Solve et Coagula - Pagina 146
Parte II - Capitolo 2 /2
Abbassò solo per un momento gli occhi sulla prima pagina, quella con l’articolo
di testa che la riguardava in prima persona, ma quando poi risollevò lo sguardo,
lo strano individuo che lei sospettava essere Fabrizio si era già dileguato,
con ogni probabilità nel fiume di folla.
Luisa decise allora di entrare nel bar d’angolo tra la strada e la piazza,
uno dei locali storici del centro di Firenze, così da potersi mettere seduta a leggere mentre sorseggiava una cioccolata
calda. Le sarebbe costato almeno quindici euro, ma questo era ormai per
lei un dettaglio senza importanza, proprio come lo sarebbe stato
per qualcuno che avesse deciso di suicidarsi ma anche, primadi farlo, di dedicarsi per un’ora o due alla
pazza gioia.
Comodamente seduta davanti alla sua tazza fumante, cominciò a leggere l’articolo
che la riguardava, traendone a ogni riga deduzioni sempre più sconcertanti. Non
solo aveva sotto gli occhi un resoconto dettagliato di molto di quel che le era successo intorno negli ultimi giorni, ma lei vi era anche additata come sola
e unica responsabile sia dell’assassinio del maresciallo sia della scomparsa di
Giulia e Fabrizio. E risultava pure la principale sospettata nelle indagini in
corso sulla misteriosa scomparsa di suo padre. Ci mancava solo che l’accusassero
di avere istigato sua madre al suicidio, si disse, e il quadro era completo.
Inutile dire che la teoria dello scherzo ai suoi danni da parte dei due amici andava in questo modo a farsi benedire. Impossibile che loro fossero a conoscenza dei dettagli sulla fine del maresciallo, avvenuta nel chiuso del suo appartamento solo poche ore prima. Inoltre, pur ammettendo che vi fosse stato il tempo materiale per la redazione dell’articolo, altrettanto non poteva valere per la sua stampa e diffusione, a maggior ragione in un quotidiano di un paese straniero come l’Inghilterra, ai cui abitanti non poteva certo interessare qualcosa della cronaca fiorentina. Fu allora che le cadde l’occhio su un menu del bar posato sul tavolino accanto al suo e lesse quello che poteva solo essere il nome del locale. Prima trasalì, poi, senza pensarci due volte, fermò uno dei camerieri.
«Mi scusi, questo locale si è sempre chiamato così?».
Inutile dire che la teoria dello scherzo ai suoi danni da parte dei due amici andava in questo modo a farsi benedire. Impossibile che loro fossero a conoscenza dei dettagli sulla fine del maresciallo, avvenuta nel chiuso del suo appartamento solo poche ore prima. Inoltre, pur ammettendo che vi fosse stato il tempo materiale per la redazione dell’articolo, altrettanto non poteva valere per la sua stampa e diffusione, a maggior ragione in un quotidiano di un paese straniero come l’Inghilterra, ai cui abitanti non poteva certo interessare qualcosa della cronaca fiorentina. Fu allora che le cadde l’occhio su un menu del bar posato sul tavolino accanto al suo e lesse quello che poteva solo essere il nome del locale. Prima trasalì, poi, senza pensarci due volte, fermò uno dei camerieri.
«Mi scusi, questo locale si è sempre chiamato così?».
«Certo. Questo è
un locale storico, uno dei simboli della città. Cambiargli nome sarebbe non
solo assurdo ma anche controproducente».
Luisa ringraziò e tornò a guardare la copertina del menu, nella speranza di
esser stata solo vittima di un’allucinazione causata dallo stress. Ma lesse la
stessa scritta di prima: Pasifae. Solo
le prime tre lettere corrispondevano al nome del locale come lo ricordava lei.
Il seguito era una variazione che dava come risultato il nome di un personaggio
mitologico. Fece uno sforzo di concentrazione e cercò di ricordarsi più
dettagli che poteva del mito che lo riguardava. Se la sua ricostruzione era
corretta, Pasifae, figlia del re cretese Minosse, si era invaghita del toro
bianco inviato sull’isola di Creta dal dio del mare Poseidone, e per farsi
possedere dall’animale si era fatta costruire da Dedalo un’armatura a forma di
vacca in cui si era poi rinchiusa. Il risultato dell’unione tra donna e animale
era stato il Minotauro, il mostro in seguito imprigionato al centro del
labirinto. E, guarda caso, a cento metri di distanza da lei sorgeva l’Hotel
Minoic, un posto che a sua volta non sarebbe dovuto esistere, almeno non con
quel nome, ma verso il quale lei era suo malgrado diretta.
La spiegazione di tutte quelle stranezze, concluse, poteva essere una sola. Lei non si trovava più nella Firenze che conosceva da sempre, ma in una sua strana versione modificata, dove vari posti e locali della città “reale” erano stati sostituiti da una sorta di loro versione alternativa, coincidente con la precedente eccetto per alcuni dettagli. Inoltre, come se non bastasse, all’interno delle sue mura potevano accadere cose impossibili del genere della diffusione di una notizia e della stesura del corrispondente articolo – oltre che della sua stampa e diffusione attraverso un giornale estero - nel giro di poche ore. Ma da quanto tempo era così?
