Insieme raccontiamo 11 SSE (Summer Special Edition)
Come qualcuno di voi forse sa, esiste tra i file del mio computer l'abbozzo di un romanzo autobiografico intitolato Come aria che si cambia. Si tratta in realtà di una specie di contenitore universale dal quale attingo molto di quel che scrivo, a cominciare dal mio attuale principale work in progress, L'Estate dei Fiori Artici, che ne è una derivazione diretta. Ne presentai l'incipit tempo fa, in un post dedicato, e per l'occasione mi divertii anche a giocare con gli pseudobiblia, creando in quattro e quattr'otto un'edizione immaginaria dell'opera edita dalla Ediacara Edizioni, la casa editrice che si occupa della non pubblicazione di tutte le mie opere immaginarie (anche se, ripeto, Come aria che si cambia almeno in forma di abbozzo esiste).
Quel che è successo stavolta con Insieme raccontiamo, ed ecco il perché della premessa, è che il nuovo incipit di Patricia Moll mi ha stimolato a partecipare proprio con un estratto di Come aria che si cambia. Ma non è solo per questo che nel titolo del post parlo di "special edition". E' anche perché stavolta, per ragioni affettive, non me la sono proprio sentita di accettare (tagliare a colpi di accetta) il testo fino a farlo rientrare nella lunghezza regolamentare, in questo caso 200/300 parole, e ho sforato di circa 60 parole. Sono stato anzi costretto ad aggiungere alcuni dettagli per rendere il testo comprensibile a sufficienza anche una volta estrapolato dal resto del racconto. So già che Patricia non mi scaccerà dall'iniziativa per questo, visto che molti partecipanti alle passate edizioni di Insieme raccontiamo hanno fatto altrettanto e di più. Vi lascio quindi alla lettura del mio finale, ricordandovi che trovate il bando di concorso e le prove degli altri partecipanti in questo post del blog Myrtilla's House.
* * *
#insiemeraccontiamo #raccontibrevi
L'incipit di Patricia
Odore di muschio. Di foglie in decomposizione.
Nel bosco, sotto a quel guazzabuglio di querce olmi e acacie, alte da sembrare volerlo solleticare e spesso da oscurarlo, il cielo era sparito.
Si chinò ad annusare lo stesso odore di allora quando....
Nel bosco, sotto a quel guazzabuglio di querce olmi e acacie, alte da sembrare volerlo solleticare e spesso da oscurarlo, il cielo era sparito.
Si chinò ad annusare lo stesso odore di allora quando....
Il mio seguito
Tutto era cominciato una mattina presto, con l’arrivo di
corsa dei due cugini che, ansimando più per l’emozione che per lo sforzo, ci annunciarono
di avere appena fatto una
scoperta importantissima.
«Sentiamo. Che scoperta avreste fatto?» chiese loro Donatella, ostentando scetticismo.
«Dovete vederlo da soli» replicò Roberto.
«E tu» aggiunse Diego, indicando me, «tu vai a prendere il tuo retino da farfalle».
«Da girini» lo corressi. «È un retino da girini».
«Chiamalo come ti pare ma vai a prenderlo… noi ti aspettiamo alla Fontana».
Quando poi, armato di reticella, li raggiunsi alla fontana che si trovava al centro del paese, mi trovai di fronte uno spettacolo di affascinante ribrezzo.
Su di una pietra piatta a margine della vasca, appena distinguibile per via dei colori molto simili, sostava immobile un enorme rospo dal corpo rugoso. Lì per lì pensai che fosse semplicemente in riposo o addormentato, ma guardando meglio non potei non notare, sparse sulla pietra, le sue interiora, che fuoriuscivano dalla bocca semiaperta.
«Devono averlo colpito con un bastone» commentai desolato. «Non è che siete stati voi, vero?».
«Noi non siamo stati»
«Te lo giuriamo»
assicurarono i cugini.
Convenimmo tutti che fosse bene dargli una sepoltura onorevole, e nel posto che per noi era il più importante di tutti: lo spiazzo erboso circondato da un folto di alberi e rovi che chiamavamo semplicemente il Bosco.
Nessuno in quel momento faceva caso a noi (ma non che ce ne sarebbe importato granché, alla fine) e potei agire indisturbato. Senza fretta e con la massima cura, sollevai il corpo semischiacciato e inerte con il bordo circolare e metallico della mia reticella e lo feci scivolare pian piano al centro della sua tessitura di maglie.
Fu poi la volta della processione funebre. Io, con il feretro, in testa al corteo e i miei quattro amici dietro di me. In fila indiana, percorremmo in allegria, felici di iniziare la giornata con un bel gioco, tutto il sentiero in discesa che portava al Bosco e al luogo designato di sepoltura…
«Sentiamo. Che scoperta avreste fatto?» chiese loro Donatella, ostentando scetticismo.
