parti il totale delle dichiarazioni di Franco sia per snellire il post, che rischiava altrimenti di risultare troppo lungo, sia per lasciarmi un po' di spazio a disposizione per un breve commento finale. La pubblicazione della seconda parte è in programma, salvo imprevisti, per venerdì.

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Marquis de Sade's Justine: La versione di Franco

Ad Harry [Alan Towers], Necronomicon* era piaciuto davvero molto e voleva fare con me un film di genere erotico. Così mi chiese: "Ti piacerebbe fare un film da de Sade?". Io gli risposi: "Sì, ma dipende tutto da cosa di de Sade. Se è Le centoventi giornate di Sodoma, allora no, perché quello non è un romanzo ma solo una lista di atrocità." E lui ribatté: "Justine". E subito mi consegnò una sceneggiatura che aveva scritto e che io lessi il giorno dopo. Mi sembrò molto buona, perché era davvero difficile, specie a quei tempi... dovevi andarci cauto, era come giocare con il fuoco... Harry aveva catturato alla perfezione lo spirito del romanzo.

Credo che Justine sia il film più costoso che io abbia mai realizzato. A occhio, non penso che sia costato più di un milione di dollari, almeno non molto di più, ma penso che per quei tempi fosse comunque parecchio. Costò molto a causa del numero enorme di costumi di scena, di set cinematografici, di cavalli, carrozze... di tante cose. Era un "big film", come si dice nel gergo dei produttori. Anche se in realtà non era un vero big film ma quello che all'epoca alla American International chiamavano un "fake big film". Ma questo lo sapevamo solo noi.

Allora, il governo spagnolo, sotto il regime di Franco, era politicamente... diciamolo, fascista! Completamente fascista! Per questo il potenziale co-produttore, Alcazar, il proprietario degli studi in cui stavamo girando, che era deliziato del cast che avevamo scritturato, dopo aver letto la sceneggiatura esclamò: "Non possiamo girare un film del genere in spagnolo. E' una follia".


Girammo in due edifici progettati dall'architetto Gaudì, e dovevamo stare molto attenti perché uno si trovava vicino a una scuola pubblica, con i bambini piccoli e tutto il resto. Così che avevamo per tutto il tempo una spia che ci diceva quando il terreno era libero e dovevamo interrompere le riprese durante l'ora della ricreazione! In generale, però, non incontrammo problemi, perché il film non era in spagnolo. In caso contrario ci avrebbero sbattuti tutti in galera. E potremmo ancora esserci.
Le riprese non durarono quattro mesi, che è la media per le grandi produzioni, ma girammo per sette settimane. Ma non per le sei ore canoniche, bensì per dieci-dodici ore al giorno. Avemmo a che fare con quasi cento diversi set cinematografici, una gran quantità di esterne, e con un cast.


Justine avrebbe dovuto essere interpretata da Rosemary Dexter, perché era lei l'ideale. Era con noi dall'inizio e aveva già provato le scene e tutto quanto, quando a un tratto il grande capo a Hollywood proclamò: "E' arrivata l'ora dei figli d'arte". E io: "Sarebbe a dire?". "Che sarà Romina Power l'attrice". E io: "Al diavolo! Non posso con Romina Power. Non ce la faccio a girare la storia di una ragazzina che viene coinvolta in certe cose, capisce quello che succede e comincia a piacerle, che diventa masochista e comincia a provare vero piacere nel frattempo che subisce un trattamento così atroce. Il massimo che posso fare è la storia di una povera bambinella sperduta nel bosco come Biancaneve". "Ottima idea!" mi risposero. "Procedi".


Ma io penso che se Rosemary Dexter avesse interpretato Justine, il film sarebbe riuscito molto meglio. Ma no, era arrivato il momento dei figli dei grandi attori. Lei [Romina] era, naturalmente, la figlia di Tyrone Power. Si presentò all'improvviso masticando chewing-gum e&nbspmi disse con la sua vocina: "Hello, Jessy!". Cazzo! Fu davvero difficile per me, perché aveva l'aria di una piovuta dal cielo che se ne va a zonzo nel bosco, e io mi sentivo come se stessi girando Bambi 2.