La spiegazione di tutte quelle stranezze, concluse, poteva essere una sola. Lei non si trovava più nella Firenze che conosceva da sempre, ma in una sua strana versione modificata, dove vari posti e locali della città “reale” erano stati sostituiti da una sorta di loro versione alternativa, coincidente con la precedente eccetto per alcuni dettagli. Inoltre, come se non bastasse, all’interno delle sue mura potevano accadere cose impossibili del genere della diffusione di una notizia e della stesura del corrispondente articolo – oltre che della sua stampa e diffusione attraverso un giornale estero - nel giro di poche ore. Ma da quanto tempo era così?
Sono rimasto molto indietro, molto, recupererò, promesso.
RispondiEliminaMi farebbe molto piacere ^_^
EliminaTra l'altro mi sento sempre più calato nei panni di Luisa. Anche io ormai, ogni volta che vado in centro, ho l'impressione di trovarmi in una versione OGM della città che conoscevo.
Oh oh.... mi sto p-erdendo!!!!
RispondiEliminaDevo trovare un attimo di tempo e ritornare a leggere qualche puntata vecchia....
Se c'è qualcosa che ti sfugge chiedi pure delucidazioni. Son qui apposta ^_^
EliminaSiamo in una realtà parallela? Interessante! Ammetto che anch'io ho perso qualche pagina devo recuperare :-)
RispondiEliminaHo visto che hai fatto un aggiornamento del Liebster ...sto provvedendo anch'io ma sono un po' lenta...
Sì, Giulia, una realtà parallela. Qualcosa era già uscito un po' di tempo fa, in una discussione nei commenti in cui si era disquisito di Teoria delle Stringhe. Diciamo che se nella prima parte la questione era relegata a livello di sottotesto, adesso comincia a manifestarsi in modo palese.
EliminaAttendo allora il seguito del tuo Liebster Award ^_-
Mmmh... Che dicie? E' una Firenze alternativa dove Renzi è ancora sindaco?
RispondiEliminaOppure una dove fa il teleimbonitore?
(ah no, questa è la nostra di realtà...) :)
Ma no Marco, in questa dimensione in parte anche inglese il sindaco di Firenze è direttamente l'originale... Mr. Bean :))
EliminaE lo sapevo! Siamo alle Stringhe *__*
RispondiEliminaOra la mia curiosità è concentrata in ciò che sta "nel mezzo" :P Quantomeno... conosceremo l'elemento "scatenante"?
Ivano, ci farai impazzire o.O
Ammetterai però che un po' di cose si sono chiarite rispetto alla prima parte. E' vero che c'è ancora tanta strada da fare, ma per esempio si comincia a capire che forse non sono Fabrizio e Giulia a essersi volatilizzati, bensì la nostra Luisa, che però non può evitare di vedere le cose dalla sua ottica (e noi dalla sua) ^_^
EliminaSì! Mi piace molto questa svolta *_*
EliminaOk... lasciamo perdere le stringhe che per me restano quelle delle scarpe. Ne avevamo parlato e mi avevate passato un link ma non ho capito niente lo stesso! :)))
EliminaIl fatto che sia la stessa Luisa ad essere entrata in un mondo parallelo e quindi ad essersi "persa" (virgolettato eh) è in un certo senso logico. Molto.... Ivaniano ahahahahahhaahahhahah
Adesso bisogna capire come ha fatto a finire in questo mondo....
E per capirlo, cara Patricia, ci sarà da ricorrere appunto alla Teoria delle Stringhe :P
EliminaTu pazienta, vedrai che piano piano...
Io paziento... al limite, mi fate un disegnino ahhahhahaha
RispondiEliminaArrivo un po' in ritardo, ma sono riuscita a non perdermi questa nuova puntata. Lascio perdere pure io la teoria delle stringhe, che, come detto qualche commento sopra, pure per me continuano ad essere sempre e solo quelle delle scarpe, preferisco parlare col linguaggio della fantasia e pensare ad una realtà parallela.
RispondiEliminaSe è un'altra Firenze magari il Lungarno non è sprofondato.
Mi sa che in un caso o nell'altro l'incidente del lungarno rimarrà escluso per forza di cose dalla storia, ambientata nel 2013. In compenso abbiamo a che fare con una vigilia di carnevale che è anche una vigilia di San Valentino. Come dire che piove sul bagnato ;D
EliminaUna cosa agghiacciante! La più tremenda di tutta la storia! ;)
RispondiEliminaIn questa puntata c'è la convergenza di tutti i fattori possibili e immaginabili che ormai stanno entrando in rotta di collisione! :-)
RispondiElimina(Da qualche parte avevo letto che Pasifae era la moglie del re e non la figlia, ma forse ricordo male io.)
Sì, hai ragione, Pasifae era la regina di Creta moglie di Minosse. Ma per risultare più credibile sono andato a memoria come la stessa Luisa e ho quindi fatto il suo stesso errore ;D
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