«Dovete vederlo da soli» replicò Roberto.
«E tu» aggiunse Diego, indicando me, «tu vai a prendere il tuo retino da farfalle».
«Da girini» lo corressi. «È un retino da girini».
«Chiamalo come ti pare ma vai a prenderlo… noi ti aspettiamo alla Fontana».
Quando poi, armato di reticella, li raggiunsi alla fontana che si trovava al centro del paese, mi trovai di fronte uno spettacolo di affascinante ribrezzo.
Su di una pietra piatta a margine della vasca, appena distinguibile per via dei colori molto simili, sostava immobile un enorme rospo dal corpo rugoso. Lì per lì pensai che fosse semplicemente in riposo o addormentato, ma guardando meglio non potei non notare, sparse sulla pietra, le sue interiora, che fuoriuscivano dalla bocca semiaperta.
«Devono averlo colpito con un bastone» commentai desolato. «Non è che siete stati voi, vero?».
«Noi non siamo stati»
«Te lo giuriamo»
assicurarono i cugini.
Convenimmo tutti che fosse bene dargli una sepoltura onorevole, e nel posto che per noi era il più importante di tutti: lo spiazzo erboso circondato da un folto di alberi e rovi che chiamavamo semplicemente il Bosco.
Nessuno in quel momento faceva caso a noi (ma non che ce ne sarebbe importato granché, alla fine) e potei agire indisturbato. Senza fretta e con la massima cura, sollevai il corpo semischiacciato e inerte con il bordo circolare e metallico della mia reticella e lo feci scivolare pian piano al centro della sua tessitura di maglie.
Fu poi la volta della processione funebre. Io, con il feretro, in testa al corteo e i miei quattro amici dietro di me. In fila indiana, percorremmo in allegria, felici di iniziare la giornata con un bel gioco, tutto il sentiero in discesa che portava al Bosco e al luogo designato di sepoltura…
…lo stesso
dove lui si trovava in quel momento. Erano trascorsi ventuno lunghi anni da quel
giorno di inizio estate del 1967, ma tutto in quel luogo ombroso e profondo aveva
lo stesso odore di allora.
* * *
L'immagine di apertura del post è: August Strindberg, Wonderland (1894, detail).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.
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Ok... troppo bello il tuo finale. Ti picchio un'altra volta ahahahahahahahhha
RispondiEliminaCerto che se mi parli di bel gioco girare con un rospo morto... bleah!!!!! Da ragazzini comunque si fa questo ed altro vero?
Aggiudicato il finale così come è!
Vado ad aggiornare il post di riepilogo!
:*)
Grazie mille Patricia! Ormai son pieno di lividi ed ecchimosi, ma ti perdono...
EliminaE cosa c'è di meglio di un bel bufo bufo morto? ^_-
Ma tu guarda! I giochi a contatto con la natura non cambiano con le generazioni, mio nipote ieri l'altro ha fatto il funerale ad una piccola talpa trovata stecchita nel giardino della casa di montagna.
RispondiEliminaVedi un po' quante sensazioni e ricordi la frase di Patricia ha suscitato!
Ivano è molto bello il titolo e il racconto, una specie di Gian Burrasca aggiornato. Sarebbe fantastico.
Talpe e rospi sono animali umili e spesso disprezzati. E' bello onorarli in qualche modo ^_^
EliminaAnche a me il titolo dell'opera piace molto, ma per portarla a termine non mi basterebbe il resto della mia vita, temo. Per ora mi concentro su "Shaula" e "Solve et Coagula", poi si vedrà.
Ivano ti rispondo qui perchè sotto al commento non riesco.
RispondiEliminaSono buona solo perchè ho perso la scala e con la mia bassezza a te non ci arrivo ahahahah
Chiudo.
Tuona e lampeggia da far paura
I vecchi cari temporali estivi ^_-
EliminaAcqua e grandine!
EliminaBellissimo! *_* E bravo per come hai utilizzato il brano nel giochino: riuscitissimo!
RispondiEliminaGrazie mille Glò! Sono contento anch'io del risultato. E di ogni occasione che mi si offre di proporre brani del mio repertorio che altrimenti rimerrebbero ineseguiti ^_^
EliminaUn rospo Ivano? Una fiaba allora... anch'io ho sforato: un giorno Patricia consumerà la sua vendetta!
RispondiEliminaVero Clara, in un certo senso è anche una fiaba, dove però magia e quotidiano coincidono e formano un tutto unico ^_^
EliminaLa vendetta (tremenda) di Patricia colpisce soprattutto chi salta gli appuntamenti di Insieme raccontiamo. Dobbiamo stare attenti a questo in particolare ^_-
Eh? Qualcuno parla di me? Non so... mi era parso di sentire il mio nome... prrrrrr
EliminaChi? Dove? :P
EliminaCome una "pennellata" questo piccolo seguito.