E così era arrivata Romina Power, accompagnata dalla sua mamma del cazzo e da una specie di fidanzato. Non so dire se era il fidanzato di tutte e due o solo della madre o solo della figlia, ma non ha importanza. Era un italiano, scattava fotografie ed era una testa di cazzo.

Quello a destra nell'immagine è, per chi non lo conoscesse, tio Jess in persona.

Era difficile girare con lei, non perché creasse problemi, ma perché era come un complemento d'arredo. Potevi prenderla, spostarla da qualche parte, e dirle: "Vieni qui; oppure: guarda in alto in quella direzione". Ci furono invece delle prove di recitazione eccezionali, come quella di Mercedes McCambridge nella scena in cui loro due sono insieme e lei deve picchiarla. E a ogni prova: "Pam! Pam!"... niente! Non potevamo salvare nulla perché lei [Romina] avrebbe dovuto reagire con molta forza all'esser picchiata così brutalmente. Così Mercedes Mc Cambridge mi chiese: "Dovrei forse provare a picchiarla sul serio?". E io le risposi: "Ma certo! Fai pure". Così cominciammo a girare e lei "Pam!", le dette un ceffone. C'ero proprio io in quel momento dietro la macchina da presa e catturai la sua reazione, che era la reazione di Romina Power che viene colpita da un'attrice e non di Justine, ma convenimmo che era comunque eccellente. Oggi la gente mi dice: "Ma è brava!". Sarà forse brava, ma allora dovrebbero tutti congratularsi con me e dirmi grazie, perché il più delle volte lei neanche sapeva che stavamo girando.
(1 - continua)

* Il film Necronomicon: Geträumte Sünden di Jesús Franco è conosciuto anche sotto altri titoli, il più noto dei quali è Succubus. In Italia è stato diffuso nel 1968 con il titolo Delirium.


* * *


Ho soltanto un paio di cosette da aggiungere qui, in questo ormai mio consueto spazio commento. La prima riguarda, per quello che può valere, il mio parziale dissenso dalla tesi di Jess Franco su Romina Power. E' senza dubbio vero, come dice lui, che il film con Rosemary Dexter sarebbe stato un'altra cosa, e mettiamo pure che sarebbe entrato nella rosa dei suoi migliori film, ma chissà se sarebbe entrato nel cuore dei fan allo stesso modo di questo, grazie anche alla presenza, sarei pronto a scommetterci, di Romina Power nella parte di Biancaneve nel paese di de Sade. Franco può dire quel che vuole, ma è indubbio che ogni volta che Romina appare nel film, indifferentemente nuda o vestita, accanto a una qualsiasi altra delle attrici che recitano con lei, che sia Mercedes McCambridge o Rosalba Neri o l'appariscente Maria Rohm, è lei, la disorientata e afflitta Romina, a rubare la scena.



La seconda cosa che ho da dire riguarda invece la questione "masochismo". Se Franco la racconta giusta, allora significa che la sceneggiatura originale di Harry Alan Towers, che prevedeva una graduale conversione di Justine ai piaceri della sofferenza, si distanziava dal testo di de Sade ancor più di quanto già non faccia il film nella sua versione finale. Di una simile idea non si rinviene infatti la minima traccia nelle pagine del Marchese.

Commenti

  1. Devo dire di aver riso sotto i baffi che non ho mentre leggevo le parole di Franco. E sorge il quesito: ma l'accompagnatore italiano di Romina e della mamma, chi era? Mica... il futuro marito?

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    1. Mi inquieta un po' la possibilità che già nel 1968, a sedici anni, Romina potesse essere fidanzata con Al Bano, Ariano, ma se è vero che i due si sono sposati nel 1970 direi che le date sono abbastanza compatibili.