RispondiEliminaMi piacciono le iniziative di Mirtilla. Sono tornata al disegno, mi sa che un giorno o l'altro torno alla scrittura. :-)
Una pennellata che richiama secondo me, i toni del dipinto di Strindberg in alto ^_^
EliminaDifficile anche se non impossibile far tante cose insieme, e ancor di più farle tutte bene. Ci ho provato anch'io a lungo, ma alla fine ho deciso che era meglio che mi dedicassi a una su tutte. Almeno per il momento.
Infatti. Detesto arrangiare a causa dell'ostinazione di fare troppo. Infatti mi sono riservata anche letture leggerissime in questo periodo. Devo concentrare le mie energie altrove.
EliminaPer altro, finalmente il progetto dei bozzetti è stato approvato, c'è voluto un po' perché la resa di quelli che inviavo non convinceva il team. Ho dovuto ricorrere a un programma di grafica e fare post produzione.
Sarebbe interessante se ci elargissi un post al riguardo...
EliminaUn bel pastiche letterario. Il brano originale del tuo romanzo interpolato tra l'incipit di Patricia e il tuo finale, mi suggerisce un senso di nostalgia per l'infanzia, le vacanze in campagne e le "scoperte" che ho vissuto quando trascorrevo un mese all'anno in un casolare vicino a Tolfa, nel Lazio.
RispondiEliminaGrazie Ariano! Anche in questo caso si trattava di un mese all'anno, trascorso però in una località di bassa montagna nell'Appenino toscoromagnolo.
EliminaMagnifico questo finale, magnifico lo stralcio di vita che hai riportato, Ivano... Dispiace per il rospo, certo. Ma il bello dell'infanzia è la magia che i bambini stessi riescono ad estrapolare da qualsiasi evento, fosse anche la fine tragica di un piccolo rospo.
RispondiEliminaEcco, il tuo narrare è la narrativa che a me piace. Lo stile frammentato, la linearità, lo scorrere delle immagini, il significato tra le righe: in pratica ti avrei letto ancora e ancora. Magari un giorno pubblicherai, e così accadrà. Copertina, impaginazione e grafica, sono strepitosi: molto Adelphy.
p.s. Anche io andavo a caccia di girini; nel torrente vicino casa di nonna: proprio ieri ci ho portato per la prima volta i pargoli: abbiamo imbottigliato due esserini (qui detti "cucchiarineddi") che già avevano fuori le zampette... Un tripudio di entusiasmi: peccato che stamattina li abbiamo trovati stecchiti. Lo gnomo ha pianto per mezz'ora, ma poi siamo andati a funeralizzarli nel bagno e si è rasserenato. Mamma sei sicura che dal bagno tornato al mare (il torrente)?
Certo, che scherzi...
Ah, vabbè, allora quando arrivano non sono morti più...
Wow, grazie dello splendido commento, Regina! E tu stessa hai scritto un racconto nella seconda parte. Bellissima la storia dei girini che risuscitano!
EliminaSono molto contento che tu abbia rintracciato tutte quelle caratteristiche nel mio stile di scrittura. E' proprio per questo che gli editing me li faccio tutti da solo senza ricorrere a nessuno di esterno. Perché ci tengo a mantenere immutato il mio stile che è quello che mi è connaturato.
La copertina? E' vero che quando l'ho buttata giù avevo in mente soprattutto Adelphi. Del resto la loro grafica è quella che preferisco in assoluto nel campo editoriale ^_^
Ciao Ivano, dopo lunga assenza ogni tanto ritorno, alla grande direi, ho visto grande fermento, post intensi e racconti dal finale troppo forte...!
RispondiEliminaUn saluto a te e a tutti i tuoi fedeli lettori.
Ciao :D
Ritorno sempre gradito il tuo, Ximi. E grazie dell'apprezzamento che così spesso dimostri per i miei post!
EliminaUn salutone a te e a presto :D
Bentrovato, Ivano!
RispondiEliminaBellissimo racconto. Mi ricorda molto le atmosfere di "Stand by Me - Ricordo di un'estate", il noto film tratto da un racconto di Stephen King. Ecco, i tuoi ragazzi, mi hanno portato subito alla mente quei ragazzi. Uniti in un'avventura indimenticabile.
Splendido finale!
Grazie infinite Squitty!
EliminaDi "Stand by Me" ho sia letto il racconto sia visto il film. Mi sembra però, se la memoria non mi inganna, che in quel gruppetto di amici fossero tutti maschi :O
Sì, loro sì. Tutti maschi!!!
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