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  2. Solo la storia del fidanzato italiano di Romina meriterebbe un post, no un film :-D

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    1. In effetti, Ferruccio, forse questo è il post più divertente che ho sul blog ;-D

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  3. Si sa chi era questo fidanzato italiano?
    Albano non poteva essere,anche perché i due si conobbero solo nel 1970 e poi non me l'immaggino nemmeno a tollerare la sua fidanzata che gira un film come quello.

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    1. Credo proprio che non lo sapremo mai, Nick. L'unica che potrebbe dirlo forse è la stessa Romina, ma dubito che sia interessata a rievocare qualcosa di quel periodo della sua vita.
      Romina e Al Bano si sono quindi praticamente sposati l'istante dopo essersi conosciuti...

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    2. Romina conosce Albano nel 1967 sul set del film Nel sole.
      Da quello che scrive Wikipedia.
      È probabile quindi che il fidanzato italiano fosse lui.😀
      Bella parentesi comica questo post , Ivano😀
      Ci voleva per alleggerire un po’ lo speciale.
      Aspetto la prossima puntata.
      Comunque a me Romina in quelle “ Svesti” me piaciuta un sacco.
      Meglio di Kinsky sicuramente XD
      Ciao

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    3. Wow, Max, allora si può dire che abbiamo lo scoop!
      E naturalmente condivido il giudizio su Romina. Belli i costumi di scena ma altrettanto belli i non-costumi ;-D
      Ciao!

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    4. E' vero si sono conosciuti nel 1967, sbagliavo io l'anno e faccio pubblicamente ammenda. Faccio comunque ancora fatica ad immaginarmi Albano (per come appare adesso) che rimane tranquillo sul set mentre la sua fidanzata appare in quelle "svesti". :D

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    5. Non dimenticare, Nick, che subito dopo "Justine", Romina ha girato "I caldi amori di una minorenne" e "Femmine insaziabili". Può quindi darsi che a quell'epoca l'influenza di Al Bano su di lei non fosse ancora così grande... che lei gli tenesse testa.

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    6. Beh, se Albano broccolava dietro una quindicenne, probabilmente non era quel gran ecumenico che per anni ci siamo figurati...

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    7. Non dimenticare, Obsidian, che stiamo parlando di un periodo in cui queste cose erano del tutto normali. Anch'io a diciott'anni brancolavo una quattordicenne e avevo un amico che a ventidue anni era ufficialmente legato a una quindicenne e nessuno si meravigliava. Non era come oggi che ti sbattono in galera.

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  4. Leggendo mi stavo chiedendo se in tanti anni qualcuno avesse mai chiesto a lei, Romina, di rievocare quell'esperienza, ma mi sa che l'hai già detto implicitamente nella risposta a uno dei commenti qua sopra. ^_^

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    1. Per essere un po' meno implicito, mi risulta che abbia rifiutato l'invito a collaborare al documentario del 2002 sul film.

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  5. Mi sto riportando in pari con lo speciale. Questo post è davvero molto divertente, ho riso molto leggendo della vicinanza con la scuola e della sentinella che avvertiva dell'uscita dei bambini. Poi voglio spezzare una lancia in favore di Romina, che era tutto fuorché una persona problematica per il regista... :D E comunque, a quanto pare, proprio con la sua aria svagata, candida e impassibile ha dato valore aggiunto al film!
    La fotografia del luogo dove è stato girato in parte il film è parc Guell?

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    1. Direi di sì, Cristina, da quel che si vede l'immagine ha tutta l'aria di essere uno scorcio di Parc Guell.
      In effetti questo post avrebbe potuto anche benissimo intitolarsi "Romina o le disavventure della virtù". Per tacer del probabile futuro sposo... ;-D

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    2. In effetti ho riso molto anche leggendo i commenti precedenti sul futuro sposo. :-D

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